PESTICIDI: ALCUNI FUORILEGGE IN EUROPA MA LEGALI IN AFRICA

Tap, agenzia di stampa tunisina, ha recentemente reso noto un rapporto che denuncia l’utilizzo e l’importazione di pesticidi altamente dannosi per l’ambiente e per la salute in Tunisia. Il rapporto è stato realizzato dall’Aeefg – Association de l’Education Environnementale pour les Futures Générations in collaborazione con IPEN – Rete internazionale per l’eliminazione degli inquinanti.

Se il caso tunisino colpisce per il numero di importazioni: nel 2018 più di 240 tonnellate per uso agricolo, compresi 35 mila kg di cianamide (fertilizzante azotato che può causare vomito se ingerito), secondo un rapporto di Greenpeace e PublicEye; l’Unione Europea stupisce per esportazioni nei tre paesi del Maghreb, Marocco, Algeria e Tunisia. Nel 2019 infatti risulta responsabile di aver esportato 19 pesticidi vietati nel territorio europeo.

Le Ong definiscono ipocrisia tossica il comportamento assunto dai paesi dell’Unione Europea che continuano a effettuare esportazioni di questi prodotti, nonostante il divieto diffuso nei propri Stati Membri.

Entrando nel merito del caso tunisino, 33 sono le aziende attive nel settore dell’agrochimica, con un numero che ammonta a 215 pesticidi registrati sul mercato, con circa 500 marchi differenti.

La biologa e presidente dell’Aeefg, Semia Gharbi, denuncia il mancato aggiornamento dell’elenco dei pesticidi importati nel suo paese. L’ultimo dei quali risalirebbe all’anno 2017. Nonostante la digitalizzazione dei dati, segnala l’assenza di trasparenza e precisione, davanti al quale, afferma, il Ministero dell’Agricoltura dovrebbe intervenire anche in anticipo rispetto a una potenziale azione da parte dell’Unione Europea.

Il rapporto reso noto da Tap, nel quale Aeefg è attiva, mette in evidenza le carenze legate alla gestione dei pesticidi e che questi incontrano, dal processo di controllo post-approvazione alla commercializzazione, dallo stoccaggio fino alla gestione degli imballaggi vuoti.

Secondo gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’uso di pesticidi altamente pericolosi potrebbe in parte spiegare la recrudescenza osservata in Tunisia di vari tumori.

PublicEye, introduce punti di vista non incoraggianti, riportando l’opinione di una fonte dell’Unione Europea, che affermerebbe che: introdurre un divieto di esportazione da parte dell’UE in merito ai pesticidi non è detto impedirebbe ai paesi terzi di utilizzarli. L’esportazione potrebbe infatti avvenire attraverso altri stati. Sensibilizzare il paese invece, persuadendolo a non farne più uso, sarebbe la strategia più diretta ed efficace.

La soluzione, riteniamo, possa identificarsi in una duplice azione, all’interno del quale si possa fronteggiare il problema da ambo le parti; al fine di cercare risposta a una questione che riguarda in primis la garanzia di una salute diffusa e comune.

Fonte: Cambia la terra

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