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Category: Suolo e Salute News

Nasce OK-Net Arable: piattaforma di informazioni e consigli utili per agricoltori bio

Il 3 Ottobre è stata lanciata una piattaforma web, OK-Net Arable, che ha l’obiettivo di migliorare gli scambi informativi tra gli agricoltori europei. Le tecniche di coltivazione biologica hanno numerosi vantaggi, che conosciamo bene. Possono essere  peròanche molto complesse: i coltivatori hanno bisogno di un livello piuttosto elevato di conoscenze e capacità. Ecco perché può essere utile migliorare lo scambio di informazioni tra gli operatori del settore, per condividere esperienze, tecniche e consigli pratici.

“Lavorando insieme con agricoltori e associazioni del settore, OK-Net Arable renderà accessibili soluzioni pratiche per la coltivazione biologica”, spiega Bram Moeskops, coordinatore del progetto. “Allo stesso tempo, offriremo loro gli strumenti tecnologici per discutere come funzionano tali tecniche sul campo, nelle loro specifiche condizioni geografiche e climatiche. Questo dovrebbe spingere gli agricoltori al miglioramento delle soluzioni e, in definitiva, ad aumentare la produttività e la qualità dei raccolti biologici in tutta Europa”.

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La piattaforma OK-Net Arable è parte di un progetto omonimo, coordinato da IFOAM EU, che ha ricevuto un finanziamento dal programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea, Orizzonte 2020. Il sito è disponibile in italiano, in inglese e in altre 8 lingue europee.

Allan Leck Jensen, ricercatore senior presso il Dipartimento di Ingegneria della Aarhus University e sviluppatore del progetto OK-Net Arable, ha spiegato le diverse fasi di realizzazione della piattaforma.

I bisogni dei coltivatori sono stati presi in considerazione a ogni passaggio dello sviluppo, per rendere la piattaforma semplice da utilizzare. Il sito web è disponibile in 10 lingue e le soluzioni sono state divise secondo i principali temi dell’agricoltura biologica: Qualità del suolo e fertilità, Gestione dei Nutrienti, Controllo dei parassiti e delle malattie, Piante infestanti e Soluzioni per specifiche coltivazioni. Agricoltori ed esperti del settore possono trovare soluzioni e interagire tra loro, ma possono anche proporre a loro volta soluzioni e tecniche”.

FONTI:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/10/03/press-release-new-platform-farmers-find-organic-solutions-and-exchange-knowledge

http://farmknowledge.org/

Boom del pomodoro bio in Italia: Federbio avvia collaborazione con OI Pomodoro

Pomodoro biologico: è boom. Gli ultimi dati elaborati dall’OI (Organizzazione Interprofessionale interregionale “OI Pomodoro da Industria Nord Italia”) parlano chiaro. Le superfici destinate alla produzione biologica del frutto rosso hanno visto un incremento del 42% nei primi mesi di quest’anno, raggiungendo quota 1.864 ettari. A dicembre 2015, la cifra si fermava a 1.316 ha.

I dati sono stati snocciolati durante un incontro tra l’OI, che raggruppa i soggetti della filiera del pomodoro in Nord Italia, e Federbio, La Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica. Le due organizzazioni si sono date appuntamento per avviare una collaborazione proficua per i diversi soggetti della filiera (aziende agricole e di trasformazione). L’obiettivo è di permettere a tutti di applicare correttamente le tecnologie proprie dell’agricoltura biologica. Occorre puntare, è emerso dal dibattito, sui prodotti a maggior valore aggiunto, anche se sono più difficili da coltivare.

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All’incontro hanno partecipato il vicepresidente vicario dell’OI Rossella Martelli, il presidente di FederBio Paolo Carnemolla  e il professor Gabriele Canali, consulente scientifico dell’OI.

Visto il crescente interesse degli operatori verso i prodotti bio e l’importanza del settore sui mercati, “abbiamo avviato un percorso di collaborazione con FederBio per affiancare sul piano tecnico le nostre imprese, agricole ed industriali, al fine di assicurare correttezza commerciale ed efficacia economica”, commentano dall’OI. L’intento è di realizzare “una capillare verifica delle regole da parte di tutti gli operatori, a tutela dei consumatori e dei produttori correttamente impegnati in questa filiera”.

Quello che accomuna l’OI e FederBio è la comune visione sulla necessità di un mercato organizzato a dimensione di filiera e territorio e che possa garantire con rigore e trasparenza nel rispetto della normativa sulla produzione biologica”, sottolineano i rappresentanti di Federbio. La collaborazione si è resa necessaria in seguito alla “crescente richiesta di materia prima e prodotti bio di origine italiana”. Una crescita che ha tratto nuovo impulso dall’avvio “della programmazione dei PSR, che sta favorendo anche nel comparto del pomodoro da industria la conversione al biologico di sistemi produttivi professionali e specializzati”. I nuovi scenari rendono palese la “ necessità che le organizzazioni che rappresentano la filiera del pomodoro da industria e il settore del biologico cooperino fattivamente per integrare competenze e strumenti nel rispetto dei rispettivi ruoli”.

FONTI:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1072

http://www.oipomodoronorditalia.it/

Vino: l’Italia alla riscoperta della sua biodiversità

Il 24 e 25 ottobre prossimi, presso i padiglioni della Fiera di Bolzano, si terrà Autochtona 2016, Forum nazionale dei vini autoctoni, appuntamento giunto alla sua 13esima edizione.

L’evento si svolgerà nel contesto della 40esima edizione di Hotel, fiera internazionale e punto di riferimento per hotellerie e ristorazione. Per Autochtona, sono attesi oltre 100 produttori vinicoli, provenienti da 16 diverse regioni italiane. L’obiettivo è di portare all’attenzione del pubblico lo straordinario patrimonio di vitigni autoctoni italiani, Paese primo al mondo per biodiversità.

“Le uve autoctone italiane sono centinaia, forse migliaia”, scrivono gli organizzatori. “Si tratta di un patrimonio non solo naturale, ma anche socio-culturale straordinario, perché per ciascuna di queste varietà uniche esiste una comunità di vignaioli che si è battuta per la sua sopravvivenza”.

Secondo il registro nazionale, il patrimonio delle uve autoctone italiane ha raggiunto circa 500 varietà coltivate. Un numero che potrebbe raddoppiare se si riscoprissero e valorizzassero tutti gli esemplari unici che l’Italia tiene ancora ‘chiusi in un cassetto’.

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Per dare impulso al settore, Autochtona negli ultimi anni ha realizzato una sorta di ‘censimento informale’ della biodiversità vitivinicola italiana. Nelle edizioni precedenti dell’evento, sono stati ospitati “oltre un migliaio di vini unici portati dai loro produttori tenaci, uomini che hanno scelto la strada più difficile con produzioni per lo più di piccole dimensioni”.

L’edizione 2016 sarà arricchita da una novità interessante per le aziende che puntano all’internazionalizzazione.

Si chiama “Best Wine Buy” l’opportunità di partecipare a incontri one to one con buyer internazionali per promuovere, valorizzare e affermare commercialmente le eccellenze del nostro territorio nei paesi target. Le aziende espositrici potranno infatti prenotare incontri individuali con gli importatori grazie ad un’agenda studiata ad hoc sulla base delle loro esigenze”.

Saranno inoltre presentate moltissime varietà di uva, sconosciute al grande pubblico. Come il Semidano, di origine sarda, quasi completamente devastato dalla filloserra all’inizio del secolo scorso. O come l’Invernenga, uva a bacca bianca del bresciano, che deriva il suo nome dalla conservazione degli acini, che avviene d’inverno. Dall’Emilia Romagna, arriveranno due varietà di recente scoperta: il Centesimino e l’Uva del Tundé.

“La biodiversità vinicola italiana per qualche tempo è rimasta nell’ombra dei modelli più ‘global’, anche a causa delle sue produzioni più ridotte e sparute”, spiega il giornalista Pierluigi Gorgoni, Coordinatore del concorso ‘Autoctoni che passione!’ che chiuderà la manifestazione. “In questi ultimi anni, invece, assistiamo ad un ribaltamento dell’interesse dei consumatori, sempre più orientati e curiosi verso i vini da vitigni ‘rari’. In questa direzione, nessuna altra manifestazione quanto Autoctona sa offrire all’appassionato uno spaccato tanto vario e puntuale”.

FONTI:

http://www.fierabolzano.it/autochtona/programma-eventi.htm

http://www.fierabolzano.it/autochtona/detailcomu-1-3753-ad-autochtona-2016-le-aziende-incontrano-i-buyer.html

http://www.fierabolzano.it/autochtona/detailcomu-1-3778-ad-autochtona-un-pezzo-della-biodiversita-vitivinicola-italiana.html

Suolo e Salute è sponsor del Congresso nazionale dell’Ordine dei periti agrari

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Nei giorni 6, 7 e 8 ottobre, a Barga (Lucca) presso il Ciocco Resort, si terrà il 18° Congresso nazionale dell’Ordine dei periti agrari e dei periti agrari laureati, che avrà come tema le filiere agroalimentari.

Durante questi giorni di lavori congressuali si tratteranno le problematiche, le peculiarità e opportunità della professione dei Periti Agrari nel contesto Nazionale e Internazionale, in particolare saranno oggetto dei lavori i percorsi di produzione di cibo, le sue qualità, la loro sostenibilità nel contesto economico ambientale e salvaguardia del suolo.
Le macro aree individuate per gli approfondimenti sono:
• PRODUZIONE
• TRASFORMAZIONE
• COMMERCIALIZZAZIONE E QUALITA’

il tutto in un ottica che dovrà prevedere il rispetto del territorio e del paesaggio in cui sono localizzate le attività.

Il Congresso sarà articolato in tre giornate, con sessioni plenarie e tematiche parallele.

I lavori in merito alla filiera agroalimentare, posti particolarmente sotto l’attenzione del mondo ad Expo 2015 nel corso del quale la categoria è intervenuta nello specifico organizzando alcuni eventi, proseguiranno durante il Congresso Nazionale, sempre più proiettati nel futuro della professione di Perito Agrario in un’ottica globale, dove assume maggiore importanza il valore, la tutela ed il miglioramento dei prodotti alimentari dallo stadio iniziale a quello finale. Senza tralasciare il contesto ambientale e di sostenibilità che le produzioni devono garantire.

Suolo e Salute rinnova il suo impegno all’interno dell’attività della filiera e  si presenta in qualità di sponsor di questo interessante e prestigioso evento.

È il Sikkim il primo Paese 100% biologico

IndiaUn lungo processo durato 12 anni, che però ha portato a un risultato straordinario. Il Sikkim, Stato federato dell’India, incastonato tra le vette dell’Himalaya, è oggi il primo Paese 100% biologico: tutti i suoi 75mila ettari coltivati utilizzano le tecniche di produzione biologica. Niente pesticidi, niente fertilizzanti chimici.

È il 2003, quando il Governatore dell’epoca, Pawan Chamling, lancia la “Sikkim Organic Mission 2015”, con l’obiettivo di eliminare completamente l’utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura entro il 2015. Quest’anno, in occasione del “Sikkim Organic Festival 2016”, il festival del biologico locale, è stato annunciato il raggiungimento di questo obiettivo straordinario.

Tutto ha origine quando Chamling legge su un giornale locale che nei campi dell’Assam vengono utilizzati prodotti chimici in maniera pericolosa e incontrollata. Succede così che gli insetti colpiti da quei pesticidi vengono divorati dagli uccelli. E, allo stesso modo, gli uccelli morti a causa delle sostanze tossiche vengono divorati dai roditori locali. Una reazione a catena che porta all’avvelenamento di numerose specie animali. L’episodio però innesca una riflessione su quale sia il reale impatto dei prodotti chimici sul nostro ecosistema.

Nasce così l’idea di perseguire questo traguardo avanguardistico, un percorso arduo, reso possibile grazie a un preciso piano di sviluppo.

Il primo passo è stato vietare la vendita di agenti chimici; divieto accompagnato da forti sanzioni in caso d’inadempienza. Successivamente, il governo del Sikkim ha deciso di finanziare i costi della certificazione biologica da parte di agenzie accreditate. Un percorso durato 3 anni.

I governanti locali, intanto, investivano nella formazione degli agricoltori sui metodi di agricoltura biologica, offrendo loro percorsi di studio all’estero. E li rifornivano di sementi, fertilizzanti e insetticidi naturali, agevolazioni per i prestiti e attività di consulenza gratuite da parte degli uomini del ministero dell’Agricoltura. È persino nata una startup, Organic Sikkim, che ha offerto agli agricoltori formazione sulla commercializzazione dei prodotti.

Il governo ha messo poi in atto una serie di investimenti strutturali per creare laboratori di analisi del terreno, di lavorazione delle sementi e sulla creazione di nuovi fertilizzanti naturali.

Molto è stato fatto anche sul fronte del recupero di tecniche agricole tradizionali.

Per migliorare il rendimento dei terreni, sono state recuperate e insegnate alcune tecniche di rotazione delle coltivazioni. Sono state scelte accuratamente le piante da coltivare per dare nutrimento al suolo, senza ricorrere allo sfruttamento intensivo. Agli agricoltori sono state insegnate pratiche di produzione del compost e per la creazione di trappole al feromone per il trattamento dei moscerini della frutta.

L’ultimo passo è stato individuare 5 prodotti top, adatti alle esigenze del mercato biologico, che avessero un potenziale di rendimento e commercializzazione superiori. Le colture individuate sono state: curcuma, mais, peperoncino, senape e zenzero.

I risultati sono stati straordinari anche dal punto di vista economico. Oggi, gli agricoltori del Sikkim guadagnano circa il 20% in più rispetto a quando hanno cominciato il percorso di conversione. I prodotti della regione sono apprezzati sia a livello locale che sui mercati esteri.

Il modello del Sikkim rappresenta oggi un obiettivo ambizioso, ma possibile, per il resto dell’India. Il governo centrale ha già avviato una serie di misure per il biennio 2016-2017, per convertire a biologico circa 200 milioni di ettari di suolo.

FONTI:

https://www.architetturaecosostenibile.it/green-life/green-economy/agricoltura-biologica-sikkim-india-791/

http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/sikkim-100-per-cento-biologico-india

http://www.sikkimorganicmission.gov.in/sikkim-organic-festival-2016-3/

http://www.sikkimorganicmission.gov.in/towards-organic-sikkim/historical-declaration/

SANA 2016: chiude la XXVIII edizione con numeri da record

Trainata dall’andamento fortemente positivo dell’agricoltura biologica nel nostro Paese, cresce anche la manifestazione italiana più importante del settore, il SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, che si tiene ogni anno a Bologna. Giunto alla sua 28esima edizione, la manifestazione si è chiusa il 12 settembre facendo registrare una nuova serie di record.

SANA è cresciuto nei numeri, nell’assortimento, nell’interesse di operatori e del pubblico: sono stati 47.221 i visitatori che hanno visitato i 5 padiglioni dell’evento per conoscere e acquistare il meglio della produzione bio e naturale italiana e internazionale. I dati confermano la manifestazione come primo appuntamento in Italia e il secondo in Europa. Un luogo privilegiato, dove nascono e si sviluppano sinergie e punti d’incontro tra Istituzioni, Enti Associazioni, produttori, buyer e consumatori.

All’edizione 2016 hanno partecipato 833 aziende (+19% rispetto al 2015), buyer internazionali in arrivo da 27 Paesi (+29%), per un totale di oltre 2.300 incontri B2B. La superficie espositiva è stata ampliata del 30% rispetto all’edizione precedente, per un totale di circa 50mila metri quadri. 4.800 persone hanno partecipato all’intenso programma culturale del SANA: 60 convegni, tre incontri dell’Academy e decine di appuntamenti organizzati da aziende, associazioni ed enti di categoria.

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Tra le iniziative più partecipate, gli organizzatori ricordano il Premio Sana Novità, vetrina in cui sono stati esposti gli oltre 500 prodotti innovativi lanciati sul mercato a partire da ottobre 2015.

Nei tre comparti su cui ruotava l’evento – Alimentazione, Cura del corpo e Green Lifestyle – sono state esposte migliaia di referenze: alimenti biologici, freschi e confezionati, tecnologie, attrezzature e imballaggio per il comparto food e l’agricoltura, piante officinali, trattamenti, prodotti dietetici, integratori e alimenti speciali a base naturale, prodotti e attrezzature per la cura della persona, servizi, tessuti e articoli naturali per hobby e tempo libero, proposte per l’abitazione ecologica, tecnologie e prodotti ecocompatibili per la casa e per la vita in generale.

In crescita anche i canali online dedicati all’evento. Rispetto all’edizione 2015, le sessioni di visita del sito SANA sono aumentate del 20%, facendo registrare più di 52mila visite nei giorni della fiera, con picchi di oltre 17mila utenti unici al giorno. Utenti unici che sono aumentati del 14%, mentre le pagine visualizzate hanno registrato un ragguardevole +21%. La Pagina Facebook di SANA ha raggiunto quota 16mila fan (+53%), mentre la copertura totale dei post ha raggiunto più di 1,8 milioni di utenti (+75%). Anche su Twitter i follower sono in aumento: +75% rispetto al 2015.

Condividiamo il successo di SANA 2016 con i suoi protagonisti – ha dichiarato Antonio Bruzzone, Direttore Generale BolognaFiere – gli espositori, gli operatori e i nostri partner ci hanno supportato nell’impegno: Federbio per la collaborazione strategica, i Ministeri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per gli importanti patrocini, Cosmetica Italia per il contributo; IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements) e ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), per il sostegno al programma buyer e le istituzioni locali, da sempre sensibili al tema del biologico e naturale”.

FONTI:

http://www.sana.it/media/sana/press_release/2016/SANA2016_chiusura_finale.pdf

http://www.ilfattoalimentare.it/sana-bologna-biologico.html