Suolo e Salute

Autore: Serena Leonetti

Francia: “Senza l’Unione Europea non sarebbe stato possibile convertirsi al biologico”

Francia: “Senza l’Unione Europea non sarebbe stato possibile convertirsi al biologico”

La principale beneficiaria della Politica agricola comune, PAC, risulta essere la Francia che vede sempre più aziende abbandonare l’agricoltura intensiva e l’uso di pesticidi in favore di un’agricoltura biologica e naturale.

Ma la Francia si presenta preoccupata per il prossimo futuro a causa della Brexit e della perdita del contributo della Gran Bretagna, poiché l’Ue dovrà ridurre sicuramente il sostegno all’agricoltura.

Si stima che si passerà da uno stanziamento di 408 miliardi di euro attuali ai 365 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.

La Francia, oggi, riceve 9 miliardi all’anno: la Pac, infatti, rappresenta il 62% degli aiuti che riceve dall’Europa.

Cosa significa veramente la Pac per un agricoltore francese?

A spiegarlo è un giovane agricoltore, Emmanuel Roch, 28 anni, che rappresenta la terza generazione nell’azienda agricola di famiglia che gestisce a Sainte-Beuve-en-Rivière, in Normandia.

L’azienda fu acquistata nel ’74 dal nonno e si estendeva per 75 ettari dedicati all’allevamento di bestiame, alla produzione di latte e alla coltivazione di cereali. Ad oggi, l’azienda si estende per 150 ettari. Produceva tanto e riusciva a vendere la propria produzione fino agli anni Ottanta, anni in cui i Paesi agricoli non europei si mossero verso una concorrenza sleale.

Nel 1992 ebbero inizio le riforme della Pac, introducendo un adeguamento ai prezzi del mercato mondiale, a cominciare dai cereali e dalle carni bovine.

All’inizio fu quasi una manna”, ricorda il padre di Emmanuel. “Le sovvenzioni avrebbero dovuto compensare l’adeguamento dei prezzi dei cereali ai mercati mondiali, ma, visto l’aumento dei prezzi all’epoca, la Pac arrivava come dei soldi in più per i coltivatori di cereali… Non era molto giustificata”.

“Nel 2012, quando mio figlio si è trasferito qui e abbiamo portato l’azienda a 150 ettari, ricevemmo 58.000 euro in sovvenzioni annuali. Ora siamo a 43.000…”, spiega il padre.

“Nessun sistema è perfetto, ma oggi la Pac è essenziale per la sopravvivenza delle aziende agricole. Senza di essa, siamo condannati”, aggiunge Emmanuel.

Oggi, i sussidi europei permetteranno all’azienda, in questa primavera, di passera all’agricoltura biologica: un passo che senza gli aiuti alla transizione all’agricoltura bio della Pac non avrebbero mai pensato di fare.

 

Fonte: https://www.repubblica.it/dossier/esteri/eu4you-europa-progetti-parlamento-ue/2019/04/01/news/_senza_l_unione_europea_la_nostra_conversione_al_biologico_sarebbe_impossibile_-223050333/

Un prodotto chimico su due è dannoso per l’uomo

Un prodotto chimico su due è dannoso per l’uomo

Da un rapporto dell’EEB (European Environmental Bureau), la rete europea di ONG ambientaliste, è stato dichiarato che un prodotto chimico su due è dannoso per l’uomo e per l’ambiente.

Sono state analizzate 94 sostanze chimiche, sulle 352 sostanze individuate, per esaminare la loro sicurezza in relazione all’uso che ne viene fatto: per il 74% dei prodotti confezionati con particolari prodotti chimici non sono state attuate azioni concrete, nonostante la conoscenza della loro pericolosità. L’EBB ha dichiarato che l’assenza di provvedimenti è dovuto dal fatto che non ci siano i fondi per arginare il problema.

L’analisi delle 352 sostanze individuate dalle istituzioni dei singoli stati europei non è stata conclusa, oltre che per la mancanza di fondi, anche a causa delle aziende chimiche che ritardano nella consegna dei dati dei propri prodotti, o li forniscono incompleti. In questo modo, il processo per mettere al bando certe sostanze può durare fino a 16 anni e nel frattempo le singole compagnie continuano a produrre tonnellate di prodotti all’anno, con possibili danni per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Delle 94 sostanze analizzate, 46 risultano nocive. Tra quelle che restano da analizzare ci sono, per esempio, il biossido di titanio, forse cancerogeno, e il trifenilfosfato, un riduttore di fiamma che si trova in alte concentrazioni in auto, case e uffici. Quest’ultimo, contrassegnato nel 2014 con priorità di analisi, aspetta ancora la fine della procedura.

Tra il 2004 e il 2014, la vendita di prodotti chimici è più che raddoppiata e si stima che raddoppieranno ulteriormente entro il 2030.

Nel frattempo, l’Europa si è impegnata per raggiungere obiettivi concreti sulla sicurezza chimica già entro il 2020.

 

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2019/04/un-prodotto-chimico-su-due-dannoso/

Cresce del 65% la produzione di conserve di pomodoro bio

Cresce del 65% la produzione di conserve di pomodoro bio

Il 10 aprile si è svolto il Cibus Connect, il convegno di ANICAV dedicato al pomodoro biologico italiano, durante il quale è stato dichiarato che la produzione di conserve biologiche sono aumentate del 65%.

“Il mercato del bio in Italia con un fatturato totale di 5,6 miliardi di euro, di cui oltre 2 derivanti dall’export, è in continua evoluzione e vede tra i prodotti maggiormente acquistati la frutta, gli ortaggi freschi e trasformati e i derivati dei cereali. In particolare, nell’ultimo triennio la produzione di pomodoro da agricoltura biologica destinato all’industria ha fatto registrare una crescita di circa il 65%, confermando l’attenzione sempre crescente dei consumatori nei confronti dei prodotti che portano in tavola”, ha dichiarato Giovanni DE Angelis, direttore generale di ANICAV.

Il convegno è stato anche occasione di confronto tra 4 grandi aziende produttrici di pomodoro bio, Cav. Uff. Pietro Grimaldi Srl, Columbus Srl, Le due Valli Srl e Pancrazio Spa, che hanno raccontato e confrontato le proprie esperienze imprenditoriali, aiutando a delineare le prospettive future del mercato del pomodoro biologico in Italia.

Inoltre, in tale sede, dal Presidente dell’OI Pomodoro dell’industria del Nord, Tiberio Rabboni, ed il Presidente del OI Pomodoro da industria Bacino Centro Sud Italia, Guglielmo Vaccaro, è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa volto a realizzare un coordinamento tra le due OI per disporre azioni strategiche condivise finalizzate all’efficientamento, all’integrazione e alla valorizzazione dell’intera filiera italiana del pomodoro da industria.

 

Fonte: https://www.agricultura.it/2019/04/10/conserve-di-pomodoro-bio-nellultimo-triennio-crescita-del-65/

Calabria: il 51% delle vigne è biologico

Calabria: il 51% delle vigne è biologico

La Calabria si posiziona come prima regione in Italia ad avere il 51% delle vigne dedicate alla produzione di vino biologico.

Lo dichiara l’Industry Book 2019 di Unicredit, lo studio annuale di Unicredit sulle tendenze, sulle prospettive di sviluppo e sulla crescita del settore vitivinicolo nazionale.

La Calabria si presenta con oltre 4.400 ettari di superficie di vigne dedicata alla coltivazione biologica, con una crescita del 5,2% tra il 2016 e il 2017, seguita dalla Basilicata con il 49%. Segue poi la qualità del vino, anche questa in forte crescita: il 38% dei vini prodotti nella Regione sono vini con marchio DOP o IGP.

L’Italia si presenta come il primo produttore mondiale di vino, con un totale di 50,4 milioni di ettolitri prodotti, e un contributo di circa il 17% dalla produzione mondiale.

 

Fonte: http://www.ansa.it/calabria/notizie/terraegusto/2019/04/05/in-calabria-biologico-il-51-delle-vigne_3a280e1a-b1f2-4830-9eab-20e86964c2a6.html

Il vino bio scelto sempre più dai giovani

Il vino bio scelto sempre più dai giovani

Si conclude positivamente la 53° edizione del Vinitaly: dalla crescita del vino biologico, all’aumento di giovani donne produttrici di vino, dalla crescita di buyers stranieri al successo del fuori salone, con gli eventi dedicati ai wine lovers.

Alla manifestazione sono state registrate circa 125 mila presenze e 70 mila visitatori hanno partecipato agli eventi Vinitaly and The City che si sono svolti nella città di Verona.

Negli ultimi sei anni la viticoltura bio è più che triplicata. In questa edizione del Vinitaly, con la collaborazione di Federbio e l’associazione Vi.Te, è stato dedicato uno spazio al vino biologico per consolidare la crescita del settore e aumentare la visibilità delle aziende che hanno adottato il metodo biologico. La risposta a questa iniziativa è stata forte: sono stati molti i buyers che hanno visitato il Padiglione F.

Da un monitoraggio della rete effettuato da Social Meter by Maxfone ha messo in evidenza che nella crescita del mercato bio hanno avuto un ruolo dominante i Millennials, da una fascia di età compresa tra i 22 e i 38 anni.

Il vino bio richiama un cliente giovane sempre più attento alle questioni climatiche, alla propria salute, alle modalità di produzione ma anche all’etichetta e al packaging realizzati con materiali riciclabili.

Non è solo cambiato la scelta dei prodotti, ma anche le modalità di acquisto poiché sempre più giovani scelgono di comprare il vino bio online, da portali di vendita e-commerce.

Questo andamento, spiega la ricerca, è dovuto principalmente al fatto che i giovani, sempre più connessi online attraverso i social network, sfruttino queste piattaforme per confrontarsi anche su tematiche come il food & wine: i food blogger diventano un punto di riferimento per la scelta dei prodotti da acquistare e da testare.

Vino bio 2019: i Millennials scelgono il naturale

 

Fonte: https://www.periodicodaily.com/vinitaly-2019-futuro-positivo-per-il-vino-italiano/

B/Open: la nuova fiera sul biologico

B/Open: la nuova fiera sul biologico

In occasione del Vinitaly, sarà ufficializzata la nascita di una nuova fiera del biologico a Verona il prossimo aprile 2020: B/Open. Uno spazio riservato alle aziende più significanti per ogni comparto del settore biologico, escluso il vino.

Flavio Innocenzi, direttore commerciale di Veronafiere, spiega che la fiera nasce per rispondere alle esigenze degli operatori professionali e per soddisfare le loro necessità. Alla fiera, quindi, entreranno solo operatori professionali. Sarà incentrata soprattutto sul food certificato bio, ma non mancheranno aree dedicate alle materie prime, packaging sostenibile e prodotti naturali con diversa finalità. “L’iniziativa – prosegue Innocenzi – risponde a un trend in forte crescita di mercato, dando forma a una manifestazione specializzata che finora, in Italia, non era ancora stata realizzata. La faremo, su richiesta degli stessi buyer, due mesi dopo il BioFach di Norimberga”.

 

Fonte: http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/48910/dal-biologico/a-verona-una-nuova-fiera-del-bio