Suolo e Salute

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IN ARRIVO IL MARCHIO DEL BIOLOGICO ITALIANO

IN ARRIVO IL MARCHIO DEL BIOLOGICO ITALIANO

Per adesso esiste il marchio ma non è ancora nota la procedura di concessione e le modalità di utilizzo

In occasione della Giornata europea del biologico, è stata scelta una location d’eccezione: la Sala dei Consigli Superiori del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, nota anche come “il Parlamentino”, per la sua caratteristica forma ad emiciclo.

Durante l’evento è stato presentato il nuovo marchio del biologico italiano, che vede finalmente la luce a più di tre anni dall’entrata in vigore della legge quadro sull’agricoltura biologica.

Attualmente il marchio esiste solo nella sua forma grafica: si tratta di un fiocco tricolore che richiama la forma di un cuore, accompagnato dalla scritta “Bio logico italiano”. Il logo è stato realizzato da Domenico Lacava, vincitore del concorso con un premio di 40.000 euro.

Tuttavia, mancano ancora la procedura ufficiale di concessione e le modalità di utilizzo. Si sa soltanto che il marchio dovrebbe essere riservato ai prodotti biologici realizzati con materie prime 100% italiane.

Da un lato, la presentazione grafica è stata accolta positivamente, soprattutto per l’inserimento esplicito del termine “Bio”, che contribuisce a rendere il messaggio più chiaro, rafforzando la fiducia dei consumatori e incentivando l’acquisto. Lo conferma anche un recentissimo studio condotto da ricercatori di università tedesche, britanniche e ungheresi, secondo cui l’assenza di un riferimento testuale al “Bio” costituisce uno dei punti deboli del marchio europeo.

Dall’altro lato, alcuni esperti di diritto hanno sollevato dubbi circa la compatibilità del nuovo marchio con il principio della libera circolazione delle merci all’interno del mercato europeo. La giurisprudenza consolidata, infatti, segnala l’incompatibilità di un marchio nazionale che certifichi l’intera filiera produttiva come localizzata esclusivamente sul territorio nazionale.

Dal Ministero fanno sapere che saranno necessari ancora quattro o cinque mesi di lavoro: il nuovo marchio potrebbe quindi arrivare sugli scaffali già all’inizio del prossimo anno.

Per saperne di più: https://www.masaf.gov.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/22064

L’INTESTINO MIGLIORA CON UN’ALIMENTAZIONE BIOLOGICA

L’INTESTINO MIGLIORA CON UN’ALIMENTAZIONE BIOLOGICA

Una giornalista britannica racconta (soddisfatta) un mese di alimentazione biologica

Su invito della Soil Association, che da anni organizza un “Organic September” ricco di iniziative, la giornalista britannica Dianne Bourne ha adottato per un mese una dieta esclusivamente biologica, per capire l’impatto sulla salute sul benessere, la soddisfazione (e il costo) e ha raccontato la sua esperienza sul Manchester Evening News.

Già nel giro di una settimana la Bourne ha annotato effetti positivi della dieta; dopo i primi due giorni non ha più sofferto del suo cronico mal di testa, si sentiva più rilassata e ha notato un miglioramento del sonno.

Se queste possono essere solo sensazioni, non mancano gli effetti misurati: ha potuto verificare con il suo fitness tracker una riduzione della frequenza cardiaca a riposo da 73bpm all’inizio dell’esperimento a 68bpm alla fine.

Poi, per lei (e per gli altri cinque partecipanti al test) è stato riscontrato un “miglioramento clinicamente significativo nella permeabilità intestinale”. La permeabilità intestinale è la misura di ciò che passa nel flusso sanguigno attraverso il rivestimento intestinale; un rivestimento intestinale più permeabile è associato a problemi di salute quali sintomi gastrointestinali, mal di testa, affaticamento e infiammazione.

Secondo i fisiologi della Functional Gut Clinic che hanno condotto i test sui volontari “Il miglioramento può essere dovuto a una riduzione dei residui di pesticidi alimentari, che negli studi sugli animali hanno dimostrato di causare perdite intestinali”.

Dato che i partecipanti al test hanno mangiato tutto biologico, non è chiaro se il risultato positivo dipende dalla dieta complessiva o da qualche alimento in particolare; comunque, come scrive la Bourne “Sarebbero necessari studi più ampi per dimostrare clinicamente i benefici di un’alimentazione biologica, ma quello che posso dire a livello personale è che dopo un mese di dieta bio ho sentito un miglioramento della mia salute e del mio benessere”.

E si dice anche molto soddisfatta di aver perso 2 chili e mezzo in un mese, senza aver adottato limitazioni volontarie, ma mangiando “un’intera gamma di cibi deliziosi, tra cui snack e qualche bicchiere di vino ogni tanto, senza alcuna restrizione, a parte la caratteristica biologica”.

 

L’articolo si può leggere qui: https://www.manchestereveningnews.co.uk/whats-on/food-drink-news/i-ate-only-organic-food-32370557

BENE IL BIOLOGICO NELLE MENSE MILANESI

BENE IL BIOLOGICO NELLE MENSE MILANESI

Un’alta percentuale di ingredienti biologici e un elevato gradimento da parte dei bambini

Il Comune di Milano, attraverso la società partecipata Milano Ristorazione è in piena conformità ai requisiti fissati dai Criteri Ambientali Minimi per la ristorazione scolastica. In una conferenza stampa sono stati presentati i dati relativi alle cucine dei nidi d’infanzia, in cui oltre il 75% degli alimenti acquistati è biologico; il dato raggiunge il 100% per la passata di pomodoro, l’olio extravergine d’oliva, le uova e lo yogurt; per patate, cipolle, carote è assicurato anche il chilometro zero, dato che sono coltivate su terreni all’interno del Comune.

Conta anche il gradimento dei cibi: Milano Ristorazione ha realizzato un’indagine tra i bambini, ai quali è stato chiesto di dare un giudizio sui cibi serviti in tavola sia nel menu invernale che in quello estivo.

E se, com’era facile prevedere, la pizza margherita ha riscosso un ottimo 76%, a contendersi il primato sono stati la pasta agli aromi (che ha ottenuto l’82% delle preferenze) e il riso all’olio (secondo a un soffio con l’81%). Buono il gradimento anche delle rustichelle di pollo biologico (81%), che ha superato la milanesissima cotoletta di lonza (77%).

 

Ahimè, minore il riscontro per la verdura, che si conferma più ostica per i più piccoli.

Al di là della funzione educativa, van tenuti presenti gli aspetti ambientali ed economici: per tutte le scuole servite, Milano ristorazione prepara circa 83.000 pasti al giorno, raggiungendo un totale di oltre 14 milioni di pasti all’anno.

Ricordiamo che l’utilizzo di parte rilevante delle derrate di produzione biologica non è una scelta generosa del Comune di Milano (che peraltro merita la segnalazione per il superamento delle percentuali minime da garantire), ma è un obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche, anche per quelle del vostro territorio…

 

Per saperne di più: https://www.comune.milano.it/-/food-policy.-nuovi-progetti-attenzione-per-il-cibo-sano-e-sostenibile-certificazione-bio-per-le-mense-dei-nidi-al-via-il-nuovo-anno-del-servizio-di-refezione-scolastica-con-milano-ristorazione

A GENNAIO TORNA MILLESIME BIO

A GENNAIO TORNA MILLESIME BIO

A Montpellier la maggior fiera sul vino biologico al mondo

Dal 26 al 28 gennaio 2026 si svolgerà a Montpellier (Francia) la 33ª edizione di Millésime Bio, l’eccellente salone internazionale dedicato ai vini biologici, che nell’edizione 2025 ha visto la partecipazione di 1.500 espositori provenienti da 15 Paesi, per un totale di oltre 10 mila etichette presentate.

Nei tre giorni di fiera sono attesi circa 10 mila operatori: importatori, distributori, sommelier, ristoratori e buyer della Gdo e dei negozi specializzati (la manifestazione è riservata agli operatori professionali).

L’evento sarà preceduto, il 13 e 14 gennaio 2026, dal concorso Millésime Bio Challenge, la più grande competizione mondiale del settore, che vedrà 1.800 vini e 150 birre, ma anche sidro, superalcolici e i nuovi no-low, valutati da giurie composte da buyer, sommelier, produttori e giornalisti. I campioni premiati saranno poi proposti al banco d’assaggio durante il salone.

Gli spazi del salone saranno suddivisi per regioni e le postazioni delle aziende saranno tutte uguali (sin dalla prima edizione gli organizzatori sostengono che a parlare dev’essere il vino, non lo sfarzo dell’allestimento dello stand).

A corollario sono previste diverse iniziative, tra cui visite guidate nei vigneti biologici dell’Occitania, masterclass e conferenze per capire, discutere e riflettere sulle tematiche d’attualità del settore.

Per saperne di più: https://www.millesime-bio.com/en/

PADOVA, TORNA EL BIOLOGICO IN PIASSA

PADOVA, TORNA EL BIOLOGICO IN PIASSA

Un evento pubblico di grande successo tra i consumatori veneti

A Padova, nelle medioevali Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta domenica 5 ottobre 2025 si terrà l’edizione autunnale di El biologico in Piassa, tradizionale festa mercato che fin dal 1988 propone idee e prodotti biologici.

Sempre affollata di pubblico, la manifestazione è aperta ad agricoltori biologici, fornai, casari, artigiani ecosostenibili e associazioni impegnate nella solidarietà e nell’ambientalismo e offre attrazioni per i più piccoli (laboratori creativi, giochi e animali), spettacoli teatrali e incontri pubblici dall’alba al tramonto.

La manifestazione è organizzata dall’omonima Associazione El Biologico in Piassa, con la collaborazione di Aiab Veneto, Tuttaunaltracosa (il festival nazionale del commercio equo e solidale) e conta sul patrocinio del Comune di Padova.

Iscrizioni dell’ultima ora e informazioni per visitarla su http://www.elbiologicoinpiassa.it/ e https://www.facebook.com/elbiologicoinpiassa/.

AGRICOLTURA RIGENERATIVA E RISCHIO GREENWASHING

AGRICOLTURA RIGENERATIVA E RISCHIO GREENWASHING

Rigenerativa: vera sostenibilità o soltanto uno slogan accattivante?



Negli ultimi tempi si parla molto di “agricoltura rigenerativa”, che qualcuno propone come frontiera più avanzata della sostenibilità.

Molti, da Nestlè a Cargill, da Bayer a Corteva, da Barilla a Illy propongono la “loro” agricoltura rigenerativa, ciascuna però diversa dalle altre, cucita su misura alle proprie esigenze e impostazioni, con non poca confusione anche tra i consumatori.

Con l’abituale lucidità ne parla nell’editoriale di Terra e Vita n. 17/2025 Paolo Bàrberi, professore di Agronomia presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove coordina il Gruppo di Ricerca in Agroecologia e ha coordinato il Dottorato Internazionale in Agrobiodiversità.

Esperto esterno per la FAO, la Commissione Europea, EFSA, Masaf e MinAMB, Bàrberi è co-fondatore e vice-presidente di Agroecology Europe e membro del Consiglio Direttivo di AIDA, Associazione Italiana di Agroecologia: al mondo è tra le persone più titolate a fare il punto sulle pratiche agricole sostenibili.

Partendo proprio dalla constatazione che “Non esiste al momento una definizione universalmente accettata di agricoltura rigenerativa, nella scienza e nella pratica, né esiste una normativa di riferimento”, Bàrberi mette in guardia sul rischio di scrivere regole per l’agricoltura rigenerativa che strizzino l’occhio al marketing più che alla vera sostenibilità.

Leggi qui l’editoriale: https://terraevita.edagricole.it/agricoltura-conservativa/lagricoltura-rigenerativa-eviti-il-rischio-greenwashing/