Il 17 febbraio 2016, a Roma, in occasione della ‘Giornata nazionale della qualità agroalimentare’ è stato presentato il tredicesimo rapporto Ismea-Qualivita sulle produzioni italiane agroalimentare e vitivinicole DOP, IGP e STG. L’evento è avvenuto alla presenza dei presidenti delle Commissioni Agricole di Camera e Senato Luca Sani e Roberto Formigoni, del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dell’europarlamentare Paolo De Castro.
I dati sono incoraggianti e confermano l’Italia leader mondiale per prodotti certificati: sono 805 quelli iscritti nel registro UE, di cui 282 Food e 523 Wine, per un valore complessivo di 13,4 miliardi, pari al 10% del fatturato totale dell’industria alimentare.
Bene anche l’export delle Ig che vale 7,1 miliardi di euro, in forte crescita sull’anno precedente (+8,2%) e pari al 21% dell’ammontare complessivo delle esportazioni agroalimentari nazionali.
L’Italia si è fatta valere nel panorama dei cibi a denominazione anche nel 2015 (+9 registrazioni), seguita dall’emergente Croazia e dal Portogallo (+8).

Le regioni italiane in cima alla lista sono: il Veneto e la Toscana con 90 prodotti, il Piemonte con 81, la Lombardia con 77 e l’Emilia Romagna con 73.
Chi ha il maggior ritorno in termini economici è la Provincia di Parma, con 951milioni grazie al discreto numero di filiere Dop Igp (12) che insistono nel territorio, ma soprattutto all’entità del valore economico ad esse collegato.
Per il comparto Wine, invece, la provincia con maggior ritorno economico (341 milioni) è quella di Verona, in cui si contano 24 denominazioni Dop Igp
Secondo il rapporto Ismea, non esiste un solo comune italiano “senza prodotti certificati”.
Il rapporto ha segnalato infine la crescita della produzione dei vini di qualità in Italia con circa 23 milioni di ettolitri e un valore stimato di 7 miliardi di euro. Le esportazioni di vino Dop Igp hanno raggiunto un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro (+4%): negli ultimi cinque anni il valore all’export ha avuto incrementi complessivi di oltre il 30%, sia nel segmento delle Dop che delle Igp.

Il Ministro Martina ha così commentato i dati: “Qualità agroalimentare è sempre più sinonimo d’Italia. La nostra leadership nel settore dei prodotti a denominazione non è fatta solo di numeri importanti, ma è l’espressione della forza di un tessuto economico e produttivo strettamente connesso ai territori. Un modello che vogliamo rafforzare sempre di più, anche attraverso un salto di qualità sul fronte organizzativo. I dati ci dicono che c’è un potenziale inespresso enorme da liberare, soprattutto al Sud. Stiamo lavorando da un lato per supportare al meglio i nostri prodotti di punta, che hanno la forza anche di aprire nuovi mercati, dall’altro per aiutare i produttori ad aggregarsi, sfruttando i vantaggi che il sistema delle denominazioni può portare. Oggi le prime 10 Dop e Igp nazionali sviluppano l’80% del fatturato. Dobbiamo far salire questa lista almeno a 20 prodotti nei prossimi tre anni. Per farlo puntiamo su formazione e organizzazione, perché è su questi fronti che serve un cambio di passo. Servono più managerialità e investimenti nel capitale umano per dare futuro alle filiere e ai territori“.
Fonti:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9748
http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/business/2016/02/17/alimentare-tra-dop-e-igp-un-patrimonio-di-134-miliardi_627ea20f-8944-4272-b734-c2195e47409a.html
http://www.adnkronos.com/lavoro/made-in-italy/2016/02/17/dop-igp-patrimonio-mld-export-vola_lYbuPsbBmBEWpdYzKXyo1K.html?refresh_ce