Suolo e Salute

Category: Suolo e Salute News

FITOFARMACI E SALUTE, NUOVI ELEMENTI

FITOFARMACI E SALUTE, NUOVI ELEMENTI

Nonostante prove convincenti che i pesticidi contribuiscono allo sviluppo del cancro, la consapevolezza del rischio è poco diffusa, lo dichiara “Frontiers in Cancer Control and Society”

La rivista scientifica Frontiers in Cancer Control and Society ha pubblicato l’articolo “Comprehensive assessment of pesticide use patterns and increased cancer risk”.

Nell’abstract gli autori (ricercatori di diversi dipartimenti della Rocky Vista University, dell’Eastern Virginia Medical School, della Denver Health, and Hospital Authority) scrivono:

“I pesticidi sono una caratteristica essenziale dell’agricoltura moderna che si aggiunge alla lista dei fattori che aumentano il rischio di cancro. Il nostro studio mira a valutare in modo completo questa relazione attraverso un approccio basato sulla popolazione che considera variabili confondenti come i tassi specifici delle contee relative al fumo, alla vulnerabilità socioeconomica e ai terreni agricoli. I nostri risultati hanno dimostrato un’associazione tra uso di pesticidi e aumento dell’incidenza di leucemia; linfoma non-Hodgkin; carcinoma vescicale, colon, polmonare e pancreatico e tutti i tumori combinati che sono paragonabili al fumo per alcuni tipi di cancro. Attraverso la nostra analisi completa e l’approccio unico, il nostro studio sottolinea l’importanza di una valutazione olistica dei rischi di uso di pesticidi per le comunità, che possono essere utilizzati per influenzare le future politiche riguardanti i pesticidi”.

Nonostante prove convincenti che i pesticidi contribuiscono allo sviluppo del cancro, la consapevolezza del rischio è poco diffusa. Lo avevamo già visto per il fumo: ci sono voluti decenni e migliaia di studi prima che la comunità scientifica e il pubblico in generale arrivassero al consenso sul fatto che il fumo rappresenta un rischio sostanziale di cancro. L’unica netta differenza tra fumo e ai pesticidi è che una persona che sceglie di fumare è informata che non si tratta di una scelta sana e si assume la responsabilità delle conseguenze negative del fumo sulla propria salute. In genere il pubblico non è invece informato sui rischi per la salute pubblica associati all’esposizione alle sostanze chimiche di sintesi utilizzate in agricoltura nella sua zona.

Fonte:

https://www.frontiersin.org/journals/cancer-control-and-society/articles/10.3389/fcacs.2024.1368086/full

FRANCIA, LO SPECIALIZZATO RIALZA LA TESTA

FRANCIA, LO SPECIALIZZATO RIALZA LA TESTA

l mercato biologico francese nel primo semestre 2025 registra una crescita moderata. La distribuzione specializzata mostra buoni risultati, mentre nella grande distribuzione la crescita è stabile. Il settore si rafforza grazie alla diversificazione dei canali, a politiche di prezzo più accessibili e a una maggiore attenzione dei consumatori

I dati sull’andamento del canale specializzato francese presentati dalla testata Biolineaires vedono per il primo semestre 2025 un aumento delle vendite in valore del 5,34 per cento a perimetro costante (del 5.42% considerando il saldo tra nuove aperture e chiusure). Se il confronto è annuale (da luglio 2024 a giugno 2025) l’incremento è del 6%, con performance differenziate tra le diverse catene e anche tra le categorie merceologiche.

Per esempio il fatturato di Naturalia ha segnato un incremento del 7,5% a rete costante (160 milioni di euro nel primo semestre 2025); lo slancio è particolarmente forte per l’alimentare (+8,2%), in particolare sui prodotti freschi, con un’accelerazione nel secondo trimestre (+7,8%), il non food performa meno, pur con andamento positivo.

Nello stesso periodo il gruppo Les Comptoirs de la Bio (66 punti vendita) dichiara una crescita di fatturato a perimetro costante del 4,80%; per spingere le vendite propone da settembre diverse azioni con lo slogan «Vraiment pas cher» («Davvero a buon mercato»).

Per approfondimenti: https://www.biolineaires.com/bilan-du-premier-semestre-2025-en-distribution-specialisee-bio-une-croissance-ralentie-mais-des-dynamiques-de-marche-encourageantes/

SPAGNA, BUONA LA FIDUCIA DEGLI OPERATORI

SPAGNA, BUONA LA FIDUCIA DEGLI OPERATORI

Il biologico in Spagna riflette ottimismo. Il 95% delle aziende segnala stabilità o crescita nel secondo trimestre 2025

In Spagna viene rilevato il termometro trimestrale dello stato del settore biologico, coinvolgendo un campione di aziende composto per il 41% da agricoltori, 39% delle aziende impegnate nella trasformazione distribuzione e il 20% nel retail e di diverse dimensioni (il 50% ha meno di 10 dipendenti, il 25% ha tra i 10 e i 50 dipendenti e il 25% sono aziende con più di 50 dipendenti).

L’andamento nel secondo trimestre 2025 si riassume:

  • Vendite: il 60% degli intervistati indica di aver registrato un aumento, il 28% riporta stabilità e un altro 12% menziona un calo.
  • Occupazione: il 23% delle aziende ha aumentato il numero di dipendenti, il 60% ha mantenuto la propria forza lavoro e solo il 10% l’ha ridotta.
  • Prezzi: il 62% delle aziende ha mantenuto i propri prezzi, il 28% li ha aumentati moderatamente e solo il 10% li ha ridotti.
  • Investimenti: il 45% delle aziende ha aumentato i propri investimenti, il 48% li ha mantenuti costanti e il 7% li ha ridotti.
  • Scorte: in termini di magazzino, il 50% delle aziende ha mantenuto livelli simili a quelli dei periodi precedenti, il 38% li ha aumentati e il 12% li ha ridotti.
  • Esportazioni: il settore ribadisce la sua natura orientata all’esportazione, con il 69% delle aziende che mantengono i livelli precedenti, il 16% che li aumenta e il 15% che li diminuisce.

Chiamati a confrontare il trimestre con lo stesso periodo dell’anno scorso, il 95% ritiene che la situazione sia migliorata o sia rimasta stabile (rispettivamente 45% e 50%), il 5% percepisce un deterioramento del settore nel suo complesso.

In termini di proiezioni future, il termometro riflette ottimismo, con il 40% che crede che la situazione della propria azienda migliorerà nel prossimo trimestre, la stessa percentuale che si aspetta che rimanga invariata, con un 20% che esprime dubbi o prevede un calo, dato che il terzo trimestre include i mesi estivi, con vacanze e cambiamenti nelle abitudini e nelle priorità dei consumatori.

Per quanto riguarda come evolverà il settore nel suo complesso, il 38% delle aziende è fiducioso in un miglioramento, il 42% ritiene che rimarrà invariato e un 17% di pessimisti pensa che peggiorerà o esprime incertezza sullo sviluppo.

Fonte: https://greenplanet.net/spagna-il-95-delle-aziende-segnala-stabilita-o-crescita-nel-q2-2025-secondo-il-termometro-trimestrale-del-bio/

IL LOGO BIO: AGGIORNATO IL MANUALE

IL LOGO BIO: AGGIORNATO IL MANUALE

La Commissione Europea ha aggiornato il manuale con le indicazioni grafiche per l’utilizzo corretto del logo biologico

A fine luglio la Commissione Europea ha aggiornato il manuale con le indicazioni grafiche per l’utilizzo corretto del logo biologico UE, fornendo una guida per la maggiore uniformità (e soprattutto per la conformità) alle etichette dei prodotti biologici.

La Commissione fornisce il modello del logo in numerosi formati grafici (JPG, PDF, GIF, EPS, AI) e nel manuale, che è disponibile in tutte le lingue della UE, dà le istruzioni dettagliate sulle modalità di inserimento sulle confezioni, con ogni possibile variante (dimensioni, colori, contorni).

Fonte: https://agriculture.ec.europa.eu/farming/organic-farming/organic-logo_en

LA DIETA MEDITERRANEA FA BENE, SE È BIOLOGICA FA ANCORA MEGLIO

LA DIETA MEDITERRANEA FA BENE, SE È BIOLOGICA FA ANCORA MEGLIO

La dieta mediterranea è salutare. Se è biologica, è ancora meglio. Presentati i risultati della ricerca IMOD dell’Università di Roma Tor Vergata

AssoBio, FederBio e Consorzio il Biologico sostengono lo studio IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet) dell’Università di Tor Vergata che confronta il valore delle due diete (mediterranea e biologica), misurando la sicurezza alimentare (con l’analisi sul livello di esposizione a sostanze nocive come fitofarmaci e metalli pesanti anche nella composizione corporea e nella riduzione dello stress ossidativo) per accertare se una dieta mediterranea biologica abbia o meno maggiori benefici sulla salute umana.
L’obiettivo centrale del progetto di ricerca è determinare l’influenza della qualità di un’alimentazione biologica rispetto a una convenzionale sul microbiota intestinale.
Questo perché c’è consenso scientifico sul fatto che la varietà e la qualità dei microrganismi che abitano nel nostro apparato digerente ha un impatto sulla salute, non solo influenzando la nostra resistenza agli agenti patogeni, ma addirittura regolando le funzioni cognitive.
Oggetto sella ricerca sono 15 soggetti su cui è stata raccolta una grande mole di dati anche attraverso tecnologie avanzate, come il sequenziamento del DNA per lo studio del microbiota intestinale e l’analisi di biomarcatori dello stress ossidativo; per l’ampiezza dei dati raccolti e analizzati lo studio è tra i più completi a livello internazionale.

I risultati di dettaglio saranno presentati in un incontro pubblico che si terrà a Roma il 16 settembre alle 10.00, presso la Libreria “Spazio Sette” (via dei Barbieri 7).
Informazioni sullo studio: https://www.ilbiodentrodinoi.it/

50 ANNI DI PROVE SU IMPATTO AMBIENTALE E RESE DEL BIOLOGICO

50 ANNI DI PROVE SU IMPATTO AMBIENTALE E RESE DEL BIOLOGICO

Dallo studio, condotto da FiBl e Agroscope, si evince chiaramente la sostenibilità e la produttività dell’agricoltura biologica. Alla base della ricerca ci sono oltre 150 pubblicazioni scientifiche che hanno analizzato la resa, la fertilità del suolo e l’impatto climatico

Con il sostegno economico dell’Ufficio federale elvetico dell’agricoltura UFAG l’istituto di ricerca FiBl e

Agroscope conducono dal 1978 esperimento a lungo termine DOK che confronta coltivazioni biologiche, biodinamiche e convenzionali su 96 parcelle sperimentali omogenee su cui studiano le conseguenze in termini di resa, qualità del suolo e impatto climatico dei metodi di coltivazione.

L’esperimento continua a dare risposte, ma anche a proporre nuovi quesiti nell’ambito della ricerca agraria e ambientale che sono state oggetto di quasi 150 pubblicazioni scientifiche e tesi di dottorato.

 

I due sistemi biologici sono confrontati con due sistemi convenzionali (il primo con fertilizzazione organica e il secondo con concimazione minerale); tutti seguono con la stessa rotazione di sette anni (ormai si sono raggiunti i sei cicli), che comprende trifoglio.

Nei sistemi biologici è risultato un minor utilizzo di fitofarmaci (-92%) e di azoto minerale (-75%); l’efficienza nell’uso dell’azoto, che tiene conto anche della fissazione biologica è stata superiore all’85% per tutti i sistemi.

Per quanto riguarda le rese, nonostante la drastica riduzione degli input, quelle dei sistemi biologici hanno raggiunto l’85% di quelle dei sistemi convenzionali, dimostrando a livello di campo un minor impatto sul clima e una maggiore biodiversità in situ, in parallelo a un terreno fertile per lo sviluppo di una produzione agricola sostenibile anche futura.

 

Nella rivista scientifica «Scientific Reports» è stato recentemente pubblicato un articolo in cui i ricercatori di Agroscope, FiBL e Politecnico Federale di Zurigo si concentrano sui nutrienti e sulla selezione delle colture.

Nelle parcelle a coltivazione biologica sono stati trovati livelli di humus più alti del 16% e un’attività degli organismi del suolo superiore fino all’83%, con un effetto positivo sulla struttura che aiuta a immagazzinare acqua e ridurre le perdite da erosione.

In tutti i sistemi, il letame si è dimostrato fondamentale per la buona fertilità del suolo; se applicato in quantità sufficiente, preferibilmente sotto forma di compost, il contenuto dell’humus rimane stabile o aumenta. Al contrario, quando il fertilizzante è composto esclusivamente da concimi minerali sintetici, il contenuto di humus diminuisce.

Sull’altro piatto della bilancia, i livelli di fosforo diminuiscono più sensibilmente nei suoli biologici rispetto a quelli convenzionali, a causa della riduzione della fertilizzazione; per evitare carenze a lungo termine è necessario integrarlo, in particolate per colture come cereali e patate.

Secondo Jochen Mayer, responsabile dello studio, per recuperare elementi fondamentali come fosforo e azoto va valutato il riciclo di rifiuti alimentari o acque reflue.

I ricercatori ritengono che il futuro dell’agricoltura biologica dipende in larga misura proprio dalla chiusura dei cicli dei nutrienti tra le aziende agricole e dai progressi nella selezione vegetale.

Lo studio raccomanda di adottare strategie di diversificazione colturale, come le colture miste, intercalari, o a strisce, preferibilmente con specie pluriennali.

 

L’articolo “Organic cropping systems balance environmental impacts and agricultural production” si può scaricare gratuitamente qui: https://www.nature.com/articles/s41598-024-76776-1