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Export agroalimentare: il Made in Italy supera i 40 miliardi

Export agroalimentare: il Made in Italy supera i 40 miliardi

+ 16%: è questo il dato sulla crescita del valore aggiunto della filiera del food in Italia. Una crescita guidata sia dal consolidamento della ripresa dei consumi alimentari interni che dall’export agroalimentare.

Gli ultimi dati, infatti, parlano di un comparto in ottima salute, anche in questo 2017. Nei primi 9 mesi dell’anno, le vendite alimentari in Italia sono incrementate dell’1,1% rispetto al 2016. Le esportazioni fanno segnare un risultato positivo ancora più consistente.

Complessivamente, dal 2008, anno della crisi finanziaria globale, a oggi la filiera agroalimentare italiana ha visto appunto una crescita del 16%. Visti i risultati del manifatturiero – + 1% – e dell’economia italiana nel suo complesso – +2% –, si conferma ancora una volta centrale il ruolo del comparto food.

Ecco gli ultimi dati, con un focus sulle esportazioni.

Export agroalimentare: vola il Made in Italy

La fotografia è stata scattata da Nomisma Agrifood Monitor. Che certifica come l’export agroalimentare italiano crescerà, in questo 2017, di più del 6% rispetto all’anno precedente. In termini assoluti, le vendite all’estero dei prodotti food Made in Italy arriveranno a 40 miliardi di euro.

Sono i prodotti ‘classici’ dell’eccellenza italiana, ancora una volta, a spingere le esportazioni: vino, salumi e formaggi, infatti, chiuderanno l’anno con una crescita compresa tra il 7 e il 9% sulle vendite sui mercati stranieri.

A trainare la crescita ci sono soprattutto Russia e Cina, se consideriamo i mercati di destinazione. E più in generale i Paesi extra-Ue. Nel dettaglio, le nazioni guidate da Putin e XiJinping hanno acquistato più prodotti agroalimentari italiani, facendo registrare una crescita a doppia cifra, che arriverà a oltre il 20% rispetto al 2016. La forte crescita non deve però ingannare: in termini assoluti,Nord America e Paesi Ue rappresentano ancora i principali mercati di destinazione dell’export agroalimentare italiano. I Paesi extra-Ue, infatti, registrano ad oggi meno del 35% del totale delle esportazioni del comparto. In particolare Cina e Russia assommano a meno del 2% del totale.

Complessivamente, la filiera dell’agroalimentare italiano – dalla produzione agricola al dettaglio – vale oggi più di 130 miliardi di euro di valore aggiunto, il 9% del Pil nazionale. Sono 3,2 milioni gli occupati nel settore, il 13% del totale, per 1,3 milioni di imprese (il 25% delle aziende attive oggi iscritte alle Camere di Commercio).

A commentare i risultati del comparto, Denis Pantini, responsabile dell’Area agroalimentare di Nomisma:

«L’aumento dell’export, unito a un consolidamento della ripresa dei consumi alimentari sul mercato nazionale (+1,1% le vendite alimentari nei primi 9 mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2016) prefigurano un 2017 all’insegna della crescita economica per le imprese della filiera agroalimentare».

Export agroalimentare italiano: le 4 regioni più forti (e un punto debole)

Sono 4 le regioni italiane che si accaparrano più del 60% dell’export agroalimentare. E sono tutte al nord: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. La ragione del successo si spiega con la presenza di imprese più dimensionate, che operano grazie a infrastrutture maggiormente sviluppate. Le produzioni alimentari in queste 4 aree sono inoltre maggiormente “market oriented”. Il Sud resta invece al palo: oggi incide per meno del 20% sul totale delle esportazioni nel settore, malgrado le tante eccellenze.

«Un differenziale – spiegano da Nomisma – che rischia di allargarsi ulteriormente anche in quest’anno di trend favorevole ai nostri prodotti. Nel primo semestre 2017, infatti, mentre le regioni del Nord hanno messo a segno una crescita di oltre il 7% nelle vendite oltre frontiera, quelle del Mezzogiorno non sono riuscite a raggiungere il +2%».

I risultati dell’agroalimentare italiano sono risultati positivi malgrado un endemico punto debole: la frammentazione dell’offerta. Secondo il report, infatti, le imprese del settore con almeno 50 addetti sono appena il 2% del totale. Competitor diretti, come la Germania, vedono la quota salire invece al 10%.

Questo dato giustifica il fatto che l’export agroalimentare di prodotti italiani sia ancora indietro rispetto ai nostri ‘vicini’ europei: in Francia, il fatturato arriva a 59 miliardi di euro, mentre in Germania a 73 miliardi. Secondo l’indagine, infine, la propensione all’export delle aziende italiane nel comparto è ferma al 23%, contro il 33% delle imprese teutoniche.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3574

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-11-13/boom-dell-export-agroalimentare-oltre-40-mld-euro-2017-105021.shtml?uuid=AES20GAD

http://www.askanews.it/cronaca/2017/11/13/export-agroalimentare-italiano-oltre-i-40-miliardi-nel-2017-pn_20171113_00062/

Mercato bio globale: il mercato vale quasi 90 miliardi di dollari

Mercato bio globale: il mercato vale quasi 90 miliardi di dollari

Cresce il mercato bio in tutto il mondo: il fatturato sfiora ormai i 90 miliardi di dollari e la superficie agricola dedicata alla coltivazione senza prodotti chimici è in crescita quasi ovunque.

Ottime le performance registrate in Nord America, ma importante anche la crescita nei Paesi europei: i dati più interessanti negli ultimi anni arrivano da Francia e Svezia, ma mercati consolidati da decenni come Austria e Germania fanno registrare ancora numeri in crescita. E l’Italia? Si conferma tra le realtà più dinamiche.

La fotografia del settore arriva da un report di BIOFACH, il Salone degli Alimenti Biologici, la cui prossima edizione è prevista per il 14-17 febbraio 2017, a Norimberga, in Germania.

Ecco tutti i dati più interessanti forniti dagli organizzatori.

Mercato bio a livello globale: fatturato a 90 miliardi

Previsioni splendide per il futuro”, così Biofach definisce il futuro del mercato bio a livello globale. Un comparto che sta per toccare i 90 miliardi di dollari di fatturato. I tassi di crescita più alti sono stati registrati, al 2016, nel Nord America e nei Paesi dell’Europa settentrionale. Solo negli Stati Uniti, il fatturato è arrivato lo scorso anno a 43 miliardi di dollari (dati Ota – OrganicTradeAssociation) e il bio conquista una quota del 5% nel mercato agroalimentare.

Mercati in crescita anche in Europa. I comparti con i trend incrementali più forti in Germania, con una crescita di quasi il 10% nel 2016, e in Francia, con un plus di oltre il 20%. Buone notizie anche dal Regno Unito: + 7 per cento nello scorso anno. Con riferimento al 2015, invece, le nazioni che hanno registrato gli incrementi superiori (20% e più) sono stati Spagna, Irlanda e Svezia.

Cresce anche la SAU dedicata al biologico:

«Stando ai nostri calcoli – spiegano Helga Willer, Julia Lernoud e UrsNiggili del FiBL, Istituto svizzero di ricerche in agricoltura bio – nel 2016 la superficie biologica è aumentata in tutto il mondo di pressoché 5 milioni di ettari, cosa che si può considerare un risultato molto positivo».

In particolare, dal FiBL sottolineano il ruolo che sta avendo l’Australia nel settore: agli enormi pascoli estensivi già presenti nella nazione, si sono aggiunte negli ultimi mesi nuove aziende orientate al bio.

Il mercato bio in Europa

Sul fronte delle superfici agricole convertite al bio, troviamo forti incrementi nei Paesi europei in via di sviluppo: la Bulgaria incrementa del 35% la propria SAU biologica; segue la Croazia con un +23% e Cipro, +18%. Crescite più contenute, ma comunque importanti, sono state registrate in Francia, con i suoi 210mila ettari aggiuntivi, in Germania, 75.650 ettari, e in Spagna, +50mila ettari. Nel complesso, la superficie a bio in Europa cresce, malgrado la diminuzione registrata in Grecia, Polonia e Romania: 130mila gli ettari in meno nei 3 Paesi.

Austria e Germania: due mercati consolidati

Il report Biofach si concentra poi su alcune realtà europee particolarmente interessanti per delineare lo stato di salute del mercato bio nel Vecchio Continente. Innanzitutto, la Germania.

Il mercato del bio tedesco, che ha già una tradizione consolidata, ha visto una crescita del 9,9% lo scorso anno, arrivando a un fatturato di 9,48 miliardi di euro. Nel 2017, dovrebbe arrivare il superamento del traguardo dei 10 miliardi. Crescono soprattutto le vendite nei supermercati: +14,6% e 5,45 miliardi di euro di fatturato. I negozi specializzati raccolgono invece 2,85 miliardi, per una crescita del 5%.

Da più di vent’anni leader del settore, l’Austria si conferma particolarmente attiva in termini di produzione e consumo di biologico. Cresce ancora la quota del bio sul totale del fatturato alimentare: nel primo semestre 2017 è all’8,6% (era al 6,7 nel 2013). Nel dettaglio, vanno particolarmente forti le uova (20% la quota di mercato sul totale), il latte fresco (18%), le patate (16%) e verdura fresca (14%). In totale, il comparto registra un fatturato da 1,6 miliardi di euro, così suddiviso: 75% al commercio convenzionale, 19% ai negozi specializzati, 6% alla ristorazione. Restano al palo invece le aziende bio: nel 2015 erano 20.779, pressoché la stessa cifra registrata nella metà degli anni ’90.

Francia e Svezia: crescita impetuosa

Il report Biofach si sofferma anche su Francia e Svezia.

Oltralpe, i dati di vendita parlano di un mercato bio in crescita nel 2016 di 1,2 miliardi di euro rispetto all’anno precedente: +21,7% l’incremento in termini percentuali. Nel suo complesso, la nazione ha quindi raggiungo 6,7 miliardi di euro di fatturato. E il dato si riferisce ai soli canali del commercio convenzionale e della vendita diretta. A questi vanno ad aggiungersi i 411 milioni della ristorazione bio. Frutta e verdura i comparti che hanno registrato maggior successo: +33%. Buona la performance del secco, al +24%.

Continua inoltre la corsa della Svezia: dal 2014 a oggi, i tassi di crescita registrati dal comparto sono stabilmente tra il 30 e il 40%. Nel triennio considerato, le vendite sono raddoppiate, raggiungendo i 2,6 miliardi di euro. Nel primo semestre 2017, la crescita ha visto un certo rallentamento: le stime parlano di un 7-8% in più. Cresce anche la quota di bio nel mercato agroalimentare, ora al 9,3%.

Il mercato bio in Italia

Anche il nostro Paese, come da più parti annunciato, vede consolidarsi il mercato dei prodotti agroalimentari biologici. Aumenti vengono registrati sia sul fronte della superficie coltivata che nel numero di aziende. A fine 2016, sono stati 300mila gli ettari di SAU in conversione al bio, per un totale di 1,8 milioni di ettari e il 14,5% del totale della superficie agricola italiana. Crescono in particolare le aree coltivate a verdure (+49%), a cereali (+32) e oliveti e vigne (+23%). Le migliori performance vengono registrate nelle regioni del sud: Sicilia, Puglia e Calabria al top per superfici.

Sono 72.154 le aziende nel comparto, di cui quasi 56mila sono di agricoltori bio. Sul fronte delle vendite, il fatturato ha raggiunto i 3 miliardi di euro complessivi, con un incremento del 14%, con il commercio convenzionale in crescita al di sopra della media (+16%), mentre i negozi bio hanno registrato il +3,5%.

FONTI:

http://www.sinab.it/bionovita/biofach-ancora-trend-positivo-il-comparto-biologico

http://www.sinab.it/sites/default/files/share/Internationaler%20Marktbericht%20%20BIOFACH_it.pdf

Filiera del pomodoro e tracciabilità: il Mipaaf convoca tavolo di confronto

Filiera del pomodoro e tracciabilità: il Mipaaf convoca tavolo di confronto

L’8 novembre, al Palazzo dell’Agricoltura, si sono riuniti in presenza del Ministro Maurizio Martina i rappresentanti di organizzazioni agricole, sindacali, dell’industria, della grande distribuzione e i soggetti del terzo settore, per prendere parte al tavolo della filiera del pomodoro.

A renderlo noto lo stesso Ministero delle politiche agricole. Obiettivo dell’incontro, rilanciare un impegno comune sul fronte della trasparenza, della legalità e della tracciabilità del settore.

Filiera del pomodoro: trasparenza per difendere la credibilità

Come affermato dal Ministro Martina in una nota, il Tavolo della filiera del pomodoro è stato programmato per tutelare la credibilità dell’intero settore, una delle eccellenze più rappresentative del Made in Italy.

Tutti i rappresentanti della filiera sono stati convocati al fine di favorirne la sinergia e creare un percorso stabile di trasparenza e legalità:

«A questo scopo – ha affermato Martina – è stato creato un gruppo di lavoro ristretto che individui strumenti più efficaci per la totale tracciabilità dei prodotti in vista già della prossima campagna di raccolta. Nella stessa direzione va anche il decreto interministeriale che abbiamo firmato per introdurre in etichetta l’obbligo di indicazione dell’origine dei derivati del pomodoro. Su questo fronte continueremo il nostro pressing a Bruxelles affinché si arrivi a una scelta europea. Questo vuol dire garantire maggiori informazioni ai consumatori e rafforzare i rapporti tra chi produce e chi trasforma, nella massima trasparenza».

L’esigenza di una collaborazione tra i diversi attori della filiera è stata sottolineata anche da Maurizio Gardini, presidente di Alleanza delle Cooperative italiane:

«È necessario che tutti gli attori convergano verso un comune denominatore: valorizzazione e tutela del prodotto 100% Made in Italy e affermazione della legalità per il pieno rispetto della dignità di chi lavora. È una partita che si vince insieme, unendo le forze dai produttori ai sindacati dei lavoratori, per passare poi a chi trasforma e commercializza il prodotto».

Sono le parole dello stesso Gardini, a margine del Tavolo della filiera del pomodoro. Il compito delle Istituzioni, secondo il presidente di Alleanza delle Cooperative, è intensificare i controlli nelle campagne, colmando le lacune ancora presenti nel sistema.

FONTI:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11900

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/mondo_agricolo/2017/11/08/agricoltura-al-via-lavori-tavolo-su-filiera-del-pomodoro_55c33dc9-3a09-465f-9c13-c23b9ec99430.html

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/41914/in-primo-piano/il-pomodoro-fa-quadrato-per-la-legalita

Biologico Puglia: in arrivo lo sblocco dei pagamenti Agea

Biologico Puglia: in arrivo lo sblocco dei pagamenti Agea

Arriverà a breve lo sblocco dei pagamenti Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per il settore Biologico in Puglia: ne dà notizia Leonardo Di Gioia, assessore all’agricoltura della giunta regionale.

Dopo il via libera dell’impianto di ulivi nelle aree colpite da Xylella, arriva una nuova buona notizia per il settore agroalimentare locale.

I fondi sbloccati saranno pari a circa 80 milioni di euro e saranno attivati attraverso le misure 10 e 11 del PSR Puglia 2014-2020.

Biologico Puglia, l’assessore: “Presto sbloccati i fondi Agea”

L’annuncio dello sblocco dei fondi Agea arriva per bocca di Di Gioia, che in una nota ha dato notizia dell’esito positivo di un incontro con i vertici dell’Agenzia svoltosi lunedì 6 novembre:

«L’ente pagatore dei fondi a valere sul PSR – ha dichiarato l’assessore –alla presenza delle associazioni agricole di categoria pugliesi, ha assicurato l’imminente sblocco dei pagamenti relativi alle domande ammesse a finanziamento delle Misure a superficie del PSR Puglia 2014-2020 attivati nel corso della campagna 2016 (Misura 10 “Agricoltura integrata” e Misura 11 “Agricoltura biologica”)».

Di Gioia ha inoltre ricordato come la giunta avesse “già qualche mese fa”, fatto presente ad AGEA “gli oggettivi ritardi relativi alla definizione delle domande ammesse a finanziamento e nel pagamento dei premi spettanti”. L’assessorato evidenziava infatti “il basso tasso di pagamento al termine dei pagamenti automatizzati relativi alle domande a superficie per la Campagna 2016”. Veniva inoltre rappresentata una certa “difficoltà nell’attivazione della procedura istruttoria, necessaria al trattamento delle domande del tutto o in parte pagate”.

Con l’ultimo incontro, l’Agenzia ha “prospettato la necessità di incrementare tale tasso di pagamento, provvedendo a mettere in atto tutte le misure per correggere e superare le anomalie delle domande non liquidate”. La procedura sarà sbloccata dunque attraverso il SIN, società che gestisce e sviluppa il sistema informativo agricolo nazionale:

«Questo per consentire – conclude Di Gioia –ai nostri Uffici regionali e nel più breve tempo possibile l’adozione dei provvedimenti amministrativi di ammissibilità agli aiuti per la Campagna 2016, nonché, e sin da subito, anche all’erogazione degli anticipi relativi alla Campagna 2017».

Biologico Puglia: sul piatto 80 milioni

Andiamo a vedere, in concreto, le cifre. L’intervento di Di Gioia si riferisce all’annualità 2016 per i pagamenti sulle domande per le misure a superficie, inserite nel Psr Puglia 2014-2020. Agli agricoltori che hanno aderito ai bandi considerati, spettano:

  • 39 milioni per l’agricoltura integrata (Misura 10)
  • 41,6 milioni per il biologico (Misura 11)

Complessivamente, dunque, parliamo di liquidazioni pari a 80,6 milioni di euro.

Si tratta di stanziamenti importanti, che possono dare ulteriore impulso al biologico pugliese, già posizionato tra i primi attori a livello nazionale. La Puglia infatti registra la seconda maggiore superficie regionale, in Italia, coltivata con metodo biologico. Nel 2016, nel nostro Paese tale quota raggiungeva quasi gli 1,8 milioni di ettari, in rialzo rispetto all’anno precedente di circa 300mila ha.

Dopo la Sicilia, che ha 363mila ettari coltivati a bio, il biologico in Puglia raggiunge la seconda posizione, con 255mila ha.

FONTI:

http://www.agenparl.com/di-gioia-a-breve-sbloccati-pagamenti-agea-agricoltura-biologica/

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2017/11/07/puglia-agricoltura-integrata-e-bio-verso-lo-sblocco-dei-pagamenti/56295

http://www.suoloesalute.it/aziende-agricole-biologiche-boom-3-regioni-del-sud-italia/

Biostimolanti: dal 27 al 30 novembre Miami ospiterà il Terzo congresso mondiale di settore

Biostimolanti: dal 27 al 30 novembre Miami ospiterà il Terzo congresso mondiale di settore

Dal 27 al 30 novembre, Miami ospiterà il Terzo congresso mondiale sui biostimolanti. Si tratta di un incontro tecnico e scientifico internazionale, volto ad analizzare le ultime conoscenze su questo tipo di prodotti, sempre più adoperati nella produzione agricola mondiale.

Biostimolanti: un mercato in crescita

Negli ultimi anni, i prodotti biostimolanti hanno suscitato un enorme interesse, sia dal punto di vista agronomico, che da quello economico. Le ultime stime prevedono che il mercato sfiorerà i 3 miliardi di dollari entro il 2021. Un fatturato che è quasi il doppio rispetto a quello registrato nel 2015.

Ed è proprio alla luce di questa crescita così rapida che il Terzo Congresso mondiale assume ancora maggior rilevanza. Soprattutto se si considera che non tutti i meccanismi legati al mercato sono stati ancora chiaramente compresi. A partire dall’ambito legislativo che dovrebbe regolamentare i prodotti e ha bisogno di essere definito e migliorato.

Si tratta di un comparto legato a temi ambientali, colturali e di sostenibilità. Sono varie le sostanze adoperate per la creazione dei biostimolanti: dagli estratti umidi e fulvici, ai prodotti a base di alghe, ai derivati animali e vegetali. La loro funzione è migliorare le performance agronomiche delle colture. I principi attivi di questi prodotti apportano modifiche anche significative all’intero sistema suolo-pianta, migliorandone l’efficienza, così come le capacità di recupero della pianta.

Il ruolo svolto dal Congresso sui biostimolanti

Lo scopo del Congresso è in parte quello di spiegare il ruolo e le modalità di impiego di questi prodotti. Si terranno, quindi, una serie di presentazioni e dibattiti sia a carattere generale che specifico.

Le principali tematiche trattate saranno incentrate su questi argomenti:

  • Effetto dei biostimolanti su crescita delle piante e fertilità del suolo;
  • Asportazione di nutrienti;
  • Produzione e qualità delle colture;
  • Tolleranza agli stress ambientali.

Si tratta di un’occasione unica nel suo genere, grazie anche all’eterogeneità dei rappresentanti che vi prenderanno parte: non ci saranno solo Istituzioni, accademie e agenzie governative, ma anche fornitori, distributori, agronomi e studiosi. Relatori internazionali esploreranno le nuove conoscenze tecnico-scientifiche acquisite e gli aspetti legislativi che ne regolano il mercato.

Ci sarà anche una parte espositiva, con stand di aziende provenienti da tutto il mondo, tra cui diverse imprese italiane.

FONTI:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/fertilizzanti/2017/11/06/terzo-congresso-sui-biostimolanti-in-scena-i-protagonisti/56274

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/fertilizzanti/2017/10/02/biostiomolanti-voce-ai-relatori-del-3-congresso-di-miami/55746

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/fertilizzanti/2017/09/04/verso-il-3-congresso-mondiale-sui-biostimolanti/55334

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/fertilizzanti/2017/03/13/terzo-congresso-mondiale-sui-biostimolanti/53147

Agricoltura bio: ESPP e IFOAM insieme per trattare l’utilizzo dei prodotti nutrizionali riciclati

Agricoltura bio: ESPP e IFOAM insieme per trattare l’utilizzo dei prodotti nutrizionali riciclati

Il prossimo 12 dicembre, IFOAM UE, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, in comunione con l’ESPP, la Piattaforma Europea del Fosforo Sostenibile, organizzeranno una riunione degli stakeholder comunitari sull’utilizzo dei prodotti nutrizionali riciclati sulle colture di tipo biologico.

L’evento sarà incentrato principalmente su“Approvazione e valore dei fertilizzanti riciclati nell’agricoltura biologica”. Gli interlocutori del settore avranno modo di affrontare le sfide e i vantaggi che un uso sostenibile di queste sostanze può comportare nell’agricoltura biologica.

Durante l’incontro, saranno trattati nello specifico alcuni temi cari al settore. In particolare:

  • La necessità di introdurre il fosforo nell’agricoltura biologica;
  • La coerenza tra il riciclo delle fonti nutrizionali e il loro utilizzo sostenibile nelle colture biologiche;
  • L’approvazione di vari materiali secondari e prodotti riciclati per le coltivazioni biologiche, i distributori di prodotti bio e i consumatori.

L’incontro è gratuito e ci si può iscrivere a questo link: https://www.eventbrite.ca/e/recycled-nutrients-and-organic-food-tickets-38702699817?aff=es2

I dettagli e il programma dell’evento sarà inviato direttamente da ESPP con la conferma di registrazione.

ESPP e IFOAM: l’impegno a favore del bio

Qualche parola in più sugli organizzatori dell’evento. L’ESPP, la Piattaforma Europea del Fosforo Sostenibile promuove l’attuazione di una gestione ecologica di tale sostanza in Europa. In particolare, del suo riciclo. L’ESPP è un’organizzazione senza scopi di lucro, finanziata dai suoi membri. La sua mission è favorire il dialogo tra parti interessate e settoriali, creare reti, diffondere informazioni ed elaborare proposte congiunte con i responsabili politici. La piattaforma riunisce una gamma di varie industrie, che spaziano in diversi settori. Dalle aziende che si occupano di acqua e rifiuti, a quelle che trattano fertilizzanti biologici e minerali, dalle imprese che realizzano prodotti chimici a quelle esperte in tecnologie di riciclaggio. Oltre alle realtà aziendali, riunisce in sé anche Istituti di ricerca e gli enti pubblici.

IFOAM, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica è un’organizzazione che riunisce in sé gli attori protagonisti del settore biologico. L’organizzazione si batte per promuovere la coltivazione sostenibile e il cambiamento in tutto il mondo. Porta avanti proposte e idee articolate, lavorando attivamente con organizzazioni come FAO, IFAD, nonché direttamente con i governi di numerosi Paesi.

FONTE:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2017/11/03/european-stakeholder-meeting-potentials-and-challenges-use-recycled-nutrient