Suolo e Salute

Mese: Novembre 2016

Carli (Assosementi): “L’Italia non può tollerare la contraffazione delle sementi”

semi-ogm-banditiLa cultura della legalità nel settore agroalimentare si costruisce a partire dalle sementi. E cioè a partire dalla “materia prima” che, insieme al suolo, rappresenta la base da cui costruire una filiera solida e trasparente. È questo il messaggio comunicato da Giuseppe Carli, presidente di Assosementi, associazione italiana del settore sementiero, in occasione della Giornata Nazionale per la legalità e la sicurezza, organizzata da Confcommercio.

Sementi: primo anello della filiera

Il settore sementiero non è escluso dal problema della contraffazione. Per il Dipartimento dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, organo del Ministero delle politiche agricole, il fenomeno ha assunto dimensioni importanti.

Solo in Italia, infatti, il valore delle sementi sequestrate nel 2015 ammonta a 1,8 milioni di euro. Materiale confiscato nell’ambito di oltre 700 controlli operati dalle forze dell’ordine preposte allo scopo.

Un problema reale, di cui tener conto. Anche perché potrebbe risentirne tutta la filiera. Come spiega Carli, “la cultura della legalità nel settore agroalimentare inizia dal seme, che rappresenta il primo fondamentale anello della filiera”.

Quello della commercializzazione di sementi non certificate è “uno dei fenomeni più preoccupanti registrati sul nostro territorio”. E le cifre fornite dal Dipartimento del Mipaaf non riescono a rappresentare la gravità della situazione nel suo complesso. Carli sottolinea infatti che “non è facile dare una dimensione esatta al fenomeno. Sappiamo però che in alcuni settori i livelli di contraffazione sono davvero significativi”.

L’attenzione è concentrata soprattutto sul grano duro, quella che dovrebbe essere una delle produzioni di eccellenza dell’agroalimentare italiano. Secondo le stime di Assosementi, “il commercio di sementi non certificare può raggiungere picchi anche del 40%”, per questo tipo di coltivazione. “Una situazione che un Paese come l’Italia non può tollerare”, aggiunge.

Contraffazione delle sementi: il riscatto parte dai giovani

Non tutto è perduto. C’è, in Italia, un forte movimento, soprattutto giovanile, che fa della trasparenza e della tracciabilità dei prodotti agroalimentari un must per la crescita e il benessere del Paese.

Si diffonde”, sottolinea Carli, “la cultura dell’alimentazione, grazie soprattutto a programmi specifici dedicati ai giovani”. Il trend è chiaro: già oggi la sicurezza dei prodotti alimentari è un parametro fondamentale nelle scelte di acquisto. E la tendenza è destinata a rafforzarsi. “In futuro sarà sempre più importante che al tema della qualità e della provenienza dei prodotti si affianchi l’opera di sensibilizzazione sulla contraffazione agroalimentare che è ancora percepita dall’opinione pubblica in modo meno forte rispetto ad altri settori”.

FONTI:

http://www.sementi.it/comunicato-stampa/440/contraffazione-sementi-mette-a-rischio-eccellenza-agroalimentare-italiano

http://www.confcommercio.it/-/confcommercio-per-la-legalita-e-la-sicurezza

GDO: accordo Federbio e Federdistribuzione sul mercato dei prodotti bio

prodotti-biologiciI dati parlano chiaro. I numeri del mercato dei prodotti biologici sono in costante crescita. E cresce in particolare l’acquisto di tali prodotti nella Gdo, la Grande distribuzione organizzata. La dinamicità del settore spinge gli attori in campo a organizzarsi e a far nascere sinergie importanti. Come quella tra Federbio e Federdistribuzione, avviata proprio in questi giorni.

GDO: un’intesa per il bene dei consumatori

Federdistribuzione, federazione che si compone di 5 associazioni nazionali nel settore delle imprese distributive, e Federbio, federazione di agricoltura biologica e biodinamica, hanno stretto un protocollo di intesa con l’obiettivo di collaborare sul fronte della GDO e della commercializzazione dei prodotti biologici.

Nello specifico, l’intesa è volta a rafforzare le garanzie per i consumatori e l’integrità del mercato del biologico italiano.  Si tratta, annunciano in un comunicato congiunto, di una collaborazione “stretta e fattiva” che porterà all’attivazione di un coordinamento operativo permanente.

Nel concreto, l’intesa porterà a maggiori controlli per prevenire le situazioni di rischio all’interno del mercato bio. L’obiettivo è, inoltre, di migliorare i sistemi attuati dalle imprese per quanto concerne la conformità dei prodotti biologici. Si cercherà, infine, di incrementare l’adozione dei sistemi di tracciabilità della filiera e accrescere la qualificazione dei fornitori. Tutte operazioni che richiederanno la definizione di standard condivisi da entrambe le parti.

Giovanni Cobolli Gigli, presidente Federdistribuzione, parla di “un accordo importante che mira a prevenire le frodi in cui possono incorrere inconsapevolmente anche gli operatori commerciali. La collaborazione con FederBio darà a noi la possibilità di ricevere un costante flusso informativo sul mercato dei prodotti biologici. Di conseguenza, potremo meglio tutelare i consumatori e salvaguardare la garanzia di prodotti che costituiscono un valore aggiunto negli assortimenti della GDO”.

L’intesa è motivo di soddisfazione anche per Paolo Carnemolla, presidente Federbio. “La firma”, dichiara, “è un passaggio importante di una collaborazione che va avanti già da tempo. Il nostro impegno è di rendere sempre più reali e stringenti le garanzie per i consumatori che acquistano prodotti biologici certificati anche sugli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata”. L’obiettivo, conclude, è di “prevenire al meglio le frodi, con l’aiuto di tutti gli attori della filiera e del mercato”.

I numeri del bio nella GDO

Nell’incremento dei volumi di vendita fatto registrare negli ultimi anni dai prodotti biologici, quello che concerne la GDO è ancora più imponente. Nel 2015, il bio è cresciuto del 21% nella Grande Distribuzione Organizzata. Un dato che diventa ancora più importante se confrontato con il periodo antecedente. Dal 2010 al 2014, infatti, la crescita è stata di “appena” l’11% (dati: Nielsen). L’anno scorso, le vendite bio nella GDO hanno toccato gli 872 milioni di euro.

FONTI:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1094

http://www.myfruit.it/biologico/2016/06/biologico-boom-dei-consumi-gdo-nel-dettaglio-specializzato.html

Regolamenti comunitari sui pesticidi: cambio di rotta in arrivo dall’UE

agricoltura-bioLa Commissione europea ha annunciato una road map che porterà alla revisione di due regolamenti comunitari sull’impiego dei fitofarmaci in agricoltura. Le novità dovrebbero essere pronte entro il 2018.

Due regolamenti comunitari da rivedere

La road-map stabilita dall’organo istituzionale europeo è stata avviata per valutare e verificare l’efficacia dell’attuale legislazione sui pesticidi vigente nel mercato unico europeo.

Gli obiettivi specifici del progetto riguardano la valutazione degli obiettivi che le norme si prefiggevano, l’analisi dell’efficacia applicativa dei regolamenti e, più in generale, l’esame dell’adeguatezza del quadro normativo europeo sui pesticidi.

In particolare, sono due i regolamenti comunitari su cui la Commissione vuole fare chiarezza:

  1. Il regolamento 1107/2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, che stabilisce le norme sull’autorizzazione dei principi attivi e dei prodotti chimici utilizzati per la protezione delle colture.
  2. Il regolamento 396/2005, che riguarda invece il livello massimo di residui di antiparassitari presenti nei o sui prodotti alimentari, nonché nei mangimi di origine sia vegetale che animale.

L’iniziativa di revisione dei regolamenti comunitari sarà portata a termine entro il 2018. Sulla base dei risultati conseguiti, la Commissione invierà a Parlamento e Consiglio europei una relazione sul livello di attuazione della legislazione riguardo i prodotti fitosanitari e i pesticidi.

Nel documento diffuso nei giorni scorsi dall’istituzione di Bruxelles, si legge che “la valutazione potrebbe essere utile per migliorare l’attuazione delle norme europee riguardo i pesticidi. L’iniziativa potrebbe successivamente condurre a nuove proposte legislative nel settore”.

All’interno del report saranno identificate le aree cruciali e le best practice che vengono dal comparto agroalimentare, al fine di migliorare l’azione legislativa nel prossimo futuro.

Il caso dei limoni turchi

L’EFSA ha di recente pubblicato un rapporto sulla presenza dei residui di pesticidi negli alimenti consumati nei Paesi dell’UE. Secondo le rilevazioni, il 97% dei prodotti analizzati non conteneva residui significativi o ne conteneva entro i limiti di legge. Una percentuale che saliva al 98,8% in caso di prodotti bio.

Di recente è però emerso un certo allarme per alcuni alimenti d’importazione. È il caso dei limoni turchi, per cui la Commissione Ue ha deciso di modificare le condizioni d’entrata e di rafforzare i controlli alle frontiere.

Tra settembre e ottobre, per 5 volte, nelle partite provenienti dalla Turchia erano  state rilevate tracce di colrpirifos oltre i limiti massimi previsti dalla legge. Per rafforzare i controlli, la Commissione ha deciso di raddoppiare il numero dei controlli su questo tipo di importazioni dal Paese. Il sistema entrerà in vigore dal prossimo primo gennaio.

FONTI:

http://ec.europa.eu/smart-regulation/roadmaps/docs/2016_sante_197_ealuation_plant_protection_products_en.pdf

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2016/11/18/commissione-valuta-revisione-norme-pesticidi-in-agricoltura_c99feb0a-fb87-4d9c-950f-717a9925e4e2.html

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2005:070:0001:0016:it:PDF

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:309:0001:0050:IT:PDF

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/37200/mercati-e-imprese/la-ue-rafforza-i-controlli-sui-limoni-turchi

http://www.suoloesalute.it/pesticidi-negli-alimenti-ottimi-risultati-nel-rapporto-annuale-efsa/

Fitofarmaci contenenti Glyphosate: nuova proroga di 3 mesi dal Governo

oms-fao-glifosatoNell’agosto e nel settembre scorsi, il Governo italiano emanava due decreti riguardanti la revoca di autorizzazione all’immissione in commercio e la modifica delle condizioni d’impiego di alcuni prodotti chimici destinati alle coltivazioni. In particolare, veniva limitato fortemente l’utilizzo di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glyphosate.

I due decreti, il primo del 9 agosto 2016 (modificato il 22 agosto) e il secondo del 6 settembre 2016, intervenivano in attuazione del regolamento di esecuzione UE 2016/1313 della Commissione europea. Entrambi contenevano una lista di prodotti con principio attivo glyphosate associato al coformulante ammina di sego polietossilata (n. Cas 61791-26-2).

Con un nuovo decreto emanato il 21 Novembre, il Ministero della Salute ha prorogato la commercializzazione e  l’introduzione dei limiti sui prodotti indicati nei due decreti.

Prodotti con glyphosate: proroga di 90 giorni

Il provvedimento è stato preso dalla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, dopo aver sentito la Sezione Consultiva per i Fitosanitari del Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale.

Nel decreto è contenuta una proroga di 90 giorni sia per la commercializzazione che per l’utilizzo dei prodotti inseriti nelle due liste. L’intervento dell’ufficio ministeriale è stato reso necessario a causa “dell’impossibilità di smaltire le scorte degli stessi entro i termini precedentemente stabiliti in relazione al periodo stagionale di diserbo”, si legge sul sito del Ministero.

Le nuove scadenze sono fissate al 22 febbraio per quanto riguarda la commercializzazione da parte del titolare delle autorizzazioni e la vendita operata da rivenditori e distributori; e al 22 maggio 2017 per quanto riguarda gli utilizzatori finali.

Oltre allo stop alla commercializzazione dei prodotti indicati, i due decreti intervenivano a limitarne l’utilizzo. Si faceva divieto di utilizzare i diserbanti indicati nelle aree molto frequentate, in particolare da gruppi vulnerabili (neonati, bambini, astanti). Si limitava poi l’utilizzo non agricolo di agenti chimici contenenti glyphosate in determinate aree definite vulnerabili e nelle zone di rispetto. Veniva infine vietato l’impiego delle sostanze in fase di pre-raccolta, durante l’ottimizzazione del raccolto e della trebbiatura.

Il divieto era stato reso necessario, oltre che dall’intervento della Commissione UE, anche dal parere dell’EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, che aveva evidenziato gli effetti tossici significativi dell’ammina di sego polietossilata, quando associata al glyphosate.

Glyphosate: diritto all’informazione prevale su segreto industriale

Un altro importante aggiornamento sul tema glyphosate è arrivato in questi giorni dalla Corte di Giustizia Ue.

La questione è nata quando due associazioni, Stichting Greenpeace Nederland e Pesticide Action Network Europe (Pan Europe), hanno presentato alla Commissione europea una richiesta di accesso ad alcuni documenti riguardo la sostanza attiva e alla sua prima autorizzazione al commercio.

In risposta alla richiesta, la Commissione autorizzava sì l’accesso alla documentazione, ma ne censurava una parte, dal momento che al suo interno, spiegava, erano presenti informazioni riservate sulle aziende che richiedevano l’autorizzazione per l’erbicida.

La Corte di Giustizia Europea ha accolto il ricorso delle due associazioni, dal momento che la parte nascosta del documento contiene informazioni sulle emissioni in ambiente causate dalla sostanza. In casi simili, la Commissione non può vietare l’accesso alle informazioni, nemmeno giustificando la scelta con la regola del segreto industriale.

FONTI:

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=2756

http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2016&codLeg=56802&parte=1%20&serie=null

http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2016&codLeg=55812&parte=1%20&serie=null

http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf;jsessionid=Hv+WuKkIVrSIZv5wO0QLXg__.sgc4-prd-sal?anno=2016&codLeg=55680&parte=1%20&serie=null

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-11-23/ambiente-informazioni-emissioni-prevalgono-segreto-industriale–133849.shtml?uuid=ADwqiN0B&refresh_ce=1

Filiera agroalimentare: in arrivo piano Ue contro pratiche sleali

filiera-agroalimentareFiliera agroalimentare: stop a pratiche sleali.

L’Unione Europea implementerà nei prossimi mesi un quadro normativo che si occupi della riduzione delle pratiche sleali nella filiera agroalimentare.

È quanto emerge da un lancio dell’agenzia ANSA, che ha potuto consultare in anticipo il piano europeo. I dettagli del progetto sono stati presentati ai ministri dell’agricoltura dei 28 Paesi membri dal commissario europeo all’agricoltura, Phil Hogan, il 15 novembre.

Un lavoro che ha impiegato quasi un anno. A partire da gennaio 2016, un gruppo di 12 esperti ha lavorato alla realizzazione di un documento contenente delle raccomandazioni per i mercati agricoli. Quella presentata dalla Task force nei giorni scorsi è solo una bozza del rapporto complessivo. I dettagli del piano andranno affrontati punto per punto nel quadro delle procedure legislative ordinarie del Parlamento Europeo.

All’interno della bozza presentata, si raccomanda di creare norme specifiche per mettere un freno alle pratiche sleali nella filiera agroalimentare.

I 12 esperti hanno infatti invitato le istituzioni europee a fissare un quadro di riferimento, cosiddetto baseline, per individuare il numero e la definizione di tutte le pratiche sleali riconosciute a livello europeo. La Task force ha inoltre raccomandato di istituire un “organismo pubblico indipendente” che sia in grado assicurare un’efficace azione di contrasto a tali pratiche scorrette. In particolare, saranno inserite norme relative ai ritardi dei pagamenti, nonché alle modifiche unilaterali e retroattive dei contratti in corso.

Gli altri punti toccati dal rapporto sono stati: trasparenza sulla formazione dei prezzi nella filiera agroalimentare; riconoscimento di deroghe al principio di concorrenza in favore delle organizzazioni di agricoltori; maggiore sostegno della gestione del rischio con assicurazioni e fondi mutualistici ad hoc.

Hogan: “Gli agricoltori saranno più forti”

Soddisfazione negli ambienti istituzionali europei per la presentazione del piano.

Secondo le parole di Hogan, dopo le numerose crisi subite dal comparto agroalimentare europeo, è necessario oggi “rafforzare gli agricoltori nella catena alimentare, perché abbiano la giusta remunerazione per i loro prodotti. Esamineremo la relazione e le sue raccomandazioni per fornire risposte politiche adeguate”.

Sul lavoro della Task force è intervenuto anche Paolo De Castro, europarlamentare e coordinatore del Gruppo S&D in commissione agricoltura del Parlamento europeo, che ha sottolineato come quelli posti non siano “temi nuovi. A essere nuova, però, sembra essere la determinazione del commissario a dare seguito alle iniziative richieste. Dalla creazione di un quadro legislativo Ue sulle pratiche commerciali sleali fino ai richiami sulla necessità di chiarire il rapporto tra politica agricola e norme sulle concorrenza, si tratta di raccomandazioni in sintonia con il lavoro della commissione agricoltura del Parlamento europeo e ci rallegriamo del fatto che il commissario Hogan voglia farle proprie”.

FONTI:

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/11/14/agricoltura-de-castro-sintonia-tra-esperti-e-pe-su-filiera_904889e0-3687-4cfe-b452-e4ae769b6f71.html http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/11/14/agricoltura-de-castro-sintonia-tra-esperti-e-pe-su-filiera_904889e0-3687-4cfe-b452-e4ae769b6f71.html

Coltivazione biologica e formazione: le opportunità da cogliere

L’Accademia Bio sbarca in Emilia Romagna a partire da gennaio 2017. Corsi, coaching e viaggi, previsti in tutte le province della Regione. Molti sono corsi gratuiti e altrettante le iniziative cofinanziate all’80% dal Piano di sviluppo regionale. La coltivazione biologica e la trasformazione dei prodotti crescono, in Italia e nel mondo. Sono tante le aziende agricole che partono ex novo o che si trasformano in attività bio. Ecco perché la formazione è essenziale, per garantire ai consumatori prodotti di qualità e alle aziende di settore il giusto profitto.

La formazione per la coltivazione biologica

L’Accademia Bio è nata da un’idea di Federbio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica. L’Accademia raccoglie docenti e tecnici specializzati in coltivazione biologica, di livello nazionale e internazionale, per proporre un’offerta formativa di qualità nel settore.

Le attività in Emilia Romagna si suddividono in quattro branche.

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Bio Start Up. Percorso dedicato a chi si affaccia per la prima volta al mondo del bio.  Federbio offre un corso gratuito di 16 ore sulla scelta del biologico, sulla normativa di settore e sulla tipologia di produzione da selezionare per le proprie esigenze. Previsto poi, un percorso di coaching a pagamento per lo studio di fattibilità e il piano aziendale in agricoltura biologica.

Corsi Bio. Sono 7 invece i corsi gratuiti per la coltivazione biologica in settori specifici:

  1. Orticole Bio (29 ore)
  2. Frutticoltura Bio: Gestione aziendale e pratiche agronomiche (29 ore)
  3. Cerealicoltura Bio: Risoluzione delle problematiche e gestione coltivazione (16 ore)
  4. Zootecnia Bio: la gestione di un’azienda zootecnica secondo metodo biologico (20 ore)
  5. Viticoltura bio: pratiche agroecologiche, difesa fitosanitaria, esperienze di coltivazione e commercializzazione (25 ore)
  6. Agricoltura Biodinamica: corso base (29 ore)
  7. Formazione esperienziale in Agricoltura biologica: conosce le principali tecniche ed strategie dell’agricoltura biologica assieme ad altri agricoltori (29 ore)

Viaggi. FederBio propone poi un viaggio nel mondo dell’eccellenza biologica europea. Le mete sono due. Un percorso di 3 giorni e 2 notti in Germania, finanziato all’80% dal Psr, durante il quale si visiteranno diverse realtà produttive e mercati locali. Un viaggio di due giorni e una notte in Svizzera, presso l’azienda Mythopia Vineyard, anche questo finanziato all’80%.

Percorso di coaching. Consulenze personalizzate su diversi temi come l’efficientamento aziendale, l’innovazione, la qualità degli alimenti di origine animale, la fertilità del suolo e così via. Anche in questo caso, è previsto un cofinanziamento all’80% dal PSR Emilia Romagna.

Per info e iscrizioni (che si chiudono il 30 novembre prossimo) è possibile visitare il sito www.accademiabio.it , inviare una mail ad accademiabio@gmail.com o telefonando al 3926542057.

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1090

http://www.feder.bio/files/1814.pdf

http://www.feder.bio/files/1815.pdf