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PRODOTTI A DENOMINAZIONE PROTETTA, LA UE NE RAFFORZA LA PROTEZIONE

PRODOTTI A DENOMINAZIONE PROTETTA, LA UE NE RAFFORZA LA PROTEZIONE

Via libera da parte dell’EuroParlamento al nuovo regolamento sulle indicazioni geografiche. Diventa più difficile emulare le nostre produzioni di qualità all’interno dei confini dell’Unione

Stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp, come nel caso del Prošek, il vino croato che evoca il Prosecco italiano.

Via libera da Strasburgo

L’EuroParlamento ha dato infatti il via libera definitiva alla riforma delle normative sulle Indicazioni Geografiche (IG) per il vino, le bevande alcoliche e i prodotti agricoli. Il nuovo regolamento è passato con 520 voti favorevoli, 19 contrari e 64 astensioni e contiene anche misure per proteggere le Indicazioni Geografiche online e conferire maggiori poteri ai produttori semplificando il processo di registrazione delle IG.

Tutelare la qualità e il reddito degli agricoltori

Dopo quasi tre anni di negoziato si avvia così alla conclusione il percorso di riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche. Al più tardi in aprile e dopo il passaggio in Consiglio Agrifish, verrà pubblicato il regolamento che disciplinerà tutte le produzioni di qualità a livello europeo. Sarà quindi obbligatorio indicare il nome del produttore sull’etichetta di una Denominazione di Origine Protetta (Dop) o di una Indicazione Geografica Protetta (Igp), al fine di garantire la massima trasparenza ai consumatori. “L’obiettivo del nuovo regolamento – ha commentato il Ministro Francesco Lollobrigida è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione».

Secondo Paolo De Castro, ex Ministro e relatore del provvedimento, «è una risposta alle domande degli agricoltori riguardo alla tutela dei prezzi dei loro prodotti».

PESTICIDI, ADDIO ALL’OBIETTIVO DEL DIMEZZAMENTO

PESTICIDI, ADDIO ALL’OBIETTIVO DEL DIMEZZAMENTO

Ursula von der Leyen annuncia il ritiro del regolamento Sur. Il Pesticide action network: «è una giornata nera per la biodiversità e la salute di agricoltori e consumatori»

è un duro colpo al Green Deal e alla strategia Farm to Fork quello che si è registrato il 6 febbraio. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, per rispondere alle proteste che nei giorni precedenti hanno messo a ferro e fuoco Bruxelles, ha annunciato infatti il ritiro del regolamento sull’uso sostenibile (SUR), che puntava a dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030.

Una risposta alle proteste

«La proposta SUR è diventata un simbolo di polarizzazione – ha detto von der Leyen in un discorso all’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo – è stata respinta dal Parlamento europeo e anche in seno al Consiglio non si registrano più progressi. Quindi dobbiamo fare qualcosa».

Von der Leyen ha suggerito che la Commissione potrebbe elaborare una nuova proposta con maggiori contributi da parte delle parti interessate, dopo settimane di proteste da parte degli agricoltori insoddisfatti delle normative ambientali dell’UE e l’avvio di un “dialogo strategico” con le parti interessate del settore agroalimentare.

«Per andare avanti, è necessario più dialogo e un approccio diverso – ha aggiunto von der Leyen-».

Verso la descalation del Green deal?

Una decisione che ha raccolto reazioni positive da parte del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e da parte delle associazioni di categoria, ma che frustra le ambizioni del mondo del biologico, minacciato ora da una possibile descalation del Green deal.

Plagge (Ifoam organics Eu): «L’obiettivo doveva essere quello di prezzi equi per chi si impegna nella sostenibilità»

Ifoam Organics Europe ricorda infatti che anche migliaia di agricoltori biologici si sono uniti alle proteste in tutta Europa, soprattutto per richiedere prezzi equi sia per i consumatori che per gli agricoltori che adottano pratiche più ecologiche «ma le legittime preoccupazioni sui prezzi sleali e sulla concorrenza non dovrebbero essere fuorvianti contro la protezione della salute e della natura». «Gli agricoltori – spiega Jan Plagge, presidente di IFOAM Organics Europe – che si impegnano nella transizione agroecologica non sono adeguatamente remunerati né dal mercato né dalla Pac e soffrono anche della concorrenza sleale da parte di standard meno ambiziosi, nonostante offrano molti benefici per l’ambiente e la società». «Il Green Deal e la strategia Farm to Fork – continua il presidente – sono politiche critiche e non possono essere incolpate come causa delle difficoltà degli agricoltori, dal momento che la maggior parte delle proposte legali relative all’agricoltura sono state bloccate, respinte o annacquate e finora non hanno avuto alcun impatto sugli agricoltori».

La sezione europea del Pesticide Action Network, un’organizzazione non governativa internazionale dedicata alla riduzione dell’uso di pesticidi, ha definito il 6 febbraio «una giornata nera per la salute e la biodiversità».

TAGLIO DEGLI AGROFARMACI, BRUXELLES DISCRIMINA IL BIO

TAGLIO DEGLI AGROFARMACI, BRUXELLES DISCRIMINA IL BIO

La Commissione Ambiente dell’EuroParlamento vota in favore della bozza di regolamento sugli usi sostenibili. IFOAM Organics Europe mette però in luce le resistenze dei deputati a correggere un indice di rischio che, non tenendo conto dei dosaggi per unità di superficie, finisce per discriminare le sostanze naturali utilizzate dall’agricoltura biologica

La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo vota in favore del taglio degli agrofarmaci in Europa. Dopo le resistenze del Consiglio Ue e le remore della Commissione agricoltura, sempre dell’EuroParlamento (ne avevamo parlato qui), la proposta del regolamento sugli usi sostenibili degli agrofarmaci (Sur) riprende nuovo slancio. Si tratta dello strumento con cui, secondo le intenzioni della Commissione, si dovrebbe realizzare l’obiettivo Farm To Fork del dimezzamento dei prodotti fitosanitari nell’agricoltura Ue entro il 2030.

Trilogo in corso

IFOAM Organics Europe ha accolto con favore un voto che apre nuove prospettive nei negoziati in corso tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue sulla riduzione dei pesticidi.

In una nota stampa l’associazione che mette in rete i movimenti dell’agricoltura biologica europea avverte però che «Occorre ancora correggere l’indicatore fuorviante per misurare l’uso e il rischio dei pesticidi». IFOAM OE aveva infatti messo in guardia riguardo all’utilizzo fuorviante dell’indicatore di rischio HRI 1, che corregge il peso dei diversi prodotti fitosanitari, relativamente al calcolo di riduzione richiesto dalla F2F, in base al loro impatto ecotossicologico.

Il paradosso dell’aceto

Tuttavia il fatto di non avere tenuto conto delle diverse dosi efficaci per unità di superfici produce, secondo un recente studio di IFOAM, effetti paradossali.

In base all’attuale interpretazione dell’indice HRI 1 risulterebbe infatti più sostenibile diminuire l’utilizzo, ed esempio, di una sostanza di base ad effetto erbicida come l’aceto rispetto a diserbanti come glifosate o florasulam.

Eduardo Cuoco, Direttore di IFOAM Organics Europe, ha dichiarato: «Ridurre l’uso di pesticidi sintetici dovrebbe rimanere una priorità per tutti i politici che hanno a cuore la salute degli agricoltori e dei cittadini, la qualità dell’acqua e la protezione della natura». «Per questo il movimento biologico accoglie con favore lo sforzo di Sarah Wiener, relatrice della bozza Sur approvata dalla Commissione Ambiente».

Sostanze naturali discriminate

«È positivo che la maggior parte delle pratiche agronomiche biologiche e delle sostanze naturali siano riconosciute come agenti di biocontrollo, e quindi esentati dal calcolo dell’HRI 1, ma deploriamo che una coalizione di eurodeputati demagogici abbia impedito di raggiungere un compromesso per fissare la proposta Sur con un indicatore affidabile che non porti alla riduzione artificiale e che non discrimini le sostanze naturali». «Per garantire la credibilità della normativa invitiamo gli eurodeputati a correggere tale indicatore nel corso della prossima votazione in assemblea plenaria».

IFOAM ricorda che la metodologia HRI è stata criticata anche dalla Corte dei conti europea e da istituzioni scientifiche come l’UBA (Agenzia tedesca per l’ambiente) per due motivi:

– dà l’impressione che gli Stati membri riducano l’uso di pesticidi quando in realtà non è così,

– dà l’impressione che l’agricoltura biologica sia il problema piuttosto che la soluzione, poiché discrimina le sostanze naturali, che vengono utilizzate a dosaggi maggiori rispetto ai pesticidi sintetici.

DAL GREEN DEAL AL FARMERS DEAL

DAL GREEN DEAL AL FARMERS DEAL

Ripensamento della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sul piano di transizione ecologica lanciato da Bruxelles solo tre anni fa. Obiettivo del 25% di biologico in Europa a rischio?

Nel discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato la settimana scorsa la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dedicato ampio spazio all’impegno di sostenibilità dell’agricoltura.

Il dialogo “strategico”

Preannunciando però un maggiore “dialogo strategico” che porti a un ripensamento del Green Deal.

«Troppe volte gli agricoltori sono stati incolpati del cambiamento climatico, mentre sono i custodi della terra e le prime vittime del cambiamento climatico». Sulle pagine de L’Informatore Agrario Angelo di Mambro, inviato a Bruxelles, riporta l’obiettivo di un nuovo vero Farmers deal annunciato dalla presidente lo scorso 19 settembre in occasione della conferenza del Ppe, Partito popolare europeo sul futuro dell’agricoltura.

Una ricetta con due ingredienti

«Dobbiamo guardare in faccia –  ha detto – le sfide dell’agricoltura, ma per farlo abbiamo bisogno di una cooperazione più stretta con il settore e questo sarà essenziale per la nuova fase del Green Deal». La ricetta della presidente si basa  sull’utilizzo dei dati e delle infrastrutture digitali per aumentare la sostenibilità del settore primario e sulle nuove tecniche di modifica del DNA delle piante, ovvero le NGT, new genomic technique, per «aiutare i giovani a portare innovazione nel settore agricolo».

Un ripensamento che, si spera, non porti al sacrificio degli obiettivi della Farm to Fork Strategy, soprattutto riguardo al 25% di superficie agraria europea biologica da raggiungere entro il 2030.

 

VERTICE MASAF – CORTE DEI CONTI UE SUL BIOLOGICO

VERTICE MASAF – CORTE DEI CONTI UE SUL BIOLOGICO

Il sottosegretario Luigi D’Eramo incontra a Roma Keit Pentus-Rosimannus, membro della Corte dei Conti europea: «Lavoriamo perché Italia resti esempio virtuoso e punto di riferimento in Ue»

Il sottosegretario di Stato al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, ha ricevuto lo scorso lunedì 11 settembre al Masaf, subito dopo la fine di Sana, Keit Pentus-Rosimannus, membro della Corte dei Conti europea.

Una nota diffusa dal ministero informa che l’incontro è stato molto positivo e che ha avuto come focus la realtà del settore biologico italiano, l’esempio virtuoso rappresentato dal nostro Paese e le strategie e gli obiettivi che si è posta l’Italia per continuare ad essere un punto di riferimento di questo comparto in Ue.

I temi affrontati

Molti i punti affrontati, dalla crescita della superficie bio che equivale oggi in Italia al 18,7% dell’intera superficie agricola nazionale e che ci proietta a raggiungere il target europeo del 25% già nel 2027, ai recenti provvedimenti approvati per dare piena attuazione alla legge 9 marzo 2022 n.23, alla campagna di comunicazione Masaf, realizzata da Ismea, presentata nei giorni scorsi per favorire il rilancio dei consumi interni. Si è parlato inoltre del Piano d’azione nazionale arrivato alle battute finali e dell’istituzione del marchio biologico italiano, che, ha ricordato il sottosegretario, sarà «una ulteriore garanzia per i consumatori e contribuirà a suggellare la specificità dei prodotti Made in Italy».

Italia come esempio

«Attualmente, oltre che sull’Italia, ci stiamo focalizzando sulla realtà del settore biologico di altri Stati membri quali Romania, Austria e Polonia – ha evidenziato Pentus-Rosimannus -. Siamo qui oggi per approfondire una delle esperienze di maggior successo nel panorama europeo, un esempio che può essere di aiuto anche per altri paesi».

«Stiamo continuando a lavorare – ha affermato il sottosegretario Masaf – per un’agricoltura di qualità e sostenibile caratterizzata da una incredibile biodiversità e da tipicità uniche che possono aiutare a rilanciare e a mantenere vivi interi territori, contrastando anche lo spopolamento delle aree interne». «Tutto questo si traduce in valore economico, maggiore occupazione e aumento del turismo».

NUOVE BIOTECH IN CAMPO, MA NON NEL BIO

NUOVE BIOTECH IN CAMPO, MA NON NEL BIO

La Commissione Ue ha deciso di sbloccare le Tea, superando l’equiparazione giuridica con gli Ogm. Il nuovo regolamento sulle nuove biotecnologie di precisione dovrebbe essere pubblicato il 5 luglio. Per le Tea, tecnologie di evoluzione assistita, prevista una procedura di autorizzazione alla coltivazione meno penalizzante dell’attuale ma non potranno essere applicate nel biologico

Bruxelles sblocca le Tea ma preserva il biologico. La Commissione ha infatti annunciato la prossima pubblicazione del regolamento sulle Tecnologie di evoluzione assistita (secondo Ansa entro il prossimo 5 luglio, leggi qui l’articolo di Terra e Vita). La registrazione delle nuove varietà ottenute per cisgenesi e genome editing diventa più facile anche in Europa, ma non potranno essere impiegate in agricoltura biologica. Oggi le Tea sono frenate nel vecchio continente dall’equiparazione giuridica con gli ogm decretato dalla sentenza della Corte di Giustizia del 25 giugno 2018. All’indomani della pronuncia dei giudici comunitari, la Commissione aveva annunciato un progetto legislativo per aggiornare la disciplina della Dir. 2001/18 (Novel food), che ha introdotto in Europa il principio di precauzione sulle innovazioni della ricerca.

Cosa c’è scritto nella bozza

La bozza del nuovo regolamento sulle nuove tecniche del genoma (Ngt, anche note come Tea in Italia) dovrebbe essere pubblicata il prossimo 5 luglio. Lo annuncia l’agenzia Ansa che ha potuto prendere visione del documento e che rivela che le Tea non dovrebbero essere soggette allo stesso regime di autorizzazione, valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura degli ogm, ma a una semplice notifica. La nuova regolamentazione sulle piante modificate geneticamente era stata annunciata nel 2020 come parte della Strategia Ue “From Farm to Fork”.

La Novel food rimane in vigore

Nella consultazione della Commissione Ue le associazioni del settore bio avevano manifestato il proprio giudizio negativo sulla riforma, chiedendo invece di continuare ad applicare le regole attuali anche al nuovo biotech.

La bozza del regolamento stabilisce tra l’altro che l’impiego di piante ottenute da nuove tecniche deve essere vietato per il biologico e che le varietà non considerate utili alla sostenibilità, come quelle tolleranti agli erbicidi, siano considerate simili agli ogm tradizionali.