Suolo e Salute

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Il BIOLOGICO CONQUISTA UNA GIORNATA TUTTA SUA

Il BIOLOGICO CONQUISTA UNA GIORNATA TUTTA SUA

Ogni anno ci sarà in settembre la giornata europea per l’Agricoltura Biologica lo vuole Bruxelles, ed è una delle iniziative previste dal Piano d’Azione dell’UE per promuovere e diffondere l’Agricoltura Biologica tra gli Stati membri.

Il 23 settembre e Ad annunciarlo principali europe: Janusz Wojciechowski – Commissario UE all’Agricoltura, Joze Podgoresk – Presidente di turno del Consiglio UE all’Agricoltura, Benoit Ludgen – Europarlamento.

Una novità incoraggiante, in linea con gli obiettivi del Green Deal.  Un riconoscimento che tiene fede alla scelta intrapresa dall’Europa, verso una transizione agroecologica che pone l’Agricoltura Bio, tra i principali strumenti da promuovere e preservare all’interno dell’Unione.

Wojciechowsi: «Vogliamo sostenere la crescita del settore»

«Non mancano paesi in Europa, che si sono distinti per risultati e storie di successo e che incentivano a un investimento nel settore. Italia e Austria, sono tra questi – sottolinea il Commissario europeo.
Per quanto riguarda la vendita dei prodotti biologici: in Italia, ho potuto riscontrare un’organizzazione di grande efficienza.
»

Podgoresk: «Diventerà il momento per fare il punto sul comparto»

La ricorrenza è stata fortemente desiderata da Ifoam Organics Europe, Federazione europea delle associazioni del biologico. In Italia il comparto biologico ha realizzato un incremento del 5,1% delle superfici coltivate, un aumento del 5% dei consumi interni e il +11% di export bio del Made in Italy.

Lutgen: «Uno strumento utile per sostenere la transizione agroecologica dell’agricoltura europea»

«Oltre a rientrare nelle iniziative previste dal Piano d’Azione europeo sul biologico, la data dedicata, intende essere uno degli strumenti che incoraggia ogni Stato membro a inserire misure a supporto dello sviluppo del biologico, nei Piani strategici nazionali» afferma l’eurodeputato belga.

Mammuccini: «Un’ulteriore conferma della fiducia dell’Europa sul biologico»

«Ora chiediamo al Governo più coerenza legislativa a livello nazionale, per il settore – aggiunge la Presidente di FederBio  -, a iniziare dal Piano Strategico nazionale della PAC, per arrivare a un’approvazione celere della legge nazionale sull’agricoltura biologica (Piano d’Azione Nazionale, compreso).»

D’Elia: «Si tratta di un riconoscimento importante»

«Le parole del Commissario UE all’Agricoltura danno merito del ruolo da battistrada che l’Italia ha svolto fino ad oggi in Europa, in questo settore – evidenzia il Direttore generale di Suolo e Salute – uno sviluppo in cui ha pesato anche il sistema di certificazione, che accompagna con competenza la crescita del biologico da ormai trent’anni, e che dà merito a chi ha saputo, con lungimiranza, immaginare un futuro più sostenibile per la nostra agricoltura, prima ancora che il termine “sostenibilità” venisse inventato

D’Elia richiama alla memoria, figure come Francesco Garofalo, pioniere in questo ambito. Docente di fitoiatria dell’Università di Torino che cinquantadue anni fa fondò l’originaria associazione Suolo e Salute. Figura operativa già all’epoca, con la volontà di diffondere un sistema agricolo diverso, in grado di produrre alimenti sani, nel rispetto dell’ambiente.

«L’augurio  – aggiunge D’Elia – è che la Giornata del Biologico divenga, anche nel nostro paese, l’occasione per affrontare con responsabilità il tema della transizione agroecologica. Portando così a un clima più sereno attorno al bio e diffondendo più consapevolezza sulle motivazioni che portano l’UE ad affidarsi a questo metodo di produzione per realizzare gli ambiziosi obiettivi del Green Deal.»

 

Fonte: Terra e Vita

BIODIVERSITÀ E AGRICOLTURA: ALCUNI OPZIONI POLITICHE SUGGERITE DA IFOAM

BIODIVERSITÀ E AGRICOLTURA: ALCUNI OPZIONI POLITICHE SUGGERITE DA IFOAM

IFOAM Organics Europe, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, ha stilato un nuovo rapporto, dal titolo “Agricoltura biologica e biodiversità – Opzioni politiche”.

Il rapporto mette in evidenza quattro obiettivi fondamentali, necessari da perseguire nell’ambito delle politiche che sottendono il comparto biologico.

Primo tra tutti, il rapporto sottolinea: la revisione di evidenze e risultati che riguardano l’impatto che l’agricoltura biologica ha sulla biodiversità europea; un’analisi accurata delle conseguenze di questo tipo di pratiche agricole sull’ambiente; un controllo rispetto alle modalità di utilizzo delle risorse europee a sostegno dell’agricoltura biologica e del pianeta; un pronostico sulle modifiche da apportare alle future politiche della Pac e dell’Ue, in ottica di espansione dell’agricoltura biologica e dei suoi impatti sull’ambiente e la biodiversità.

IFOAM ha premura di trasmettere agli Stati membri, l’importanza di utilizzare a pieno i regimi ecologici e le misure agroambientali presenti nei piani strategici della Pac; ciò al fine di massimizzare il più possibile il lavoro degli agricoltori bio attraverso gli strumenti portati dalla Politica agricola comune.

“In tal senso è necessario esplicitare il più possibile, nei piani strategici della Pac di ciascuno stato, le opportunità e i benefici apportati alla biodiversità da parte delle pratiche di agricoltura biologica”. Questo quanto ha affermato Nick Lampkin, principale autore del rapporto. Continua Lampkin: “la finalità è quella di far comprendere i benefici di un maggior sostegno all’agricoltura biologica, come strumento di politica pubblica fondamentale, per garantire la finalizzazione della prossima PAC verso gli obiettivi fissati da Farm to Fork e Biodiversità.

Misure corrette, sosterrebbero incentivi rilevanti per gli agricoltori convenzionali nel passaggio all’agricoltura biologica e, viceversa, gli agricoltori che già praticano il metodo bio dovrebbero venire ricompensati in modo adeguato per la tipologia di prodotti che producono in totale rispetto della natura e per le esternalità positive, ambientali e socio-economiche, legate allo sviluppo del biologico.

È ormai comprovato infatti, che l’agricoltura biologica, genera un aumento in termini di ricchezza e abbondanza, di specie, all’interno degli habitat rigenerati da questo tipo di agricoltura.

In particolare nelle colture a pieno campo, la biodiversità di specie vegetali migliora dal 20 al 95% e fino al 150% di specie in più, sia all’interno del campo che ai suoi margini.

Diversità microbica del suolo, popolazioni di uccelli e insetti, sono influenzati positivamente dalla gestione biologica del suolo. Nei contesti arabili gli impollinatori aumentano del 30%; innegabile inoltre, risulta la maggiore diversificazione dei prodotti all’interno dei campi coltivati. Persino gli effetti sul paesaggio, rispondono positivamente.

IFOAM raccoglie dunque, in un unico testo, la sommatoria dei benefici a difesa della biodiversità di cui l’agricoltura biologica è portatrice. Il rapporto intende anche fornire suggerimenti ulteriori agli Stati membri, allo scopo di massimizzare i risultati già confermati ed espandere quelli che in qualche modo ci attendiamo si verifichino.

Fonte: Cambia la terra

PIANO D’AZIONE EUROPEO PER IL BIOLOGICO: LE PROSSIME TAPPE, SECONDO COPA E COGECA

PIANO D’AZIONE EUROPEO PER IL BIOLOGICO: LE PROSSIME TAPPE, SECONDO COPA E COGECA

Si intitola: Parere del Copa-Cogeca su “Un piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica, il documento stilato dalle associazioni degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’Unione europea, a posteriori della presentazione nel mese di marzo, del Piano d’Azione europeo per il biologico.

Il testo, che analizza le prossime tappe del Piano suddivise nei tre assi strategici individuati, esprime il punto di vista di Copa e Cogeca, scendendo nel dettaglio di azioni e obiettivi alternativi concretiche non solo tutelino il mondo agricoloma rendano raggiungibile l’obiettivo del 25% di superficie coltivata a bio entro il 2030, presentato all’interno della strategia “Dal produttore al consumatore”.

Tra i punti contemplati dal Piano d’Azione, è presente la questione su come stimolare la domanda e tuttavia garantire la fiducia dei consumatori.

Certamente attraverso una politica di promozione, rispondono Copa e Cogeca, anche al di là della propria quota di mercatoDi promozione dell’agricoltura biologica e del suo logo UEfacendo però attenzione a fare in modo che lo sviluppo del mercato europeoriesca a gestire l’arrivo di una concorrenza in aumento da parte di prodotti extra europei.

La difficoltà di rifornimento di mangimi biologici europei, per quanto riguarda l’allevamentoè un altro nodo cruciale che impedisce la transizioneL’80% di tutti i panelli biologici importati, arriva infatti dalla Cina.

Se vogliamo supportare la conversione dal settore zootecnico convenzionalea quello biologico, vi è la necessità – affermano le associazioni – di aumentare la produzione di mangimi proteici biologici in Europa e di garantirne la qualità. Questo ridurrebbe la dipendenza dell’UE dalle importazioni extracomunitarie oltre a favorire opportunità inedite e interessanti.

Al fine di tutelare la qualitàgli agricoltori devono poter fare affidamento sulle strumentazioni giusteper proteggere le colture e gli stessi raccolti dai cambiamenti ambientali. Sarà dunque necessario, un incremento della ricerca in campo agricolo e dell’innovazione e un continuo aggiornamento in materia di sementi e di tecniche per la protezione delle piante.

Come sviluppare l’acquacoltura biologica, è un altro degli interrogativi a cui cercano di dare risposta le associazioni all’interno dello studio; poiché anche in questo settore, le importazioni di prodotti ittici da paesi extra europei sono molto significative. L’urgenza è quindi quella di ricevereda parte dei legislatoriun sostegno chiaro, destinato ai piscicoltori biologici presenti in Europa.

 

Fonte: Sinab

CONTROLLO, GRUPPI E CERTIFICAZIONE: NUOVO REGOLAMENTO IN MATERIA

CONTROLLO, GRUPPI E CERTIFICAZIONE: NUOVO REGOLAMENTO IN MATERIA

È stato pubblicato il 22 febbraio 2021 il Regolamento 2021/279 che definisce modalità applicative in materia di controllo e certificazione, nel rispetto del Regolamento (UE) 2012/848.

Il nuovo Reg. 2021/279 passa in rassegna le procedure da seguire in ogni specifica fase e la documentazione da presentare nel caso in cui gli operatori decidano di procedere alla segnalazione di una non conformità, causata dal rilevamento di una sostanza non ammessa, ai sensi dell’articolo 28 del Reg. 2018/848 e gli elementi e i risultati attesi dall’indagine ufficiale condotta dagli OdC.

Il Regolamento affronta inoltre il tema dei gruppi di operatori, entrando nel merito della dimensione massima che questi possono assumere. Stabilisce poi l’elenco dei documenti e registrazioni che riguardano il sistema di controlli interni.

Infine, definisce le percentuali minime dei controlli ufficiali e relative al campionamento e fornisce indicazioni per la formulazione di un elenco comune di misure da adottare in caso di non conformità.

Fonte: Sinab

 

PAC: IN ADOZIONE IL 31 MARZO IL PIANO EUROPEO D’AZIONE 21/27

PAC: IN ADOZIONE IL 31 MARZO IL PIANO EUROPEO D’AZIONE 21/27

Verrà adottata ufficialmente il 31 marzo la nuova PAC, comprensiva delle annualità 2021-2027. Fonte della comunicazione la Direzione Generale Agricoltura (DGAGRI), emersa nell’ambito dell’ultima edizione Biofach svoltasi in modalità virtuale.

In termini generali, la Commissione Europea intende estendere i finanziamenti all’intera filiera (non soltanto alle imprese e cooperative agricole come nel precedente modello, seppur salvaguardando queste ultime nella remunerazione) e coinvolgere all’interno del processo ciascun attore della catena alimentare, al fine di assicurare risultati ambientali, economici e sanitari.

In termini specifici, la CE sta valutando la possibilità di adottare a livello europeo alcune buone pratiche già testate e attive in Italia, tra queste: il divieto per un ispettore di controllare la stessa realtà aziendale per più di 3 anni consecutivi; il consenso del ricorso alla deroga per i semi di tipo non biologico, da parte dei vivaisti, al fine della produzione di piantine biologiche; l’eliminazione della possibilità di ricorso alla deroga per le piante/astoni non biologiche.

L’iniziativa mira inoltre a consolidare le azioni verso gli Stati Membri, di modo che all’interno dei piani strategici nazionali di ciascuno di questi, si abbiano ben presenti gli obiettivi del Green Deal per il settore. Complice, alla radice della questione, DGAGRI, che parallelamente intende migliorare le condizioni di lavoro e moltiplicare le opportunità per gli agricoltori biologici, ma anche sostenere al meglio coloro che praticano un’agricoltura convenzionale, ma sono interessati all’avvicinamento al mondo bio.

Confagricoltura dal canto suo, porta avanti – anche all’interno dei documenti prodotti dal COPA COGECA – l’idea che dovrebbe esistere un legame più consistente tra incremento della produzione, mercato e corretta retribuzione degli agricoltori. Evitando quindi di correre il rischio di concentrarsi in primis sull’aumento delle superfici biologiche – come il Green Deal di fatto prevede – perdendo di vista il variare delle proporzioni degli altri aspetti concomitanti.

Fonte: Risoitaliano

IMPORTAZIONE BIO: IL NUOVO DECRETO

IMPORTAZIONE BIO: IL NUOVO DECRETO

Un intervento mirato a chiarire le procedure, quello del 24 febbraio, per risultati il più possibile ineccepibili in materia di importazione bio, di prodotti provenienti da Paesi Terzi.

L’operazione prende avvio nell’ambito di un processo monitorato dal Mipaaf e sollecitato dalla Commissione Europea in occasione dell’ultimo rapporto di audit relativo al settore. La finalità? Perseguire un approccio diffuso, che accomuni tutti gli stati membri, per un dialogo e una messa in opera di affinata precisione sul tema dei controlli all’importazione.

A scandire le nuove modalità contenute nel decreto, due allegati tecnici. Un primo dedicato alla valutazione degli importatori attraverso l’identificazione di cinque fattori di rischio. L’obiettivo è quello di poter misurare la necessità di frequenza dei controlli da effettuare presso gli importatori stessi.

Un secondo, individua quali fattori di rischio rendano determinante un aumento dei campionamenti obbligatori. Decreta inoltre, come conditio sine qua non, i campionamenti di tutti i prodotti bio provenienti dai Paesi Terzi ed appartenenti alle categorie dei prodotti biologici importati, indicate per i controlli addizionali ogni anno, all’interno delle linee guida della Commissione Europea. Tracciabilità e valutazione del rischio quindi, le priorità da verificare.

Tra i fattori di rischio presi in esame, spiccano per necessità di campionamento: tipologie di prodotto particolari e ulteriori Paesi Terzi considerati a rischio e infine, carichi provenienti da un Paese di spedizione differente da quello di origine. Ogni importatore dovrà infine essere sottoposto a un campionamento e successiva analisi di almeno una partita di prodotto biologico importato durante il corso dell’anno.

Un nuovo decreto dunque, a tutela del consumatore, teso a evitare il fenomeno delle triangolazionil’ingresso in Italia di prodotti bio per il tramite di altri stati membri, atti a eludere i controlli imposti dallo stato – e a costituire un esempio di buona prassi a diffusione di un approccio comune per tutti gli stati membri dell’UE.

Fonte: Terraevita