Suolo e Salute

Mese: Ottobre 2023

TAGLIO AGLI AGROFARMACI, LE RESISTENZE DEGLI STATI MEMBRI

TAGLIO AGLI AGROFARMACI, LE RESISTENZE DEGLI STATI MEMBRI

Il regolamento sugli usi sostenibili degli agrofarmaci è messo in discussione sia dall’EuroParlamento che dal Consiglio Ue. Si allontana l’obiettivo di ridurre del 50% la chimica in agricoltura entro il 2030?

Si chiama regolamento sugli usi sostenibili (Sur) ed è la normativa con la quale la Commissione avrebbe voluto realizzare l’obiettivo Farm to Fork di dimezzare la difesa chimica delle piante entro il 2030.

La bocciatura della proposta originaria

La proposta originaria presentata dall’ex vice presidente della Commissione Frans Timmermans in primavera era stata bocciata dall’EuroParlamento e dal Consiglio Ue. Il confronto tra i tre massimi organi legislativi dell’Unione è ancora in corso, ma dopo il ritorno di Timmermans in Olanda quello che si prospetta è un deciso ammorbidimento del regolamento. La Commissione Agricoltura del Parlamento Ue ha infatti approvato, a inizio ottobre, la posizione che punta a prorogare di cinque anni (dal 2030 al 2035) il termine per raggiungere l’obiettivo di riduzione che non sarebbe più del 50% ma del 35%.

Undici Paesi contro

Ancora più permissiva rischia di diventare la posizione del Consiglio Ue. Una coalizione di 11 paesi dell’Ue ha proposto infatti di eliminare gli obiettivi nazionali nella proposta dell’Ue. La bozza di regolamento messa a punto da Timmermans prevedeva infatti obiettivi differenziati in base alla percentuale di utilizzo degli agrofarmaci dei diversi Stati in modo da far tornare il conto complessivo. Per il l’Italia questo conteggio avrebbe previsto una riduzione ancora più severa, pari al 62%.  L’annullamento di questi target personalizzati allontanerebbe la realizzazione dell’obiettivo di riduzione indicato dalla strategia Farm to Fork. ,

La proposta è stata avanzata da Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia ed è stata presentata lunedì 16 ottobre in una riunione dello specifico gruppo di lavoro.

Cittadini Ue preoccupati

Una posizione che non tiene conto delle preoccupazioni dei cittadini Ue. Da un recente sondaggio IPSOS che ha esaminato le opinioni dei cittadini di 6 paesi dell’Ue è infatti emerso che ben l’81,8% degli intervistati è preoccupato per l’impatto ambientale dell’uso dei pesticidi, mentre il 75,9% è preoccupato per l’impatto dei pesticidi sulla propria salute e su quella della propria famiglia.

AGROECOLOGIA A STELLE E STRISCE

AGROECOLOGIA A STELLE E STRISCE

Un milione di euro per il progetto di ricerca della Penn State University che mira ad individuare le corrette rotazioni del mais in grado di ridurre le malerbe senza eccedere nelle lavorazioni meccaniche e rispettando così la salute del suolo

Produrre cibo nel rispetto dell’ecosistema, del territorio e del contesto sociale delle comunità rurali. Una filosofia zen che sembra lontana dal pragmatismo economico degli Stati Uniti. Invece l’agricoltura biologica è in crescita negli States e sdogana i precetti dell’agroecologia anche nel corn belt. Fino a spingere il potente Usda, il dipartimento federale dell’agricoltura, a guardare al futuro stanziando cospicui fondi per le ricerche sulla salute e la fertilità organica del suolo attraverso l’ Organic Transitions Program (Org). Un milione di dollari è ad esempio destinato alla Penn State University (Università statale della Pennsylvania) per trovare il giusto equilibrio tra la salvaguardia del suolo e l’eliminazione meccanica delle erbe infestanti nell’agricoltura biologica.

Meno lavorazioni, please

«La lavorazione del terreno – spiega Jason Kaye, professore di biochimica del suolo alla Penn State e coordinatore del progetto- è uno strumento comune per il controllo delle erbe infestanti, soprattutto nei sistemi biologici, ma disturba anche il suolo, degradandone la fertilità a lungo termine». «Il nostro obiettivo è informare gli agricoltori sul rischio di selezione di specie perenni e sulle rotazioni che sopprimono tali infestanti, migliorando la salute del suolo».

Sovesci e erbai perenni

La ricerca prevede il confronto di miscele di specie da sovescio per valutarne l’influenza sulla crescita delle erbe infestanti, valutando al contempo la salute fisica e biologica del suolo. Un altro aspetto in valutazione riguarda la redditività della rotazione del mais con erbai perenni e cover crop rispetto a due anni di colture annuali da reddito come soia e grano.

CONTROLLI DI LABORATORIO PER TUTELARE L’IMPORT BIO

CONTROLLI DI LABORATORIO PER TUTELARE L’IMPORT BIO

Il sottosegretario Luigi D’Eramo firma il decreto ministeriale sui controlli di laboratorio sui prodotti biologici importati

Il sottosegretario all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Luigi D’Eramo, ha firmato il Decreto ministeriale che riguarda le analisi di laboratorio. L’ambito è quello dei controlli ufficiali volti a verificare il rispetto delle condizioni e delle misure per l’importazione nell’Unione europea di prodotti biologici e prodotti in conversione, in conformità al regolamento (Ue) 2018/848.

Le finalità

Tra le finalità dei controlli, effettuati dagli appositi organismi delegati e dall’Agenzia delle dogane e monopoli, vi sono:

  • ricercare la presenza di una o più sostanze non ammesse;
  • verificare l’integrità delle caratteristiche biologiche del prodotto durante ogni fase della produzione, preparazione, magazzinaggio e distribuzione;
  • l’applicazione e l’efficacia delle misure precauzionali volte a evitare la contaminazione del prodotto bio.

«Si tratta  – afferma il sottosegretario con delega al settore –di un ulteriore provvedimento in favore del biologico che, anche attraverso tali controlli,  potrà garantire che nel nostro paese non siano ammessi prodotti non conformi alle norme comunitarie nel rispetto di operatori e consumatori».

IL PANE È TRA ALIMENTI PIÙ SPRECATI IN ITALIA

IL PANE È TRA ALIMENTI PIÙ SPRECATI IN ITALIA

Un chilo di pane buttato via a testa ogni anno. È il bilancio del nostro spreco calcolato dalla piattaforma Too Food To Go in occasione della giornata mondiale del pane. I suggerimenti per migliorarne la conservazione

Con oltre 700 mila tonnellate prodotte il pane è tra gli alimenti più sprecati in Italia. Lo ha reso noto noto Too Good To Go, azienda a impatto sociale e marketplace per le eccedenze alimentari in occasione della Giornata Mondiale del Pane del 16 ottobre e sulla base dell’ultimo report rilasciato da Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability che lo colloca al secondo posto degli alimenti più sprecati.

Un chilo buttato a testa

Si stima che mediamente un italiano spreca un 1 chilo di pane all’anno. Tra le cause: la conservazione sbagliata di questo alimento che, sebbene frequentemente consumato nelle cucine italiane, può finire per seccarsi in breve tempo.

Sulla base di dati dell’Associazione nazionale panificatori in Italia ci sono 250 tipologie di pane diverse e sul territorio italiano sono presenti circa 24.000 panifici, per una produzione annua di oltre 700 mila tonnellate.

Migliorare la conservazione

Panifici e negozi di vendita di pane e panificati rappresentano circa il 10% dei partner attivi sulla piattaforma di Too Good To Go. Il marketplace offre anche delle ricette antispreco e dei consigli per conservare al meglio il pane (sia fresco, in cassetta o fatto in casa), tra questi, ad esempio, quello di utilizzare dei sacchetti di carta o di lino, che essendo materiali traspiranti, fanno circolare l’aria, evitando che il pane si secchi prima del tempo. Tra gli altri suggerimenti quello di congelarlo o di avvolgere le pagnotte con fogli in cera d’api, per mantenere il pane morbido per diversi giorni.

NUOVI OGM, METTERE IL BIO AL RIPARO DALLE CONTAMINAZIONI

NUOVI OGM, METTERE IL BIO AL RIPARO DALLE CONTAMINAZIONI

Bruxelles sta per dare il via libera alle Ngt, prevedendo procedure semplificate per l’autorizzazione di varietà ottenute da cisgenesi e genome editing. Aurora Abad (OPTA Europe): «La Commissione risolva il problema della coesistenza prevedendo adeguati sistemi di tracciabilità ed efficaci strumenti normativi per tutelare i produttori e i consumatori bio dalle possibili contaminazioni»

Trappole di fine stagione per il biologico europeo. A Bruxelles la Commissione europea è impegnata in due impopolari partite che potrebbero definitivamente svelare il voltafaccia delle istituzioni europee rispetto alle aspirazioni di transizione ecologica tracciate dal Green deal. La prima è legata al rinnovo dell’autorizzazione del glifosate, per il quale la Commissaria alla Salute Stella Kyriakides si è già espressa per un via libera senza remore per il discusso erbicida non selettivo nonostante alcuni Paesi europei come Germania e Austria abbiano già manifestato esplicitamente la loro contrarietà.

La posizione della Commissione

La seconda è legata allo sdoganamento delle “new genomic technique”, i “nuovi Ogm” come li ha bollati Ifoam Organics Eu nel recente congresso di Cordova. La bozza del regolamento che dovrebbe prevedere procedure agevolate per l’autorizzazione di nuove varietà ottenute da cisgenesi e genome editing è sottoposto da luglio alla valutazione degli stakeholder e dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno. Ifoam ha già manifestato la propria preoccupazione riguardo alla necessità di tutelare, in caso di via libera, i prodotti bio dalle possibili contaminazioni e Aurora Abad, segretaria generale di OPTA Europe, l’associazione con sede a Bruxelles che rappresenta gli interessi delle aziende europee di trasformazione e commercio del biologico, ha sottolineato, in un recente intervento su Bioeco actual, la necessitò di tutelare con maggiore attenzione la coesistenza tra agricoltura biologica, in decisa ascesa in Europa, e agricoltura convenzionale.

Bio libero da Ogm

«OPTA Europe – scrive  – ha accolto con scetticismo la proposta della Commissione Europea sulle Nuove Tecniche Genomiche (NGT)». «I consumatori biologici – e molto probabilmente anche molti convenzionali – si aspettano che i prodotti alimentari siano realizzati senza ingegneria genetica e richiederanno tale garanzia ai marchi alimentari che scelgono». «Anche se la proposta della Commissione vieta esplicitamente gli NGT nella produzione biologica e include un articolo che richiede agli Stati membri di “adottare misure adeguate per evitare la loro presenza involontaria”, non è chiaro cosa ciò implichi e chi si assumerà il costo e l’onere di tali misure».

L’onere della prova

L’esperienza poco edificante di ciò che capita in caso di contaminazioni accidentali di pesticidi nei prodotti bio spinge Abad a chiedere un deciso cambio di marcia.

Oggi infatti, nonostante l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) riconosca che i casi di contaminazioni riscontrate nei prodotti bio derivino da residui di agrofarmaci presenti nell’ambiente, spetta agli operatori biologici il compito di mettere in atto misure per prevenire tali contaminazioni, non a chi le produce. In più il produttore bio ha anche l’onere della prova quando tracce di tali sostanze vengono rinvenute nei suoi prodotti. E ciò si traduce in molteplici analisi di laboratorio e lunghe indagini, durante le quali la certificazione bio di tali prodotti viene sospesa.

Coesistenza armoniosa

«Traendo spunto da questa situazione OPTA Europe chiede di affrontare adeguatamente la questione della coesistenza nel regolamento sugli NGT includendo requisiti giuridicamente vincolanti di tracciabilità ed etichettatura per tutti gli NGT lungo la catena di fornitura fino al consumatore finale, nonché una salvaguardia legale per evitare questa nuova contaminazione e quella da pesticidi». «Occorre prevedere controlli regolari lungo la filiera e un risarcimento agli operatori biologici in caso di presenza involontaria».

La segretaria generale di Opta conclude affermando che «una coesistenza armoniosa tra sistemi di produzione deve basarsi sul principio fondamentale che ciascuno è libero di scegliere e anche responsabile delle conseguenze delle sue scelte».

MALTEMPO, CRESCONO LE SUPERFICI BIO ASSICURATE

MALTEMPO, CRESCONO LE SUPERFICI BIO ASSICURATE

L’impatto del climate change fa paura: il Report 2023 di Ismea sulla Gestione del Rischio rileva l’aumento delle superfici bio assicurate che nel corso del  2022 hanno superato quota 100mila (+16%)

Cresce nell’agricoltura biologica la diffusione delle polizze agevolate contro i rischi meteorologici. Nel 2022 la dimensione del mercato ha sfiorato, in termini di valori assicurati, 618 milioni di euro, con un incremento di oltre l’11% rispetto al 2021. Una decisa ripartenza dopo la battuta d’arresto registrata nel 2021, legata anche all’emergenza Covid, seguita però a diversi anni di considerevole dinamismo.

La fotografia di Ismea

A fornire una fotografia aggiornata sul mercato assicurativo agevolato è il Rapporto Ismea sulla Gestione del Rischio nell’agricoltura biologica 2023, giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Il numero delle aziende assicurate – rivela lo studio – ha superato le 5.200 unità (+6% sul 2021), ma a crescere nel bio sono state soprattutto le superfici, balzate oltre la soglia dei 100 mila ettari, con un 16% di aumento su base annua.

I premi assicurativi

Oltre ai valori sono cresciuti anche i premi assicurativi, peraltro a un ritmo più accelerato per l’aumento delle tariffe (il tasso applicato dalle compagnie sui valori assicurati) che ha superato la soglia del 10%. Nel bio la crescita sul 2021 è stata del 14,4% (il doppio rispetto al più 7% dell’anno precedente), con il costo complessivo delle polizze (sul quale gli agricoltori ricevono un contributo pubblico fino a un massimo del 70%) ammontato a 63,1 milioni di euro. La dimensione media delle aziende biologiche ha raggiunto l’anno scorso i 19,2 ettari, con un aumento di 1,6 ettari rispetto al 2021.

Ma la quota non supera l’8%

Oggi le aziende assicurate rappresentano il 7,7% dell’universo delle imprese bio (nel 2016 erano appena il 3,5%), mentre le superfici totalizzano un più modesto 4% di Sau biologica (superficie agricola utilizzata) contro il 2,2% del 2016. Dallo studio Ismea emerge uno squilibrio a livello territoriale, seppure meno evidente rispetto al mercato assicurativo nel suo complesso (comprensivo delle aziende di coltivazione con metodi convenzionali). Dai più recenti dati si evince che in tutta l’area del Nord si concentra il 68% dei valori, contro il 17% delle regioni centrali (dove si è avuta una forte crescita nel 2022) e il 15% del Mezzogiorno.