Suolo e Salute

Mese: Ottobre 2013

La prima Fiera irlandese del biologico

 Si è svolta il 13 ottobre scorso a Marlay Park (Dublino) la prima Fiera Nazionale del cibo biologico in irlanda. L’evento è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’IOFGA, l’Associazione dei coltivatori e produttori biologici irlandese e l’Organic Trust, grazie al supporto del Dipartimento dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e del Mare.  All’evento hanno preso parte circa 10.000 visitatori provenienti da tutto il paese. 26 stand all’aperto e bancarelle biologiche hanno esposto un’ampia gamma di prodotti biologici, presso i quali i visitatori hanno avuto la possibilità di assaggiare e acquistare il meglio della produzione bio irlandese. Contestualmente, sono stati organizzati numerosi eventi tra cui seminari, workshop e conferenze. Particolare accento è stato posto sul vantaggio in termini occupazionali offerti dall’agricoltura biologica irlandese, in grado di sostenere il lavoro dei giovani e lo sviluppo locale. Dato il successo della prima edizione, l’intenzione degli organizzatori è di ripetere l’esperienza anche nei prossimi anni, per sostenere il mercato bio locale e aumentare la consapevolezza e l’interesse dei consumatori irlandesi nei confronti dei prodotti biologici. La prossima edizione della Fiera è prevista per il prossimo autunno.

Fonte: Organic Market

L’Ucraina fa rotta verso il bio

Fino a tempi recenti, l’Ucraina era uno dei pochi paesi europei privo di una specifica normativa riguardante l’agricoltura biologica, ma recentemente anche il paese dell’ex blocco sovietico ha deciso di colmare questa lacuna. E’ degli inizi di ottobre infatti la notizia che il Presidente della Repubblica Viktor Janukowitsch ha firmato la proposta di legge in materia di biologico sottopostagli dal Presidente del Parlamento. “Ci aspettiamo che la nuova legge entri in vigore nel 2014 “, ha dichiarato Eugene Milovanov, Presidente della Organic UA , la Federazione Organica dell’Ucraina. La normativa dovrebbe essere pienamente conforme a quanto già esistente in Europa, e proprio per preparare i cittadini a queste novità la Federazione Ucraina di Agricoltura Biologica ha dato vita alla Settimana biologica, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere i prodotti biologici in tutto il paese . La produzione biologica in Ucraina si è sviluppata a partire dal 1997 , prima di tutto grazie alla domanda crescente da parte di commercianti e trasformatori comunitari di grano biologico, semi oleosi, legumi e piante selvatiche. Nel 2007, la situazione ha iniziato a cambiare con l’ingresso sul mercato nazionale dei primi prodotti biologici. Da allora, la crescita annuale del bio ucraino è stata costante e imponente, con percentuali annue comprese tra il 60 e il 100%. Nel solo 2011, il mercato del bio in Ucraina ha sfiorato quota 8 milioni di euro, principalmente attraverso la vendita presso supermercati e piccoli negozi specializzati. Ad oggi, il biologico ucraino interessa circa 279.00 ettari complessivi, pari allo 0,7% circa di tutta la superficie agricola del paese.

Fonte: Organic Market

L’agricoltura a portata di clic

I tempi cambiano, e con essi le possibilità che abbiamo a disposizione nel quotidiano, grazie soprattutto alla tecnologia. Non fa eccezione il mondo agricolo, tradizionalmente forse meno aperto rispetto ad altre realtà alle innovazioni portate dall’informatica. Ma anche i “puristi” devono arrendersi all’evidenza che oramai neanche la spesa si fa più come una volta. Stanno nascendo infatti, sull’onda dell’enorme popolarità raggiunta in ogni campo di applicazione, anche le app per acquistare direttamente presso le fattorie: dal produttore al consumatore….attraverso un clic… E’ questo il caso, ad esempio, di “L’Orto in tasca”, applicazione nata dall’intraprendenza e dalla creatività di Eva De Marco, ingegnere di Udine, che ha pensato di far incontrare due mondi apparentemente lontanissimi quali lo smartphone e la fattoria: “La app ha pochi mesi, ma è già stata scaricata da 4.000 utenti, abbiamo censito circa 800 aziende agricole e il lavoro non è affatto concluso, ogni giorno se ne aggiungono di nuove”, ha dichiarato in un articolo apparso nei giorni scorsi su “La Repubblica”. Non è l’unica app di questo genere, dato che Quicibo e Goodmarkers hanno scopi e funzioni non dissimili. Di fatto, oltre ad acquistare, gli utenti possono confrontare i prezzi dei vari prodotti e scrivere una breve recensione su quanto acquistato, sul servizio, sul tipo di scelta disponibile. Del resto il premio Farmer’s Friend 2013, di cui abbiamo dato notizia su questa stessa NL poche settimane fa, era andato recentemente proprio ad un agricoltore (Guy Watson, quasi una celebrità nel suo paese d’origine, l’Inghilterra) capace di mettere in collegamento produttori e consumatorie attraverso un sito internet in grado di evadere gli ordini presi direttamente dal sito dell’azienda.

L’agricoltura 2.0 è iniziata ed è per tutti a portata “di un clic”.

Fonte: Sinab, La Repubblica

Viene dalle Filippine l’”Agricoltore-modello dell’anno”

Si chiama Myrna Conigo Asor Rosa, è madre di sei figli, vive nelle Filippine e dal 2002 ha deciso di convertire la propria produzione al biologico. E’ questo il profilo sintetico della donna che si è aggiudicata il premio “Farmer Model of the Year” (Agricoltore-modello dell’anno), riconoscimento che la FAO ha deciso di attribuirle assegnandolo anche ad altri tre agricoltori dell’area Asia-Pacifico (una donna di Tonga e due uomini, uno della Thailandia e l’altro del Buthan). Il premio è stato annunciato dalla stessa FAO in occasione della recente Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 16 ottobre scorso.

La vicenda di Myrna è particolarmente interessante: grazie al sostegno delle autorità filippine, che hanno incoraggiato la conversione al biologico per garantire la produzione di alimenti sicuri e sostenibili, la signora Asor Rosa ha ricevuto una specifica formazione da una ONG che ha fornito a lei e ad altri agricoltori della zona il know-how necessario per coltivar ei propri terreni secondo il metodo bioloico. Grazie al supporto del Ministero dell’Agricoltura, la signora Asor Rosa ha imparato a produrre compost organico, a seminare e a combattere i parassiti secondo i dettami del bio. Oggi sui suoi terreni crescono oltre cinquanta diverse varietà di riso e la signora Asor è oggi a capo di un’associazione di piccoli agricoltori nella municipalità di Goa. Oltre al riso, i suoi terreni producono frutta e verdura e vi vengono allevati bovini, ovini e pesce. Un movimento, quello del biologico asiatico, in forte crescita, come testimonia la partecipazione di oltre 2.500 persone al Decimo congresso di Agricoltura Biologica delle Filippine, tenutosi recentemente a Pasay City.

Fonte: www.business.inquirer.net, oneco

Dossier della Commissione Europea sulle frodi alimentari

E’ stata presentata nei giorni scorsi dalla Commissione europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare un report sulle frodi alimentari in cui viene dato particolare rilievo al problema delle etichette ingannevoli. A parte i casi più eclatanti e conclamati di frode, come nel caso delle finte uova bio, della carne equina fino all’antigelo negli alimenti, dalla relazione emerge chiaramente il punto debole principale dell’attuale sistema anti frode europeo, la mancanza di una chiara e univoca definizione di frose alimentare. A differenza degli Stati Uniti infatti, l’UE come unico riferimento in materia ha il regolamento 178/2002, in cui viene specificato che etichettatura, pubblicità, presentazione e confezionamento dei prodotti “non devono fuorviare i consumatori”. Dato l’enorme campo di applicazione di una norma di questo tipo, la prima conseguenza è che il numero dei controlli è ampiamente inferiore al necessario, col risultato che non di rado le frodi riescono a penetrare le falle del sistema e ad arrivare sugli scaffali dei negozi.
E’ evidentemente giunto il momento di fare qualcosa se, come chiarisce il rapporto, il numero di frodi è in costante aumento. E che proprio i prodotti biologici sono tra quelli a maggior rischio frode. In questa speciale (e preoccupante classifica), infatti, in cima alla classifica troviamo l’olio d’oliva (con i molteplici casi di oli deodorati e venduti come oli extra vergine), seguito dal pesce e, appunto, dai prodotti bio. A seguire il latte, i cereali, il miele, il caffè ed il tè.
Ora, dopo il dossier, che auspica un raddoppio delle sanzioni da parte degli Stati Membri, si attendono passi più concreti dell’UE nella direzione di una maggiore tutela dei produttori, dei prodotti di qualità e, in ultimo, dei consumatori europei.
Fonte: Il Fatto Alimentare

Gli Emirati Arabi aprono al bio

Secondo un rapporto recentemente diffuse dal Ministero dell’Ambiente e dell’Acqua degli Emirati Arabi, sono attualmente oltre 40 le aziende agricole biologiche che operano nello stato della penisola araba, coprendo un’area di quasi 4.000 ha e coltivando una gamma di oltre 60 prodotti. La maggior parte delle coltivazioni riguarda le palme da dattero, i pomodori e i fagiolini, insieme ad altre varietà di frutta e verdura. Il crescente interesse verso il biologico negli Emirati Arabi è sostenuto dal ministero, che sta attivamente incoraggiando i produttori agricoli a convertirsi al biologico. Per questi scopi infatti sono stati distribuiti oltre 600.000 sacchi di fertilizzanti biologici a oltre 10.000 agricoltori. Inoltre, è stato promosso un programma di formazione sull’agricoltura biologica rivolto ad agricoltori e operatori del settore, con lo scopo di implementare una strategia complessiva sul bio negli Emirati Arabi. In ultimo, lo stesso ministero ha aperto due centri commerciali a Dubai specializzati nel bio.

 Fonte: khaleejtimes.com, Agra Press, Bioagricoltura Notizie