Suolo e Salute

Mese: Dicembre 2020

IL BIOLOGICO E IL BIODINAMICO FANNO BENE ALLA SALUTE

IL BIOLOGICO E IL BIODINAMICO FANNO BENE ALLA SALUTE

A Firenze si è concluso il 36° convegno internazionale di agricoltura biodinamica, l’evento di quest’anno dal titolo “Un’agricoltura di salute. Ricerca, innovazione e formazione per il futuro della terra” ha visto il connubio fra medici e contadini. Nella tre giorni d’incontri nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sono stati esaminati e illustrati i dati relativi agli argomenti:

• Rapporto tra terra, cibo e salute
• Le ultime ricerche sull’alimentazione bio in relazione alla prevenzione del cancro
• I dati epidemiologici e le ricadute dei pesticidi sulla salute

Il presidente di AssoBio Roberto Zanoni ha commentato così le relazioni “Le evidenze scientifiche mostrano che quella dell’agricoltura biologica e biodinamica è una precisa necessità dal punto di vista ambientale e un’eccezionale opportunità da quello economico […] per assicurare un futuro prospero alla filiera e garantire al consumatore un prodotto sano e sicuro, è necessario salvaguardare prima di tutto gli agricoltori mettendoli nelle condizioni di lavorare serenamente ed essere adeguatamente compensati” seguito dal commento di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica “L’Italia è già leader europeo del biologico e biodinamico. Sarebbe folle se il Paese non puntasse su ricerca, formazione e investimenti nel settore più promettente e non sbloccasse subito la legge sul biologico ferma al Senato da due anni”

Fonte: alimentando.info

QUARTO FOCUS BIO BANK: LA GRANDE DISTRIBUZIONE TRAINA LE VENDITE NEL BIOLOGICO

QUARTO FOCUS BIO BANK: LA GRANDE DISTRIBUZIONE TRAINA LE VENDITE NEL BIOLOGICO

I supermercati sono diventati ormai l’elemento trainante per le vendite di prodotti biologici.
Questo dato emerge dal quarto focus di Bio Bank, che sottolinea l’ormai supremazia, con un aumento delle vendite dell’11% della GDO.

Il 47% dei prodotti bio viene venduto nei supermercati, a fronte del 27% registrato nel 2011, e il giro d’affari si aggira intorno ai 2 miliardi euro. Questo dato fa spostare l’ago della bilancia dei negozi specializzati che vedono una flessione dal 45% del mercato 2011 al 21% di quest’anno.

Il ritmo di crescita, anche se non più a doppia cifra, dimostra un trend assolutamente positivo con un +5% nell’anno corrente. I marchi biologici dei distributori sono ormai i protagonisti principali del settore con in ordine COOP, Esselunga e Pam Panorama a contendersi il primato.

Si consolida anche il trend di apertura e chiusura dei negozi specializzati, che vede un -1% con un forte turnover nelle aperture/chiusure su un totale di 1.339 esercizi. In questo settore quasi la metà sono legati a catene, e vediamo uno sviluppo maggiore nelle regioni del nord Italia.

Fonte: ilfattoalimentare.it

IL CAMPIONE CHE AMAVA IL BIOLOGICO

IL CAMPIONE CHE AMAVA IL BIOLOGICO

A pochi giorni dalla scomparsa del ex calciatore Paolo Rossi, vogliamo raccontarvi un suo lato probabilmente meno conosciuto.

Il campione del mondo dell’82, appesi gli scarpini al chiodo, si è avvicinato al mondo del biologico e ha fondato insieme all’avocato Luigi Pelaggi,  sulle colline di Arezzo, l’azienda agricola Poggio Cennina e il Poggio Cennina Resort.

Questo luogo, oltre ad avere una struttura ricettiva agrituristica di “grande charme”, vanta 85 ettari di boschi, viti, ulivi e alberi da frutto. Tutte le coltivazioni sono rigorosamente biologiche e certificate da Suolo e Salute.
Tra i prodotti dell’azienda di “Pablito” Rossi spiccano il vino Borgo Cennina e l’Olio Borgaccio.

Questo è stato il nostro modo per ricordare il campione del mondo che amava il biologico.

IL SUOLO “È UNA RISORSA NON RINNOVABILE” E PER QUESTO DOBBIAMO PRESERVARLO

IL SUOLO “È UNA RISORSA NON RINNOVABILE” E PER QUESTO DOBBIAMO PRESERVARLO

“Il suolo è una risorsa non rinnovabile che va tutelata in tutti i modi possibili. La concimazione organica con digestato è la strada giusta per avere un suolo fertile e resiliente; da un lato, si incrementa la sua dotazione di sostanza organica, dall’altro si combatte la crisi climatica grazie alla CO2 sottratta all’atmosfera e fissata in modo stabile nel suolo. Tutela e rispristino della qualità dei nostri terreni, contrasto ai cambiamenti climatici e produzioni agricole di qualità trovano nella fertilizzazione organica una soluzione dagli effetti positivi rilevanti e di facile applicazione”.

 

Questa dichiarazione di Piero Gattoni, Presidente del CIB, Consorzio Italiano Biogas, racchiude l’appena trascorsa Giornata Mondiale del Suolo. Proprio il fatto che il suolo “è una risorsa non rinnovabile” porta il ragionamento verso una prospettiva di valorizzazione e salvaguardia dei nostri terreni.

 

L’utilizzo del digestato, che ricordiamo è prodotto dalla digestione anaerobica di sottoprodotti effluenti zootecnici e colture di secondo raccolto, è uno strumento assolutamente utile per ridare respiro al suolo. Oltre all’apporto di fosforo, potassio e azoto cede al terreno anche importanti quote di carbonio organico. Questo concime permette al terreno di aumentare la sua fertilità, contrastando così il fenomeno della desertificazione che sta toccando in gran parte il nostro Sud Italia, che porta molti terreni coltivati ad avere una dotazione di sostanza organica inferiore all’1%.

 

Il digestato si sposa bene con l’agricoltura biologica, che da sempre tutela la biodiversità e preserva i terreni e la loro naturale fertilità.

A proposito di questo tema si è espressa Maria Grazia Mammuccini di Federbio:

“Il suolo è una risorsa preziosa. Qui si concentra il 90% della biodiversità del pianeta. Un terreno degradato riduce la sua capacità di mantenere e immagazzinare carbonio, contribuendo a innescare o potenziare minacce globali quali il cambiamento climatico. Uno dei valori fondamentali dell’agricoltura biologica è costituito proprio dalla protezione e dall’incremento della fertilità dei suoli che dipende anzitutto dal contenuto di sostanza organica e dalla sua qualità. Adottare le giuste pratiche agronomiche e garantire il costante reintegro di sostanza organica al terreno, in particolare nelle aziende e nei territori dove è venuto meno l’allevamento degli animali, rende molto interessante l’impiego del digestato “fatto bene”, mantenendo saldi i principi e le regole del biologico. Per questo il Protocollo d’intesa siglato con CIB nel 2018 è importante e ha già consentito di realizzare linee guida per la produzione di digestato conformi ai principi del bio. Adesso occorre che la collaborazione continui per mettere a punto anche ulteriori indicazioni pratiche per la corretta gestione agronomica nell’impiego del digestato attivando anche supporti di formazione e consulenza utili per gli agricoltori bio italiani”.

“Nel celebrare la Giornata Mondiale del Suolo vorrei ribadire che adottare un nuovo paradigma, per produrre di più con meno risorse, non è solo doveroso ma è possibile, come dimostrano le azioni concrete già intraprese dalle aziende del Biogasfattobene®- aggiunge Piero Gattoni – Per questo auspichiamo che anche il quadro normativo favorisca sempre più l’uso agronomico del digestato come fertilizzante organico completo, capace di sostituire quantità sempre crescenti di concimi di sintesi”.
Vi invitiamo a visitare il sito farmingforfuture.it nella sezione dedicata.

Fonte: energiaoltre.it

Foto di truthseeker08 da Pixabay 

IL RILANCIO DEL SISTEMA AGROALIMENTARE PASSA DAL BIOLOGICO

IL RILANCIO DEL SISTEMA AGROALIMENTARE PASSA DAL BIOLOGICO

Sulla scia del Green Deal e della strategia Farm to Fork e Biodiversità, anche l’Italia sta muovendo i suoi passi per favorire sempre di più la sostenibilità ambientale. Le associazioni del biologico hanno proposto 5 emendamenti alla Legge di Bilancio, che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio 2021, per aiutare sempre di più lo sviluppo del biologico e della sostenibilità ambientale.

 

UN SOSTEGNO DI 30 MILIONI PER FAVORIRE LO SVILUPPO DELLE FILIERE AGRICOLE
In linea con le richieste europee di raggiungere il 25% di superficie coltivata a biologico; si richiede un fondo di 30 milioni di euro per il 2021 che sia destinato a favorire lo sviluppo delle filiere agricole biologiche.

 

DIMINUIRE L’ESPOSIZIONE PRENATALE E NEONATALE AI PESTICIDI
Gli ormai conclamati danni all’organismo umano, dovuti ai pesticidi, sono un dato di fatto. Ancora più importante, è cercare di assumere prodotti privi di queste sostanze in gravidanza e nei primi anni di vita, scongiurando così effetti negativi sul neurosviluppo dei bambini, derivanti dai pesticidi.

A tal proposito si richiede di attivare un fondo da destinare alle famiglie con donne in gravidanza, o con bambini al di sotto dei 3 anni, per incentivare l’acquisto di prodotti biologici.

 

APPLICAZIONE DELL’IVA AL 2% PER I PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI BIO, ED ESENZIONE PER QUELLI VENDUTI NEI SERVIZI DI RISTORAZIONE
Un ‘aliquota iva agevolata al 2% che incentivi il consumo di prodotti ortofrutticoli biologici, con un ulteriore azzeramento dell’iva per i prodotti destinati alla ristorazione. Inoltre si richiede di esentare le aziende dai costi di certificazione obbligatoria, utilizzando il credito d’imposta per le imprese biologiche certificate.

 

LUOGHI A TUTELA DEGLI INSETTI IMPOLLINATORI

Gli insetti impollinatori sono i guardiani della biodiversità, ecco perché uno degli emendamenti si pone l’obiettivo di preservarli. La proposta si basa sull’incremento dei fondi destinati alle aree protette, per sviluppare zone attrezzate per la tutale degli insetti impollinatori.

“Oggi più che mai è evidente che gli interventi finalizzati alla ripresa, dopo questa delicata e complicatissima crisi legata all’emergenza sanitaria, economica e ambientale, non possono che passare dalla sostenibilità. Gli emendamenti proposti rappresentano degli incentivi fondamentali per allineare l’Italia al Green Deal europeo e agli obiettivi ambiziosi delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, ovvero incrementare del 25% le superfici coltivate a biologico e ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030. Per favorire la transizione ecologica dell’agricoltura occorrono misure concrete, anche sul piano fiscale. Il rilancio della nostra economia non può prescindere dal rispetto della fertilità dei suoli, dalla tutela della biodiversità e dal contrasto al cambiamento climatico. Chi sceglie di produrre biologico, con ricadute positive sulla salute e sull’ambiente, va supportato con agevolazioni fiscali che compensino in parte i costi maggiori sostenuti”, ha commentato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

Fonte: italiaambiente.it

Foto di manfred Kindlinger da Pixabay

IL NUOVO ORIZZONTE DEL GRANO DURO BIOLOGICO

IL NUOVO ORIZZONTE DEL GRANO DURO BIOLOGICO

Anche nel grano duro bio è arrivato il vento dell’innovazione. Sono stati presentati il 26 novembre scorso i risultati di BIODRUM – “Rafforzamento dei sistemi produttivi del grano duro biologico italiano”, finanziato dal Mipaaf e coordinato dal CREA, con la partecipazione della FIRAB (Fondazione italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) e di diverse imprese del settore. Il progetto ha definito processi innovativi per il sistema cerealicolo biologico, dando maggiore attenzione al produttore al fine di garantirgli un reddito equo e adeguato.

I dati del progetto

 Tra il 2017 e il 2020 diverse aziende si sono unite per raccogliere i dati che hanno portato allo sviluppo di questo studio. Il fine comune era quello di evidenziare le criticità del settore e trovare delle soluzioni adeguate, sottolineando le esigenze del settore, tenendo conto dei vecchi e dei nuovi genotipi selezionati per colture biologiche.

Risultati

  • Individuazione di nuovi genotipi di grano duro (varietà, vecchie popolazioni e miscugli) idonei ai sistemi colturali bio; le nuove varietà di grano duro selezionate dal CREA in Puglia e in Sicilia per la cerealicoltura biologica hanno mostrato rese e qualità superiori alle varietà già esistenti.
  • Messa a punto di “BioDurum_MCA”, per valutare la sostenibilità delle aziende cerealicole biologiche: si tratta di uno strumento informatico, basato sull’integrazione di due software (Excel e DEXi), sviluppato insieme alle aziende del settore, che prende in esame numerosi indicatori di ordine agroambientale, economico e sociale, per poter valutare in modo scientifico i sistemi produttivi già esistenti e le possibili strategie di cambiamento, al fine di selezionare le opzioni più sostenibili.
  • Diffusione di importanti innovazioni nel settore della meccanizzazione (con la sperimentazione presso gli agricoltori della seminatrice “SEMINBIO”, messa a punto e brevettata dal CREA per favorire il controllo delle erbe infestanti) e della agricoltura digitale con nuove tecnologie per la salvaguardia della fertilità del suolo (come la valutazione dello stato di salute delle colture mediante l’utilizzo di droni e il sistema di mappatura dei suoli realizzato attraverso una tecnologia di rilevamento basato sulla conducibilità geoelettrica).
  • Definizione di percorsi agronomici e sistemi colturali ad elevato grado di diversificazione, capaci di sostenere produzioni e qualità e di fornire miglioramenti agroambientali, come gli avvicendamenti con colture emergenti, quali canapa industriale e colture proteaginose (leguminose soprattutto).

Il coordinatore Massimo Palumbo, dirigente di ricerca CREA Cerealicoltura e Colture Industriali, ha commentato così: “Il progetto ci ha permesso di elaborare specifiche indicazioni per rendere sempre più competitiva e sostenibile la cerealicoltura bio, soprattutto al Sud, condividendole e sviluppandole con tutti gli attori della filiera. Tra le innovazioni più rilevanti, vorrei sottolineare quelle riguardanti le scelte varietali, le possibilità offerte dall’agricoltura digitale e gli strumenti per la valutazione oggettiva della sostenibilità delle aziende bio”.

 

Fonte: crea.gov.it