TAGLIO AGLI AGROFARMACI, LE RESISTENZE DEGLI STATI MEMBRI

Il regolamento sugli usi sostenibili degli agrofarmaci è messo in discussione sia dall’EuroParlamento che dal Consiglio Ue. Si allontana l’obiettivo di ridurre del 50% la chimica in agricoltura entro il 2030?

Si chiama regolamento sugli usi sostenibili (Sur) ed è la normativa con la quale la Commissione avrebbe voluto realizzare l’obiettivo Farm to Fork di dimezzare la difesa chimica delle piante entro il 2030.

La bocciatura della proposta originaria

La proposta originaria presentata dall’ex vice presidente della Commissione Frans Timmermans in primavera era stata bocciata dall’EuroParlamento e dal Consiglio Ue. Il confronto tra i tre massimi organi legislativi dell’Unione è ancora in corso, ma dopo il ritorno di Timmermans in Olanda quello che si prospetta è un deciso ammorbidimento del regolamento. La Commissione Agricoltura del Parlamento Ue ha infatti approvato, a inizio ottobre, la posizione che punta a prorogare di cinque anni (dal 2030 al 2035) il termine per raggiungere l’obiettivo di riduzione che non sarebbe più del 50% ma del 35%.

Undici Paesi contro

Ancora più permissiva rischia di diventare la posizione del Consiglio Ue. Una coalizione di 11 paesi dell’Ue ha proposto infatti di eliminare gli obiettivi nazionali nella proposta dell’Ue. La bozza di regolamento messa a punto da Timmermans prevedeva infatti obiettivi differenziati in base alla percentuale di utilizzo degli agrofarmaci dei diversi Stati in modo da far tornare il conto complessivo. Per il l’Italia questo conteggio avrebbe previsto una riduzione ancora più severa, pari al 62%.  L’annullamento di questi target personalizzati allontanerebbe la realizzazione dell’obiettivo di riduzione indicato dalla strategia Farm to Fork. ,

La proposta è stata avanzata da Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia ed è stata presentata lunedì 16 ottobre in una riunione dello specifico gruppo di lavoro.

Cittadini Ue preoccupati

Una posizione che non tiene conto delle preoccupazioni dei cittadini Ue. Da un recente sondaggio IPSOS che ha esaminato le opinioni dei cittadini di 6 paesi dell’Ue è infatti emerso che ben l’81,8% degli intervistati è preoccupato per l’impatto ambientale dell’uso dei pesticidi, mentre il 75,9% è preoccupato per l’impatto dei pesticidi sulla propria salute e su quella della propria famiglia.

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