Contaminazione da pesticidi: colpito un terzo della nostra frutta e verdura

Tractor fertilizes crops corn in spring

Stop Pesticidi. Analisi dei residui di pesticidi negli alimenti e buone pratiche agricole”. Si intitola così il tradizionale report di Legambiente sulla contaminazione da pesticidi dei prodotti ortofrutticoli e trasformati. Un report in chiaroscuro: aumentano le superfici coltivate a bio, ma allo stesso tempo vengono individuati più campioni fuorilegge. E torna a crescere il ricorso ai prodotti chimici nell’agricoltura italiana.

Vediamo le principali evidenze emerse dal report.

Contaminazione da pesticidi: salute umana e ambientale a rischio

L’analisi di Legambiente riporta i dati che le Agenzie per la Protezione Ambientale e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali hanno raccolto nel 2015. Le risultanze finali parlano di una contaminazione da pesticidi in aumento.

Il report riporta i risultati delle analisi di 9608 campioni da agricoltura convenzionale: prodotti ortofrutticoli, prodotti trasformati e miele. Rispetto all’anno precedente, nel 2015 è stato registrato un aumento dei campioni irregolari dallo 0,7% all’1,2%. Per campioni irregolari si intende la presenza di almeno un residuo chimico che supera i limiti di legge.

Di contro, sale anche la quota di prodotti analizzati che non presenta alcun residuo chimico: si passa dal 58% del 2014 al 62,4% dell’anno successivo. In diminuzione anche i campioni regolari che però presentano almeno un residuo – dal 18,8 al 16,5% – e i multiresiduo totali – dal 22,4 al 19,9%.

È  la frutta il comparto dove si concentra la maggiore incidenza della contaminazione da pesticidi. Nel 58,4% dei campioni analizzati, infatti, è stato individuato almeno un residuo. Nel complesso, la filiera ortofrutticola presenta residui nel 36,4% dei casi. Ciò vuol dire che più di un terzo della frutta e verdura che consumiamo è contaminata da almeno una sostanza, anche se la concentrazione rientra nei limiti di legge.

Il “caso” tè verde

L’impiego di prodotti chimici in agricoltura ha visto, in Italia, un trend positivo nell’ultimo periodo. Dal 2010 al 2013, infatti, la diminuzione dell’impiego è stata pari al 10%. Gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2014, fanno temere però un’inversione di tendenza: 3 anni fa, in Italia veniva registrato un aumento di circa 12mila tonnellate rispetto ai 12 mesi precedenti.

I prodotti più impiegati: fungicidi (65mila tonnellate), erbicidi (24,2 mila ton) insetticidi e acaricidi (22,3 mila ton), altri prodotti chimici (18,2 mila ton). L’Italia è terza in Europa per vendita di pesticidi chimici, con il 16,2% del totale del mercato comunitario. Fanno peggio solo Spagna (19,9%) e Francia (19%).

I casi più eclatanti di contaminazione dei prodotti ortofrutticoli e trasformati, vengono in ogni caso registrati dai paesi extra Ue. Il tè verde importato analizzato da Legambiente ha registrato la presenza di 21 diversi residui chimici. Altri casi eclatanti: bacche, 20 residui; cumino, 14 sostanze; ciliegie, 13; lattughe e pomodori, 11; uva, 9.

Agricoltura bio per ridurre la contaminazione

Dal report Legambiente si evince chiaramente come il massiccio impiego di prodotti chimici in agricoltura non abbia effetti solo sulla salute dell’uomo. Bisogna infatti tener conto anche delle ricadute negative per l’ambiente. In che modo tali sostanze si accumulano nel suolo? Quanto influiscono sulla biodiversità? Quanto, invece, sulla fertilità e l’erosione dei terreni?

A questa e altre emergenze, può rispondere solo un’agricoltura basata sul rispetto dell’ambiente e l’assenza di formulati chimici: ne è convinta la presidente di Legambiente, Rossella Muroni. Presentando il dossier della ong a Roma, Muroni ha dichiarato:

«Lo studio presentato evidenzia inequivocabilmente gli effetti di un vuoto normativo: non esiste ancora una regolamentazione specifica riguardo l’impiego simultaneo di più principi attivi sul medesimo prodotto. La conseguenza è che possono essere definiti come “regolari”, e quindi commercializzati, prodotti contaminati da più principi chimici, purché abbiamo concentrazioni entro i limiti di legge. Le alternative all’uso massiccio dei pesticidi non mancano. La crescita esponenziale dell’agricoltura biologica e delle pratiche agronomiche sostenibili sta dando un contributo importante alla riduzione dei fitofarmaci e al ripristino della biodiversità e alla salute dei suoli».

FONTI:

https://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/stop-pesticidi-presentato-il-dossier-di-legambiente-sulla-contaminazione-da-pes

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2017/01/31/legambiente-13-frutta-e-verdura-con-tracce-di-pesticidi_cd7da196-bfd9-4fbd-9441-916dff22153e.html

https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/stop_pesticidi_rapporto_2017.pdf

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