Suolo e Salute

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Una settimana di celebrazioni per il decennale di Pollenzo

Prenderà il via domani, venerdì 13 giugno, la settimana di eventi e iniziative che celebrano i 10 anni dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Spettacoli, incontri, mercati, convegni, presentazioni e attività per i più piccoli si succederanno per sette giorni durante il quale l’Università aprirà le sue porte per festeggiare il decennale. Molti i nomi importanti della cultura (gastronomica e non) italiana e internazionale e moltissime le occasioni di incontro, le attività, le mostre che coloreranno una settimana davvero speciale. In particolare la giornata di lunedì sarà dedicata alla presentazione del “Manifesto di Pollenzo” che verrà illustrata dal rettore e dal corpo docente dell’ateneo. Martedì, oltre alla consegna della Laurea Honoris Causa allo chef transalpino Michel Bras, è prevista l’inaugurazione della Scuola di Cucina di Pollenzo, mentre il giorno seguente verranno illustrati i progetti di ricerca e collaborazione dell’Università. Da sottolineare in particolare l’evento “Il Conte Marone Cinzano presenterà una imperdibile verticale di Brunello di Montalcino Poggio al Vento Riserva Col d’Orcia nelle annate 90-95-97-98-99-01-06 in formato Magnum”, un evento che celebrerà i prodotti dell’Azienda bio Col D’Orcia, certificata da Suolo e Salute. Il programma completo è scaricabile a questo link.

Fonte: Suolo e Salute

Oggi la Giornata Mondiale dell’Ambiente

Si celebra oggi la 42esima Giornata Mondiale dell’Ambiente, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Slogan di quest’anno è “Raise Your Voice Not The Sea Level” (Alza la voce, non il livello del mare): la giornata di oggi infatti è dedicata in particolare alle piccole isole del pianeta, tra le più esposte ai rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dal conseguente temuto innalzamento dei mari. Proprio per questo motivo sono proprio le Barbados ad essere state scelte come paese ospitante per l’edizione 2014, in rappresentanza delle tante isole del pianeta che vedono messa a repentaglio la loro stessa sopravvivenza. Non a caso l’Onu ha proclamato il 2014 “Anno internazionale dei piccoli stati insulari” in via di sviluppo. Ora l’attenzione massima è posta sulla Terza Conferenza Internazionale in programma a  settembre, nel corso della quale il tema della protezione delle isole in pericolo sarà al centro del dibattito. Molti anche gli appuntamenti in Italia: presso la sede Fao di Roma Earth Day Italia ha organizzato il convegno “Connect4climate”, nei giorni in cui a Torno si svolge “CinemAmbiente”. Anche il mondo dell’agricoltura si mobilita in questa direzione: Coldiretti ha presentato oggi a Firenze il dossier “Lavorare e vivere green in Italia”, sull’onda del crescente successo dei prodotti a chilometro zero presenti sempre più spesso anche sugli scaffali della grande distribuzione. Durante la conferenza stampa, la Coldiretti ha anche proposto la classifica dei cibi più inquinanti, stimati in base ai consumi di petrolio e relative emissioni di gas climalteranti per la coltivazione, la commercializzazione e il trasporto. Secondo queste stime, la speciale classifica è guidata dalle ciliegie del Cile, dai mirtilli argentini e dagli asparagi peruviani. Per arrivare sulle nostre tavole, un chilo di ciliegie deve percorrere quasi 12mila chilometri complessivamente, consumando 6,9 chili di petrolio e provocando l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Di poco inferiore l’impatto ambientale degli asparagi del Perù:  oltre 10mila km i chilometri percorsi, 6,3 i chili di petrolio consumati e 19,5 Kg la CO2 liberata. Cambiare le proprie abitudini all’acquisto è un gesto semplice e a portata di chiunque: scegliendo prodotti di stagione, evitando inutili imballi e scartando prodotti che devono attraversare il pianeta per arrivare sugli scaffali, ogni nucleo familiare italiano può evitare potenzialmente 1000 kg di emissioni di CO2. Analogamente, scegliere il biologico, oltre a costituire un beneficio per la salute dei consumatori, contribuisce ulteriormente in questa direzione, visto che ogni prodotto chimico di sintesi utilizzato in agricoltura ha un impatto niente affatto trascurabile in termine di petrolio ed energia utilizzati per essere prodotto, trasportato e quindi utilizzato.
Una ragione importante in più per divenire consumatori consapevoli, per scegliere il biologico e il km 0 e per contribuire tutti alla tutela dell’ambiente.

A Gaiole in Chianti il 21 e 22 giugno il Bio Pride

Una due giorni dedicata all’orgoglio di essere biologici: questa la formula proposta da Bio Pride, weekend dedicato al mondo del biologico che si terrà presso l’Auditorium comunale di Gaiole in Chianti (SI) nelle ex Cantine Ricasoli. L’evento è organizzato dal Biodistretto Chianti Storico Gaiole in Chianti, e Stazione Sperimentale per la Viticoltura Sostenibile, in collaborazione con i biodistretti di San Gimignano e Greve-Panzano.  Degustazioni, incontri, spettacoli, street art e street food: un’offerta a 360° in cui il denominatore comune è solo e semplicemente il biologico, con l’obiettivo dichiarato di promuovere la qualità e la salubrità dei prodotti bio, i vantaggi economici e quelli ambientali che ne derivano. Presenti all’appuntamento oltre cinquanta aziende per un’iniziativa che si preannuncia densa di contenuti. Si inizia sabato 21 con il convegno “Bio territoriale, strategia vincente per il futuro”, in cui si discuteranno gli aspetti produttivi, ambientali ed economici del biologico. La giornata proseguirà poi con degustazioni, questioni time con esperti di biologico che risponderanno alle domande del pubblico, street art e musica dal vivo. La domenica sarà invece dedicata alle degustazioni di vini e prodotti biologici, giochi per i più piccoli e musica dal vivo.

Per ulteriori informazioni:  tel: 335.5827970; info@biopride.it

ufficioturistico@comune.gaiole.si.it  tel.0577.749411.

Bioboom in Australia

Cresce l’interesse per il biologico in Australia. Secondo quanto pubblicato dal rapporto di IbisWorld, il bio del nuovissimo continente oggi vale ben 655 miliardi di dollari (quasi 500 miliardi di euro) e il fatturato dovrebbe toccare quota 1 miliardo entro il 2018. Alla base della crescita della domanda di prodotti certificati l’attenzione per l’ambiente e la salute da parte dei cittadini e i prezzi in decisa diminuzione rispetto al passato. Va ricordato inoltre che ad oggi l’Australia detiene il record per la più ampia estensione di terreni coltivati a biologico, grazie a circa 12 milioni di ettari di coltivazioni e pascoli bio. Attualmente la maggior parte dei prodotti bio australiani sono rivolti al mercato interno e le esportazioni coprono solamente il 10% del totale, ma grazie anche al recente accordo con il governo cinese, è lecito attendersi un aumento della quota destinata all’export.
Fonte: Greenbiz.it

Il Consiglio Agricoltura UE discute la data di scadenza degli alimenti

Arriva sul tavolo del Consiglio Agricoltura dell’UE il dibattito riguardante gli sprechi alimentari e le possibili soluzioni per ridurli. In particolare sono stati Svezia e Paesi Bassi a mettere l’argomento all’ordine del giorno. Diverse le proposte avanzate, tra le quali quella di prevedere eccezioni nell’indicazione della data di scadenza per quegli alimenti che si conservano più a lungo. Una posizione sostenuta da Austria, Germania, Lussemburgo e Danimarca rispetto alla quale il Commissario Europeo alla Sanità, Tonio Borg, ha fatto sapere che a metà giugno presenterà insieme al collega Potocnik, Commissario all’ambiente, una comunicazione (che non costituisce tuttavia proposta legislativa) riguardo l’alimentazione sostenibile in cui sarà contemplata anche la questione della scadenza di alcuni alimenti. LA comunicazione sarà al vaglio della Commissione in concomitanza con la presidenza Italiana, a metà del mese di luglio.
Sul tema il Ministro Martina di è dichiarato prudente: “Per noi qualità e sicurezza sono due punti irrinunciabili”, precisando che “per l’Italia la soluzione contro gli sprechi alimentari, non si risolve discutendo esclusivamente sulla questione etichetta. Bisogna al contrario costruire un piano di interventi, lavorare molto sul fronte prevenzione e anche sulla cultura alimentare”.
Fonte: Agronotizie