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Cotone biologico vs cotone OGM

Cotone biologico vs cotone OGM

La multinazionale Monsanto, nel 2002 lanciò sul mercato indiano il Bt Cotton, un cotone OGM resistente ai parassiti. Nonostante che all’inizio risultasse un buon prodotto, i semi erano costosi e la loro efficacia tendeva a svanire dopo un solo anno, rendendo il cotone più vulnerabile all’attacco delle specie infestanti. Fu un duro colpo per gli agricoltori.

Oggi, grazie ad un accordo tra gli agricoltori, spalleggiati dal governo, il cotone biologico indiano ha lanciato una sfida a quello OGM della multinazionale.

Dal 2013, le autorità in collaborazione con gli agricoltori hanno spinto per la diffusione e l’utilizzo di varietà autoctone. Quest’azione ha richiamato molti agricoltori, creando una forte perdita per la multinazionale stimata intorno ai 75 milioni di dollari.

Fonte: https://www.innaturale.com/il-cotone-biologico-lancia-la-sfida-a-quello-ogm/

Confagricoltura: che il sovescio sia considerato coltura principale

Confagricoltura: che il sovescio sia considerato coltura principale

«Il riso può succedere a se stesso per un massimo di tre cicli, seguito da almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa».

Il testo del DM del 18 luglio 2018 ha destato qualche perplessità perché non chiariva se gli anni da interporre tra riso e riso fossero 2 o 1, non considerando i sovesci come coltura principale. Per questo motivo, secondo Confagricoltura, il MIPAAF sta predisponendo una modifica al DM 18.

«Confagricoltura, in relazione a numerose segnalazioni ricevute dai propri soci, in particolare dal centro sud, ha ribadito con molte lettere, inviate sin dal novembre scorso al Mipaaft, che la regolamentazione europea autorizza l’uso di “colture fertilizzanti”, ovvero “manure crops” (tra cui il sovescio e le colture intercalari), senza specificarne il tipo e l’eventuale durata di coltivazione. Lo scopo della norma europea è quello di permettere all’azienda agricola di aumentare la fertilizzazione del suolo in modo naturale. In tal senso deve essere interpretata la norma uniformemente a quanto avviene nel resto della UE, considerando solo la capacità di raggiungere la fertilizzazione indipendentemente dal tipo di coltura e la loro durata di coltivazione. Solo recentemente il Mipaaf, in una nota diramata a seguito dell’ultima riunione del Tavolo nazionale dell’agricoltura biologica, ha posto l’accento e l’avvio di un iter di modifica del DM 18 luglio 2018, con la quale saranno specificate le caratteristiche di ammissibilità dei sovesci rispetto al requisito della rotazione colturale. DM che dovrà avere il parere della Conferenza Stato Regioni. Tale impostazione è sicuramente un passo in avanti per venire incontro alle esigenze del settore, ora andrà verificata la reale applicabilità del nuovo DM alle diverse colture, sempre nel rispetto dei principi di agricoltura biologica applicati in Europa», spiega il Direttore Area Ambiente ed Energia di Confagricoltura, Donato Rotundo.

Una modifica fondamentale per il settore agronomico, poiché eviterebbe una costrizione che sarebbe dannosa anche per la strutturazione di un piano aziendale sostenibile, sia ecologicamente sia economicamente.

“Abbiamo chiesto di modificare l’attuale Decreto Ministeriale ormai un anno fa, per questo motivo non possiamo che apprezzare il fatto che il Ministero abbia finalmente approvato la modifica, che era già stata concordata lo scorso giugno nell’ambito del tavolo tecnico agricoltura biologica – dichiara Paolo Carnemolla, Segretario Generale di FederBio  –  La pratica del sovescio è fondamentale per una corretta agricoltura biologica, anche in risicoltura; per questo è esplicitamente prevista nella normativa europea. Poterla finalmente considerare di nuovo per la valutazione di conformità del ciclo rotazionale di un’azienda biologica è un risultato importante. Il timore segnalato da Confagricoltura è, tuttavia, fondato. FederBio ha chiesto che i requisiti di ammissibilità tecnica dei sovesci, affinché possano essere considerati parte della rotazione (come ad esempio il tempo minimo di durata del ciclo della coltura), non siano precisati nel decreto, ma attraverso apposite circolari, così che vi sia maggiore flessibilità e tempestività per eventuali adeguamenti”.

Fonte: https://www.risoitaliano.eu/il-sovescio-sia-coltura-principale/

Emergenza climatica: 11000 scienziati lanciano l’allarme

Emergenza climatica: 11000 scienziati lanciano l’allarme

“In base ad alcuni indici di valutazione scientifica è inequivocabile che il pianeta è di fronte a un’emergenza climatica”, dichiarano gli oltre 11000 scienziati di tutto il mondo.

L’allerta, comunicata da William Ripple dell’Università dell’Oregon, Thomas Newsome dell’Università di Sidney e William Moomaw dell’Università Tufts, è stata pubblicata sulla rivista Bioscience.

Nel comunicato, gli scienziati si mettono a disposizione dei politici, offrendogli sostegno e aiuto nel prendere le decisioni più giuste per la difesa del futuro delle prossime generazioni. Infatti, nel documento sono inclusi dati e grafici che spiegano la situazione allarmante.

Dai grafici emerge come l’interazione tra le tendenze sociali, economiche ed ecosistemiche inviano segnali vitali rispetto ai quali è necessario attivare una serie di efficaci azioni di cambiamento:

  1. I combustibili fossili devono essere sostituiti con fonti rinnovabili a basse emissioni;
  2. Ridurre le emissioni di metano, polveri sottili, idrofluorocarburi e altri inquinanti climatici non persistenti;
  3. Ripristinare e proteggere gli ecosistemi, come foreste, praterie, torbiere, zone umide e mangrovie, fonte necessaria per assorbire l’anidride carbonica atmosferica;
  4. Riguardare il modo di mangiare: occorre una dieta più bilanciata e a base di vegetali in maniera da far abbassare le emissioni di metano e altri gas serra;
  5. Convertirsi a un’economia carbon-free per riavvicinare l’umanità alla biosfera e allontanarla dall’obiettivo incentrato sulla crescita del prodotto interno lordo: questo porterà allo sfruttamento degli ecosistemi per mantenere più a lungo la sostenibilità delle risorse della biosfera;
  6. La popolazione è in continua crescita: vanno applicati approcci che garantiscano giustizia sociale ed economica.

Questi sono i sei punti cruciali e urgenti del documento, che dovrebbero essere presi in seria considerazione da ogni governo per far fronte al problema del cambiamento climatico.

Fonte: http://www.georgofili.info/contenuti/allarme-di-11mila-scienziati-per-lemergenza-clima/13685

CONVEGNO AGRICOLTURA BIOLOGICA: LE AZIENDE, LA CERTIFICAZIONE, IL CONTROLLO

CONVEGNO AGRICOLTURA BIOLOGICA: LE AZIENDE, LA CERTIFICAZIONE, IL CONTROLLO

Venerdì 15 Novembre 2019, presso il Palazzo Medici Riccardi a Firenze, si terrà il convegno “Agricoltura biologica: le aziende, la certificazione, il controllo”.

Il convegno è organizzato dal Collegio Nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati in collaborazione con il Coordinamento dei Collegi dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati della Toscana e la Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali Toscana.  Si tratta di un convegno dedicato a un’analisi trasversale di tutti gli aspetti che riguardano il settore biologico: la garanzia ai consumatori, le politiche di sviluppo, la normativa in vigore e la prossima ventura, il sistema di controllo ma anche il mercato.

PROGRAMMA

Fonte: http://www.peritiagrari.it/area-comunicazione/516-convegno-agricoltura-biologica-le-aziende,-la-certificazione,-il-controllo.html

Toscana: entro il 2021 diventerà glifosato free

Toscana: entro il 2021 diventerà glifosato free

La giunta regionale della Toscana ha approvato una delibera: dal 31 dicembre 2021 la regione limitarà il glifosato, rendendola “glifosato free”.

“Si tratta di una scelta – ha dichiarato il governatore Enrico Rossi – a favore dell’ambiente e del nostro comparto agroalimentare che deve poter contare sulla migliore qualità dei propri prodotti”.

La delibera avvia la regione verso un processo di salvaguardia del territorio:

  • Vietare l’uso del glifosato nelle aree di salvaguardia dei punti di captazione delle acque sotterranee con utilizzo idropotabile;
  • Revisione annuale delle sostanze ammesse dal Piano di utilizzazione per l’impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti;
  • Eliminazione delle sostanze attive vietate all’interno delle aree di salvaguardia di captazioni da acque superficiali e sotterranee.

“E’ una decisione che ci pone all’avanguardia – ha commentato l’assessora regionale all’ambiente Federica Fratoni – nel percorso verso una sempre maggiore sostenibilità e che è in sintonia con le richieste di molte aziende che vogliono percorrere una strada orientata all’eco-friendly per avere maggiore competitività sui mercati internazionali”.

Fonte: https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/10/30/news/entro_il_2021_la_toscana_diventera_glifosato-free-239904682/

L’alternativa al rame? Dal guscio dei crostacei arriva il chitosano

L’alternativa al rame? Dal guscio dei crostacei arriva il chitosano

Il rame viene da sempre utilizzato in agricoltura, in particolare contro gli attacchi di alcune specie di funghi patogeni delle piante. Poiché non è un prodotto di sintesi, l’uso del rame è consentito anche in agricoltura biologica, con un limite di 4kg all’anno per ettaro.

Nelle Marche, Moncaro ha deciso di puntare molto sul “green”, con la riconversione di vigneti al biologico, utilizzo di energie rinnovabili, tecnologie di produzione “senza solfiti aggiunti”, adottando una coltivazione a basso impatto ambientale.

Con l’aiuto della Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche, Moncaro ha iniziato a sperimentare soluzioni alternative al rame, come l’uso del chitosano, un farmaco naturale estratto dall’esoscheletro dei gamberi per prevenire la diffusione della peronospora.

“Il progetto, inserito nel PSR regionale delle Marche, ha già dato i primi risultati, che sono estremamente positivi. Oltre alla riduzione del rame, il progetto include anche innovazioni sulla vinificazione senza l’utilizzo di solfiti aggiunti – commenta l’enologo di Moncaro Giuliano D’Ignazi – Sebbene rappresentino ancora una nicchia di mercato, grazie a questo contributo scientifico si potranno ridurre notevolmente i solfiti in maniera generalizzata e su larga scala, con risvolti positivi per il mondo del vino.”

Da un’annata caratterizzata da un’ampia diffusione della peronospora, il chitosano è riuscito a contenere la diffusione della malattia, non riscontrando importanti differenze tra le vigne trattate con il rame e quelle con il farmaco naturale, se non a livello di costi. Il chitosano, infatti, costa tre volte di più rispetto al metallo.

“Il nostro obiettivo non è eliminare il rame subito dappertutto. C’è bisogno almeno di un triennio affinché si possa passare dalla fase sperimentale a quella operativa, sperando anche in un contenimento dei costi. Ma la strada è quella giusta, anche perché va ricordato che il rame è fortemente impattante, sia sull’ambiente sia sul vino, per quel che riguarda la parte aromatica. Dal nostro punto di vista, l’esigenza di sostituirlo è nata, non solo da una scelta sostenibile, ma anche dal voler trovare una soluzione alle ossidazioni. Il rame, infatti, funge da catalizzatore e, quindi, nelle prime fasi di vinificazione va ad ossidare parte degli aromi delle uve. Soprattutto nei vitigni bianchi, dove gli aromi sono molto più sensibili all’ossigeno”, conclude D’Ignazi.

Fonte: https://www.centropagina.it/ancona/bio-guscio-crostacei-alternativa-rame-sperimentazione-agricoltura-marche/