Suolo e Salute

Mese: Aprile 2016

Perché le pecore potrebbero far bene all’agricoltura biologica

pecore bioLe pecore potrebbero rivelarsi una risorsa preziosa nella lotta alle piante infestanti in agricoltura biologica. Ad affermarlo, i ricercatori della Montana State University che hanno avviato uno studio per verificare l’utilità di questi animali, in sostituzione alle comuni attrezzature agricole.

Una soluzione, affermano i ricercatori, che potrebbe ridurre i costi di gestione dei terreni sostenuti dagli agricoltori biologici.

La lavorazione meccanica, a lungo andare, rischia di ridurre l’integrità del suolo, alterandone la resa. Per risolvere questo problema, il progetto della Montana State University  suggerisce di adoperare le pecore domestiche al posto dei macchinari tradizionali. Farle pascolare sui terreni agricoli potrebbe infatti aiutare a tenere sotto controllo la proliferazione delle piante infestanti, senza danneggiare il terreno.

Lo studio avrà il compito di determinare se un sistema di produzione integrato possa essere un metodo economicamente fattibile per ridurre il dissodamento nelle aziende biologiche certificate.

Il progetto coinvolgerà docenti, laureati e studenti universitari provenienti da vari settori.

Patrick Hatfield, uno dei docenti che fanno parte del gruppo di ricerca, afferma: “Il nostro obiettivo è quello di ridurre il dissodamento nei sistemi biologici. La soluzione ideale è probabilmente quella dove sia il pascolo che la coltivazione sono impiegati strategicamente per portare a termine una specifica attività“.

L’azione delle pecore, inoltre, potrebbe fornire concime naturale a costo zero e aiutare nella gestione della vegetazione di copertura, oltre che nell’eliminazione delle piante infestanti.

Una pecora digerisce il 30-40 per cento di 100 chili di paglia consumata. Ciò significa 60-70 chili di piccole particelle di materia organica che vengono restituite alla terra“, fanno sapere i ricercatori.

Credo che una delle cose principali che abbiamo imparato è che c’è un uso preciso, sostenibile ed economicamente vantaggioso per l’ambiente di ogni metodo (lavorazione del terreno, pascolo, e diserbanti). Le pratiche agricole più sostenibili includono probabilmente l’uso strategico di tutti questi strumenti “, ha affermato Hatfield.

Determinare i metodi migliori per utilizzare in maniera integrata le risorse a disposizione sarà la fase successiva del lavoro dei ricercatori.

Fonte:

http://blogs.usda.gov/2016/04/20/organic-study-uses-domestic-sheep-to-facilitate-sustainable-farming/

 

IFOAM a Roma per parlare di Linee Guida internazionali per una gestione insostenibile del suolo

IFOAM_400x400L’Open Ended Working Group sulle Linee Guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo (VGSSM) si è riunito a Roma, dall’11 al 13 aprile, presso la sede della Fao.

Il VGSSM è nato con lo scopo di facilitare l’attuazione della Revised World Soil Charter. Il progetto è stato sviluppato dall’Intergovernmental Technical Panel on Soils (ITPS), che fa parte del Global Soil Partnership, un’iniziativa globale lanciata dalla FAO per promuovere la gestione sostenibile del suolo.

L’Open Ended Working Group è una delle fasi del processo che determinerà la stesura delle linee guida che saranno discusse dai governi a maggio.

Le Linee Guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo (VGSSM) si basano su due documenti della FAO sviluppati durante il 2015, l’anno che l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di dedicare al Suolo.

I due documenti principali sono la Revised World Soil Charter e lo Status of the World’s Soil Resources, una sintesi tecnica sviluppata dall’Intergovernmental Technical Panel on Soils e dal Global Soil Partnership.

L’incontro che si è tenuto a Roma ha visto la partecipazione di 40 scienziati, indipendenti e governativi, esperti del settore. Inoltre, erano presenti dei rappresentanti delle compagnie produttrici di fertilizzanti e delle organizzazioni internazionali, nello specifico, IFOAM – Organics International e World Farmers Organization (WFO).

Durante l’evento, Livia Ortolani, membro del Consiglio europeo di IFOAM, ha sottolineato la necessità di concentrarsi sulla conservazione e valorizzazione della materia organica nel suolo. Ha anche parlato dell’agricoltura biologica come pratica consigliata per la gestione sostenibile delle risorse.

Dal suolo dipende il 95% del nostro approvvigionamento alimentare. L’utilizzo indiscriminato di fertilizzanti chimici nell’agricoltura convenzionale sta esaurendo le risorse dei terreni a una velocità insostenibile. Gli agricoltori biologici, invece di utilizzare prodotti che depauperano il suolo delle sue sostanze, preservano la salute del terreno e la sua fertilità, garantendo la sopravvivenza delle generazioni future.

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2016/04/20/international-guidelines-sustainable-soil-management

http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/soils/Concept_Note_VGSSM.pdf

 

25milioni in più per l’agricoltura biologica

Toscana: saranno 25 milioni le risorse in più stanziate per l’agricoltura biologica. La decisione è stata presa in questi giorni dalla giunta, su iniziativa dell’assessore Marco Remaschi.

La Regione Toscana ha deciso di aumentare i fondi messi a disposizione dell’agricoltura biologica di altri 25 milioni di euro. La decisione, presa nei giorni scorsi su un’iniziativa partita dall’assessore regionale all’agricoltura e foreste Marco Remaschi, è apparsa necessaria per far fronte all’ampia risposta degli operatori di settore alla pubblicazione del bando del 2015. A fronte di una dotazione finanziaria della misura di 17 milioni di euro, infatti, sono pervenute richieste di poco inferiori ai 23 milioni di euro per 2.059 aziende, a dimostrazione dell’interesse delle imprese agricole nei confronti del metodo di coltivazione biologico.

Per poter soddisfare tutte le domande ammesse, dunque, la giunta ha deciso di aumentare l’impegno finanziario di ulteriori 25milioni di euro rispetto a quanto previsto.

Come afferma lo stesso Remaschi, la decisione è stata “assunta in considerazione del fatto che la valorizzazione dell’agricoltura biologica ha un ruolo fondamentale per favorire e incentivare un processo di cambiamento delle pratiche agricole, puntando come obiettivo sulla conservazione della biodiversità a livello di agroecosistema, sulla conservazione dei paesaggi, sulla riduzione dell’inquinamento delle risorse idriche, sul contenimento dell’erosione e della perdita di fertilità dei suoli, contribuendo anche alla riduzione dell’emissione dei gas serra“.

I vigneti del Chianti - Toscana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In Toscana – aggiunge Remaschi – sono circa 4.500 le aziende biologiche che fanno parte del sistema agricolo regionale e che contribuiscono quindi all’immagine della Regione Toscana quale territorio attento al vivere sano, alla cultura e alla tutela del paesaggio. Di qui l’impegno della Regione a incentivarle e sostenerle, in quanto valore aggiunto del settore“.

La conferma del crescente interesse della Regione nei confronti del settore arriva anche da un’analisi di Coldiretti Toscana effettuata sulla base dell’ultimo rapporto Sinab. Dai dati diffusi emerge infatti un aumento del 12,3% dei produttori e del 15,8% di superfici e colture, in particolare olivicoltura, cereali e vite.

Come afferma il presidente Tulio Marcelli: “È un exploit da ricondurre all’attenzione per il benessere, la forma fisica e la salute, oltre che la crescente diffusione di intolleranze alimentari. In Toscana le aziende agricole hanno scommesso, già da molto tempo, sulle produzioni biologiche ed i risultati di oggi dimostrano che hanno avuto ragione. È stata importante, per incentivare il bio, anche la politica della Regione Toscana che ha messo a disposizione delle imprese risorse importanti”.

Fonti:

http://www.lanazione.it/agricoltura-biologica-1.2078974

http://www.askanews.it/regioni/toscana/agricoltura-biologica-da-giunta-toscana-25-milioni-in-piu_711790419.htm

http://www.toscanamedianews.it/il-balzo-bio-della-toscana.htm

Vino biologico: consumi raddoppiati negli ultimi 2 anni

Sono 10,6 milioni le persone che negli ultimi 12 mesi hanno bevuto in almeno un’occasione vino biologico certificato. Un numero in forte crescita, che può aiutarci a comprendere solo in minima parte la portata di un settore che sta letteralmente esplodendo.

Nel 2015, le vendite di vino biologico hanno raggiunto complessivamente un valore di 205 milioni di euro. In dieci anni (dal 2004 al 2014), la viticoltura biologica è cresciuta del 259% in Europa e del 261% a livello globale. Nel nostro Paese, negli ultimi due anni, il numero di persone che beve vino bio è raddoppiato.

I dati, più che incoraggianti, sono stati snocciolati durante la Tavola Rotonda “Il mercato europeo del vino biologico, strategie per lo sviluppo e l’internazionalizzazione“, organizzata da FederBio in occasione di Vinitalybio (il salone all’interno di Vinitaly 2016, interamente dedicato ai vini biologici certificati).

L’analisi è stata realizzata da Wine Monitor-Nomisma, su dati Fibl.

La viticoltura biologica dell’Unione Europea rappresenta l’84% della superficie bio del mondo.

Weinkorken

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La classifica mondiale per Paese vede al primo posto il Messico (con uno share del 15,6%), seguito dall’Austria (10,7%) e dall’Italia (10,3%), che si piazza così al terzo posto.

In Europa, il Bel Paese guadagna invece il secondo posto per superfici vitate bio, con 72.361 ettari, preceduto solo dalla Spagna, con i suoi 84.381 ettari.

In Italia, la regione con il maggior quantitativo di ettari destinati alla coltivazione di vino biologico è la Sicilia (27.105 ettari nel 2014, 38% sul totale italiano e +43% rispetto al 2011), seguita da Puglia (10.269 ettari, +22%) e Toscana (9.243 ettari, +46%).

Il vino bio conta un giro di affari che nel 2015 ha raggiunto i 205 milioni di euro. Di questi, un terzo ha interessato il mercato interno, la restante parte i mercati internazionali.

I consumatori italiani apprezzano sempre di più il vino di qualità, riconoscendone la naturalità (44% degli user riconosce tale fattore distintivo) ma anche la qualità (17%). Elementi che portano il 75% dei consumatori ad accettare di spendere di più per acquistare vini bio certificati.

Silvia Zucconi, Survey Coordinator di Wine Monitor-Nomisma, spiega: “Il successo non si ferma ai confini nazionali: l’export di vino bio nell’ultimo anno cresce del 38% a fronte di una crescita complessiva del vino italiano del 5%. Questo significa che la qualità dei vini biologici italiani ha un ottimo posizionamento anche all’estero, soprattutto in Germania (38% dell’export), primo mercato di destinazione per l’Italia“.

Ottimo anche il posizionamento nella Gdo dove, come precisa Roberto Pinton consigliere delegato di FederBio, “il gradimento è giustificato dal fatto che il vino bio è di qualità superiore; i produttori devono prestare la massima attenzione alla qualità delle uve non essendoci trattamenti chimici in vigneto“.

Il settore, dunque, è caratterizzato da numeri importanti che, secondo i produttori nazionali, sono destinati ad aumentare ancora: il 79% delle cantine biologiche italiane è convinto che l’export continuerà a crescere nei prossimi tre anni; il 21% si attende un mercato stabile, nessuno si attende una contrazione delle vendite. Le aree geografiche ritenute più promettenti sono gli Usa, l’Europa, il Giappone e il Canada.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/tendenze/2016/04/11/boom-del-vino-bio-due-anni-raddoppiati-consumatori-italia_hdTAW1oJoNeekPm3EGTapI.html?refresh_ce

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/vino/2016/04/11/vinitaly-in-2-anni-raddoppio-consumatori-vino-bio-106-mln_53c4bb9f-9e50-4d5c-9f98-fc57771938a9.html

Vinitaly: bilancio conclusivo della 50a edizione del Salone Internazionale del vino

Si è concluso mercoledì Vinitaly, il Salone Internazionale del vino e dei distillati, che si è tenuto a Verona dal 10 al 13 aprile.

La 50a edizione della kermesse ha visto la partecipazione di 130mila operatori provenienti da 140 nazioni.

Sono state quasi 50mila le presenze straniere, con 28mila buyer accreditati dai mercati internazionali. Un aumento del 23% rispetto al 2015, ottenuto anche grazie al potenziamento delle attività di incoming di Vinitaly e del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy.

Il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, ha commentato con piena soddisfazione i risultati raggiunti: “L’obiettivo era quello di dare un segnale chiaro alle aziende espositrici e ai visitatori, per fare in modo che la 50ª edizione di Vinitaly fosse quella che proiettava la rassegna nei prossimi cinquant’anni. L’aver saputo mantenere la parola data e creare un format che ha soddisfatto in pieno le attese, sia per il wine business in fiera sia per il wine festival in città, con una edizione di Vinitaly and the City dai grandi numeri, è motivo di orgoglio e di impegno per migliorare ulteriormente il prossimo anno“.

ripe Purple Grapes

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, spiega: “Da questa edizione emergono segnali interessanti sia dall’estero che dal mercato interno, confermando la capacità del Salone di interpretare le tendenze, mettere a frutto il lavoro di internazionalizzazione e capitalizzare esperienze importanti, come la realizzazione del Padiglione del Vino ad Expo 2015. In particolare, a questo Vinitaly, aumentano in modo  significativo, ed in ordine di rilevanza quantitativa delle presenze, i buyer da Stati Uniti (+25%), Germania (+11%), Regno Unito (+18%), Francia (+29%), Canada (+30%), Cina (+130%), Giappone (+ 21%), Paesi del Nord Europa (+8%), Paesi Bassi (+24%) e Russia (+18 per cento). Dati positivi anche dal fronte interno, con gli operatori dal Centro e Sud Italia cresciuti mediamente del 15 per cento

Nei quattro giorni, oltre agli incontri b2b, si sono tenuti più di 300 appuntamenti tra convegni, seminari, incontri di formazione sul mondo del vino.

La kermesse ha ospitato nel padiglione 9 VinitalyBio, il Salone dedicato al vino biologico certificato prodotto in Italia e all’estero e realizzato in collaborazione con Federbio. Durante l’iniziativa è stato presentato il rapporto Wine Monitor – Nomisma su dati FIBL, che ha evidenziato un raddoppio del consumo di vino biologico negli ultimi due anni. Un mercato del valore di 205 milioni di euro.

La 51ª edizione di Vinitaly è in programma dal 9 al 12 aprile 2017.

Fonti:

http://www.askanews.it/regioni/veneto/vinitaly-chiude-il-salone-vinta-la-sfida-della-qualita_711785482.htm

http://www.vinitaly.com/

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/vino/2016/04/11/vinitaly-in-2-anni-raddoppio-consumatori-vino-bio-106-mln_53c4bb9f-9e50-4d5c-9f98-fc57771938a9.html

Puglia: pubblicato il primo bando Psr 2014-2020. Sul piatto 208 milioni di euro

È stato pubblicato il primo aprile scorso il primo bando del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della regione Puglia.

Si tratta della Misura ‘Agricoltura biologica’ – Sottomisure 11.1, ‘Conversione in metodi e pratiche di agricoltura biologica’ e 11.2,  ‘Mantenimento di metodi e pratiche di agricoltura biologica’”.

Per la campagna 2016 è prevista una dotazione finanziaria di 41 milioni di euro, su un totale complessivo, per l’intera programmazione, di 208 milioni di euro circa.

I premi concessi sono volti a compensare gli agricoltori per i minori redditi e/o i maggiori costi derivanti dall’esecuzione degli impegni connessi alla conversione al metodo di produzione biologico o al suo mantenimento. Le domande potranno essere presentate fino al 16 maggio 2016.

L’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Leo Di Gioia precisa: “È il primo avviso del Prs 2014-2020 dedicato alle coltivazioni biologiche per un’agricoltura più sostenibile, che tuteli le risorse naturali e produca, nel medio e lungo periodo, cibi sani, di qualità, nel pieno rispetto dell’ambiente. Una misura, la 11, che ha l’obiettivo di incoraggiare gli agricoltori a convertire e mantenere le produzioni coltivate con il metodo convenzionale in quello biologico, contrastando fenomeni di degrado chimico e fisico. Potenziando la struttura e le caratteristiche qualitative dei suoli, con il conseguente miglioramento della qualità dei prodotti”.

paesaggio toscano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nello specifico, la sottomisura 11.1 “Pagamenti per la conversione in metodi e pratiche di agricoltura biologica” intende favorire la conversione delle superfici coltivate con il metodo tradizionale o integrato; la sottomisura 11.2 “Pagamenti per il mantenimento di metodi e pratiche di agricoltura biologica”, sostiene la prosecuzione delle pratiche di agricoltura biologica sulle superfici già coltivate con tali metodi.

I soggetti beneficiari previsti dalla Misura 11 Agricoltura Biologica del PSR Puglia 2014-2020 sono:

  • agricoltori attivi in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 9 del Reg. UE n. 1307/2013, come disciplinato dall’art.3 del DM n.6513 del 18/11/2014 e, ai sensi dell’art.1 comma 4 del DM n.1420 del 26/02/2015, verificati e validati dall’Organismo di Coordinamento Agea;
  • associazioni di agricoltori attivi.

Gli impegni assunti sono correlati alla tipologia di adesione alla sottomisura, in qualità di Agricoltore Attivo Singolo o Associazione di Agricoltori.

L’impegno della sottomisura 11.1 è di 2 o 3 anni in funzione della coltura in atto: 2 anni per le superfici destinate alle colture annuali e 3 anni per le superfici destinate alle colture arboree. Successivamente, il beneficiario deve obbligatoriamente passare nella fase di mantenimento (sottomisura 11.2) per una durata residua necessaria a completare il quinquennio.

L’impegno della sottomisura 11.2 è di 5 anni. Tuttavia, la Regione Puglia potrà prevedere l’estensione annuale dell’impegno al termine del periodo di mantenimento e, comunque, dopo i primi 5 anni di impegno fino ad arrivare massimo ad una durata complessiva di 7 anni, in funzione dell’andamento della spesa di attuazione del PSR 2014-2020.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della Regione Puglia: http://svilupporurale.regione.puglia.it/

Fonti:

http://www.finanziamentinews.it/article/07823/agricoltura-biologica-stabiliti-termini-modalita-accesso-premi

http://svilupporurale.regione.puglia.it/portal/pls/portal/PSR_PORTALE.DYN_DOCUMENTO_VIEW.show?p_arg_names=id_documento&p_arg_values=31483&p_arg_names=sottosezione&p_arg_values=50&p_arg_names=asse&p_arg_values=&p_arg_names=gal&p_arg_values=

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/04/05/psr-2014-2020-calabria-e-puglia-pubblicano-i-primi-bandi/48205