Suolo e Salute

Mese: Agosto 2015

IFOAM – ORGANICS INTERNATIONAL ADERISCE AL GLOBAL 100% RINNOVABILI

fonti-rinnovabili-agricoltura biologicaL’ Agricoltura Biologica è intrinsecamente associata all’uso di risorse energetiche rinnovabili. La promozione dell’energia antinucleare e rinnovabile può essere derivata e promossa dai principi cardine dell’ecologia e della difesa dell’ambiente. L’eliminazione della dipendenza dalle risorse non rinnovabili è stata identificata come un obiettivo auspicabile per sistemi biologici che vogliono alimentarsi in modo sostenibile.

IFOAM – Organics International ha recentemente aderito alla Campagna RE 100% globale, la prima iniziativa mondiale che sostiene il 100% di energie rinnovabili. Questa campagna  si basa su progetti già in atto a livello nazionale, regionale e locale e guidano il percorso globale sulle energie rinnovabili verso 100% RE come il nuovo status quo. L’iniziativa è stata lanciata lo scorso anno insieme con organizzazioni come il Consiglio World Future, ICLEI e il Sierra Club.

IFOAM  sostiene pertanto tra i suoi membri e nella comunità agricola lo sviluppo di stili di vita locali specifici che si basano su fonti di energie rinnovabili. “Chiediamo ai nostri membri di adottare i nostri orientamenti sulle migliori pratiche e trasformare il consumo di energia all’interno delle loro attività verso le energie rinnovabili.”: questo è il comandamento fondamentale che ispira questa nuova rivoluzione green.

Gli agricoltori in grado di generare il proprio potere dal vento, con generatori eolici di piccole dimensioni, che vanno da 400 watt a 40 kilowatt o più, risultano essere in grado di soddisfare le esigenze di un’intera azienda agricola o possono essere destinati per specifiche applicazioni e necessità contingenti.

I collettori solari possono essere utilizzati per le colture secche e case calde, locali di stabulazione e serre. Scaldacqua solari in grado di fornire acqua calda per le operazioni di pulizia di liquidi alimentari. Il fotovoltaico (pannelli solari elettrici) è in grado di alimentare le operazioni agricole e pompe per l’acqua a distanza, le luci, e le recinzioni elettrificate. Edifici e fienili possono essere rinnovati per catturare la luce naturale, invece di usare luci elettriche. L’energia solare è spesso meno costosa di estendere le linee elettriche. Sia le colture di essiccazione, il riscaldamento degli edifici, o l’alimentazione di una pompa d’acqua con il sole può rendere l’azienda più efficiente energicamente e migliorare il suo impatto ambientale.

I surplus di energia dei centri di produzione sono in grado di fornire abitazioni e aziende nelle vicinanze attraverso un ‘mini-grid’ che in futuro potrebbe collegarsi alla rete elettrica nazionale,; questo è necessario quanto auspicabile. Questo potrebbe essere un modello per l’evoluzione naturale di connettività e condivisione dell’energia e delle possibilità di sviluppo sociale ed economico. Per lo meno, tali aziende alimentari ed energetiche integrate garantiranno da un lato la sicurezza alimentare e dall’altro la possibilità di tagliare le proprie emissioni di CO2 .

Progetti di energia rinnovabile nelle aziende agricole sono una win-win per gli agricoltori e per l’ambiente. I governi nazionali, locali e regionali devono sfatare i miti sulle energie rinnovabili, dimostrando che il 100% RE ( un po’ come ha annunciato la Danimarca per la produzione Bio 100% entro il 2020 )- e, naturalmente, lo stretto collegamento con l’efficienza energetica e la conservazione del surplus – per il mondo, è tecnicamente fattibile, economicamente un vantaggio e socialmente, un percorso migliore. Perché ciò accada, incentivi e programmi dovrebbero essere adattati in modo che i vantaggi derivanti dall’energia rinnovabile siano a beneficio di famiglie di agricoltori e delle comunità rurali, salvaguardando il suolo, l’acqua, e la biodiversità, avendo come priorità l’efficienza e il risparmio energetico.

Seconda Conferenza Internazionale dei sistemi di produzione di riso biologico

risaieLa conferenza è rivolta a tutti coloro che si occupano di riso: produttori, ricercatori, studenti e docenti, ma anche a tutte le organizzazioni di categoria, alle associazioni dei vari settori, dal commercio al consumo, agli enti territoriali, alle autorità locali. Il comitato organizzatore si augura che la conferenza possa rappresentare un momento importante di incontro, di scambio di conoscenze e di approfondimento delle tematiche che riguardano il mondo del riso biologico, dell’alimentazione e della qualità della vita. Benvenuti alla prossima conferenza che inizierà l’1 settembre ad EXPO Milano, Parco della Biodiversità Auditorium “IL CENTRO DELLA TERRA” e proseguirà in Lomellina (Pavia) fino al 4 settembre 2015.

Il Convegno si realizza sotto la guida del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, delle Unità di ricerca per l’innovazione dell’INRA (Istituto Nazionale Francese per la Ricerca in Agricoltura), CIRAD, di Montpellier e si avvarrà della collaborazione di FederBio, della Regione Lombardia e della Provincia di Pavia.

I lavori della Conferenza, iniziano all’Auditorium del Parco Biodiversità in EXPO 2015 il giorno 1 settembre 2015alle ore 14.30.

Il giorno successivo si  prosegue con le Sessioni Scientifiche in Lomellina (PV) a Mezzana Bigli (PV) in Chateau Form nei giorni 2 -3-4 settembre 2015

In rappresentanza del Comitato Organizzatore
Stefano Bocchi

Obiettivi

Il principale obiettivo della conferenza è stimolare lo scambio di informazioni e conoscenze fra ricercatori, produttori e i numerosi componenti del mondo della risicoltura biologica. Con questo scambio culturale e scientifico, focalizzato sulla produzione e consumo del riso biologico nelle diverse regioni del mondo, si vorrebbero raggiungere i seguenti obiettivi:

  1. Stabilire uno stato dell’arte delle conoscenze e competenze scientifiche e operative sul funzionamento della produzione di sistemi risicoli biologici, del loro rapporto con l’ambiente, il paesaggio, le tradizioni e le risorse naturali.
  2. Identificare innovazioni su base agro-ecologica che agiscono sullo sviluppo di questi sistemi in diverse regioni del mondo;
  3. Analizzare l’impatto dei sistemi di produzione di riso biologico sulla dieta e sulla salute e il loro contributo alla costruzione dei pilastri dello sviluppo sostenibile;
  4. Analizzare i risultati della attuali politiche pubbliche e fornire linee guida coerenti con le aspettative del settore e della società.

La conoscenza prodotta verrà disseminata attraverso diversi media, così da raggiungere non solo tecnici ed esperti del settore, ma anche consumatori.

Comitato scientifico

  • Jean-Marc BARBIER : Agronomo
    Inra – Montpellier / France
  • Stefano BOCCHI : Agronomo
    University Milan / Italy
  • Sylvestre DELMOTTE : Agronomo
    Inra- Montpellier / France
  • Jean-Claude MOURET : Agronomo
    Inra – Montpellier / France
  • Manuel AGUILAR : Agronomo
    Unità di Ricerca Agronomica / Siviglia, Spagna
  • Barry MAMADOU BILLO : Genetista
    Unità di Ricerca Agronomica / Guinea

 

Comitato organizzatore

  • Stefano Bocchi – Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Milano
  • Paolo Carnemolla – Federbio, Bologna
  • Maria Gabriella Di Cali, Provincia di Pavia, Assessorato Agricoltura
  • Aldo Paravicini, Azienda Cascine Orsine, Pavia
  • Marco Acutis, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Milano
  • Francesca Orlando, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Milano
  • Claudia Sorlini, Comitato Scientifico EXPO 2015
  • Luca Sormani, GAL Lomellina
  • Roberto Spigarolo, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Milano
  • Lucio Cavazzoni – Alce Nero, Monterenzio (BO)
  • Rosalia Caimo Duc – Terre di Lomellina S.A., Candia Lomellina (PV)
  • In collaborazione con Regione Lombardia
  • In collaborazione con Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Milano

 

Fonte:  http://www.orpconference.eu/it/

L’agricoltura biologica salverà l’ambiente. La conferma della ricerca scientifica

Per anni, gli scienziati si sono chiesti se e quanto gli alimenti biologici differissero da quelli provenienti dalle colture tradizionali. In questi ultimi tempi, la ricerca ha iniziato ad affermare con maggior forza non solo i benefici per la salute del consumo di prodotti privi di pesticidi, ma anche i vantaggi per l’ambiente delle coltivazioni sostenibili.

Ecco una serie di studi che confermano queste teorie.

Parassiti e insetti fitofagi possono infestare e distruggere le coltivazioni. Per evitare la perdita dei raccolti, molti agricoltori ricorrono all’uso di pesticidi e diserbanti. Queste sostanze chimiche, però, tendono a migrare, facendosi strada attraverso il terreno, l’aria e l’acqua. Sostanze che sono vietate nei metodi di coltivazione biologica.

Recentemente, gli scienziati hanno cercato di capire quanto e a che velocità i pesticidi riescano a muoversi attraverso l’ambiente. Dati che potrebbero fornire qualche indizio in più sul rischio di esposizione degli animali agli agenti inquinanti.

Ad esempio, un gruppo di ricercatori americani ha esaminato il percorso compiuto da alcuni pesticidi comunemente adoperati nelle aziende agricole della California. Tracce di antiparassitari sono state ritrovate nei tessuti della Pseudacris regilla, un tipo di rana che vive nelle zone della Sierra Nevada. In alcuni casi, gli animali contaminati si trovavano persino a più di 62 miglia (circa 100 km) di distanza dai campi in cui erano stati utilizzati i prodotti chimici.

agricoltura-biologica1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kelly Smalling, autrice principale dello studio ha affermato che è la prima volta che residui di questi composti, tra cui fungicidi, sono stati riscontrati in luoghi così remoti. Tebuconazolo e pyraclostrobin sono stati i 2 composti maggiormente osservati nel tessuto delle rane.

Scoprire che i pesticidi possono contaminare le rane è una cattiva notizia, soprattutto alla luce di un’altra ricerca, condotta in precedenza, che ha evidenziato come l’esposizione a queste sostanze possa causare problemi al sistema immunitario di questi animali. Addirittura potrebbe portare gli esemplari maschi ad assumere alcuni dei tratti femminili, determinando, a lungo andare, un calo drastico della popolazione.

Ma le rane non sono, ovviamente, gli unici animali a rischio a causa dell’uso di sostanze chimiche.

Nel maggio del 2014, ad esempio, alcuni ricercatori decisero di tenere sotto osservazione per quasi un anno 18 alveari, esaminando il grado di esposizione a due pesticidi, vietati nelle aziende biologiche, e gli effetti collegati alla presenza di queste sostanze. I pesticidi erano l’imidacloprid e il clothianidin.

Confrontando gli alveari contaminati con altri liberi dalla presenza di queste due sostanze, gli scienziati hanno scoperto che anche piccole quantità dei due insetticidi possono causare un cambiamento biologico che porta alla morte delle api.

Oltre alle problematiche legate all’uso dei pesticidi chimici, la scienza si è soffermata a indagare gli effetti legati all’uso dei fertilizzanti nei sistemi di coltivazione tradizionali.

Nell’agricoltura biologica, per aiutare la crescita delle piante, non si può far uso di prodotti sintetici: è necessario trovare dei fertilizzanti naturali, come ad esempio i fagioli che, naturalmente, aumentano i livelli di azoto nel terreno. Si tratta di colture che arricchiscono il suolo dei nutrienti necessari alle altre piante per crescere sane e forti.

Avere dell’azoto in forma vegetale, piuttosto che in forma liquida, consente di evitare che questa sostanza scivoli via dal suolo, accumulandosi nelle acque circostanti, dove potrebbe causare un’altra forma di inquinamento. Piante e animali, infatti, hanno bisogno di nutrienti per prosperare, ma quando questi elementi finiscono in grandi quantità in laghi e mari, possono provocare un aumento della proliferazione delle alghe che rischiano di “soffocare” la fauna acquatica. La situazione peggiora in caso di piogge torrenziali.

L’agricoltura biologica ha il vantaggio di ridurre queste forme di inquinamento. Sia perché non utilizza sostanze chimiche, né sotto forma di pesticidi, tantomeno di fertilizzanti, sia perché contribuisce a costruire un tipo di terreno che trattiene maggiormente acqua e sostanze nutritive.

Suoli sani significano piante sane, forti, capaci di resistere alle malattie. Un circolo virtuoso che fa bene all’ambiente, ai raccolti e alla salute dei consumatori.

Fonti:

https://student.societyforscience.org/article/organic-food-starts-prove-its-worth

https://pubs.er.usgs.gov/publication/70047247

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1897/05-622R.1/abstract

http://www.bulletinofinsectology.org/pdfarticles/vol67-2014-125-130lu.pdf

Embargo russo: al via la proroga degli aiuti per gli operatori del settore ortofrutticolo

È scattata ufficialmente lo scorso 8 agosto la proroga degli aiuti contro l’embargo russo per il settore ortofrutticolo.

Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea, modifica il regolamento delegato (UE) n. 1031/2014 e istituisce ulteriori misure di sostegno eccezionali a carattere temporaneo. Le misure, infatti, saranno valide fino al 30 giugno 2016 o ad esaurimento dei quantitativi, per i produttori di alcuni ortofrutticoli freschi.

Secondo il Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, le misure adottate sono “una risposta necessaria che va nella giusta direzione e sulla quale abbiamo lavorato con forza nelle ultime settimane insieme a Spagna e Francia. Tutelare il reddito delle imprese danneggiate è una priorità. La quota di circa 50.000 tonnellate di ritiri ottenuta per il nostro Paese ci consentirà di agire in questa direzione. Alla Commissione chiediamo di continuare il monitoraggio e valutare ulteriori interventi anche sulle altre filiere coinvolte”.

L’embargo sui prodotti alimentari da parte della Russia è già costato all’Italia in 12 mesi circa 240 milioni di euro di mancato export nei prodotti agroalimentari. Se si considerano gli effetti indiretti che riguardano altri prodotti ed altri settori, però, le perdite sono nettamente superiori: la stima arriva infatti a circa 700 milioni di euro.

embargo russo1

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli aiuti contro l’embargo russo consentiranno all’Italia di ritirare complessivamente 46.050 tonnellate di prodotti: 17.550 di mele e pere, 9.250 di pesche e nettarine, 3.300 di agrumi, 15.300 di susine, kiwi e uva da tavola e 650 di ortaggi. A cui si aggiunge anche un ulteriore plafond da 3.000 tonnellate che può essere gestito a livello nazionale.

Nonostante questo, la Copa-Cogeca, l’organizzazione comunitaria dei produttori e delle cooperative agricole della UE, ha indetto per il 7 settembre a Bruxelles una manifestazione di massa per protestare contro la grave situazione del mercato agricolo innescata  dal prolungamento dell’embargo russo.

Pur accogliendo con favore le nuove misure a supporto dei coltivatori UE, la Copa-Cogeca ritiene infatti che si sia ancora lontani dal compensare in modo adeguato le enormi perdite del settore. Come ha sottolineato Albert Jan Maat, presidente di Copa: “L’embargo commerciale da parte della Russia ha decurtato di quasi il 50% (5,5 miliardi di euro) le nostre esportazioni agroalimentari. Accogliamo dunque la proroga degli aiuti, ma  questo non è abbastanza”.

Nel frattempo, il Primo Ministro russo Dmitry Medvedev ha firmato un decreto che estende la lista dei Paesi interessati dalle sanzioni. Ad aggiungersi all’elenco, infatti, saranno anche Albania, Montenegro, Islanda, Liechtenstein e, sotto condizioni speciali, l’Ucraina. Quest’ultima, infatti, sarà interessata dall’embargo alimentare solo se firmerà la parte economica della sua associazione con l’UE.

Dalla prima settimana di agosto, inoltre, le autorità russe hanno iniziato la distruzione della frutta proveniente dai Paesi Occidentali e arrivata attraverso triangolazioni e falsi certificati emessi per aggirare l’embargo.

Fonti:

http://www.freshplaza.it/article/76399/Embargo-russo-operativi-i-nuovi-ritiri-UE-per-il-settore-frutta-e-verdura

L’UE approva il Psr Marche: forte impulso all’agricoltura biologica

La Commissione Europea, con Decisione C(2015) 5345, ha approvato il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Marche: un piano d’azione che prevede la mobilitazione di risorse pubbliche per 538 milioni di euro, di cui 232 che arrivano dal bilancio dell’Unione europea e 306 dal programma di cofinanziamento nazionale.

Particolare attenzione sarà dedicata all’agricoltura biologica, che diventa un elemento rivelante della strategia regionale: 4mila ettari di terra riceveranno un contributo per la conversione alla filosofia bio, che si aggiungeranno ai 38mila ettari che prevedono già questo tipo di coltivazione rispettosa dell’ambiente e della salute umana. In quest’ottica, saranno 650 le aziende agricole a ricevere qualche forma di aiuto per la ristrutturazione e la modernizzazione delle proprie attività, mentre 300 giovani agricoltori saranno ammessi al finanziamento per le proprie startup.

psr marche

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltre al sostegno all’agricoltura biologica, la Regione si è posta ulteriori obiettivi da raggiungere attraverso il Piano, come la gestione sostenibile delle risorse naturali, la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’innovazione, a cui viene destinato l’8% della spesa pubblica prevista nel Psr, e lo sviluppo inclusivo delle zone rurali. Su quest’ultimo punto, l’ente si è prefissato come obiettivo il coinvolgimento del 44% delle persone che vivono in aree rurali, in particolar modo attraverso la diffusione della connessione a banda larga.

Nel suo complesso, il Psr è stato improntato sulla base di sei priorità, definite dall’Unione Europea in un’ottica di sviluppo rurale:

  1. Promozione della conoscenza e dell’innovazione nei settori agricolo e forestale;
  2. Potenziamento della redditività e della competitività delle aziende agricole, attraverso la promozione di tecniche innovative;
  3. Promozione e organizzazione della filiera alimentare, tenendo presente il benessere animale e la gestione dei rischi nel settore;
  4. Preservazione e valorizzazione degli ecosistemi connessi ad agricoltura e silvicoltura;
  5. Incentivazione di un uso efficiente di risorse e paesaggio, con il fine di creare un’economia a basse emissioni di carbonio;
  6. Perseguimento dell’inclusione sociale, della lotta alla povertà e dello sviluppo economico nelle aree rurali.

Sei priorità che la Regione ha declinato in misure, sottomisure e operazioni specifiche, in base al fabbisogno reale emerso dal contesto e dalle esigenze degli operatori del settore dell’agricoltura biologica: organizzazioni di categoria, imprenditori, enti locali, GAL, enti di ricerca, università, etc.

Fonti:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=2391

http://agricoltura.regione.marche.it/Home/AreeGenerali/PoliticadiSviluppoRurale20142020.aspx

http://agricoltura.regione.marche.it/Portals/0/Documenti/ProgrammazionePSR20142020/PSR20142020/PSR_MARCHE_2014_2020_Luglio2015.pdf

Torna a Bolzano Biolife, la Fiera dedicata all’agricoltura biologica

A novembre torna Biolife, la fiera dedicata all’agricoltura e ai prodotti biologici, che ormai da 12 anni continua a raccogliere visitatori da tutta Europa. L’evento, che si terrà a Bolzano dal 19 al 22 novembre prossimi, si svolge in concomitanza con Nutrisan, il Salone delle intolleranze alimentari e della corretta alimentazione, e con la Fiera d’Autunno, un’esposizione di diversi settori merceologici, dall’artigianato, alle tecnologie, fino ad arrivare alle specialità eno-gastronomiche.

Biolife, in particolare, raccoglie 200 tra produttori, agricoltori ed espositori, che interverranno per illustrare le particolarità delle proprie produzioni e il valore del lavoro quotidiano nel settore dell’agricoltura biologica. I principi attraverso cui Biolife sceglie espositori e prodotti sono molto chiari: gusto superiore, alta qualità organolettica, tracciabilità e sicurezza alimentare, tradizione del territorio e rispetto dell’ambiente. Per partecipare alla fiera, è necessario che le imprese incarnino precise caratteristiche: essere di piccola e media dimensione, orientate alla vendita diretta e realizzare prodotti tipici dell’eccellenza regionale italiana.

biolife

 

 

 

 

 

 

 

 

La fiera si dividerà in due settori ben distinti. Innanzitutto, il Food, dove saranno esposti oltre duemila prodotti, tra cui materie prime, farine e riso, formaggi, salumi, condimenti, bevande e vini. L’obiettivo è quello di mostrare a tutti i visitatori “quanto la nostra buona agricoltura sia capace di coniugare le esigenze del gourmet più ricercato e della salute.

L’area Non Food, invece, accoglierà prevalentemente il settore della cosmesi – su cui Biolife ha stilato un preciso protocollo di ammissibilità – e del tessile.

Nell’ultima edizione di Biolife, sono stati circa 50mila i visitatori della fiera, provenienti da diverse regioni italiane, ma anche dall’Austria e dal sud della Germania. Un evento premiato anche dal favore degli intervenuti: Fiera Bolzano ha indetto un’indagine per studiare la soddisfazione del pubblico, che ha risposto positivamente nel 94% dei casi.

Per maggiori informazioni sul programma dell’evento e sulle modalità di partecipazione, è possibile visitare il sito ufficiale della Fiera: www.biolife.it

Fonti:

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/31509/mercati-e-imprese/bolzano-a-novembre-torna-biolife-quattro-le-giornate

http://www.fierabolzano.it/fieraautunno/comunicati-stampa.htm#comu3514

http://www.fierabolzano.it/biolife/