Suolo e Salute

Mese: Dicembre 2014

De Castro: la nuova etichetta europea è un passo importante verso la tutela dei consumatori

“Con l’introduzione della nuova etichetta l’Europa compie un nuovo importante passo verso il raggiungimento del suo obiettivo specifico di tutela dei diritti dei consumatori e di garanzia delle produzioni agroalimentari”. Queste le parole di Paolo De Castro, già presidente Comagri e attualmente  coordinatore per il gruppo dei socialisti e democratici della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo riguardo il nuovo sistema di etichettatura alimentare . “Si conclude con successo un lungo percorso di confronto interistituzionale  in cui l’europarlamento ha giocato un ruolo strategico nella definizione di nuovi e innovativi criteri di etichettatura per una sempre maggiore trasparenza e corretta informazione dei consumatori”.

Fonte: Agrapress

Nota di FederBio sul servizio di Report  dedicato al biologico

In una nota FederBio, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica,  esprime la propria posizione in seguito alla puntata di Report del 14 dicembre 2014 intitolata “I biofurbi” e dedicata al mondo del biologico e della biocosmesi:  “i prodotti da agricoltura e da allevamento biologici, disponibili nei negozi specializzati, nella grande distribuzione organizzata e in altri canali di vendita diretta non hanno nulla a che vedere con i cosmetici bio. L’agricoltura biologica è normata a livello europeo attraverso il Regolamento n 834/2007 e successivi, il quale sottolinea: ‘La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale’.

Dunque la coltivazione biologica anche del riso non si limita solo a evitare l’impiego dei diserbati ma anche dei concimi chimici e dei pesticidi di sintesi, oltre a applicare una corretta pratica agronomica come la rotazione delle colture e la presenza di elementi naturali a tutela della biodiversità naturale. Nulla a che vedere quindi con la cosmesi biologica, per la quale invece manca una definizione “legale” (lo stesso vale anche per la cosmesi cosiddetta naturale). In questo specifico ambito esistono due standard privati internazionali, NaTrue, (www.natrue.org) , e CosmOS (www.cosmos-standard.org) che, nella citata assenza di un quadro normativo europeo, garantiscono l’assoluta conformità a standard collettivi precisi e riconosciuti a livello internazionale (diverso, ovviamente, è il caso di riferimenti a pretese caratteristiche “naturali” o addirittura “biologiche” senza il rifermento in etichetta al  controllo di organismi qualificati).

Non comprendiamo quindi per quale motivo i due argomenti siano stati accostati nella medesima trasmissione, con il rischio di dare allo spettatore un messaggio confuso e fuorviante anche se apprezziamo che anche la trasmissione Report si sia fatta parte attiva nel sollecitare l’adozione di una normativa almeno nazionale sulla cosmesi “biologica” e naturale. In generale il settore della produzione agroalimentare biologica (agricoltura, allevamento e trasformazione) è quello più controllato: ai controlli delle diverse Autorità pubbliche ogni anno vengono aggiunte migliaia di ispezioni e di analisi per la ricerca di prodotti chimici di sintesi non ammessi nel metodo di coltivazione bio, che hanno proprio l’obiettivo di portare alla luce eventuali casi da seguire o di criticità che vanno affrontate con il massimo rigore e trasparenza. Le analisi sono sempre più spesso effettuate in campagna nei periodi critici della coltivazione e sempre meno sul prodotto finito. Come ha bene evidenziato l’inchiesta di Report le analisi per la ricerca dei residui sui prodotti destinati al consumo non sempre consentono di identificare eventuali frodi.

I prodotti biologici continuano a essere quindi i più controllati e sicuri per i consumatori, la Federazione tuttavia conviene che è necessario non abbassare mai la guardia, specie ora che il mercato è in forte crescita e così i prezzi alla produzione. Quelli che la trasmissione ha definito i cosiddetti “bio furbi” devono essere denunciati, a tutela delle oltre 50.000 aziende bio italiane che lavorano onestamente e che nutrono un comparto vitale per l’agroalimentare italiano, l’unico che registra una crescita costante e importante dal 2005 ad oggi. Per questo FederBio si è dotata di un Codice Etico e di uno sportello per le segnalazioni (http://www.federbio.it/Segnalazioni_e_Reclami.php) e svolge da tempo un’attività specifica di indagine e di denuncia, oltre che di monitoraggio del sistema di certificazione e del mercato. Per questo ci siamo messi fin dal primo momento a disposizione anche della redazione di Report e siamo già impegnati a lavorare sulle incongruenze che sono state segnalate nell’inchiesta (ad esempio i dati sulle superfici e sulle rese per ettaro di superficie, evidentemente incongruenti).

In Italia ogni azienda bio riceve un controllo circa ogni 9 mesi (nel 2013 il rapporto visite effettuate sul numero totale di aziende è stato pari a 1,35 – elaborazione FederBio). La coltivazione biologica del riso è sicuramente molto impegnativa e richiede un lavoro più accurato anche per la presenza di aziende che non sono interamente convertite al bio. Sulla base delle elaborazioni di FederBio sui dati degli ultimi 5 anni (2010 – 2014) messi a disposizione dagli organismi di certificazione queste aziende sono state controllate in media 2,15 volte, valore quasi doppio rispetto alla media italiana delle aziende biologiche. Se è vero che le aziende risicole risultano mediamente più soggette a infrazioni rispetto alla media totale in Italia (4,74% contro il 3,92%) è altrettanto vero che ogni minima infrazione viene notificata alle Autorità pubbliche, per i loro adempimenti del caso e che alle aziende responsabili vengono comminate le sanzioni del ritiro della certificazione e dell’espulsione. Per quanto riguarda il controllo analitico emerge che nel quinquennio indicato il rapporto analisi di laboratorio/aziende controllato è doppio nel comparto riso rispetto al dato del bio italiano il 40,81% delle aziende risicole subiscono annualmente analisi, contro il 21,24% delle aziende bio in generale. Malgrado la maggiore pressione analitica le analisi sulle aziende risicole da cui risultano non conformità (dolose o accidentali quindi involontarie per contaminazioni da parte di aziende vicine che non adottano le misure necessarie a evitare la diffusione nell’ambiente  dei principi attivi ) sono mediamente più basse rispetto a quelle dell’intero settore, attestandosi al 7,23% contro 8,43%. Naturalmente gli esiti delle analisi conducono, quando sia accertata l’intenzionalità dell’uso di prodotti non consentiti, alla sospensione della certificazione o all’esclusione del produttore, secondo criteri e con sanzioni non decise dagli organismi di controllo, ma precisamente e dettagliatamente previsti dalla legge.

“FederBio è venuta a conoscenza della denuncia dei giovani agricoltori di Confagricoltura (ANGA) già da qualche settimana, purtroppo non direttamente e con notevole ritardo non certo per nostra indisponibilità al confronto. Abbiamo infatti immediatamente attivato una unità di crisi e riunito tutti gli organismi di certificazione per analizzare i dati reali della coltivazione e del controllo del riso bio in Italia e predisporre un piano d’azione per superare le criticità. – dichiara il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla – Su questa base abbiamo incontrato la presidenza di ANGA e la dirigenza di Confagricoltura nazionali, condividendo i punti sui cui avviare alcune azioni comuni, a conferma che c’è una volontà condivisa di denunciare i “biofurbi” e tutelare i coltivatori di riso bio onesti, che sono la grande maggioranza. FederBio sta inoltre lavorando anche per attivare una piattaforma informatica per la tracciabilità delle produzioni e delle transazioni dei cereali bio, proprio per evitare quella confusione sui dati e sulle rese produttive che ha messo in evidenza l’inchiesta di Report.” conclude Carnemolla.

Fonte: FederBio

Coldiretti Impresa pesca sul nuovo Regolamento di etichettatura dei prodotti ittici

Commentando in un comunicato l’entrata in vigore, il 13 dicembre scorso, delle nuove norme  relative all’etichettatura per la messa in commercio dei prodotti ittici (Reg.UEe n. 1379/2013), Coldiretti Impresapesca sottolinea che “le maggiori incombenze per i pescatori si traducono in maggiori garanzie di identità del pescato o allevato nazionale che consente ai consumatori di fare scelte di acquisto più consapevoli in grado di riconoscere e premiare il pesce tricolore”. In base al nuovo regolamento infatti deve essere riportato sia il metodo di produzione (se pescato, pescato in acque dolci, allevato), che il tipo di attrezzo usato per la cattura e la zona di cattura o produzione (per esempio, Mare Adriatico, Ionio, etc., nche con l’ausilio di una cartina). Novità anche per quanto riguarda i prodotti ittici congelati, sui quali deve essere riportata  la data di congelamento. Per i prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento  dovrà invece riportare la designazione ‘decongelato’. Maggiore chiarezza anche nel caso delle preparazioni di pesce: nel caso di prodotti costituiti dall’unione di diverse parti ed eventualmente miscelati ad additivi ed enzimi alimentari, è ora obbligatoria l’ndicazione ‘pesce ricomposto’. Così come va obbligatoriamente indicata l’eventuale presenza di proteine aggiunte e la loro origine.

Fonte: Coldiretti, Impresapesca, Agrapress

Inea presenta l’annuario dell’agricoltura italiana

Un’ampia raccolta di dati e riflettori puntati sulle dinamiche del settore agricolo nel volume “Annuario dell’agricoltura italiana 2013”, che verrà presentato dall’INEA, a Roma il prossimo 23 dicembre alle ore 11: 30, presso la Sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, via XX settembre 20. Giunto ormai alla LXVII edizione, l’Annuario dell’INEA presenta, al fianco degli andamenti delle principali componenti del sistema agroalimentare nazionale, analisi più originali sui processi di diversificazione e di ampliamento dell’attività agricola nella direzione della fornitura di beni e servizi alla collettività, sull’evoluzione del mercato fondiario, sull’impiego di lavoro straniero in agricoltura e sulla dimensione del sostegno pubblico agli operatori del settore primario. Durante l’incontro verranno presentati anche i risultati della monografia di approfondimento dell’Annuario, La cooperazione: una nuova centralità nello sviluppo del sistema agroalimentare italiano, che approfondisce la  tematica nella sua dimensione produttiva, distributiva e sociale. Introdurrà i lavori Giovanni Cannata, Commissario Straordinario dell’INEA, seguirà la relazione tecnica di Roberta Sardone e di Gaetana Petriccione. E’ attesa la partecipazione del Ministro Maurizio Martina.

A San Pietroburgo il Forum “Eco Beauty – cosmetici naturali e biologici”

Si svolgerà a San Pietroburgo dal 25 al 27 febbraio prossimi il Forum “Eco Beauty – cosmetici naturali e biologici. Destinatari del forum specialisti e i rivenditori naturali e biologici,, distributori e negozi Internet, estetiste, proprietari di salone di bellezza, giornalisti e altri professionisti del settore. Il programma prevede numerose presentazioni rivolte a professionisti esperti  e tavole rotonde.  Il Forum si terrà il 2015/02/26 al padiglione 3, al secondo piano nella sala conferenze No H28. Per paertecipare è necessario inviare una mail a ekokosmetika@t-online.de oppure inviare una mail all’indirizzo  evgenia.karaseva@reedexpo.ru

Fonte: Organic Market.info

Commissione ambiente PE approva accordo trilogo su OGM

E’ stato approvato dalla Commissione Ambiente del PE l’accordo sugli OGM raggiunto dal trilogo. A darne notizia il presidente della Commissione stessa, Giovanni La Via, secondo il quale tramite l’accordo “viene ribadito il principio della sussidiarietà” garantendo “flessibilità agli stati membri che vorranno restringere o negare la possibilità di coltivare OGM nel proprio territorio”. L’entrata in vigore dell’accordo è prevista per la primavera del 2015. La Via ribadisce la soddisfazione per l’accordo raggiunto, accordo che “aspettavamo da tempo e sono soddisfatto del risultato raggiunto durante il negoziato, e ratificato oggi ad ampia maggioranza dalla commissione Envi”. In questo modo “gli stati membri che vorranno vietare la coltivazione adesso potranno farlo senza correre il rischio di essere citati dinanzi alla corte di giustizia”. In altre parole “il testo approvato consentirà agli stati membri di proibire la coltivazione anche dopo l’ottenimento dell’autorizzazione a livello europeo. Sarà inoltre possibile per gli stati membri basare il divieto sulla scorta di motivazioni relative a politiche ambientali, oltre che legate ai rischi di impatto per la salute e l’ambiente, già testati durante la fase autorizzativa”. Inoltre, proprio in base all’accordo raggiunto, entra in vigore “l’obbligo per gli stati membri di assicurare che le coltivazioni OGM non contaminino altre aree interessate dalla coltivazione di prodotti non OGM, e di impegnarsi per evitare contaminazioni transfrontaliere con paesi confinanti”. Per La Via “abbiamo assicurato flessibilità e certezza del diritto, dando ascolto ai nostri cittadini e alle loro esigenze, visto che quello degli OGM è un tema molto sensibile e su cui c’è un forte dibattito nell’opinione pubblica”.

Fonte: Agrapress