Suolo e Salute

Mese: Febbraio 2020

B/Open posticipato: 22 – 24 giugno 2020

B/Open posticipato: 22 – 24 giugno 2020

In seguito alle disposizioni nazionali e regionali in materia di Covid-19, VeronaFiere ha deciso di posticipare la manifestazione B/open da aprile a giugno.

La prima edizione di B/open, manifestazione che si propone come la prima fiera in Italia esclusivamente b2b, rivolta agli operatori italiani e stranieri del food certificato biologico e del natural self-care, si terrà dal 22 al 24 giugno 2020, invece che dall’1 al 3 aprile.

Vi ricordiamo che Suolo e Salute è partner di B/Open.

Fonte: https://www.b-opentrade.com/news/veronafiere-posticipa-b/open

Primo Bando nazionale per i Distretti del cibo

Primo Bando nazionale per i Distretti del cibo

È stato aperto il primo bando nazionale per finanziare i Distretti del cibo.

Quali sono i distretti interessati:

  • I distretti rurali e agroalimentari di qualità già riconosciuti o da riconoscere;
  • I distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree;
  • I distretti caratterizzati dall’integrazione fra attività agricole e attività di prossimità;
  • I distretti biologici.

Il bando vuole garantire risorse e opportunità per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori: promuovere lo sviluppo, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale.

“Investiamo nella progettazione territoriale – ha detto pochi minuti fa la Ministra Teresa Bellanova – per favorire la crescita dell’Italia. Dobbiamo sbloccare energie e investimenti. L’agricoltura e l’agroalimentare sono un motore di idee, progetti, nuovi posti di lavoro. Di futuro. Abbiamo lavorato con le Regioni per mettere a punto un bando, il primo, che dia stimolo a una nuova stagione dei distretti del cibo. C’è molto interesse e fermento in tutti i territori, già questa è una scommessa vinta. L’Italia può essere un laboratorio di buone pratiche, investendo sull’economia circolare, sulla ricerca e su formule più forti di collaborazione tra agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione e istituzioni. Noi ci siamo e vogliamo accompagnare questo sviluppo”.

Il primo bando per il finanziamento dei Contratti di distretto del cibo prevede una procedura di valutazione comparativa, e non a sportello come avviene per i contratti di filiera.
La data entro la quale devono essere inviate le domande è il 17 aprile 2020 entro le ore 16.00, con le modalità indicate dal presente avviso.

Oltre al bando dei Distretti del cibo, è stato avviato anche il bando per il finanziamento di contratti di distretto nell’area colpita da Xylella, secondo quanto previsto dalle leggi di bilancio 2018 e 2019. Il Contratto di Distretto Xylella permette di avere un programma di rigenerazione dell’agricoltura nei territori che ne sono stati colpiti.

Sono stati messi a disposizione 18 milioni di euro per il bando dei distretti del cibo e 13 milioni di euro per il distretto Xylella.

Per saperne di più:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15042

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15043

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/distretti-del-cibo-al-il-primo-bando-nazionale-inclusi-anche-i-biodistretti

Nuovi finanziamenti per l’agricoltura

Nuovi finanziamenti per l’agricoltura

In attesa della nuova Pac, la quale metterà a disposizione 365 miliardi di euro, sono stati messi a disposizione nuovi fondi europei per l’agricoltura.

Sono infatti disponibili più di 180 milioni di euro da investire in progetti di promozione dell’Agrifood nei Paesi europei. Come? Con i bandi dell’Agenzia esecutiva europea per i consumatori, la salute, l’agricoltura e la sicurezza alimentare (Chafea) per la Fornitura di informazioni e misure di promozione relative ai prodotti agricoli attuate nel mercato interno e nei Paesi terzi aperti fino al 15 aprile 2020, per finanziare le azioni di informazione e di promozione riguardanti i prodotti agricoli.

I bandi si dividono in due tipologie:

  • I progetti semplici ai quali sono destinati più di 90 milioni di euro;
  • I progetti multipli ai quali aspettano più di 80 milioni di euro.

L’idea nasce per far in modo che si aumenti competitività e consumo dei prodotti agroalimentari, ottimizzandone l’immagine e favorirne così lo sviluppo commerciale nel rispetto della sostenibilità.

I bandi sono rivolti alle organizzazioni professionali e interprofessionali, alle organizzazioni di produttori, alle associazioni di organizzazioni di produttori e agli organismi del settore agroalimentare che hanno sede in Italia e negli altri Stati membri dell’Ue.

Oltre a questi, sono disponibili altre forme di finanziamento come i Programmi di Sviluppo Regionale 2014-2020 delle regioni italiane:

  • La Regione Liguria, con più di 3 milioni di euro, rifinanzia il bando Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori, che si aprirà il 3 giugno 2020 fino al 31 luglio 2020;
  • Il Veneto, con più di 90 milioni di euro, supporta le aziende agricole, con particolare attenzione ai giovani agricoltori, con scadenze tra il 10 marzo e il 24 aprile 2024;
  • La Regione Lombardia che ha deciso di investire 3 milioni di euro per i progetti destinati a proteggere la biodiversità della flora e della fauna con il bando “Conservazione della biodiversità animale e vegetale”, che scadrà il prossimo 31 marzo 2020. Non solo, ha messo a disposizione 1 milione di euro per il bando “Supporto ai costi di impianto per forestazione e imboschimento”, in scadenza il 30 luglio 2020. Altri 4 milioni di euro sono messi a disposizione per il bando “Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori”, in scadenza il 10 luglio 2020;
  • Il Piemonte ha attivato il bando “Investimenti per acquisto di macchinari, impianti e attrezzature” con 13 milioni di euro messi a disposizione, con scadenza oggi 28 febbraio 2020;
  • La Regione Emilia Romagna si presenta con quattro nuovi bandi previsti dalle misure 10 agroambiente e 11 agricoltura biologica del Psr 2014-2020, mettendo a disposizione oltre 9 milioni di euro. Tutti i quattro bandi scadranno oggi, 28 febbraio 2020;
  • La Regione Toscana dispone 18 milioni di euro per tutti i giovani agricoltori che avviano un’impresa. Le domande possono essere presentate entro il 16 marzo 2020;
  • L’Abruzzo, con 7 milioni di euro, avvia il “Pacchetto Giovani”, una misura che intende attivare due tipologie di intervento, finalizzate a promuovere la nascita e le attività delle aziende agricole gestite da giovani imprenditori, con scadenza oggi.

Fonte: https://www.greenplanner.it/2020/02/27/fondi-europei-agricoltura/

Il caseificio Bio Sant’Anna presenta OLTREBIO

Il caseificio Bio Sant’Anna presenta OLTREBIO

Lo scorso 21 febbraio, a F.I.C.O – Eataly World è stato presentato OLTREBIO, il nuovo standard di gestione della filiera del Parmigiano-Reggiano, nato dalla forte volontà del caseificio biologico Bio Sant’Anna. Tale standard, oltre al biologico, rafforza l’applicazione dei principi di sostenibilità ambientale ed etica lungo l’intera filiera lattiero casearia.

Bio Sant’Anna nasce nel 1959, costruita intorno ad una grande famiglia che da tre generazioni tramanda la passione e la conoscenza degli animali allevati nel pieno rispetto del loro benessere per arrivare ad ottenere un Parmigiano Reggiano di grande qualità. La filiera –  a conduzione familiare – è dal 1997 in biologico, con tutta la filiera controllata e certificata da Suolo e Salute.

Oltrebio nasce con l’obiettivo di ottenere una filiera che vada oltre il biologico, che sia sostenibile dal punto di vista ambientale dall’allevamento al caseificio e che assicuri elevati standard di benessere animale. Il progetto, così, unisce la collaborazione con il Centro Interdipartimentale per il Packaging (CIPACK) dell’Università di Parma, che provvede a studiare l’impatto ambientale negli allevamenti e nel caseificio, valutando le emissioni di gas serra e il consumo idrico, e il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) di Reggio Emilia, che valuta la salute degli animali e il loro stato di benessere: non è sufficiente avere delle vacche in salute, ma esse devono vivere la loro vita nelle migliori condizioni, senza stress.

Oltrebio rappresenta per noi il futuro dell’azienda verso una produzione rispettosa dell’ambiente e degli animali” è quello che afferma Davide Cremonini, uno dei soci della casearia bolognese Bio Sant’Anna.

Fonte: https://www.ruminantia.it/bio-santanna-e-oltrebio-filiera-etica-del-parmigiano-reggiano-biologico/

Allarme Coronavirus e le ripercussioni sul settore agroalimentare

Allarme Coronavirus e le ripercussioni sul settore agroalimentare

Da oltre una settimana l’Italia sta facendo i conti con il Covid-19, conosciuto anche come Coronavirus. La grande preoccupazione non è solo per la salute pubblica ma anche per l’economia, e in special modo per il made in Italy e quindi anche per l’export dell’agroalimentare.

Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, alla Conferenza Stato-Regioni, per far fronte al problema “Coronavirus”, ha promulgato il decreto ministeriale con cui si autorizzano le imprese agricole a ricevere un’anticipazione sulle somme dovute nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla Pac per l’anno 2020.

“Le aziende agricole continuano a lavorare e ad assicurare la produzione di beni alimentari”. Ma “le difficoltà non mancano e occorre risolvere i problemi che limitano l’attività delle strutture produttive nella cosiddetta zona rossa. Venendo alla situazione dei territori soggetti a restrizioni e blocchi, segnaliamo che i problemi maggiori riguardano il lavoro, per le difficoltà di accesso e di uscita, la logistica e i trasporti”.

Cia agricoltori italiani ha dichiarato che nella zona rossa fra Lombardia e Veneto la situazione è sotto controllo, le 500 aziende agricole presenti in quella zona continuano la loro attività, ovviamente preoccupa questo allarmismo ingiustificato che rischia di danneggiare pesantemente le imprese e le vendite.

L’emergenza coronavirus ha frenato anche il mercato estero, registrando nel mese di gennaio -11,9% delle esportazioni made in Italy. Ma quello che inquieta maggiormente, spiega Coldiretti, sono le speculazioni in atto sui prodotti agroalimentati made in Italy in alcuni paesi dove sono richieste certificazioni sanitarie su merci come la frutta e la verdura provenienti dall’Italia.

Per questo motivo, il ministro Bellanova ha sollecitato un intervento della Commissione Europea, sottolineando l’impegno “a tutti i livelli per scongiurare il blocco delle esportazioni di prodotti italiani. Una forma di pratica sleale che va condannata e che deve essere immediatamente fermata. Per questo, d’intesa con gli assessori regionali all’Agricoltura, chiediamo al presidente Conte e al ministro Speranza di sensibilizzare specificamente la Commissione europea alla Salute sollecitando un intervento per affermare che non sono legittime e tollerabili richieste di certificazione aggiuntive per i prodotti italiani, poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi”.

“So bene – ha continuato – quanto questo sia un momento delicatissimo che necessita del massimo della condivisione e dello scambio di informazioni per essere affrontato adeguatamente. Abbiamo da affrontare criticità specifiche, salvaguardando imprese e reddito dei lavoratori, e difficoltà che arrivano da alcuni paesi europei. La minaccia di blocco alle frontiere sta ad esempio spingendo la manodopera stagionale estera a rientrare nei paesi di origine, con evidente penalizzazione per il nostro settore e le nostre aziende. E così alcune catene della grande distribuzione europea che, strumentalmente, chiedono garanzie sulla sicurezza degli alimenti provenienti dall’Italia per cui, a partire dall’emergenza, molti prodotti made in Italy agroalimentare sono bloccati mentre si registrano nel contempo anche speculazioni sui prezzi dei generi alimentari e delle materie prime. Per questo è necessario che le informazioni giungano corrette e tempestive: a noi per intervenire adeguatamente, ai cittadini e ai consumatori per garantire trasparenza, correttezza, sicurezza”.

Fonte: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2020/02/27/agricoltura-effetto-coronavirus/65976?utm_campaign=newsletter&utm_medium=email&utm_source=kANSettimanale&utm_term=710&utm_content=3649&refnlagn=title

https://www.qualivita.it/news/lexport-alimentare-e-a-rischio/

Workshop “Mensa in Bio – L’impatto sociale, sanitario e organizzativo”

Workshop “Mensa in Bio – L’impatto sociale, sanitario e organizzativo”

Quello che mangiamo da piccoli si ripercuote poi nel tempo crescendo: tra gli scopi della nutrizione pediatrica c’è quello di prevenire le malattie che potrebbero presentarsi in età adulta.

Ma l’alimentazione in età infantile è davvero controllata?

“Pesticides in the Diets of Infants and Children” è un rapporto americano del 1993 nel quale è indicato che i residui pesticidi tollerati negli alimenti erano, e lo sono ancora, calcolati in conformità a un adulto medio di 60 kg, senza considerare l’età e le caratteristiche dei bambini, che in proporzione al peso corporeo assumono molto più cibo di un adulto e sono soggetti a un maggior rischio di accumulo di contaminanti tossici.

L’UE ha stabilito che gli alimenti destinati alla dieta dei bambini devono contenere un limite di residui di tutti gli antiparassitari, circa lo 0,01 mg/kg, oltre a vietare proprio l’utilizzo di determinate sostanze nei prodotti agricoli destinati alla produzione di questi alimenti. Ma dagli ultimi dati ufficiali sui prodotti presenti sul mercato italiano, infatti, dicono che il 63,9% dei campioni di frutta, il 36,1% degli ortaggi, il 22,7% degli alimenti trasformati e il 24,1% dei prodotti di origine animale presentavano residui oltre il limite di sicurezza.

Ecco perché l’alimentazione dei bambini dovrebbe orientarsi verso i prodotti biologici, primo perché contengono eventuali residui sotto la soglia dello 0,01 mg/kg e poi per tutto quello che apportano le coltivazioni bio in termini di esternalità positive a livello ambientale e socio economico.

Nelle mense scolastiche, con il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione del 2011, è stato imposto l’obbligo di utilizzare prodotti di origine biologica almeno:

  • il 40% (in peso) di frutta, ortaggi, legumi, cereali, pane e prodotti da forno, pasta, riso, farina, patate, polenta, trasformati del pomodoro, formaggio, latte UHT, yogurt, uova, olio extravergine;
  • il 15% in peso di carne;
  • il 20% in peso di pesce.

Al Piano d’azione del 2011, si aggiunge il decreto legge 24 aprile 2017 n.50 che vuole “promuovere il consumo di prodotti biologici e sostenibili per l’ambiente”, istituendo il Fondo per le mense scolastiche biologiche e mette a disposizione 10 mila euro annui (5 milioni per quest’anno) per chi utilizza prodotti biologici:

  • Almeno il 70% di frutta, ortaggi, legumi, trasformati di origine vegetale, pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine;
  • Il 100% di uova, yogurt e succhi di frutta;
  • Almeno il 30% degli altri prodotti lattiero-caseari, della carne e del pesce da acquacoltura.

Nel 2018, aderendo al bando del decreto legge 2017, hanno ottenuto contribuiti i comuni dell’Emilia-Romagna con circa 3,6 milioni di euro, la Toscana con 1,4 milioni di euro e la Lombardia con 1,3 milioni di euro.

Per approfondire il discorso del biologico nelle mense scolastiche, il consorzio European Organic Partner ha organizzato il workshop “Mensa in Bio – L’impatto sociale, sanitario e organizzativo”. Si terrà il 28 febbraio a Bologna, presso FICO. L’evento è rivolto in particolare ad amministrazioni pubbliche, aziende sanitarie locali, comitati mensa, imprese del food service, tecnologi alimentari, dietisti, operatori della sanità, imprese e organi d’informazione.

Fonte: https://ilfattoalimentare.it/mense-biologiche-workshop.html