I numeri e le caratteristiche della nosta certificazione per la BIOCOSMESI
Biocosmesi Suolo e Salute – Biologico, anche sulla pelle
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Rinunciare alla pasta è una follia! Grazie ad uno studio degli esperti di dietapersonalizzata.it, lo si può affermare con certezza. Questa affermazione però è soggetta ad alcune specifiche, innanzitutto stiamo parlando di grano italiano e biologico. Le coltivazioni italiane di questo tipo sono in assoluto le migliori perché non presentano tracce di glifosato e prediligono processi di lavorazione votate al mantenimento dei nutrienti essenziali per la nostra dieta mediterranea.
Il grano è presente sin dagli albori dell’evoluzione umana ed è un caposaldo della nostra dieta. L’utilizzo di questo alimento è precedente persino agli egizi, e l’apporto nutritivo secondo l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) varia tra il 40 e il 60% delle kcal quotidiane. Il frumento, in particolare, è una delle fonti di glucosio essenziale per le nostre cellule. La pasta, il pane e gli altri derivati permettono al nostro corpo d’immagazzinare energie essenziali nello svolgimento dei nostri compiti giornalieri senza cedere alla stanchezza.
Da non dimenticare che quest’alimento è:
Nell’agricoltura italiana è assolutamente vietato l’utilizzo di antiparassitari nocivi per l’ambiente nelle ultime settimane prima della raccolta, e nell’agricoltura biologica il processo è completamente privo di sostanze dannose per l’ambiente e per la coltivazione.
L’Italia è un faro di sviluppo e mantenimento di cereali di qualità in generale, ed è leader per la produzione di grano biologico, con cui viene prodotta la migliore pasta apprezzata in tutto il mondo.
Fonte: h24 notizie
Foto di Divily da Pixabay
Si è da poco conclusa la 50ᵃ edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna, la fiera leader mondiale per il business della cosmetica e della bellezza.
L’edizione di quest’anno, che si è tenuta dal 17 al 20 marzo 2017, ha confermato la natura internazionale dell’evento, con le sue diramazioni in Asia e Nord America.
Rispetto all’edizione dello scorso anno, la fiera del 2017 ha registrato un più 16% di operatori stranieri.
Oltre 250 mila persone, provenienti da 150 Paesi, hanno visitato l’esposizione. 2.677 le aziende espositrici provenienti da 69 Paesi.29 collettive: Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, California, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Israele, Indonesia, Marocco, Olanda, Pakistan, Perù, Polonia, Spagna, Stati Uniti, Taiwan, Turchia, Ungheria e, per la prima volta, Argentina, Cile, Giappone, Lettonia ed Emirati Arabi Uniti/Dubai.
Un successo preannunciato, per un settore che nel 2016 ha confermato un trend di crescita, con un fatturato globale pari a 10,5 miliardi di euro (+3%).
Tra i prodotti presenti nei padiglioni espositivi della fiera, una menzione particolare deve essere fatta per i cosmetici naturali e vegani (cruelty-free, gluten-free e preservative-free).
Le aziende operanti nel settore della bio-cosmesi erano riunite nel padiglione 21N della Fiera Cosmoprof.Un’area espositiva ricca di novità che ha attratto tantissimi visitatori.
Tra gli espositori, anche NATRUE, l’Associazione Internazionale per la Cosmesi Naturale e Biologica con sede a Bruxelles, che detta i principali standard per la certificazione di cosmetici bio. Con quasi 50 associate in 30 nazioni, NATRUE festeggia quest’anno il suo decimo anniversario. Anni di attività che hanno consentito all’azienda di arrivare ad assegnare il proprio marchio a 230 brand. Per un totale di 4.800 prodotti.
Un settore sempre più ricercato, quello della cosmesi bio certificata, in cui i prodotti devono rispettare elevati standard produttivi. Derivati di origine petrolifera, paraffine, siliconi, formaldeide e parabeni sono qui completamente banditi. Questi ingredienti, molto comuni nei cosmetici tradizionali presenti in commercio, vengono sostituiti con derivati vegetali, provenienti da agricoltura biologica.
La certificazione aiuta il consumatore a riconoscere prodotti realizzati veramente con ingredienti naturali. Si tratta di uno standard chiaro, condiviso a livello internazionale che fornisce una garanzia sulla qualità del cosmetico che si sta acquistando.
In una fiera generalista qual è Cosmoprof, il comparto bio risulta essere ancora un mercato di nicchia. Eppure, il cambiamento inizia ad avvertirsi anche qui, con visitatori sempre più attenti e informati.
Fonti:
http://www.greenplanet.net/pi%C3%B9-spazio-alla-bio-cosmesi-al-cosmoprof-di-bologna
Venerdì 17 marzo, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto attuativo che reintroduce l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento nelle etichette. A renderlo noto, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
L’obbligo era stato già sancito dalla legge italiana. Era stato però abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare. Oggiviene reintrodotto per “garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute”.
Oltre a prevedere il reinserimento dello stabilimento di produzione in etichetta, la norma affida il controllo e l’applicazione di eventuali sanzioni all’Ispettorato repressione frodi (Icqrf). Le aziende avranno 180 giorni di tempo per smaltire le etichette già stampate, e comunque fino a esaurimento dei prodotti già etichettati e immessi sul mercato prima dell’entrata in vigore del provvedimento.
Secondo il Ministro Martina, il decreto è solo una delle strategie messe in campo per assicurare la massima informazione ai cittadini sugli alimenti consumati. E offre, inoltre,una risposta concreta a quelle aziende che hanno continuato a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle proprie etichette. Malgrado la caduta dell’obbligo.
«Il nostro lavoro non si ferma qui», afferma Martina. «Porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l’etichettatura sia sempre più completa. La valorizzazione della distintività del nostro modello agroalimentare passa anche da qui».
Lo schema di decreto dovrà ora essere inviato alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato per i pareri.
Nettamente opposta la reazione di Federalimentare (Federazione Italiana dell’Industria alimentare), secondo cui il provvedimento sarebbe “un grosso passo indietro”, penalizzante per produttori e consumatori italiani.
Queste le parole di Luigi Scordamaglia, presidente della Federazione: «Come sosteniamo da sempre queste battaglie di trasparenza più che legittime vanno vinte a Bruxelles, altrimenti un qualsiasi imprenditore tedesco o francese con una semplice ragione sociale a qualsiasi titolo nel nostro paese può spacciarsi per italiano (senza obbligo di indicare la sede di produzione) con gravi danni per tutto il nostro sistema».
Secondo Scordamaglia, il provvedimento non garantirebbe alcuna tutela contro i prodotti alimentari fabbricati fuori Italia e introdotti sul nostro mercato, essendo una legge esclusivamente nazionale e non valida a livello comunitario. «Ancora una volta– conclude –assistiamoa scorciatoie nazionali che finiscono con l’assecondare l’operato di una commissione europea pavida e inadempiente e responsabile della frammentazione del mercato unico».
Fonti:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11082
Il 19 dicembre, il Consiglio europeo ha adottato in prima battuta una conclusione riguardo i controlli ufficiali nella filiera agroalimentare. Nel provvedimento è stata inserita una revisione delle regole sui controlli nel settore.
La conclusione è basata sul compromesso raggiunto dal Consiglio con i parlamentari europei nel giugno 2016. L’adozione definitiva dovrà avvenire nell’ambito della prossima sessione plenaria del Parlamento Europeo.
L’obiettivo delle nuove regole è di migliorare i controlli effettuati sulla filiera agroalimentare dai singoli Stati membri dell’Unione. Si intende unificare le procedure, in modo da garantire l’applicazione della legislazione comunitaria su:
Sicurezza alimentare
Sicurezza dei mangimi
Benessere e salute degli animali
Salute delle piante
Prodotti per la protezione delle piante
La nuova norma sarà inoltre applicata agli organismi geneticamente modificati (OGM), nell’ambito della produzione alimentare e di mangimi, dell’agricoltura biologica, le denominazioni di origine (DOP) e le indicazioni di provenienza (IGP).
In aggiunta, saranno coperte dalla nuova legislazione anche gli standard per il marketing dei prodotti agricoli, in riferimento a possibili pratiche fraudolente.
“Le nuove regole ci aiuteranno a combattere le frodi alimentari e gli scandali, in modo tale da migliorare la fiducia dei consumatori”, ha dichiarato Gabriela Matečná, ministero dell’Agricoltura della Repubblica Slovacca e presidente del Consiglio Europeo. “Abbiamo inserito standard di trasparenza elevati e controlli più stringenti, per aumentare l’efficacia dei controlli. Vogliamo che i nostri concittadini abbiano fiducia nel regime dei controlli e siano rassicurati sulla qualità di ciò che mettono nel piatto”.
Sono in particolare 4 le novità auspicate nella conclusione del consiglio.
La norma, una volta approvata, introdurrà un sistema di regole uniche da applicare alla filiera agroalimentare comunitaria. Per la prima volta vengono indicate chiaramente anche delle protezioni specifiche per la salute delle piante.
Le autorità preposte dagli Stati membri per i controlli potranno adottare strumenti rafforzati per prevenire le frodi alimentari. Per esempio, potranno essere effettuati controlli ufficiali senza preavviso e sarà possibile imporre ammende finanziarie per i contravventori.
Protezione per i whistle blowers, coloro che, lavorando all’interno di un’organizzazione o di un’impresa, ne segnalano potenziali o effettive violazioni dei regolamenti. I soggetti saranno protetti da eventuali ritorsioni, discriminazioni o trattamenti ingiusti.
Le autorità che attuano i controlli sulla filiera agroalimentare dovranno adottare delle policy di trasparenza potenziate riguardo il tipo, il numero e i risultati dei controlli che portano avanti. Dovranno inoltre rendere chiare le proprie procedure di finanziamento.
FONTI:
Il 30 marzo 2016, è stata approvata in prima lettura la proposta di legge per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti, a tutela del Made in Italy.
Le disposizioni più rilevanti della proposta di legge disciplinano, rispettivamente, l’introduzione di sistemi di tracciabilità mediante l’uso di codici non replicabili e la previsione di contributi per l’introduzione dei medesimi sistemi.
Il testo è stato presentato nel luglio del 2014, con l’obiettivo di garantire il diritto all’informazione dei consumatori e tutelarne gli interessi.
Come si legge nel testo: “Il Made in Italy rappresenta non solo un marchio conosciuto nel mondo, ma anche un tessuto produttivo di altissima qualità, a vari livelli e nei settori più differenti, caratterizzato da ingegno, lavoro e capacità di produrre ricchezza. La contraffazione del Made in Italy si sta diffondendo sempre più, creando danni gravissimi alla nostra economia in un momento di crisi profonda e perdurante, nonché rischi diretti per la salute e la sicurezza dei consumatori”.
Da qui, l’esigenza di creare una certificazione digitale del prodotto, che consenta di tracciare l’intera filiera della sua produzione e distribuzione, garantendo l’autenticità del Made in Italy.
Le informazioni sui prodotti (qualità e provenienza dei componenti, materie prime, fasi di lavorazione delle merci e dei prodotti intermedi e finiti) saranno collegate a un codice identificativo non replicabile, scritto in un chip RFID (Radio Frequency Identification), o in un barcode.
Il codice sarà rilasciato al produttore da soggetti certificatori autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico. I certificatori dovranno rispondere a una serie di requisiti che saranno definiti in un Decreto apposito del Mise. Lo stesso conterrà anche le modalità di azione e le sanzioni che seguiranno a comportamenti fraudolenti.
Le modalità tecniche di emissione dei codici, chip RFID e codici a barre, saranno definite dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).
“L’emendamento approvato quest’oggi – dichiara il deputato di Scelta Civica, Ivan Catalano – introduce la certificazione digitale del prodotto, permettendo così alle nostre aziende di tracciare l’intera filiera del Made in Italy e di certificare i prodotti realmente realizzati in Italia. In questo modo, sarà possibile verificare l’autenticità e rendere trasparente l’intera filiera di produzione, anche prevenendo fenomeni di contraffazione, mediante l’associazione ai prodotti di un codice verificabile online, ottimizzato per il sistema mobile e le sue future evoluzioni. Il tutto vigilato dall’Agenzia per l’Italia digitale”.
La proposta di Legge approvata alla Camera a vasta maggioranza dovrà ora essere sottoposta al giudizio del Senato.
Fonti:
http://www.camera.it/leg17/522?tema=sistema_di_tracciabilit__dei_prodotti_a_tutela_del_consumatore