Suolo e Salute

Mese: Aprile 2014

Il bio contro il global warming

Coltivare biologico per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici? E’ questa  la suggestiva e interessante strategia suggerita e proposta dal Rodale Institute (www.rodaleinstitute.org), ente di ricerca americano no profit sull’agricoltura biologica, autore di un interessante documento dal titolo Regenerative Organic Agriculture and Climate Change –  A Down-to-Earth Solution to Global Warming (l’agricoltura biologica rigenerativa e I cambiamenti climatici – una concreta soluzione al global warming). Secondo il documento, le pratiche biologiche hanno la possibilità di contrastare gli effetti del riscaldamento globale grazie alla loro capacità di sequestrare carbonio nel terreno in quantità variabili tra le 2,4 e le 6,4 tonnellate/ettaro/anno. Questo significa che se il metodo biologico fosse esteso a livello globale, ciò si tradurrebbe nella capacità attiva di sequestrare tra 10 e 30 miliardi di tonnellate di carbonio all’anno, ovvero un quantitativo compreso tra il 20 e il 60% delle emissioni di CO2 del mondo intero. Una quantità enorme che consentirebbe davvero di risolvere quasi per intero l’annoso problema del riscaldamento globale del pianeta. Se poi interventi di questo tipo fossero estesi ai pascoli, il quantitativo di CO2 sequestrato potrebbe arrivare perfino al 70% del totale. Arrivando addirittura a invertire l’attuale tendenza al riscaldamento del pianeta. Un vantaggio che potrebbe ulteriormente aumentare in considerazione del fatto che il passaggio dal chimico al biologico comporterebbe una sensibile diminuzione anche dei gas serra emessi in atmosfera dalle pratiche agricole. La soluzione sembra quindi a portata di mano. Resta da vincere la resistenza di tutti coloro che, mondo della chimica in primis, continuano a sostenere l’agricoltura tradizionale per evidenti interessi economici. Al mondo del biologico l’onere e l’onore di sostenere una soluzione che potrebbe rivelarsi fondamentale per il futuro non solo dell’agricoltura me dell’umanità tutta. Il documento in formato pdf è scaricabile a questo indirizzo.
Fonte: Rodale Insittute, Ecoblog

La ricetta anticrisi? E’ bio

Continua la crescita del biologico. Un successo in netta controtendenza rispetto alla diffusa crisi e contrazione dei consumi, in special modo nel settore agroalimentare. Come riportato recentemente dal Sinab in riferimento al primo semestre 2013, e ripreso da diverse testate nazionali, i consumi di prodotti biologici sono aumentati di quasi il 9%, con un’impennata rispetto al tasso di crescita registrato nel biennio 2008-2009, che si attestava al 3%. Il “consumatore biologico” tipo è tipicamente residente nel Centro-Nord Italia, appartiene ad un nucleo familiare con reddito mensile superiore ai 3.550 euro, è laureato e ha figli minori di 12 anni. E sceglie il biologico perché convinto della migliore qualità e salubrità di ciò che acquista, dimostrandosi quindi disposto anche a pagare un prezzo maggiore in cambio di una qualità superiore. Ma il biologico si sta imponendo anche nelle mense scolastiche: quelle bio infatti sono aumentate in un quinquennio addirittura del 50%, e oggi sono ben 1,2 milioni i pasti consumati annualmente negli istituti scolastici italiani. Ottime le performances anche a livello di Gdo, dove un prodotto relativamente nuovo come il vino biologico (recente protagonista di Vinitaly bio) ha visto un incremento delle vendite del 4%, a dronte di una corrispondente flessione del vino tradizionale de, 6,5%. I consumatori stanno dimostrando fiducia nei confronti del vino biologico, stando almeno a quanto risulta dai dati elaborati da Wine Monitor di Nomisma (e ripresi nei numeri precedenti di questa newsletter): per 4 consumatori su 10 scegliere vino biologico significa optare per un prodotto di qualità superiore rispetto ai vini tradizionali. E, considerando che il nostro paese è al terzo posto in Europa per estensione di vigneti biologici, si ha un’ulteriore riprova di un graduale ma sempre più evidente orientamento del mercato interno ed estero verso la qualità certificata del biologico.

Fonte: Sinab, Nomisma, Italia Oggi, Repubblica

Expo 2015: concorso sulle best practices di sostenibilità e sicurezza alimentare

In vista di Expo 2015 CIHEAM-IAMB e il Politecnico di Milano, in collaborazione con Expo Milano, sono stati fautori del programma FK Feeding Knowledge, nato con l’obiettivo di individuare e valorizzare le best practices riguardo  i temi dello Sviluppo Sostenibile e della Sicurezza Alimentare (BSDP in inglese, acronimo per Best Sustainable Development Practices on Food Security). Per questi scopi, è stato indetto un concorso che selezionerà i 15 migliori progetti che godranno dell’enorme visibilità garantita da Expo 2015 e saranno promossi anche sulla piattaforma web “Feeding Knowledge”.    Per sottoporre a candidatura il progetto, che deve essere stato realizzato nel corso degli ultimi 8-10 anni, è necessario accedere al sito https://www.feedingknowledge.net/best-practices, in cui oltre ad informazioni di dettaglio sull’iniziativa è disponibile il formulario di candidatura e una piattaforma di supporto per l’inserimento dei progetti. Le aree tematiche individuate sono cinque, tra le quali  “Gestione sostenibile delle risorse naturali”,  “Sviluppo sostenibile di piccole comunità rurali”, “Dinamiche socio-economiche e mercati globali”. I progetti possono essere sottoposti a candidatura entro il 15 settembre 2014. Ulteriori informazioni possono essere ottenute contattando Jocelyne Jawhar, Feeding Knowledge Project Officer, all’indirizzo mail  jawhar@iamb.it.

Fonte: Sinab

Nuovi fondi dall’UE per la promozione dell’agroalimentare

E’ stato approvato dal Parlamento Europeo il nuovo programma di promozione dei prodotti agroalimentari europei sul mercato interno e internazionale. Nei prossimi sette anni grazie al nuovo programma saranno disponibili 883 milioni di euro, portando così i fondi UE dagli attuali 61,5 milioni di euro all’anno (sia per il 2014 che per il 2015) agli 80 milioni per il 2016, ai 120 nel 2017, fino ai 160 nel 2018 e ben 200 nel 2019 e 2020. La vera novità è costituita dall’elevata percentuale di cofinanziamento prevista per i vari programmi e dal fatto che d’ora in avanti non spetterà al singolo Stato membro intervenite con fondi nazionali. Il contributo dell’Unione Europea infatti arriverà alla percentuale del 70% per i progetti singoli e all’’80% per quei progetti che coinvolgeranno diversi Stati Membri. Percentuale che, in casi particolari, potrà salire fino al’85%. Le campagne di promozione potranno interessare anche  nuovi prodotti quali pane, pasta e cioccolato. Possibilità di finanziamento anche per la promozione di prodotti ittici e di acquacoltura, a condizione che vengano raggruppati con altri alimenti che beneficino dei finanziamenti previsti dalla misura. Per quanto riguarda invece il settore enologico, Dop e Igp potranno essere sostenute dai finanziamenti UE a condizione che si tratti di campagne di promozione sponsorizzare da organizzazioni di diversi Stati membri mentre, nel caso di campagne promosse da un singolo Stato membro, per inserire il vino tra i prodotti finanziabili sarà necessario che esso sia associato con altri prodotti ammessi al finanziamento dell’Unione.

Fonte: Teatro Naturale, PE

“#Campolibero”: Flai, Fai e Uila ricevuti da Martina

Sono stati ricevuti la settimana scorsa dal Ministro delle Politiche Agricole Martina i segretari generali di FLAI, FAI E UILA Stefania Crogi, Augusto Cianfoni Ee Stefano Mantegazza, firmatari di una proposta congiunta avanzata nell’ambito dell’iniziativa del governo #campolibero. Scopo dell’incontro, come si apprende da un comunicato, quello di “ mettere il tema del lavoro al centro dei provvedimenti di recupero di competitività e di semplificazione del settore”.

Il segretario generale Uila Mantegazza ha spiegato che al Ministro è stato chiesto “di mettere al centro dell’iniziativa #campolibero il tema del lavoro nero, valorizzando, in particolare le proposte sostenute da FLAI-FAI-UILA per l’emersione e la premialita’ delle aziende virtuose; proposte apprezzate dal ministro, che sono già state presentate alla camera dei deputati con atto n. 2134/2014″. “Abbiamo anche sottolineato – continua Mantegazza – che l’attuazione della PAC deve tener conto delle ricadute sul lavoro e che le scelte da fare devono essere finalizzate a sostenere filiere importanti per il paese, come il saccarifero, la zootecnica e l’olivicoltura e a valorizzare tutti i meccanismi che possano far emergere il lavoro, a cominciare dal capping”. “Sul fronte dell’utilizzo dei programmi di sviluppo rurale, abbiamo chiesto di definire una scala di priorità a vantaggio degli agricoltori che creano maggiore occupazione e un impegno politico del ministro per una proposta di governo finalizzata a valorizzare il settore forestale, da un punto di vista produttivo e non solo protettivo”. Per Mantegazza l’incontro è stato complessivamente positivo, dicendosi sicuro che gli approfondimenti successivi, in programma in questi giorni, saranno ancora più utili. La segretaria generale Flai Cgil Stefania Crogi si è detta soddisfatta del fatto che si sia svolto l’incontro “con la volontà comune di costruire insieme le misure da mettere in campo per rilanciare il lavoro, lo sviluppo, la trasparenza del settore”. “Nelle proposte presentate nel corso di Vinitaly con #campolibero e’ emersa la volontà di entrare nel merito delle questioni da noi più volte evidenziate, soprattutto collegandole alla lotta al lavoro nero e caporalato. A tal fine abbiamo presentato nuovamente al ministro le nostre proposte sul mercato del lavoro in agricoltura, già depositate in una proposta di legge in questi giorni. mi auguro che nei prossimi incontri sarà confermata la volontà di accogliere i nostri input per mettere al centro del settore il lavoro, la qualità, la trasparenza e la legalità”.

Fonte: Agrapress

Spreco alimentare: appello di De Castro e Segrè al PE

In occasione dell’ultima assemblea plenaria del Parlamento Europeo il presidente della Commissione Agricoltura Paolo De Castro e di Last Minute Market Andrea Segrè hanno presentato un documento per sensibilizzare sul tema dello spreco alimentare. L’appello infatti, come hanno dichiarato i due promotori, ha l’obiettivo di “rilanciare l’impegno dell’Europa in tema di sprechi alimentari e gli obiettivi fissati dalla risoluzione come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE, approvata dal parlamento europeo il 19 gennaio 2012, a tutt’oggi rimaste senza risposta da parte del governo europeo”. . Come ha ribadito De Castro, “la sensibilizzazione dei cittadini europei contro lo spreco alimentare e’ un atto necessario e fondamentale e recuperare efficienza nell’utilizzo delle risorse è oggi un obbligo non solo morale ma anche economico e politico”. L’appello sarà consegnato ai presidenti uscenti ed ai nuovi presidenti del consiglio agricoltura e ambiente del Parlamento Europeo.

Fonte: Agrapress