PROTEZIONE E BENESSERE ANIMALE: UNA SFIDA ANCORA APERTA

Risale a circa cinquant’anni fa la prima legislazione dell’UE sul tema del benessere degli animali. Con il trascorrere degli anni l’argomento alla base della legislazione è cresciuto per importanza, diventando oggi assai di rilievo per i cittadini dell’Unione europea.

L’ultima strategia realizzata in materia, risale al 2012 (per il triennio 2012-2015) e aveva per obiettivo il miglioramento della condizione animale e una responsabilizzazione dei cittadini dell’UE, finalizzata a scelte inerenti al consumo alimentare più consapevole.

Con la diffusione della pandemia da Covid-19, il punto di vista sull’argomento sembra essersi nuovamente trasformato, ponendo in risalto le forti connessioni tra il tema della protezione e benessere animale e quello della salute ambientale e dei cittadini.

L’argomento è suscettibile di complessità, difatti ad oggi, l’obiettivo della salute animale non è ancora stato completato con efficacia. Per questa ragione, la Commissione Europea ha intrapreso una valutazione della Strategia dell’UE finora adottata per la Protezione e il Benessere degli animali, valutazione inerente gli anni 2012- 2018.

Uno studio esterno ha fornito la base principale di prove per la valutazione, incorporando le opinioni di un’ampia gamma di parti interessate, tra cui consumatori; organizzazioni animaliste; industrie del settore; organizzazioni non governative e talune altre parti. Qualcuno si interroga sulla percentuale della rappresentanza scientifica presente all’interno dei dati relativi l’indagine, rilevando come sia scarsamente rappresentata.

I risultati, oltre ad essere vagliati per la valutazione della Strategia, da parte della CE, saranno passati in rassegna per le possibili future iniziative nell’area del benessere degli animali, anche in linea con il progetto Farm to Fork e con il capitolo compreso in quest’ultimo relativo all’etichettatura dei prodotti di origine animale e alle condizioni di benessere con il quale quegli stessi prodotti sono stati ottenuti.

Ma se entriamo nel vivo di quanto emerso dalla valutazione, ne risultano numerose lacune, che comportano la necessità di misure quali: il miglioramento della conformità tra gli Stati membri rispetto al trasporto animale e l’urgenza di eliminare alcune pratiche cruente ancora in uso, quali il taglio della coda nei suini e lo stordimento applicato ad alcuni animali.

L’urgenza di un quadro legislativo dell’UE semplificato sul benessere degli animali e da creare ex novo per alcune specie non ancora tutelate, come per esempio i conigli e il fronte ancora aperto relativo all’allevamento dei pesci.

L’importanza di rafforzare la cooperazione internazionale al fine di superare la riluttanza di alcuni paesi a conformarsi agli standard dell’Unione sul tema e l’implementazione dell’informazione dei consumatori sulla cura e benessere degli animali.

In termini più generali, risulta fondamentale ottimizzare la sinergia e allineare la strategia a quella della PAC 2021-2027, al fine di sfruttare al meglio gli strumenti in questa compresi per migliorare gli standard di benessere degli animali ed acuire la consapevolezza dei beneficiari della PAC in quest’ottica.

Un’ulteriore punto di rilievo riguarda i costi della suddetta strategia, che, dalla percezione delle parti interessate, risulterebbero distribuiti in modo non uniforme; da qui la richiesta e la necessità di un riequilibrio.

A livello internazionale, la strategia ha contribuito a promuovere gli standard di benessere degli animali nelle sedi internazionali, a stabilire sinergie con le attività in materia di benessere degli animali dell’OIE – Organizzazione mondiale per la salute animale e della FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e per costruire la cooperazione con i partner commerciali.

Il lavoro futuro dovrà essere quello di sviluppare e consolidare queste sinergie al fine di confermare il ruolo guida dell’UE nella transizione globale verso sistemi sostenibili e rispettosi del benessere degli animali.

Il lavoro è quindi già iniziato, sebbene nessuno degli obiettivi della strategia sia ancora stato pienamente raggiunto. Tuttavia non resta che procedere lungo questa via, tenendo fede a una visione che tuteli il benessere degli animali nei grandi numeri dell’Unione Europea, che consiste ad oggi di: 88 milioni di bovini; 148 milioni di suini; 100 milioni di pecore e capre; più di 4,5 miliardi di polli, galline, ovaiole e tacchini.

Uno dei principi cardine della politica agroalimentare nell’Unione europea è quello della tracciabilità “from fork to farm” e, cioè, della possibilità di verificare le caratteristiche complessive di un prodotto non limitandosi alla sua qualità finale, ma considerando la qualità dell’intero processo produttivo, che comprende, a monte della filiera, anche la “qualità di vita” degli animali allevati. A dimostrazione di tale impegno, le aziende zootecniche biologiche adottano standard di benessere animale superiori a quelli previsti dalla legislazione vigente per la zootecnia convenzionale.

 

Fonte: Ruminantia

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