Suolo e Salute

Autore: admin

Concluso a Bologna il IV Incontro Europeo della Castagna

Si è svolto giovedì 12 e venerdì 13 settembre scorsi a Bologna il IV Incontro Europea della Castagna, organizzato da Areflh, in collaborazione con Regione Emilia Romagna e CSO. Oltre 230 partecipanti provenienti da sei Paesi europei (in particolare Portogallo, Spagna e Francia) si sono confrontati nella due giorni bolognese sulla situazione della castanicoltura europea. Tra i temi sul tavolo, il Piano Castanicolo Italiano, esposto da Albero Manzo del Mipaaf e la diffusione in Europa del Cinipide e i metodi di lotta biologica in Italia, in particolare nell’esperienza dell’Emilia-Romagna, dove il parassita è stato combattuto attraverso la diffusione del parassitoide Torymus sinensis.

I rapporti tra castanicoltura e Politica Agricola Comune sono stati oggetto di approfondimento nel pomeriggio della prima giornata, nel corso del quale si è parlato anche di strategie europee per la valorizzazione della castagna, di frutteti tradizionali come concreta possibilità di sviluppo della castanicoltura europea e di difesa della qualità del prodotto. La giornata si è conclusa con una tavola rotonda dedicata alla commercializzazione di castagne e marroni in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Turchia.

Suolo e Salute ha partecipato attivamente all’evento portando il proprio contributo sul tema della valorizzazione del prodotto. “La castagna è fondamentale per l’economia delle aree marginali appenniniche – commenta Alessandro D’Elia, direttore marketing, sviluppo e relazioni istituzionali – e, a maggior ragione in questo momento di crisi, le difficoltà legate al calo vertiginoso della produzione, non solo dovuto al Cinipide ma anche ai problemi cronici e strutturali del comparto, possono essere in parte compensate orientando la filiera verso la certificazione biologica. I consumi di bio sono in crescente aumento, soprattutto all’estero, e una scelta in tal senso, oltre alla sua valenza ecologica, porterebbe a un importante aumento della redditività delle aziende”.

La giornata di venerdì è stata dedicata invece alla visita di castagneti del territorio ed in particolare, tra le altre, all’Azienda Agricola “Terra Amica” di Loiano (BO) e all’Azienda Agricola La Martina di Monghidoro (BO), entrambe controllate da Suolo e Salute. Affascinante in particolare la visita ad un castagneto secolare con piante di oltre 700 anni di età, testimonianza vivente di un rapporto con il territorio di vecchissima data.

Fonte: Suolo e Salute, Areflh

 

Suolo e Salute: al Sana 2013 la guida all’etichettatura, il progetto BioTerr e le certificazioni religiose

 In occasione della 25° edizione del Salone internazionale del biologico e del naturale, Suolo e Salute ha presentato ad operatori del settore e al pubblico gli sviluppi  del progetto BioTerr per la tutela del territorio attraverso la certificazione bio, la nuova Guida all’etichettatura dei prodotti biologici ed il proprio impegno sul fronte delle certificazioni religiose Halal e Kosher. Per quanto riguarda le certificazioni bio, è stato possibile raccogliere utili informazioni e materiali sul progetto BioTerr, che rappresenta per Suolo e Salute un ottimo strumento per evidenziare l’importanza del ruolo che l’agricoltura biologica riveste nella valorizzazione del territorio. Grazie infatti alla multifunzionalità propria del metodo di coltivazione e allevamento bio, è possibile coniugare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali di un determinato territorio, puntando sulla possibilità che le aziende certificate decidano di “aggregarsi” per costituire filiere in grado di valorizzare al massimo le produzioni bio. Proprio con questi obiettivi Suolo e Salute è impegnato nello sviluppo a livello nazionale del progetto BioTerr per fornire il servizio di certificazione bio alle aziende che intenderanno aderire.  Con questo progetto si vuole replicare l’interessante (e per certi versi unica, nel panorama italiano) esperienza della Val di Vara, denominata “la valle del biologico”, in Provincia di La Spezia, che proprio grazie alla certificazione biologica, rilasciata da Suolo e Salute, e la creazione di filiere bio (che ha coinvolto in particolare numerose aziende zootecniche) ha ottenuto risultati molto significativi dal punto di vista economico ed occupazionale. In pochi anni, a Varese Ligure, il comune più importante della valle, non solo si è ridotto il tasso di spopolamento – problema che colpisce tutte le aree appenniniche – ma si è assistito anche ad un’inversione di tendenza, con un ritorno di tante famiglie, soprattutto giovani, che hanno deciso di investire il proprio futuro lavorando in montagna. Sempre nell’ambito della certificazione bio, lunedì scorso 9 settembre Suolo e Salute ha illustrato la nuova Guida all’etichettatura dei prodotti biologici. Al convegno di presentazione, svoltosi presso la Sala Valzer di Bologna Fiere, sono intervenuti Angelo Costa, Presidente di Suolo e Salute; Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Relazioni Istituzionali e Maria Magagna, Responsabile dell’Ufficio Approvazioni Etichette.

La guida, a cura della Direzione Tecnica di Suolo e Salute, vuole essere uno strumento utile per tutti gli operatori che lavorano nel comparto del bio: attraverso un linguaggio semplice e immediato, riporta i termini d’uso del logo comunitario e le diciture di conformità che devono comparire sulle etichette dei  prodotti bio, con l’obiettivo di rendere disponibile in forma semplice ed accessibile le disposizioni del Titolo IV del Regolamento CE n° 834/07 e CE 889/08. Dopo l’esposizione delle prescrizioni generali di etichettatura, valide per tutti i prodotti certificati secondo il Reg. CE 834/07, la guida descrive nello specifico l’etichettatura dei prodotti alimentari e quella dei mangimi.

Altro tema “caldo” per Suolo e Salute nell’ambito dell’edizione appena conclusa del Sana è stato quello dell’offerta delle certificazioni religiose Halal e Kosher in accordo con partner accreditati: un’occasione importante di investimento per tutte le aziende che intendono aprirsi a nuove realtà dove questo tipo di certificazione è il più importante prerequisito necessario per proporsi sul mercato. E proprio per queste ragioni oggi Suolo e Salute è in grado di supportare pienamente ed operativamente l’iter per entrambe queste certificazioni (quella Halal per i paesi islamici e quella Kosher per i consumatori che osservano i precetti alimentari della religione ebraica).  “Il SANA 2013 è stato molto interessante, erano anni che non si vedeva una manifestazione così attiva e propositiva – commenta  Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Relazioni Istituzionali – Per Suolo e Salute è stata una edizione proficua sul profilo dei rapporti con le istituzioni e con le tante aziende che hanno visitato i nostri spazi espositivi. Ottimo successo ha riscosso l’incontro di presentazione della seconda edizione della Guida all’etichettatura dei prodotti bio, pubblicazione molto apprezzata. Insomma un SANA 2013 molto positivo per il nostro Organismo di controllo”.

Fonte: Suolo e Salute

Slovenia: cresce il biologico

Il biologico diviene sempre più popolare in Slovenia: cresce la consapevolezza dei consumatori e i prodotti biologici sono sempre più spesso disponibili in negozi e supermercati specializzati. Nel corso dell’ultimo anno il numero di aziende biologiche è cresciuto del 13% e, secondo  l’Ufficio di Statistica della Repubblica di Slovenia, la superficie agricola gestita secondo i criteri dell’agricoltura biologica è risultata pari a quasi 29.000 ettari nel 2012, contro i 27.500 ettari del 2011. La maggior parte dei terreni è coltivata a prati permanenti e pascoli (circa 25.000 ha), mentre sono 750 gli ettari a frutteto e 160 quelli a vigneto. Sul fronte zootecnico, la crescita più significativa ha riguardato l’avicoltura, aumentata in un anno de 78%, seguita dall’acquacoltura (in crescita del 64%) e l’allevamento di conigli. Che il bio sia in crescita lo dimostrano anche i numeri di “Nature-Health”, la più importante fiera di settore per l’area, in programma dal 17 al 20 ottobre a Lubiana. L’anno scorso alla fiera hanno partecipato 286 aziende provenienti da 16 paesi e la manifestazione è stata visitata da 22.000 persone e per quest’anno le previsioni sono di un successo ancora più significativo.

Fonte: Organic Market

Fao, un nuovo studio lancia l’allarme-sprechi

1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno: questa ma mostruosa quantità di cibo che ogni anno viene sprecata secondo il recente rapporto Fao “Food Wastage Footprint: Impacts on Natural Resources”. La cifra è talmente grande da essere quasi inconcepibile, ma per rendersi conto più concretamente delle dimensioni in gioco, immaginiamoci per un momento che dei camion a tre assi (di quelli che spesso vediamo sulle nostre strade e autostrade impegnati in trasporti alimentari) siano riempiti a pieno carico di cibo destinato ad essere perduto (nell’esempio, piuttosto vicino alla realtà, approssimiamo a 20 tonnellate per camion il carico di alimenti). Otterremmo così un “serpente” ininterrotto di veicoli, in fila uno dietro l’altro, in grado di fare venti volte il giro dell’equatore. Forse questa proporzione restituisce meglio le proporzioni del problema messo a fuoco dallo studio Fao. Il rapporto, finanziato dal governo tedesco, costituisce il primo serio tentativo di approfondire il problema dell’impatto ambientale delle perdite alimentari sul pianeta, approfondendo le conseguenze in termini climatici, di risorse idriche sprecate, di uso del territorio e perdita di biodiversità. “Ogni anno – si legge nel testo – il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga; utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno, quasi il 30% della superficie agricola mondiale, ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Oltre a questo impatto ambientale, le conseguenze economiche dirette di questi sprechi (esclusi pesci e frutti di mare), si aggirano secondo il rapporto intorno ai 750 miliardi di dollari l’anno”. Le cose non migliorano granché se restringiamo l’indagine alla specifica realtà italiana: secondo una nota Coldiretti sul tema, “ogni persona in Italia ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno, con una tendenza positiva alla riduzione provocata dalla crisi, che negli ultimi cinque anni ha ridotto di circa il 25% gli avanzi da gettare. “Il contenimento degli sprechi – prosegue la nota – e’ forse l’unico aspetto positivo della crisi che ha determinato una maggiore attenzione degli italiani alla spesa, ma anche alla preparazione in cucina ed alla riutilizzazione degli avanzi”. “Restano comunque quasi 5 milioni le tonnellate di cibo che ogni anno vengono gettate nelle case degli italiani,  un problema etico con effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo dello smaltimento, nei confronti del quale e’ giusto intervenire sia nei paesi sviluppati che in via di sviluppo”. Suolo e Salute, sensibile a queste problematiche e in particolare a modelli di sviluppo sostenibili per l’uomo come per l’ambiente, ha dedicato in passato più di un approfondimento sul tema. In particolare è stato intervistato dal nostro giornale il professor Andrea Segré, preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna, da anni impegnato con il progetto Last Minute Market proprio nella direzione di una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema delle perdite alimentari e su una concreta riduzione degli sprechi stessi.

Fonte: Suolo e Salute, Agrapress, Greenreport

Coldiretti ER: dal biologico un contributo importante per ambiente e territorio

Circa il 66% delle 3.000 aziende agricole biologiche  dell’Emilia Romagna (ovvero quasi due su tre) sono ubicate in collina o in montagna, e forniscono un contributo fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e la difesa del suolo. Questo quanto rilevato da Coldiretti e Campagna Amica dell’Emilia Romagna, che nei giorni immediatamente precedenti il Sana hanno organizzato a Bologna una mostra mercato di prodotti e aziende biologiche dell’agricoltura regionale. Nella stessa occasione è stato realizzato un orto verticale, in grado di avere una produzione comparabile a quella di un orto tradizionale ma con un’occupazione di suolo estremamente inferiore. La presenza di aziende bio sul territorio diviene così uno strumento particolarmente efficace e importante per salvaguardare l’ambiente e il territorio, soprattutto nelle zone svantaggiate della collina e della montagna.

Fonte: Agrsapress

Il 14 e 15 a S.Pietro in Cerro (PC) “Naturolistica 2013”

Appuntamento a San Pietro in Cerro, in provincia di Piacenza, sabato 14 e domenica 15 settembre per Naturolistica 2013, Fiera del Viver Sano e Naturale promossa dall’associazione Lumen con l’obiettivo di valorizzare le produzioni biologiche locali, aumentare la sensibilità ambientale dei consumatori, diffondere i principi della sana alimentazione e della medicina naturale. Incontri, convegni e laboratori consentiranno ai visitatori di compiere una full immersion nel mondo del viver sano, grazie ad oltre sessanta stand dedicati ai prodotti biologici e naturali, ad approfondimenti condotti da esperti del settore e ad un’ampia area welness dedicata alle discipline naturali. Giunta alla sua ottava edizione l’iniziativa, patrocinata dal Comune di San Pietro in Cerro, dalla Provincia di Piacenza, da Legambiente e da FederBio, dall’anno scorso è entrata a far parte del novero delle EcoFeste, in osservanza di quanto previsto dalla Regione Emilia-Romagna, grazie all’utilizzo di stoviglie lavabili, detersivi biologici e alimenti biologici per area ristoro, oltre che di piazzole per la raccolta differenziata e di pannelli solari per la produzione di energia elettrica. La manifestazione, ad ingresso gratuito, è prevista dalle ore 8.00 alle 20.00.

Ulteriori informazioni possono essere consultate sul sito della manifestazione a questo indirizzo.

Fonte: FederBio