Suolo e Salute

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Falsi salumi bio: nuova frode scoperta dai NAC

I NAC di Parma, coordinati dal Procuratore della Repubblica Raffaele Guariniello, hanno scoperto una nuova frode nel settore del biologico, individuando una “associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio e collegata a salumi venduti come biologici, ma in realtà provenienti dalla lavorazione di suini allevati in modo convenzionale”.

Una tendenza che sembra in costante crescita, stando a quanto emerge dai dati Coldiretti, secondo cui “dall’inizio della crisi sono aumentate del 150% le frodi nelle carni, che si classificano tra i settori più sensibili”. Solo nei primi nove mesi dell’anno ammontano a 92 milioni di euro i sequestri di carni e derivati, per un business che, sottolinea la confederazione, “ in italia vale 3 miliardi in termini di giro di affari e attira dunque gli appetiti della criminalità contro la qual bisogna stringere le maglie della legislazione con l’obbligo della tracciabilità’ e l’indicazione di origine in etichetta”. Secondo il presidente FederBio Carnemolla “le prime segnalazioni della presenza di certificati falsi risalgono al 2010, quando gli organismi di certificazione coinvolti hanno tempestivamente informato l’ispettorato repressione frodi del Mipaaf, procedendo poi alla denuncia presso il NAC dei carabinieri”. “Dover constatare che ci vogliono più di quattro anni per completare indagini su fatti già noti, aumentando il rischio che scatti la prescrizione è francamente assai disarmante – ha dichiarato il presidente FederBio –  così come lo è che notizie relative a vicende su cui già al tempo era stata data ampia notizia dalla stampa vengano spacciate per attualità”.

Per Carnemolla “non e’ questo il modo con il quale si combattono efficacemente i delinquenti e si favoriscono le imprese oneste, la cui immagine è danneggiata anche da questo uso strumentale e non etico dell’informazione”. Anche in questo caso, ha concluso Carnemolla, FederBio si costituirà parte civile.

Fonte: Agrapress

Eletto il nuovo Consiglio Mondiale IFOAM

Nel corso dell’Assemblea generale IFOAM svoltasi ad Istanbul il 16 e il 17 ottobre scorsi è stato eletto il nuovo Consiglio Mondiale IFOAM. Il Consiglio resterà in carica per  i prossimi tre anni. I lavori dei 292 delegati provenienti da 40 nazioni si sono svolti sotto la presidenza di Katherine DiMatteo (USA), dell’egiziano Helmy Abouleish e dell’amministratore delegato IFOAM Markus Arbenz. Nel nuovo consiglio mondiale figurano il peruviano Roberto Ugas, Gabriela Soto (Costa Rica) , Eva Torremocha (Spagna), Manjo Smith (Namibia), Frank Eyhorn (Svizzera) , Matthew John (India) , Andre Leu (Australia) , Peggy Miars (USA) e il cinese Zejiang Zhou.

Per la presidenza è stato eletto per la terza volta l’australiano Andre Leu.

Fonte: IFOAM EU

Coldiretti: i G.A.S. aumentano del 400%

Crescono esponenzialmente i G.A.S. i Gruppi di Acquisto Solidali: secondo una nota Coldiretti, l’aumento dal 2008 ad oggi è stato pari al 400%, in netta controtendenza rispetto al generale calo dei consumi legato alla crisi economica. Condomini, colleghi di lavoro, amici o parenti si riuniscono per ottenere migliori condizioni d’i acquisto ma anche e soprattutto per poter avere una spesa di maggiore qualità. “Accanto a realtà che dispongono di una vera e propria struttura organizzativa, si contano decine di migliaia di iniziative spontanee che ‘nascono’ e ‘muoiono’ in continuazione nei palazzi, nei posti di lavoro, nei centri sportivi e ricreativi sulla base di semplici accordi verbali”, secondo quanto riporta la nota della Confederazione. Un fenomeno che ad oggi, stando ai dati Coldiretti/Censis, riguarda quasi un quinto degli italiani (il 18,6%): circa 2,7 milioni di connazionali fanno regolarmente la spesa utilizzando il canale dei GAS e le opportunità di una spesa di gruppo.

Fonte: Coldiretti, Agrapress

Roberto Zanoni nuovo  presidente Assobio

Cambio al vertice di Assobio, che ha appena rinnovato il proprio consiglio direttivo eleggendo presidente Roberto Zanoni, direttore generale di EcorNatura sì spa. Tre i vicepresidenti Andrea Bertoldi (direttore generale di Brio spa), Massimo Monti (amministratore delegato di Alce Nero & Mielizia) e Dino Poggio (amministratore delegato e direttore generale di Ki Group).
“Il compito che ci attende è impegnativo – ha dichiarato Zanoni -. Il comparto biologico è chiamato a rispondere con sempre maggior efficienza, qualità e garanzie al 59% degli italiani che, secondo le rilevazioni di Nomisma, nel 2013 ha acquistato i nostri prodotti. Dovrà allargare la platea dei consumatori, ma anche mantenere e rafforzare la sua posizione di leader internazionale. La qualità dei nostri prodotti, le garanzie e l’efficienza delle nostre imprese contribuiscono a rafforzare l’immagine complessiva della produzione italiana nel mondo, con benefiche ricadute sull’intero Sistema Paese. (…)  Alla vigilia di un Expo dedicato al grande tema ‘Nutrire il pianeta, Energia per la vita’ va preso atto che qualità e sicurezza alimentare non possono certamente essere garantite con diserbanti, insetticidi e anticrittogamici di sintesi, né tantomeno con gli Ogm che, ciclicamente e con instancabile insistenza, qualcuno prova a riproporre. È sempre più indispensabile una produzione agroalimentare davvero sostenibile e responsabile verso le generazioni future”.
Fonte: Agronotizie, AssoBio

A Milano il 28 i risultati del Piano Nazionale Sementiero Biologico

Verranno presentati a Milano il 28 ottobre p.v. presso la sala conferenze del C.r.a.-Scs (Centro di sperimentazione e certificazione delle sementi) i risultati del secondo biennio di attività svolte nell’ambito del Programma di azione nazionale per l’agricoltura biologica e i prodotti biologici e in particolare i risultati  del Piano Nazionale Sementiero Biologico.

Tra le azioni previste e finanziate dal Mipaaf con il coordinamento del Cra-Scs figura infatti anche il Piano delle sementi biologiche, i cui obiettivi principali sono tre: favorire la diffusione dei risultati ottenuti dalle azioni realizzate, aumentare la disponibilità di varietà utilizzabili e fornire gli elementi necessari per definire il quadro normativo europeo di riferimento. In particolare il Piano nazionale sementiero per l’agricoltura biologica intende rappresentare uno strumento in grado di agevolare gli agricoltori biologici nell’utilizzo delle sementi senza che sia loro preclusa la possibilità di produrle direttamente nella propria azienda e/o di utilizzare varietà di sementi autoctone e tradizionali.

Fonte: Agronotizie

E l’America si scopre bio

50 miliardi di dollari:  a tanto ammontano le vendite di cibo biologico negli Stati Uniti, stando alle stime fornite da Credit Suisse. Un dato che, se confermato da qui alla fine dell’anno, rappresenterebbe un boom senza procedenti, registrando l’aumento record del 65% rispetto al 2013. Una conferma ulteriore di questa tendenza proviene dall’Ota, l’Organic Trade Association, secondo la quale si è passati da 1 miliardo di dollari nel 1990 a 31,5 nel 2011. Sempre secondo l’Ota, 4 famiglie americane su 5 (l’81%, per l’esattezza) compra prodotti bio e metà di loro lo fa perché convinta della maggiore salubrità del cibo bio e perché ha a cuore la propria sicurezza alimentare. Altrettanto forti per il cliente americano (e non solo) le motivazioni ambientali: chi sceglie biologico sa di optare per una produzione maggiormente attenta all’ambiente. In sostanza una “scelta di campo” a 360° che premia gli operatori del settore perché in grado di fidelizzare in maniera più efficace il cliente rispetto ad altri settori: chi acquista prodotti biologici lo fa come scelta consapevole di tutela, rispetto e cura nei confronti di se stesso, del prossimo e dell’ambiente tutto. Elementi questi che hanno particolare presa in un paese in cui la lotta all’obesità è diventata sempre più serrata e continua, a partire dalle scelte e dalle azioni (dal forte valore simbolico) della First Lady Michelle Obama.

Su questo “substrato” hanno potuto attecchire realtà in grande sviluppo ed estremamente dinamiche come la catena bio Whole Foods, che dal lontano 1980, anno in cui aprì il primo negozio di prodotti biologici, oggi vanta ben 390 punti vendita in tutti gli States, con un fatturato di 14,2 miliardi di dollari per il 2014. Un trend che non è sfuggito alla GDO che presto ha adottato efficaci contromisure per rispondere a questo “assalto al mercato” dei prodotti biologici. Oggi, secondo le stime dell’USDA, il Dipartimento dell’agricoltura americano, ben 3 supermercati su 4 propongono prodotti biologici, spesso e volentieri con una propria linea di prodotti bio e con prezzi decisamente concorrenziali. In definitiva, il bio Made in USA è diventato un business ricco e interessante che ha scatenato una concorrenza di prezzi e offerte tra tutti i competitor, sia quelli (come Whole Foods) che hanno scelto la strada del biologico dalla prima ora, sia quelli che, con un pizzico di cinismo in più, hanno compreso che è questa la nuova frontiera del cibo di qualità

Fonte: smartwee.it