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“Agricoltura o agricoltura biologica?”: il punto venerdì 30 settembre a Piacenza

È tutto pronto per il convegno “Agricoltura o agricoltura biologica?” che si terrà venerdì 30 settembre alle ore 17:15 a Piacenza, presso l’agriturismo “La foce del Trebbia”, in via Aguzzafame 40 a Borgotrebbia.

L’evento, patrocinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Comune di Piacenza e organizzato in collaborazione con l’ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia, sarà presieduto dal prof. Giuseppe Bertoni, presidente di ALSAF (Associazione laureati scienze agrarie e forestali).

Oggetto del dibattito, i pro e i contro delle due forme di agricoltura attualmente in contrapposizione: biologica e convenzionale. Sarà indagata, inoltre, la comparsa di una terza possibilità, l’agricoltura convenzionale conservativa, a favore delle tecnologie, ma attenta alla sostenibilità.

In un contesto fatto di cambiamenti, in cui l’utilizzo di macchinari, fertilizzanti e agrofarmaci hanno portato da una parte ad affrancare l’uomo dalla fame, e dall’altra a chiedersi quanto questo sistema possa incidere sulla salute dell’uomo e dell’ecosistema, appare quanto mai necessario informare correttamente i cittadini.

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Il convegno si pone proprio questo obiettivo: sfatare alcuni miti legati alle varie forme di agricoltura, per evitare che la disinformazione incida negativamente sui processi decisionali nazionali.

Ecco il programma dell’evento.

I lavori inizieranno alle 17:30, con l’intervento del Prof. Vincenzo Tabaglio, della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali, Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili di Piacenza, che spiegherà l’inquadramento delle diverse tipologie di agricoltura.

Alle 17.55, la Dott.ssa Alessandra Lazzari dell’Azienda Biologica e Fattoria Didattica Cà de Alemanni parlerà invece dell’agricoltura biologica e delle sue prospettive future.

Sarà poi il turno del Prof. Marco Trevisan, della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali, Istituto di Chimica agraria ed ambientale di Piacenza, che interverrà sulla Comparazione dell’impatto ambientale (LCA).

Alle ore 18.45 si parlerà di Comparazione degli effetti sul paesaggio, con il Prof. Ettore Capri, sempre della Facoltà di Scienze Agrarie.

Gli ultimi due interventi programmati saranno invece della  Dott.ssa Cristina Reguzzi dell’U.C.S.C. di Piacenza e della Dott. Enrica Gobbi Responsabile di Agroambiente Coldiretti, che parleranno rispettivamente di   “Agricoltura biologica: confronto con le tecniche di agricoltura convenzionale, costi e ricavi” e “Agricoltura biologica: il passaggio dall’agricoltura convenzionale e percorso da seguire”.

I lavori si concluderanno alle ore 20:00, con la cena presso l’Agriturismo “La Foce del Trebbia”.

Per info, è possibile rivolgersi al dottore Agronomo Marilena Massarini, e-mail: alsaf-pc@unicatt.it

Fonti:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1071

http://www.feder.bio/files/1787.pdf

 

Formazione per l’Agricoltura Biologica: il 20 settembre Workshop FederBio a Gualdo (FE)


federbioFederbio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, organizza in collaborazione con la Fondazione per l’Agricoltura Fratelli Navarra il workshop intitolato “Formazione e Consulenza per l’Agricoltura Biologica, Fabbisogni e Progettualità”.

L’evento rientra nelle attività dell’Accademia Bio, la Scuola di specializzazione in agricoltura biologica e biodinamica di Federbio. Il workshop si svolgerà martedì 20 settembre 2016, a partire dalle ore 10:00, presso il Borgo Le Aie, nel centro polivalente “Alessandro Navarra”, a Gualdo (FE), in via Provinciale, 15.

Il Workshop“, scrivono gli organizzatori dell’evento, “è rivolto agli operatori della formazione e della consulenza in Emilia Romagna. L’obiettivo è di stimolare il confronto tra le parti in causa, progettisti e utenti, allo scopo di migliorare l’offerta formativa e i servizi di consulenza per le imprese che hanno scelto il biologico e per quelle che si avvicinano per la prima vola a questo settore.

In un contesto in cui la conversione al biologico del sistema agricolo, regionale e nazionale, è in forte crescita, occorre tener conto delle necessità del sistema normativo e di certificazione, e dei nuovi fabbisogni che emergono dal mercato dell’agroalimentare.

Pochi giorni fa, l’Osservatorio SANA 2016 ha certificato un nuovo passo in avanti del mercato del biologico in Italia e nel mondo.

Crescono le superfici coltivate (+7,5% nel 2015) e gli operatori (+8,2%), così come crescono le vendite (+14%) e i consumatori. In questo contesto, la formazione diventa essenziale per rispondere con attenzione e professionalità alle nuove sfide del mercato.

Ecco il programma del Workshop:

10:00 “L’evoluzione in atto nel settore biologico nazionale e regionale”: interverrà Paolo Carnemolla, Presidente FederBio

10:15 Luigi Fenati, Presidente della Fondazione Fratelli Navarra, racconta “Il progetto agricoltura biologica della Fondazione Fratelli Navarra”

10:30 “Gli obblighi del sistema di controllo e certificazione riguardo a formazione e consulenza degli operatori”: relaziona Daniele Fichera, Segretario della Sezione soci degli Organismi di controllo di FederBio

10:45 “Il fabbisogno di consulenza delle aziende agricole biologiche: esperienze e opportunità”: intervengono Carlo Bazzocchi e Stefano Radaelli, tecnici consulenti per l’agricoltura biologica

11:15 Marina Arias, Assessorato Agricoltura Regione Emilia Romagna, presenta le “Opportunità di sviluppo del biologico attraverso il Catalogo Verde, Regione Emilia Romagna 2016/2017”

11:30 Massimo Govoni, Coordinatore del progetto Accademia Bio di FederBio, e Francisco Martinez, consulente FederBio, propongono: “Accademia Bio: il progetto di FederBio per la Rete di formazione specialistica per il biologico”

12:00 Dibattito e conclusioni

Per richieste di informazioni e adesioni, è possibile contattare i responsabili del Workshop, entro il 19 settembre, all’indirizzo e-mail: accademiabio@federbio.it

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1066

Psr, progetto “Leader” approvato in Trentino. 18 mln per l’agricoltura

La Giunta della Provincia autonoma del Trentino ha stanziato circa 18 milioni di euro per progetti di sviluppo rurale ideati e condivisi a livello locale. Gli obiettivi sono di rivitalizzare il territorio attraverso lo sviluppo sostenibile delle zone rurali, creare occupazione e migliorare le condizioni di vita in queste aree. La Misura ha inoltre lo scopo di rafforzare il legame esistente tra agricoltura di montagna e ambiente e tra turismo e sviluppo delle aree rurali.

Lo stanziamento rientra nella Misura 19 – Sostegno allo sviluppo locale Leader. La proposta è stata presentata da Michele Dallapiccola, assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca, e approvata dalla Giunta provinciale.

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La misura 19 è stata ulteriormente suddivisa in quattro Sottomisure:

  • Sottomisura 19.1 – Sostegno preparatorio
  • Sottomisura 19.2 – Sostegno all’esecuzione degli interventi nell’ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo
  • Sottomisura 19.3 – Preparazione e realizzazione delle attività di cooperazione del gruppo di azione locale (GAL)
  • Sottomisura 19.4 – Sostegno per i costi di gestione e animazione

In data 9 settembre, l’ente ha anche approvato le graduatorie delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo relative alla due macroaree in cui è suddiviso il Trentino.

La Macroarea 1 comprende la Comunità di Primiero, la Comunità Valsugana e Tesino, la Comunità Alta Valsugana e Bersntol e la Comunità Altipiani Cimbri. Nella Macroarea 2 rientrano invece la Comunità della Valle dei Laghi, la Comunità Rotaliana-Konigsberg e la Comunità Valle di Cembra.

Con questo provvedimento – commenta l’assessore Dallapiccola – approviamo le richieste pervenute dalle due macroaree precedentemente definite, rispetto alle quali sono stati selezionati i GAL, i gruppi di azione locale, organismi misti pubblico-privati, designati a raccogliere i progetti presentati sul territorio. Il progetto Leader rappresenta una grande opportunità quale iniziativa di sviluppo locale di tipo partecipativo, capace di mettere in campo un processo integrato, concepito per coinvolgere e dotare di risorse e poteri adeguati le comunità locali, affinché possano sostenere lo sviluppo del proprio territorio“.

FONTI:

http://www.psr.provincia.tn.it/Sviluppo-Rurale-2014-2020/Misure/M19-Sostegno-allo-sviluppo-locale-LEADER-SLTP-sviluppo-locale-di-tipo-partecipativo

https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Progetto-Leader-via-libera-alle-graduatorie-delle-strategie-di-sviluppo-locale

Festival Internazionale del Biologico a Monaco: appuntamento dal 12 al 16 ottobre

Dal 12 al 16 ottobre 2016, il Principato di Monaco sarà la sede del Festival della Route du Goût, evento internazionale dedicato al benessere salutistico, al rispetto e alla tutela dell’ambiente, all’evoluzione delle energie rinnovabili e all’agricoltura biologica. L’evento è gratuito e per 5 giorni ospiterà sul Quai Antoine 1er di Monaco i principali attori e promotori mondiali del settore biologico ed ecologico, insieme alle principali istituzioni del Principato.

L’evento è organizzato dall’associazione ‘Bio Chef Global Spirit’, presieduta da Paolo Sari, il solo Chef stellato e certificato biologico al mondo.

Nei 5 giorni dell’evento, “si mescoleranno mare, gastronomia, ecologia, sport, viticoltura biologica, incontri intergenerazionali, scambi tra esperti e professionisti dell’agricoltura biologica e delle energie rinnovabili”, si legge nella presentazione del Festival. “L’associazione “Organic Chef Global Spirit” desidera coinvolgere quante più persone possibili (giovani, famiglie e professionisti), ma soprattutto vuole riunire a Monaco tutto ciò che ruota intorno a questo approccio: l’agricoltura, la gastronomia, lo sport, il bio“.

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Il programma prevede un cocktail di benvenuto e tre serate di Gala biologici firmati dallo Chef Sari, che si terranno nelle località storiche del Principato. L’Associazione organizzatrice presenterà anche due progetti innovativi in anteprima: la cucina solare e il Moses.Bio®, un orto galleggiante biologico e a energia pulita.

Numerose saranno le attività educative dedicate alle energie da fonti rinnovabili e per la salvaguardia del pianeta. Sabato 15 ottobre sarà invece il giorno dedicato alla manifestazione “Artigiani del mare”: alcune imbarcazioni ospiteranno 10 Chef stellati, con la partecipazione eccezionale del pubblico. Previste anche attività per i più piccoli, con gare di tennis al Monte Carlo Country Club.

Il Festival rappresenta inoltre l’occasione per raccogliere fondi da destinare a progetti benefici e caritativi. Sono in particolare 3 gli obiettivi che si tenterà di raggiungere:

  • La costruzione di un istituto alberghiero biologico ad Ambavanankarana, in Madagascar, per garantire per la prima volta un’istruzione superiore ai giovani nel settore.
  • L’accoglienza, per un corso di studi di due anni, di alcuni ragazzi provenienti dal Madagascar presso l’Istituto Alberghiero di Monaco, con l’obiettivo di formarli nel settore della ricettività. Le competenze acquisite gli consentiranno di sviluppare le proprie capacità nel proprio Paese d’origine e di istruire altri allievi in loco.
  • Il sostegno tecnico e finanziario per due progetti, Moses.Bio® e Orto® (Orto biologico), che permetteranno l’applicazione di tecniche biologiche ed ecologiche nell’isola.

FONTI:

http://www.route-du-gout.com/index.php/route-du-gout-2016/

http://www.route-du-gout.com/wp-content/uploads/2016/09/Programme-RDG-2016-FRANCAIS-13092016.pdf

http://www.montecarlonews.it/2016/09/12/notizie/argomenti/eventi-2/articolo/quattro-giorni-a-monaco-per-il-primo-grande-festival-biologico.html

Il 75% delle famiglie italiane acquista Bio: i dati dell’Osservatorio SANA

Il comparto dei prodotti biologici ha compiuto un nuovo balzo in avanti in Italia. A certificarlo,- dati e statistiche contenuti nell’Osservatorio SANA 2016, “Tutti i numeri del Bio“, promosso e finanziato da ICE, in collaborazione con BolognaFiere, e realizzato da Nomisma con il patrocinio di FederBio e AssoBio.

Tutti gli indicatori del settore sono in costante crescita. Nel 2015, le superfici coltivate a bio sono incrementate del 7,5% rispetto all’anno precedente, gli operatori sono aumentati dell’8,2% e le vendite hanno segnato un +14%.

Anche i consumatori sono in forte crescita. La quota di famiglie italiane che ha acquistato almeno una volta un prodotto alimentare biologico negli ultimi 12 mesi è del 74%. Lo scorso anno si fermava al 69%. Sono circa 18 milioni, quindi, i nuclei familiari che hanno fatto questa scelta. Cresce anche la spesa totale: oggi il bio rappresenta il 3,1% del totale della spesa alimentare. Era l’1,9% tre anni fa. Interessanti anche i numeri sul grado di affiliazione dei clienti. Il 25% dei consumatori ricorre a prodotti bio con grande regolarità: ogni giorno o quasi. Il 43% lo fa almeno una volta la settimana. Il 90% dei consumatori ha cominciato ad acquistare questi prodotti da almeno 2/3 anni.

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Forte aumento anche sul fronte dell’export. Rispetto al 2008, le vendite verso i mercati esteri del biologico Made in Italy sono cresciute addirittura del 408%, segnando un +16% rispetto al 2015. Fuori dai confini nazionali, i maggiori consumatori di alimenti bio sono Stati Uniti e Canada. In questi Paesi, il bio Made in Italy riscuote un buon successo: il 10% dei consumatori in USA e il 5% in Canada ha provato almeno una volta i nostri prodotti. Oltre l’80% dei consumatori statunitensi e canadesi, poi, sono interessati ai prodotti bio Made in Italy: quelli con il maggior potenziale sono pasta (37%), olio extra vergine (31%), formaggi (27%), passate e condimenti a base di pomodoro (16%) e vino (15%). Un terzo degli americani e il 15% dei canadesi, infine, pensano che l’Italia sia al primo posto per la qualità di prodotti alimentari biologici.

Il target del bio in Italia

L’Osservatorio SANA si è soffermato anche sull’identikit dell’acquirente italiano. Sono tre i fattori principali che fanno protendere per la scelta di prodotti a marchio bio:

  • Un elevato titolo di studio (81%)
  • Un reddito familiare medio-alto, una categoria in cui il tasso di penetrazione è al 78%. Tra le famiglie con redditi medio-bassi è stato registrato comunque un buon livello, al 64%.
  • La presenza di figli minori di 12 anni, nel 77% dei casi.

Senza dubbio, i prodotti alimentari biologici sono prediletti dalle famiglie in cui sono presenti vegetariani o vegano: il tasso di penetrazione, in questi casi, sale all’87%.  Anche la presenza in famiglia di soggetti con disturbi o malattie che impongono attenzione verso la dieta fa aumentare la quota oltre la media nazionale: 85% di penetrazione.

Le scelte dei consumatori

Tra i dati di Nomisma troviamo anche la top ten degli alimenti bio acquistati. Al primo posto, l’ortofrutta fresca: il 74% delle famiglie l’ha acquistata almeno una volta. Seguono l’olio extravergine d’oliva (62%), le uova (53%), il miele e le confetture a pari merito (45%), i formaggi freschi (44%), yogurt/burro (41%), riso e pasta (41%).

I consumatori sono spinti a effettuare acquisti bio soprattutto per una questione di sicurezza: il 27% ritiene che tali alimenti siano più sicuri per la salute. Seguono il rispetto dell’ambiente e della biodiversità per il 20% dei clienti e un maggiore controllo della filiera (14%).

Orientamenti che si confermano anche nei criteri di selezione dei prodotti alimentari a marchio bio. Al primo posto troviamo l’origine: il 32% sceglie in base alla provenienza italiana del prodotto, mentre il 14% è rassicurato dall’ulteriore presenza di marchi DOP-IGP. Il secondo driver di scelta è la marca: il 15% sceglie in base al brand del supermercato e il 9% in base alla notorietà del marchio produttore. La convenienza sembra essere un fattore secondario: il 14% sceglie i prodotti bio in base alle promozioni e il 9% per il prezzo basso.

Per una questione di comodità, la grande distribuzione vince nella scelta dei canali di acquisto: il 60% degli utenti bio l’ha prediletta in almeno un’occasione. Seguono i negozi specializzati, nel 28% dei casi.

FONTI:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1063

http://www.sana.it/media/sana/press_release/2016/SANA2016_SANA2016_Internazionali.pdf

OGM nel cibo: il TACD chiede trasparenza sulle nuove tecniche di ingegneria genetica

Il TACD, Trans Atlantic Consumer Dialogue, ha pubblicato una risoluzione sulle nuove tecniche di ingegneria genetica utilizzate, soprattutto nel settore dell’alimentazione, e sul diritto alla trasparenza di cui sono destinatari tutti i consumatori.

Il TACD è un network che ricomprende 77 associazioni dei consumatori presenti negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. Secondo l’ente, i consumatori hanno diritto di sapere “quando vengono utilizzate nuove tecniche di ingegneria genetica“, soprattutto quando si tratta di cibo. Eppure, sostengono, “le aziende stanno facendo attività di lobbying per escludere i prodotti alimentari dalla regolamentazione“.

La preoccupazione delle associazioni è nata nel momento in cui “un certo numero di nuove tecniche di ingegneria genetica sono state sviluppate“. Queste ultime non erano in uso mentre venivano emanate diverse normative sugli organismi geneticamente modificati (OGM).

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I rischi apportati alla salute umana, al benessere animale e all’ambiente“, si legge nella risoluzione, “dovrebbe essere stabilito prima che i prodotti derivanti da queste nuove tecniche siano commercializzati o immessi nell’ambiente. I prodotti devono anche essere etichettati in accordo con i diritti dei consumatori a conoscere e scegliere ciò che stanno comprando, incluso ciò che mangiano“.

La risoluzione approvata include una serie di raccomandazioni alle autorità degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, per la creazione di una cornice normativa che garantisca adeguata protezione ai consumatori dei propri Paesi.

In particolare, il TACD richiede ai governi di:

  • Includere nella categorie di OGM i prodotti derivanti dalle nuove tecniche di ingegneria genetica;
  • Imporre controlli obbligatori di tali prodotti prima dell’immissione sul mercato, per valutare i rischi sulla salute umana delle nuove tecniche, quando applicate alla produzione di alimenti;
  • Sviluppare sistemi adeguati per valutarne la sostenibilità ambientale, sia prima che dopo l’immissione sul mercato;
  • Tener conto del benessere degli animali alterati utilizzando le nuove tecniche di ingegneria genetica, prima dell’approvazione;
  • Adottare regole obbligatorie per l’etichettatura di tutti gli alimenti realizzati attraverso le nuove tecniche di ingegneria genetica;
  • Adottare e far applicare regole severe sulla responsabilità delle aziende e per l’imposizione di assicurazioni obbligatorie alle aziende che vogliano rilasciare nell’ambiente degli organismi alterati attraverso nuove tecniche di ingegneria genetica;
  • Instaurare e preservare sistemi di distribuzione per assicurare che le scorte alimentari non geneticamente modificate restino disponibili.

Steve Suppan, co-presidente del Comitato per le Politiche dell’Alimentazione del TACD ha dichiarato:

La nostra risoluzione e le successive appendici tecniche forniscono una serie di raccomandazioni e una cornice normativa per la regolazione dei prodotti da nuove tecniche di ingegneria genetica. I membri del TACD si oppongono strenuamente alla pressione effettuata dagli Stati Uniti sulla Commissione Europea per emulare le procedure statunitensi sulla deregolamentazione di tali prodotti e promuoverne in tal modo il commercio. Gli Stati Uniti dovrebbero infatti imparare la lezione dell’attuale debacle dei raccolti OGM e ascoltare le richieste dei consumatori di regolare ed etichettare tali prodotti. L’Unione Europea dovrebbe applicare le leggi già esistenti in materia su tutti i prodotti cosiddetti NPBT (New plant breeding techniques) e nella modificazione genetica“.

FONTI:

http://tacd.org/new-policy-resolution-on-consumer-concerns-about-new-genetic-engineering-techniques/

http://tacd.org/wp-content/uploads/2016/09/TACD-Resolution-new-genetic-engineering-techniques_with-appendix_7-September.pdf

http://tacd.org/wp-content/uploads/2016/09/TACD-Resolution-new-genetic-engineering-techniques_with-appendix_7-September.pdf