Suolo e Salute

Mese: Aprile 2014

Sentenza Tar OGM – Martina

“Apprendiamo con soddisfazione il pronunciamento del Tar che conferma  nella sostanza le ragioni del decreto promosso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di concerto con i ministeri della Salute e dell’Ambiente in relazione allo stop delle semine OGM in Italia”. Queste le parole di commento pronunciate dal Ministro delle Politiche Agricole  Martina all’indomani della sentenza del TAR del Lazio. “Proseguiamo ora con tenacia la battaglia che stiamo portando avanti anche con altri paesi in ambito europeo”, ha continuato Martina. “Il nostro obiettivo è dare più autonomia di scelta ai singoli stati sul tema OGM. Se non riusciremo a trovare un accordo entro giugno, questo sarà uno dei dossier più importanti del semestre italiano di presidenza dell’UE. Sono convinto che il modello agricolo italiano debba valorizzare le sue peculiari caratteristiche per rafforzarsi anche sui mercati internazionali”.
Fonte: Agrapress

Sentenza Tar OGM – I commenti

Come ha dichiarato il presidente Slow Food Italia Roberto Burdese “per quest’anno l’agricoltura italiana rimane libera da OGM: le nostre colture non correranno il rischio di contaminazioni e il settore del biologico può tirare un sospiro di sollievo. È necessario però che il Governo intervenga al più presto perché il decreto in questione, risalente a luglio 2013, non sia più valido per la semina del 2015. Ci aspettiamo anche un chiarimento sul tema delle sanzioni per chi dovesse violare il divieto sancito dal decreto”. Parimenti soddisfatta Legambiente, che definisce “storica” la sentenza del Tar. “L’Italia è libera da Ogm. Una grande vittoria per l’agricoltura italiana di qualità. Per Legambiente nella sentenza del Tar ha prevalso il principio di precauzione, essendo state messe in evidenza le potenziali conseguenze negative derivanti da una possibile contaminazione. Il Presidente Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sottolinea l’importanza del precedente costituito dalla sentenza, che “serve innanzitutto a ripristinare la legalità : nessuno può coltivare impunemente Ogm in Italia. Il Governo Italiano s’impegni quindi nel semestre europeo affinché l’Ue adotti una nuova regolamentazione che consenta agli Stati membri di vietare coltivazioni Ogm anche per ragioni economico-sociali”. Molto soddisfatto anche il presidente della commissione Ambiente della Camera Realacci, secondo il quale la sentenza “ha bocciato il ricorso, francamente pretestuoso, di Fidenato. Con il pronunciamento di oggi si scrive una bella pagina a tutela della nostra agricoltura e del Made in Italy di qualità. Al di là di motivazioni di ordine ambientale e sanitario, infatti, la scelta Ogm è completamente sbagliata per l’Italia. Il futuro della nostra agricoltura non è certo legato agli organismi transgenici, ma alla qualità, al territorio, alle tipicità, alla tracciabilità dei nostri prodotti. L’agricoltura italiana è un settore da Guinness, con i suoi 263 prodotti tipici, oltre un milione di ettari condotti con metodo biologico e un export che nel 2013 ha fatto segnare il record di 33 miliardi di euro. Un settore che è cresciuto nel segno della qualità, che da un contributo importante all’attrattività del Made in Italy nel mondo e che non può che svilupparsi ulteriormente scegliendo la via dell’eccellenza».
Fonte:Greenreport, il Fatto Alimentare

OGM: Il Tar Lazio dice no al mais Monsanto

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso  contro il decreto che proibisce la semina di mais biotech MON810, unica varietà OGM di cui attualmente è ammessa la semina nei territori dell’UE. La sentenza ha posto fine a una lunga querelle inaugurata dal ricorso dell’agricoltore friulano Fidenato, che intendeva seminare il mais Mon810, entrando di fatto in aperto conflitto con il decreto ministeriale dell’agosto scorso che specificava il divieto di coltivare il mais Mon810 sul territorio nazionale “fino all’adozione di misure comunitarie di cui all’art.54, comma 3, del Regolamento CE 178/2002 e comunque non oltre diciotto mesi dalla data del presente provvedimento”. Una sentenza che aveva visto costituirsi un fronte compatto di opposizione al ricorso, formato da ben tre ministeri, numerose associazioni di categoria e l’intero mondo ambientalista, riuniti nella Task force per un’Italia libera da Ogm e fermi nell’opporsi alla semina incriminata. La soddisfazione è evidente in tutti i protagonisti della battaglia: in un comunicato le 39 associazioni che costituiscono la succitata task force si sono dichiarate infatti “pienamente soddisfatte della sentenza per la sua chiarezza espositiva e soprattutto perché rimette al centro della questione Ogm il principio invalicabile di precauzione”.
Fonte: Agrapress, Greenreport

A Sestu (CA) la Scuola di agricoltura biologica e biodinamica

E’ stata inaugurata martedì scorso 29 aprile a Sestu (CA) la Scuola di agricoltura biologica e biodinamica. La Scuola formalmente è una ATS (associazione temporanea di scopo) formata, tra gli altri, dalla OP di produttori biologici “S’atra Sardigna”, cooperativa impegnata nella produzione ecosostenibile tramite il metodo dell’agricoltura biologica, dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica e da Asab Sardegna, associazione senza scopo di lucro formata da produttori biologici, consumatori e tecnici, nata con l’obiettivo di promuovere l’agricoltura biologica, l’alimentazione naturale e uno stile di vita sostenibile. Lo stesso 29 aprile si è tenuta anche la prima giornata del corso per Operatori e Tecnici di agricoltura biologica e Biodinamica alla quale è intervenuto il Presidente della scuola Ignazio Cirronis.
Fonte: Agrapress

Farinetti: le denominazioni d’origine sono dannose. Serve un “Marchio Unico Italia”

Hanno destato clamore le dichiarazioni di Oscar Farnietti, patron di Eataly, che intervenendo ad un convegno sul tema “Giovani, cibo e coraggio” ha dichiarato, riferendosi alle denominazioni di origine, che “tutte queste sigle Doc, Docg, Igp all’estero non sono capite”. Secondo quanto riferisce La Tribuna di Treviso, Farinetti ha rincarato la dose sostenendo che “solo in Italia ci si poteva inventare una sciocchezza come il federalismo alimentare: gli unici ad ottenere vantaggi sono stati i politici che, quando tornano sul territorio, si vantano di aver tutelato un prodotto tipico locale, mentre in realtà hanno fatto l’opposto”. Per Farinetti “tutte queste sigle hanno fatto solo male al nostro agroalimentare: è  arrivato il momento di cancellarle e di introdurre una sola sigla: il Marchio Unico Italia”.

Fonte: Agrapress

PAC, fumata nera sugli aiuti accoppiati nella riunione degli Assessori Regionali

Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra gli Assessori Regionali all’Agricoltura, riunitisi a Roma con lo scopo di discutere l’ipotesi di ripartizione delle risorse per gli aiuti accoppiati avanzata dal Mipaaf. Circa 570 milioni di euro all’anno previsti dal primo pilastro della PAC sulla cui distribuzione ancora non si è trovata un’intesa. All’incontro Giuseppe Blasi del Mipaaf si era fatto latore della proposta del Ministero di inserire anche il settore della barbabietola tra gli aiuti accoppiati, insieme alla zootecnia, seminativi, piano proteico e colture arboree per le regioni che abbiano almeno il 25% di Sau. La proposta però non ha incontrato il favore degli assessori che pertanto, come riporta Agrapress, chiederanno al ministro Martina nel corso dell’incontro in programma alle 18:00 al Mipaaf  una nuova proposta che inclusa anche altri comparti. L’assessore all’agricoltura della regione Puglia Fabrizio Nardoni, in qualità di coordinatore della riunione, ha dichiarato che “al ministro Martina presenteremo le diverse esigenze emerse oggi”, aggiungendo che  “ci sono buoni propositi” per raggiungere un’intesa.
Fonte: Agrapress