Suolo e Salute

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Aggiornamento tecnico su agricoltura biologica e certificazione

Si è tenuto Mercoledì 14 Dicembre presso la sede del Consorzio Agrario dell’Adriatico, a Fano, un incontro di aggiornamento relativo all’agricoltura biologica e alla certificazione, con la partecipazione di Suolo e Salute e della Regione Marche. Qui di seguito ecco il programma tenuto nell’arco della giornata:

I° Sessione

ore 9,00 Registrazione partecipanti

ore 9,30 Saluti ed introduzione – Bartolucci Stefano

ore 10:00 – 10:45 Suolo e Salute e ruolo degli Organismi di Controllo del Biologico – Alessandro D’Elia – Suolo e Salute

ore 10:45 – 11:30 La notifica su SIAR – Aspetti pratici Beatrice Guglielmi -Regione Marche

ore 11:30 – 12:15 PSR 2014-’20 e misure agro ambientali- aspetti pratici Sergio Urbinati – Regione Marche

ore 12:15 – 13:30 La gestione amministrativa dell’azienda bio: la certificazione della produzione, della trasformazione, la commercializzazione, l’importazione dei prodotti, la zootecnia Gianluca Calviello – Direttore Suolo e Salute Marche

Ore 13,30 – Pausa pranzo II° Sessione

ore 14:30-15:30 La gestione della modulistica – Aspetti amministrativi e procedurali Cristiano Centanni Suolo e Salute

ore 15:30 – 17:00 Aspetti pratici per l’inquadramento tecnico della conversione al bio dell’azienda agricola: le produzioni vegetali, la zootecnia Demetrio Pancotto – Tecnico e Consulente aziendale applicato al bio

ore 17:00 – Interventi

ore 17:30 – Conclusioni

 

CREDITI FORMATIVI: l’incontro tecnico, accreditato presso il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e Laureati attribuisce ai Periti Agrari professionisti nr. 7 CFP.

 

Regolamenti comunitari sui pesticidi: cambio di rotta in arrivo dall’UE

agricoltura-bioLa Commissione europea ha annunciato una road map che porterà alla revisione di due regolamenti comunitari sull’impiego dei fitofarmaci in agricoltura. Le novità dovrebbero essere pronte entro il 2018.

Due regolamenti comunitari da rivedere

La road-map stabilita dall’organo istituzionale europeo è stata avviata per valutare e verificare l’efficacia dell’attuale legislazione sui pesticidi vigente nel mercato unico europeo.

Gli obiettivi specifici del progetto riguardano la valutazione degli obiettivi che le norme si prefiggevano, l’analisi dell’efficacia applicativa dei regolamenti e, più in generale, l’esame dell’adeguatezza del quadro normativo europeo sui pesticidi.

In particolare, sono due i regolamenti comunitari su cui la Commissione vuole fare chiarezza:

  1. Il regolamento 1107/2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, che stabilisce le norme sull’autorizzazione dei principi attivi e dei prodotti chimici utilizzati per la protezione delle colture.
  2. Il regolamento 396/2005, che riguarda invece il livello massimo di residui di antiparassitari presenti nei o sui prodotti alimentari, nonché nei mangimi di origine sia vegetale che animale.

L’iniziativa di revisione dei regolamenti comunitari sarà portata a termine entro il 2018. Sulla base dei risultati conseguiti, la Commissione invierà a Parlamento e Consiglio europei una relazione sul livello di attuazione della legislazione riguardo i prodotti fitosanitari e i pesticidi.

Nel documento diffuso nei giorni scorsi dall’istituzione di Bruxelles, si legge che “la valutazione potrebbe essere utile per migliorare l’attuazione delle norme europee riguardo i pesticidi. L’iniziativa potrebbe successivamente condurre a nuove proposte legislative nel settore”.

All’interno del report saranno identificate le aree cruciali e le best practice che vengono dal comparto agroalimentare, al fine di migliorare l’azione legislativa nel prossimo futuro.

Il caso dei limoni turchi

L’EFSA ha di recente pubblicato un rapporto sulla presenza dei residui di pesticidi negli alimenti consumati nei Paesi dell’UE. Secondo le rilevazioni, il 97% dei prodotti analizzati non conteneva residui significativi o ne conteneva entro i limiti di legge. Una percentuale che saliva al 98,8% in caso di prodotti bio.

Di recente è però emerso un certo allarme per alcuni alimenti d’importazione. È il caso dei limoni turchi, per cui la Commissione Ue ha deciso di modificare le condizioni d’entrata e di rafforzare i controlli alle frontiere.

Tra settembre e ottobre, per 5 volte, nelle partite provenienti dalla Turchia erano  state rilevate tracce di colrpirifos oltre i limiti massimi previsti dalla legge. Per rafforzare i controlli, la Commissione ha deciso di raddoppiare il numero dei controlli su questo tipo di importazioni dal Paese. Il sistema entrerà in vigore dal prossimo primo gennaio.

FONTI:

http://ec.europa.eu/smart-regulation/roadmaps/docs/2016_sante_197_ealuation_plant_protection_products_en.pdf

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2016/11/18/commissione-valuta-revisione-norme-pesticidi-in-agricoltura_c99feb0a-fb87-4d9c-950f-717a9925e4e2.html

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2005:070:0001:0016:it:PDF

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:309:0001:0050:IT:PDF

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/37200/mercati-e-imprese/la-ue-rafforza-i-controlli-sui-limoni-turchi

http://www.suoloesalute.it/pesticidi-negli-alimenti-ottimi-risultati-nel-rapporto-annuale-efsa/

Pac post 2020: più semplice, attenta ai giovani e all’innovazione

A fine ottobre, il Parlamento Europeo ha votato un rapporto di iniziativa sulla Pac post 2020: semplificazione, maggiori finanziamenti e attenzione ai giovani sono i punti chiave emersi tra le proposte degli europarlamentari.

Si tratta di una risoluzione non vincolante, “di iniziativa”, che non costituisce un vero e proprio testo legislativo ma che, se approvata, fornirà alla Commissione europea una serie di linee guida da seguire per la nuova Politica agricola comune.

Una soluzione che dia “attenzione particolare alle piccole e medie aziende agricole, il 79% delle realtà europee“, spiega Eric Andrieu, relatore del dossier nonché vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento, incentivando i giovani e la sostenibilità delle loro aziende.

Landscape with straw bales against sunset

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi i punti essenziali del rapporto:

  • Semplificazione: la nuova Pac 2020-2026 dovrà essere più semplice, non solo nella sua comprensione, ma anche in merito ai requisiti richiesti per ogni capitolo di spesa, con un occhio particolare a quelli destinati ai pagamenti diretti, che non dovranno subire aumenti per scongiurare ricadute negative sulla loro allocazione.
  • Maggiori incentivi e detrazioni fiscali: soprattutto per i più giovani, in modo da facilitare l’accesso alla terra e ai capitali. Dovranno inoltre essere messi a disposizione tutti gli strumenti previsti dalla Pac e finalizzati a semplificare l’avvio di un’attività agricola e la sua durata nel tempo.
  • Innovazione e ricerca: questi due punti devono diventare una priorità della nuova Pac post 2020. A tal proposito, fanno presente gli eurodeputati, gli Stati membri dovrebbero utilizzare anche i fondi dei programmi quadro Horizon2020 e dell’European innovation partnership (Eip).
  • Accesso alla terra: dovrebbe essere incentivato anche a favore delle realtà agricole più piccole e sperimentali.
  • Interventi dell’Ue nel mercato: più rapidi e profondi, sia in caso di crisi che per garantire la resilienza del mercato agricolo europeo, correggendo eventuali sbilanciamenti.
  • Aiuti alla filiera corta: importantissima sia per quanto riguarda i posti di lavoro che la qualità dei prodotti agricoli.

Secondo l’eurodeputato Eric Andrieu, la nuova Pac post 2020 dovrà effettuare un importante cambio di rotta. Fino ad oggi, infatti, “ha incentivato le concentrazioni produttive e le grandi aziende”. Nel futuro, invece, dovrà dare “un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese agricole, il 79% delle realtà agricole europee”.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/10/28/pac-2020-2026-giovani-innovazione-ricerca-e-semplificazione/51680

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/10/05/pac-post-2020-le-nuove-sfide/50363

 

Prodotti da agricoltura biologica: workshop a Foggia sui costi di produzione

I prodotti agroalimentari bio stanno vivendo un momento di forte crescita sui mercati, nazionali e internazionali. Grazie agli ultimi dati dell’Osservatorio SANA, abbiamo appurato che il 75% delle famiglie italiane ha acquistato almeno un prodotto alimentare biologico tra il 2015 e il 2016, con un incremento delle vendite pari al +14%.

Com’è facilmente intuibile, a fronte della crescita della domanda, aumentano anche i produttori: nel 2015, è stato registrato il +8,2% nel numero di operatori. Anche Eurostat ha registrato il buon momento del settore: le superfici coltivate a bio sono aumentate del 34% rispetto al 2010, raggiungendo gli 1,5 milioni di ettari, il 12% del totale delle superfici agricole.

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In un settore in pieno fermento, è importante che le scelte aziendali non siano lasciate al caso, per migliorare l’offerta al pubblico e garantire salute e guadagni alle aziende che si affacciano sul mercato.

Con questo spirito, Anabio (Associazione Nazionale Agricoltura Biologica) e CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), organizzano a Foggia il workshop “Determinazione dei costi di produzione dell’olio di oliva extravergine biologico, del grano duro biologico e tracciabilità dei prodotti”. L’appuntamento è per il 7 novembre prossimo, presso l’Auditorium Biblioteca Provinciale “La Magna Capitanata”. A seguire, è prevista una tavola rotonda intitolata “Garantire il ‘giusto prezzo’ ai produttori biologici”.

All’evento parteciperanno esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni e produttori.

La giornata si aprirà alle 11 con la registrazione dei partecipanti. I lavori saranno introdotti da Giulio Sparascio, Vicepresidente Cia Puglia, e da Federico Marchini, Presidente Anabio.

A seguire, il workshop vero e proprio, con interventi di Simonetta Deleo (Crea) e Daniele Fichera (Federbio). Coordina Antonio Sposicchi.

Durante la pausa pranzo, che comincerà alle 13, sarà possibile degustare alcuni prodotti biologici locali.

Si riprende alle 14, con la Tavola Rotonda introdotta da Raffaele Carrabba, Presidente Cia Puglia.

Parteciperanno ai lavori Colomba Mongiello, Vice Presidente della Commissione parlamentare  di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo, Paolo Carnemolla, Prsidente Federbio, Gennaro Sicolo,  Presidente di “Oliveti Terra di Bari” e del CNO – Consorzio Nazionale Olivicoltori, Leonardo Di Gioia, Assessore Agricoltura Regione Puglia, e Secondo Scanavino, Presidente nazionale Cia.

Alle 16, come evento conclusivo, sarà possibile presiedere alla costituzione di Anabio Puglia e a tutti i relativi adempimenti statutari.

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1087

http://www.feder.bio/files/1802.pdf

http://www.sana.it/media/sana/press_release/2016/SANA2016_SANA2016_Internazionali.pdf

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/10/25/agricolturabiologico-in-crescitaitalia-tra-piu-dinamici-ue_78695b17-0edb-4998-bfc8-8fd92b0461d8.html

Eurostat: il Bio Made in Italy tra i più dinamici d’Europa

L’Eurostat, l’Ufficio di Statistica dell’Unione Europea, ha certificato la dinamicità del settore dell’agricoltura biologica nel nostro Paese. L’organismo comunitario ha di recente reso note le ultime statistiche sul settore in tutta Europa, certificando una crescita sostenuta rispetto a 5 anni fa.

I dati, riferiti al 2015, parlano di una crescita di due milioni di ettari coltivati col metodo biologico, rispetto al 2010. In totale, l’anno scorso sono state registrate aree certificate bio o in via di conversione pari a 11 milioni di ettari. La superficie bio sul totale dei terreni agricoli nell’Unione Europea ha raggiunto una percentuale del 6.2%. Era al 5.2% nel 2010. Alla fine dello scorso anno, sono stati registrati 271.500 produttori bio in tutta Europa, con un incremento del 5.4% rispetto all’anno precedente e del 23.5% sul dato di 5 anni fa.

Italia, Spagna, Francia e Germania fanno registrare le performance migliori in termini di aree totali dedicate al metodo di coltivazione biologica e anche per quanto riguarda il numero di produttori nel settore. Queste 4 nazioni rappresentano infatti più della metà (il 52%) sia delle aree che dei produttori bio in Europa.

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L’Italia è in ottima posizione anche in termini di quota bio sul totale delle superfici agricole coltivate: con i suoi 1,5 milioni di ettari, la percentuale arriva al 12%. Fanno meglio l’Austria, prima in Europa con oltre il 20% sul totale, la Svezia, l’Estonia, la Repubblica Ceca e la Lettonia.

L’Italia ha inoltre fatto registrare un incremento delle superfici coltivate a bio: +34% rispetto al 2010. Un aumento generalizzato a tutti gli stati europei, che vede rare eccezioni nel Regno Unito (-29.1%), in Norvegia (-16.7%) e in Olanda (-4%).

Il nostro Paese, infine, ha fatto registrare ottimi risultati anche in termini di aziende trasformatrici di alimenti bio, dominando insieme alla Francia la classifica per numero di operatori.

L’agricoltura biologica”, si legge nella nota Eurostat che presenta i dati, “combina le migliori pratiche di tutela ambientale, alti livelli di biodiversità, la preservazione delle risorse naturali ed elevati standard produttivi, basati su sostanze e processi naturali. Essa rifornisce un mercato specifico, rispondendo a una specifica domanda dei consumatori, e allo stesso tempo contribuisce alla creazione di benefici pubblici in termini di protezione ambientale, benessere animale e sviluppo rurale”.

FONTI:

http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Organic_farming_statistics#Potential_for_growth

http://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/7709498/5-25102016-BP-EN.pdf/cee89f9e-023b-4470-ba23-61a9893d34c8

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/10/25/agricolturabiologico-in-crescitaitalia-tra-piu-dinamici-ue_78695b17-0edb-4998-bfc8-8fd92b0461d8.html

Forage4Climate: il progetto italiano per ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti

Un progetto per la mitigazione del cambiamento climatico grazie a innovativi sistemi agricoli da introdurre nella catena produttiva del latte. È questo in sintesi l’intento di Forage4Climate, programma italiano di respiro internazionale che, attraverso l’innovazione tecnologica, desidera ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti in diverse zone del Mediterraneo.

Le attività sono partite il primo settembre 2016 e proseguiranno fino alla fine del 2020. Nell’iniziativa, che interesserà 3 regioni della Pianura Padana (Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna), la Sardegna e 4 regioni della Grecia, sono coinvolti il Crpa (Centro di ricerche per le produzioni animali di Reggio Emilia), che riveste il ruolo di coordinatore scientifico e le Facoltà di Agraria di alcuni dei più prestigiosi atenei del nostro Paese (Milano, Torino e Sassari) e dell’Università di Atene.

Forage4Climate è finanziato da fondi dell’Unione Europea, attraverso il programma Life + Climate change mitigation project (LIFE15 CCM/IT/000039). Gli obiettivi specifici del progetto sono di elaborare nuove tecniche agricole a basso impatto ambientale, nonché di preservare e accrescere le riserve di carbonio nei terreni. Tra le apparecchiature che gli scienziati metteranno a disposizione di circa 60 aziende locali, sono compresi degli innovativi strumenti di misurazione del suolo e di misurazione e analisi dei gas emessi dalle bovine da latte e dal bestiame ovocaprino.

Le innovazioni introdotte saranno applicate in particolar modo su suoli seminativi, prati e pascoli destinati al foraggiamento degli animali da allevamento, soprattutto vacche da latte, pecore e ovini. Si interverrà sui capi che producono latte per la trasformazione casearia: Parmigiano Reggiano, innanzitutto.

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Durante la presentazione del progetto, presso il Comune di Bibbiano, sono intervenuti gli ideatori e organizzatori di Forage4Climate.

In base alla normativa europea”, ha spiegato Maria Teresa Pacchioli, ricercatrice Crpa, “gli Stati membri dovranno produrre i dati relativi alla contabilizzazione delle emissioni e agli assorbimenti di carbonio nel suolo derivanti da attività zootecnica”. Un’attività che diventerà effettiva a partire dal 2021. Da qui il senso del progetto di Forage4Climate:Era importante iniziare un percorso che, coinvolgendo gli Istituti scientifici più all’avanguardia nel campo della produzione di latte vaccino e ovicaprino, arrivasse a delineare quelle cosiddette buone pratiche agricole destinate a mitigare i cambiamenti climatici con ricadute economiche positive per le aziende”. È opportuno inoltre ricordare “il ruolo centrale dell’agricoltura nella tutela ambientale e del clima”.

I primi risultati del progetto saranno disponibili tra settembre e ottobre 2017, mentre le sessioni dimostrative saranno inaugurate nella primavera 2018.

FONTI:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2016/10/26/forage4climate-le-buone-pratiche-per-limitare-le-emissioni/51643

http://www.reggioemilia.confcooperative.it/LINFORMAZIONE/LE-NOTIZIE/ArtMID/482/ArticleID/1401/FORAGE4CLIMATEPROGETTO-COORDINATO-DAL-CRPA