Suolo e Salute

Mese: Giugno 2016

Perturbatori endocrini in fitofarmaci e biocidi: l’Ue fissa nuovi criteri per l’identificazione

Fissati i nuovi criteri per identificare i cosiddetti “perturbatori endocrini” in agrofarmaci e biocidi.

Dopo mesi di attesa e polemiche e in netto ritardo rispetto ai tempi imposti dalla legislazione comunitaria, la Commissione europea ha finalmente stabilito e pubblicato i criteri scientifici che identificano le sostanze ritenute perturbatori endocrini, eventualmente presenti nei prodotti fitosanitari e nei prodotti biocidi adoperati nell’Ue.

Previste anche “una serie di iniziative per minimizzare l’esposizione ai perturbatori”. Nel breve termine si punterà su ricerca e cooperazione internazionale, nel medio termine sulla metodologia per i test e nel lungo termine, invece, sulla regolamentazione.

I criteri scientifici sostenuti dalla Commissione Ue si basano sulla definizione di “perturbatore endocrino” data dall’Oms.

È un perturbatore una sostanza che ha un effetto nocivo sulla salute di animali e uomini, ha una modalità di azione endocrina e se c’è un collegamento causale tra l’effetto nocivo e la modalità di azione.

L’identificazione sarà effettuata utilizzando tutte le rilevanti prove scientifiche, un approccio soppesato basato sulle prove e attuando una robusta valutazione sistematica.

FITOFARMACI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo scorso 15 giugno, dunque, Bruxelles ha presentato due atti legislativi, che dovranno ora essere approvati da Consiglio e Parlamento.

Come ha sottolineato il Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, “i perturbatori endocrini possono avere serie conseguenze sulla salute e sull’ambiente e anche se molte delle sostanze che li contengono sono state già vietate in seguito alle norme esistenti su pesticidi e biocidi, dobbiamo restare vigili. La Commissione è impegnata ad assicurare il più elevato livello di protezione della salute e dell’ambiente, motivo per cui oggi abbiamo presentato rigidi criteri per i perturbatori endocrini, basati sulla scienza, rendendo il sistema regolatorio Ue il primo al mondo a definirli“.

Per accelerare i tempi, la Commissione ha chiesto all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) di iniziare a verificare se singole sostanze autorizzate sospettate di essere interferenti endocrini, possano essere identificate come tali secondo i nuovi criteri previsti.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2016/06/20/perturbatori-endocrini-in-agrofarmaci-e-biocidi-giro-di-vite-in-ue/49271

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/06/15/in-pesticidi-sostanze-che-alterano-ormoni-nuovi-criteri-ue_e14e5e14-2c28-4506-a419-8d28dae98313.html

Rotazione delle colture cerealicole riduce l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici

La sostenibilità dei sistemi agricoli biologici si basa su un utilizzo razionale ed equilibrato dei fattori di produzione che compongono l’ecosistema: l’acqua, il suolo, l’aria e gli esseri viventi. La pratica della rotazione delle colture può fornire una valida alternativa all’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici, proprio nel rispetto di questi principi.

La rotazione consente infatti una corretta gestione della fertilità del suolo, il controllo delle piante infestanti e di eventuali problemi fitosanitari. Inserire i cereali in un’adeguata rotazione consente di raggiungere questi risultati, senza la necessità di ricorrere a prodotti di sintesi.

Nell’agrosistema di produzione biologica il cereale rappresenta un componente importante: la sua coltivazione infatti contribuisce all’equilibrio dell’avvicendamento colturale.

rotazione colture

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I fattori di forza di una rotazione delle colture cerealicole sono legati innanzitutto al fatto che l’apparato radicale delle piante è di tipo fascicolato ed ha la capacità di contrastare il progressivo compattamento dei terreni. Non solo: i cereali occupano la superficie dei suoli durante il periodo di maggior intensità delle piogge, contenendo di fatto sia i fenomeni di erosione che di lisciviazione dei nutrienti. Le stoppie, infine, cioè i residui colturali dei cereali, risultano molto importanti per la formazione di humus e il miglioramento della struttura e della tessitura del terreno.

Alcuni coltivatori biologici in Iowa, nella contea di Polk, hanno deciso di ricorrere all’antica pratica della rotazione delle colture cerealicole per contrastare la proliferazione dei parassiti nei campi.

L’agricoltore Aaron Lehman, uno dei primi che ha deciso di adottare questo sistema, ha spiegato che il segreto è di far crescere le altre colture, di solito avena e trifoglio, per un anno intero, in modo tale da creare un ambiente ostile ai parassiti, impedendogli di insediarsi nuovamente nei campi.

Scegliere una rotazione delle colture cerealicole ha inoltre un notevole vantaggio per la terra e per la gestione delle malattie, eliminando la necessità di ricorrere a prodotti chimici.

Una soluzione che, secondo Lehman, potrebbe andare bene anche per gli orti casalinghi.

Fonti:

http://www.publicnewsservice.org/2016-06-13/environment/old-idea-in-farming-made-new-to-reduce-pesticides-chemical-fertilizers/a52363-1

http://www.conmarchebio.it/wp-content/uploads/2014/10/BIOMARCHE-opuscolo-2.pdf

Tecnologia e innovazione come sostegno all’agricoltura sostenibile?

Si terrà i prossimi 17 e 18 giugno, a Corato di Bari, in concomitanza con Enovitis in campo, la terza tappa dell’iniziativa di Image Line “AgroInnovation Tour“.

La manifestazione, partita ad aprile di quest’anno, prevede una serie di incontri che pongono al centro del dibattito tra gli attori della filiera il tema dell’innovazione in agricoltura. Un modo per cercare di capire come innovare il settore utilizzando tutte le nuove tecnologie, pur mantenendo come punto fermo la sostenibilità.

Dall’utilizzo dei droni per il monitoraggio e la protezione delle colture, fino alle tecniche di agricoltura di precisione, il mondo delle attività agricole sta subendo una forte e inarrestabile trasformazione digitale. La sfida è riuscire a seguire questo cambiamento, rispondendo a delle richieste di mercato sempre più esigenti: basso impatto ambientale, cibi sicuri e trasparenza delle filiere.

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Secondo il Ministro Maurizio Martina, “È fondamentale che l’Italia si collochi sulla frontiera più avanzata di queste innovazioni. Stiamo lavorando per definire un progetto di agricoltura di precisione e agricoltura digitale nel nostro paese. Presenteremo fra poco linee guida e finanziamenti dedicati alle startup agricole e agroalimentari“.

“La tecnologia per l’agricoltura sostenibile” sarà il filo conduttore dunque di questa terza tappa del tour ideato da Image Line.

In questa occasione, l’evento fa tappa in vigneto. In occasione di Enovitis in campo, la manifestazione organizzata da Unione Italiana Vini e Veronafiere-Fieragricola, si terrà un workshop dedicato agli aggiornamenti riguardo il controllo funzionale delle macchine irroratrici e all’applicazione del PAN, il Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con un focus sulla digitalizzazione del quaderno di campagna per garantire sostenibilità e rintracciabilità dal campo alla tavola.

Un apposito workshop è stato pianificato per le 16.30 del 17 giugno 2016, con il patrocinio dell’Arptra, ed è attiva la pre-registrazione gratuita.

Inoltre durante le due giornate dell’evento, saranno previste delle postazioni multimediali per informare i visitatori sulle ultime novità del settore.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2016/06/09/la-tecnologia-per-l-agricoltura-sostenibile/49120

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/eventi-agricoltura/agroinnovation-tour-la-tecnologia-per-l-agricoltura-sostenibile/48962

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agrimeccanica/2016/05/26/il-tour-dell-innovazione-fa-tappa-in-vigneto-a-enovitis-in-campo/48962

 

Riso biologico: quale futuro?

Oggi, giovedì 16 giugno, presso il Crea- Unità di ricerca per la risicoltura (RIS) di Vercelli, si terrà il convegno dal titolo “La filiera del riso biologico si confronta: quali prospettive per il futuro?”.

All’evento prenderanno parte l’Assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca, Giorgio Ferrero, FederBio, l’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, l’Ente Nazionale Risi, l’Arpa Piemonte e il Crea Vercelli.

L’incontro rappresenta un’opportunità di scambio di informazioni fra i ricercatori, i produttori e i numerosi operatori appartenenti al mondo dell’agricoltura biologica. Il convegno è anche una risposta alla necessità di un incontro tra le parti, a seguito del vivace dibattito che, negli ultimi tempi, si è acceso intorno al comparto del riso biologico. Un dibattito che ha visto schierata da una parte la componente produttiva, risicoltori bio e convenzionali, e dall’altra gli enti preposti al controllo e alla vigilanza.

Prendendo spunto dal titolo di un articolo comparso su una rivista specializzata “Riso bio: si può fare ma serve impegno”, gli intervenuti si confronteranno su diversi temi caldi, mettendo in evidenza criticità ma anche proposte operative volte a migliorare il settore.

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Tra gli argomenti trattati:  le buone pratiche per una corretta gestione agronomica della coltura e la scelta varietale; le misure per il contenimento delle specie infestanti e per la riduzione dei prodotti fitosanitari nelle acque; le modalità di controllo efficace sull’operato degli operatori biologici risicoli; l’intervento pubblico di vigilanza sull’operato degli Organismi di Controllo e sulla salubrità dei prodotti alimentari.

Federbio, quale organizzazione interprofessionale nazionale di riferimento per l’intero settore, da tempo sollecita a livello nazionale un confronto con tutte le parti interessate appartenenti al comparto riso biologico.

La Federazione si è anche detta pronta a collaborare e a mettere a disposizione tutte le competenze e le informazioni utili a migliorare la cooperazione fra gli attori del sistema e accelerare gli interventi, volti anche a prevenire le frodi sul mercato.

Fonti:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1033

http://e2f2f.s79.it/f/rnl.aspx/?jeh=vwyo1-&x=pv&hf=uych8=sos/6c2&x=pv&a=el0bjbfa&x=pp&v_ekabd6i2bjf01&x=pv&iNCLM

http://www.feder.bio/files/1746.pdf

 

Api e pesticidi: pericosi quelli usati in prati e giardini

api e pesticidiNon solo i campi irrorati di pesticidi, ma anche i giardini e le aiuole pubbliche possono mettere a repentaglio la vita delle api.

Una ricerca della Purdue University (Usa), pubblicata su Nature, ha dimostrato che, anche se nei pressi delle arnie sono presenti campi di mais e soia, il polline raccolto dalle api nell’arco di una stagione è prelevato da diversi tipi di piante, e quel polline è costantemente inquinato sia da pesticidi agricoli che urbani.

Lo studio, dunque, chiama in causa anche le sostanze chimiche usate dai cittadini e dalle amministrazioni in giardini e spazi pubblici.

Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno esaminato il polline raccolto dalle api mellifere nell’arco di 16 settimane. All’interno del polline, proveniente da una trentina di famiglie di piante diverse, sono stati rilevati i residui di un numero “impressionante” di pesticidi che abbracciano nove classi di sostanze chimiche.

Tra queste, i neonicotinoidi, pesticidi usati nelle colture di mais e soia che nel corso di altri studi si sono rivelati tossici per le api, e i piretroidi, insetticidi che si trovano vicino a case e giardini con una grande varietà di piante in fiore, che hanno fatto registrare la concentrazione più alta nei campioni analizzati.

I ricercatori affermano che “i risultati mostrano che le api sono cronicamente esposte a numerose sostanze chimiche per tutta la stagione rendendo i pesticidi un importante fattore di stress a lungo termine per questi insetti“. Durante lo studio, infatti, gli esperti hanno trovato 29 pesticidi nei prati, 29 nei campi agricoli trattati e 31 nei campi non trattati.

La vita delle api, dunque, non dipende solo dagli agricoltori, ma anche dai cittadini che, se “hanno a cuore le api, devono usare gli insetticidi sono quando sono strettamente necessari, perché le api entrano in contatto con queste sostanze“, spiegano i ricercatori.

Fonti:

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2016/05/31/api-fanno-il-pieno-di-pesticidi-non-in-campi-agricoli_4d0550c2-4ad5-4cba-a02f-945588ce9ec2.html

http://www.focus.it/ambiente/ecologia/le-api-sono-contaminate-da-molti-pesticidi

http://www.nature.com/ncomms/2016/160531/ncomms11629/full/ncomms11629.html

G20: agricoltura sostenibile essenziale per lo sviluppo economico globale

G20Innovazione, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico sono alcuni dei temi principali dibattuti durante il G20 dell’Agricoltura che si è appena concluso in Cina.

All’incontro hanno partecipato tra gli altri il commissario europeo Phil Hogan e il viceministro Andrea Olivero che ha rappresentato il nostro Paese.

Secondo Olivero, il G20 è stata “un’ottima occasione per discutere sulle concrete strategie per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della COP21 per un’agricoltura che sia, insieme, più produttiva e più sostenibile”.

Obiettivo prioritario, ha sottolineato Olivero, è rendere gli agricoltori sempre più protagonisti di questo processo di cambiamento, aumentando la loro capacità di difendersi dalla volatilità dei prezzi e di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il ruolo cruciale dell’agricoltura nell’affrontare le principali sfide agroalimentari del nostro tempo è stato evidenziato anche dal commissario europeo: “Oggi, oltre ad assicurare la sicurezza alimentare per i nostri cittadini gli agricoltori devono assumere un ruolo attivo nella lotta al cambiamento climatico e nella gestione di risorse preziose come il suolo e l’acqua. L’attuale presidenza cinese del G20 riconosce queste sfide e ha giustamente dato un ruolo centrale allo sviluppo agricolo sostenibile e all’innovazione”.

Durante l’incontro è stata ribadita la necessità di rispettare gli accordi stabiliti a Parigi nell’ambito della COP21: mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, attraverso la riduzione delle emissioni e lo stoccaggio del carbonio. Ed è proprio in quest’ultimo punto che agricoltura e silvicoltura possono fare la differenza.

Il G20 ha rappresentato anche un’ottima occasione per rafforzare i rapporti fra l’Unione europea e la Cina. “L’export agroalimentare dell’Ue è in una fase di prosperità – ha dichiarato il commissario Hogan – con una crescita del 33% su base annua, che ha portato a raggiungere il valore di 10,3 miliardi di euro all’anno. I consumatori cinesi richiedono sempre più qualità e tracciabilità dal produttore al consumatore e i produttori europei stanno fornendo in tale domanda”.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/06/06/g20-le-responsabilita-dellrsquoagricoltura/49059

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2016/06/03/g20-olivero-impegno-italia-su-agricoltura-piu-sostenibile_b18f3312-1241-421d-82b7-4cb1aa7dd3a5.html