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Vinitaly celebra il successo del vino bio italiano nel mondo

Vinitaly: Dal 9 al 12 aprile, va in scena a Verona la 51esima edizione, il salone internazionale dei vini e dei distillati. Si tratta di una delle più importanti fiere del settore, al mondo, prima per superficie espositiva e per numero di operatori esteri presenti.

Durante la kermesse di quest’anno sarà dedicato ampio spazio anche al segmento del vino biologico, sempre più richiesto dai consumatori, sia europei che nel resto del mondo. L’appuntamento è per lunedì 10 aprile con un convegno ad hoc.

Il bio protagonista a Vinitaly

Il successo del comparto bio nel settore vinicolo è testimoniato dalla grande crescita in termini di produzione.

Si stima che la superficie a vigneto coltivata con metodo biologico raggiunga 335mila ettari nel mondo, la stragrande maggioranza in Europa, che conta 293mila ha. In percentuale, la SAU con vigneti bio corrisponde al 4,7% di quella mondiale, con una crescita del 6,7% tra il 2014 e il 2015. Dal 2006, la superficie è triplicata. In Italia, i vigneti biologici sono arrivati a coprire, nel 2015, quasi 84mila ettari, con un buon incremento del 15,6% rispetto all’anno precedente.

Secondo i dati di Wine Monitor, sono in aumento anche i consumatori. Sempre nel 2015, il mercato ha raggiunto i 205 milioni di euro solo in Italia. Gran parte del business è orientato all’export (137 milioni di euro le revenue), con una predilezione particolare verso Germania, USA e Svizzera.

Per fare il punto sul settore, a partire dalle ore 15, presso la Sala Puccini – Centrocongressi Arena a Verona, si terrà un convegno dal titolo: “Il successo del vino biologico in Europa e nel mondo”. L’appuntamento rientra nelle attività della 51esima edizione di Vinitaly.

Il successo del vino bio? Una questione di qualità

La riflessione del convegno parte da un presupposto fondamentale: il vino bio vince perché ha una qualità migliore. Lo attesta uno studio della University of California. I ricercatori hanno analizzato 74mila rating di vini provenienti da diverse vendemmie, varietà e regioni. Lo studio che ha raccolto i dati è stato poi ripreso da tre pubblicazioni di settore: The Wine Advocate, Wine Enthusiast e Wine Spectator.

La ricerca rivela che i vini biologici hanno ricevuto, in media, una valutazione di 4,1 punti in più (su 100), rispetto alle etichette non bio.

I nostri risultati indicano che la certificazione biologica è associata a un incremento della valutazione di qualità statisticamente significativa”, spiegano i ricercatori.

L’ipotesi è che la messa al bando dei prodotti chimici di sintesi, favorisca la vitalità dei microrganismi nel suolo, esaltando quindi il sapore dell’uva. In questo modo, al vino viene conferita una rappresentazione più autentica del terroir, nonché dell’ambiente naturale dove è cresciuta la vite. Non solo. Alle pratiche bio sono assegnate anche migliori performance dal punto di vista organolettico.

Per approfondire tali evidenze, e sottolineare l’importanza assunta dalla qualità e della certificazione biologica, Vinitaly ha organizzato il focus incentrato specificamente sul comparto biologico.

Vinitaly e il vino bio: il programma

Durante l’evento veronese, a partire dalle ore 15, si alterneranno esperti nel settore della viticoltura bio. Ad aprire il convegno, con un’introduzione dei lavori, Maria Ines Aronadio, Dirigente Ufficio Agroalimentare e Vini – ICE, e Roberto Pinton, consigliere delegato di FederBio.

Con una relazione intitolata “Aspetti tecnici della vinificazione biologica e ricadute sul profilo organolettico. Gestione biologica del vigneto e ricadute su qualità e sanità delle uve”, interverrà poi Enzo Mescalchin della Fondazione Mach. Seguirà “La fase di Cantina e l’esperienza di Barone Pizzini in Franciacorta”, di Leonardo Valenti dell’Università degli Studi di Milano.

Alle 16, appuntamento con Silvia Zucconi di Nomisma con un intervento dal titolo: “Gran Bretagna, Germania, Italia: numeri e tendenze del vino biologico sul mercato Europa”. Il mercato al centro anche nella relazione di Salvo Bonanno, Vice Segretario Generale dell’Italian-American Chamber of Commerce of Midwest, che interverrà sul “Mercato del vino biologico in USA”. Sarà poi la volta del mercato giapponese, con intervento di Marco Colosi, Junior Analyst per l’ItalianChamber of Commerce in Japan.

Spazio infine alla discussione con i partecipanti. Modererà il convegno, Lorenzo Tosi, giornalista.

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1146

http://www.suoloesalute.it/vino-biologico-nel-2015-raddoppiati-consumatori/

La Fiera del biologico approda in Turchia

Turchia: la fiera del biologico va in scena a Smirne dal 26 al 29 aprile. L’importanza dell’evento e il focus sul cotone sostenibile.

Dal 26 al 29 aprile la Fiera del biologico approda in Turchia. In quelle date, infatti, a Smirne (Izmir) si terrà l’unica fiera che rappresenta il Paese, sia a livello nazionale che internazionale, nel settore dei prodotti biologici certificati.

EKOLOJİ IZMİR, questo il nome dell’evento, ha raggiunto ormai la sua ottava edizione.

La fiera raccoglie ogni anno una vasta gamma di categorie di prodotti rigorosamente dotati di certificazione biologica. L’assortimento è dei più vari. Qui è possibile trovare: abiti prodotti con tessuti biologici, prodotti per l’infanzia, cosmetici, alimentari e prodotti per la pulizia.

Un evento che, ogni anno, cattura l’interesse dei protagonisti del settore e dei consumatori, attraverso spunti e attività parallele, riunendo i maggiori rappresentanti del settore biologico provenienti da Turchia, Paesi da Est Europa, Asia centrale, Medio Oriente e Africa.

Fiera del biologico: focus sul settore tessile

Degna di nota all’interno della fiera del biologico, l’area dedicata al tessile bio. Qui, tutti i produttori internazionali che hanno ottenuto la certificazione Global OrganicTextile Standard (GOTS), essenziale per partecipare all’evento, hanno l’opportunità di esporre i loro tessuti speciali, ottenuti da materie prime coltivate esclusivamente con metodi sostenibili.

Workshop per una produzione più sostenibile

I visitatori avranno inoltre l’opportunità di partecipare a una tavola rotonda intitolata: “Sostenibilità Tessile: ‘Tavola rotonda regionale sul cotone biologico”.

Textile Exchange, in collaborazione con IZFAŞ e gli esperti del settore locali, hanno invitato tutte le parti interessate, provenienti da ogni fase della filiera tessile (compresi marchi, rivenditori, produttori e organizzazioni di settore) a partecipare insieme alla serie di workshop previsti per la giornata del 28 aprile 2017.

Textile Exchange è un’Organizzazione non profit che si impegna attivamente nel rendere l’industria tessile più sostenibile. Da anni, lavora con tutti i soggetti coinvolti nel settore per ridurre gli effetti nocivi della produzione di tessuti sull’ambiente, favorendo il cambiamento dettato dall’agricoltura biologica.

Durante l’evento sarà possibile mangiare i migliori prodotti biologici della Turchia serviti presso le aree di ristorazione all’interno della fiera.

È possibile avere maggiori informazioni sulla Fiera del biologico turca, visitando il sito ufficiale a questo link: http://ekolojiizmir.izfas.com.tr/home1

 

Fonti:

http://ekolojiizmir.izfas.com.tr/home1

https://www.ifoam.bio/en/events/izmir-organic-products-fair-ekoloji-izmir

Riso biologico: unica speranza per salvare il mercato italiano?

La produzione di riso biologico è l’ultima spiaggia per salvare il settore italiano dalle massicce importazioni del Sudest asiatico. Il parere del presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella.

La produzione di riso biologico non solo conviene agli operatori di settore e fa bene all’ambiente, ma potrebbe anche essere la soluzione per rilanciare e proteggere il comparto.

Etichettatura obbligatoria

Nei giorni scorsi, Confagricoltura Piemonte ha chiesto al Ministero delle Politiche agricole l’attivazione dello “stato di crisi” del comparto risicolo.

Il settore è stato messo a dura prova dalle massicce importazioni a dazio zero dei Paesi meno avanzati (Pma).

E parte della responsabilità sarebbe anche dell’Ue, incapace di tutelare il mercato europeo.  «L’importazione selvaggia dai Pma è un problema che da anni mette a repentaglio il sistema produttivo ed economico italiano. Tuttavia, a fronte di una situazione preoccupante, l’Europa non è stata finora in grado di mettere un limite a questo fenomeno. Abbiamo toccato il fondo e la politica non è stata capace di difendere la produzione nazionale». Queste le parole di Giovanni Perinotti, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella.

Una delle soluzioni a questo problema, secondo Confagricoltura Piemonte, è promuovere l’etichettatura obbligatoria sull’origine del prodotto. Oggi, infatti, l’indicazione “Made in Italy” può essere apposta anche su prodotti confezionati in Italia, ma provenienti da altri Paesi.

La seconda è chiedere, con l’aiuto del ministro Calenda, che Bruxelles attivi la clausola di salvaguardia contro l’import selvaggio a dazio zero dai Paesi Meno Avanzati.

La speranza dal riso biologico

La parte del comparto che sembra non risentire di questa problematica è quella relativa alla produzione biologica. Il riso biologico, infatti, è sempre più amato dai consumatori italiani.

Sono 12 mila gli ettari coltivati con metodo sostenibile, tra Piemonte e Lombardia, per una produzione stimata intorno alle 80mila tonnellate.

E se da una parte la resa a ettaro è leggermente inferiore rispetto alle coltivazioni tradizionali, i prezzi possono raggiungere anche gli 80 euro a quintale, quasi tre volte tanto quelli del riso convenzionale.

Ricordiamo che l’Italia è il maggiore produttore europeo di riso, con una superficie coltivata che nel 2016 ha raggiunto gli oltre 234mila ettari. Secondo i dati della Commissione europea del gennaio 2017, riportati da Confagricoltura, le importazioni nell’Ue dai Pma sono passate dalle 10.280 tonnellate di riso nella campagna 2008-2009 alle 511.648 tonnellate del periodo 2016/2017.

Fonti:

http://www.lastampa.it/2017/03/26/edizioni/verbania/riso-le-speranze-legate-alla-produzione-biologica-9CYgxSS3SmtXxIwWyjfMxL/premium.html

http://www.agi.it/regioni/piemonte/2017/03/22/news/riso_confagricoltura_piemonte_chiede_stato_di_crisi-1612168/

http://www.suoloesalute.it/coltivare-riso-biologico-riduce-drasticamente-consumo-energia/amp/

La cosmesi bio alla conquista del Cosmoprof

Cosmesi bio e prodotti naturali al Cosmoprof: il cambiamento raggiunge anche la fiera mondiale di Bologna.

Si è da poco conclusa la 50 edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna, la fiera leader mondiale per il business della cosmetica e della bellezza.

L’edizione di quest’anno, che si è tenuta dal 17 al 20 marzo 2017, ha confermato la natura internazionale dell’evento, con le sue diramazioni in Asia e Nord America.

Cosmoprof in numeri

Rispetto all’edizione dello scorso anno, la fiera del 2017 ha registrato un più 16% di operatori stranieri.

Oltre 250 mila persone, provenienti da 150 Paesi, hanno visitato l’esposizione. 2.677 le aziende espositrici provenienti da 69 Paesi.29 collettive: Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, California, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Israele, Indonesia, Marocco, Olanda, Pakistan, Perù, Polonia, Spagna, Stati Uniti, Taiwan, Turchia, Ungheria e, per la prima volta, Argentina, Cile, Giappone, Lettonia ed Emirati Arabi Uniti/Dubai.

Un successo preannunciato, per un settore che nel 2016 ha confermato un trend di crescita, con un fatturato globale pari a 10,5 miliardi di euro (+3%).

Focus sul Bio

Tra i prodotti presenti nei padiglioni espositivi della fiera, una menzione particolare deve essere fatta per i cosmetici naturali e vegani (cruelty-free, gluten-free e preservative-free).

Le aziende operanti nel settore della bio-cosmesi erano riunite nel padiglione 21N della Fiera Cosmoprof.Un’area espositiva ricca di novità che ha attratto tantissimi visitatori.

Tra gli espositori, anche NATRUE, l’Associazione Internazionale per la Cosmesi Naturale e Biologica con sede a Bruxelles, che detta i principali standard per la certificazione di cosmetici bio. Con quasi 50 associate in 30 nazioni, NATRUE festeggia quest’anno il suo decimo anniversario. Anni di attività che hanno consentito all’azienda di arrivare ad assegnare il proprio marchio a 230 brand. Per un totale di 4.800 prodotti.

Un settore sempre più ricercato, quello della cosmesi bio certificata, in cui i prodotti devono rispettare elevati standard produttivi. Derivati di origine petrolifera, paraffine, siliconi, formaldeide e parabeni sono qui completamente banditi. Questi ingredienti, molto comuni nei cosmetici tradizionali presenti in commercio, vengono sostituiti con derivati vegetali, provenienti da agricoltura biologica.

Perché una certificazione biologica dei prodotti cosmetici

La certificazione aiuta il consumatore a riconoscere prodotti realizzati veramente con ingredienti naturali. Si tratta di uno standard chiaro, condiviso a livello internazionale che fornisce una garanzia sulla qualità del cosmetico che si sta acquistando.

In una fiera generalista qual è Cosmoprof, il comparto bio risulta essere ancora un mercato di nicchia. Eppure, il cambiamento inizia ad avvertirsi anche qui, con visitatori sempre più attenti e informati.

Fonti:

http://www.greenplanet.net/pi%C3%B9-spazio-alla-bio-cosmesi-al-cosmoprof-di-bologna

http://www.cosmoprof.it/

Agricoltura biologica: FederBio presenta il database antifrode

Antifrode bio: come funziona lo strumento che protegge i prodotti certificati bio. La parola a Paolo Carnemolla

Proteggere il biologico dalle contraffazioni con un sistema efficace per prevenire frodi e truffe nel settore. È questo l’obiettivo della banca dati antifrode di Federbio. A spiegarne il funzionamento è proprio il presidente della Federazione, Paolo Carnemolla.

La banca dati antifrode

Si chiama FIP, FederbioIntegrity Platform, e il suo obiettivo è proteggere l’agricoltura biologica dalle contraffazioni che rischiano di affossare il settore. È il sistema antifrode di Federbio, una grossa banca dati che rappresenta il 90% dei controlli sul biologico Made in Italy. Per il momento, raccoglie informazioni su mangimi, cereali e granaglie. Da novembre sarà operativo anche per l’olio d’oliva.

Dal primo gennaio 2017, il sistema è obbligatorio per i certificatori associati alla Federazione.

Come funziona

Gli organismi di certificazione inseriscono nel database i documenti relativi a certificazioni, superfici, colture e produzioni biologiche. La piattaforma incrocia queste informazioni con quelle contenute nei documenti che accompagnano le varie transazioni effettuate: acquirente, quantità e tipologia di prodotto. Questo sistema consente di evidenziare eventuali irregolarità o non corrispondenze. In presenza di incongruenze, scatta subito l’allerta. Vengono così informati sia gli operatori che vendono e acquistano i prodotti, che i certificatori, mettendo in moto la “macchina antifrode”.

Le frodi sulle materie prime

La fase più a rischio per il settore agroalimentare continua a essere quella delle materie prime. Questo genere di frode è infatti più redditizia di quella operata su un prodotto finito, soggetto a maggiori controlli anche da parte delle aziende a valle della filiera.

Se si vuole riciclare denaro, afferma Carnemolla, è questo il settore in cui è più facile agire. Soprattutto nelle importazioni.

Un sistema mirato

Il database FIP consente di effettuare controlli mirati, dove esiste un sospetto o anche semplicemente un rischio di contaminazione accidentale, come ad esempio nelle aziende miste, che coltivano sia prodotti biologici che convenzionali. E per fare i controlli, si sceglie il periodo dell’anno più appropriato.

Un tavolo prevede piani di controllo, interventi mirati legati ad esempio a crisi territoriali e sistemi di allerta fitopatologica. Gli organismi e le aziende vengono informati sulle condizioni meteo e sui rischi per le colture, favorendo azioni comuni mirate.

Fonte:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1145

Psr Veneto: al via bando da 2,5 milioni per l’agricoltura bio

Psr Veneto: approvata la delibera che apre i termini per accedere alle risorse per l’agricoltura biologica. Interventi per 2,5 milioni di euro

Passo in avanti per il Psr veneto: la regione ha approvato la delibera che apre i termini per accedere alle risorse d’intervento 11.1.1 – Pagamenti per la conversione in pratiche e metodi di agricoltura biologica.

L’ultimo step per l’approvazione definitiva sarà il parere della terza Commissione del Consiglio Regionale. Una volta ricevuto il via libera, potranno essere aperti ufficialmente i termini per presentare le domande di aiuto.

Psr Veneto: beneficiari e risorse a disposizione

Le risorse complessive messe a disposizione dal bando ammontano a 2,5 milioni di euro. Obiettivo dell’intervento è la diffusione di pratiche agricole sostenibili, in grado di preservare e potenziare la fertilità del suolo, prevenendone l’erosione.

Il bando è rivolto principalmente ad agricoltori rispondenti a determinati requisiti. I beneficiari, infatti, si impegnano a mantenere intatta la fertilità del suolo e l’attività biologica attraverso la rotazione pluriennale delle colture. Tra gli impegni a carico degli agricoltori, anche l’utilizzo di concimi autorizzati per la produzione biologica, la scelta di una difesa fitoiatrica delle colture, che prevede l’impiego di antagonisti naturali, e la scelta di specie e varietà resistenti. Gli impegni dovranno essere mantenuti per cinque anni dalla data di presentazione delle domande.

L’entità degli aiuti disposti per i beneficiari, dipende dal tipo di coltura e dalla sua estensione. Si va dai 909 euro per ettaro delle colture orticole in serra, ai 221 per i pascoli.

Principi di incompatibilità

Le domande non possono essere presentate se, sulle stesse superfici, sono attivi i seguenti tipi di intervento del Psr Veneto 2014-2020:

  • 1.1 – Tecniche agronomiche a ridotto impatto ambientale;
  • 1.3 – Gestione attiva di infrastrutture verdi;
  • 1.4 – Gestione sostenibile di prati, prati seminaturali, pascoli e prati-pascoli;
  • 2.1 – Pagamenti per il mantenimento dell’agricoltura biologica.

L’incompatibilità si estende anche alle misure previste dal Psr 2007-2013.

La scadenza per la presentazione delle domande di aiuto è fissata al 15 maggio 2017.

Per avere maggiori informazioni a riguardo, è possibile rivolgersi agli Sportelli unici agricoli della propria provincia gestiti dall’organismo pagatore Avepa.

Fonte:

http://www.regione.veneto.it/web/guest/dettaglio-banner?_spp_detailId=3103205