VERSO IL VINO BIOLOGICO DEALCOLATO?

La Commissione UE vuole espandere le opportunità dei produttori di entrare nel mercato dei vini a bassa o nulla gradazione alcolica

Vini no o low alcohol. Una nuova categoria di vini che coniugano tipicità e salute e che stanno ottenendo un grosso successo in particolare nei mercati di lingua anglosassone. Anche l’Italia sta imparando a conoscerli. Nel corso dell’ultima edizione del Vinitaly erano infatti una decina i produttori che li proponevano e Veronafiere sta valutando se dedicare a queste produzioni uno spazio specifico. Uno spazio da cui per ora sarebbero esclusi i produttori bio, ma qualcosa potrebbe presto cambiare.

Una categoria sdoganata dall’ultima Pac

Nella riforma della politica agricola comune (PAC) del 2021, l’Unione europea ha infatti adottato norme per riconoscere due nuovi termini: “vino Il vino dealcolato” (fino a 0,5% vol) e “vino parzialmente dealcolato” (oltre 0,5% vol).

«Si tratta  – afferma Pierre Bascou, vicedirettore generale della direzione generale dell’Agricoltura della Commissione europea (DG AGRI) – di potenziali nicchie che possono offrire prospettive per il futuro ai produttori di vino che affrontano sfide come il calo dei consumi e il cambiamento climatico».

Distillazione sottovuoto anche per il bio?

La dealcolazione viene ottenuta sui vini finiti attraverso distillazione in assenza di pressione o attraverso osmosi inversa. L’applicazione di queste tecnologie fisiche non è autorizzata per il vino bio, ma qualcosa potrebbe presto cambiare.

Su richiesta di Germania e Austria, la Commissione europea ha infatti annunciato che sta attualmente studiando la possibilità di autorizzare l’evaporazione sottovuoto anche per il bio.

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