Il Global warming? Colpisce soprattutto gli oceani

Ben il 90% del calore derivante dal surriscaldamento del pianeta interessa gli oceani della Terra. Solo nell’ultimo decennio, circa il 30% di questo riscaldamento è avvenuto a profondità maggiori di 700 metri, con effetti apparentemente meno evidenti per l’uomo ma assai più seri da un punto di vista degli equilibri climatici complessivi. “La natura elusiva del riscaldamento post-2004 della superficie degli oceani espone ad incertezze nel ruolo degli oceani nel bilancio energetico della Terra e sulla sensibilità transitoria del clima”: ad esprimersi così gli scienziati inglesi Magdalena Balmaseda ed Erland Källén, dell’European centre for medium range weather forecasts e lo statunitense Kevin Trenberth, del National center for Atmospheric research di Boulder, i tre ricercatori che hanno analizzato l’evoluzione del calore negli oceani della Terra negli ultimi 50 anni. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters  in uno studio dal titolo “Distinctive climate signals in reanalysis of global ocean heat content” (Evidenti indicazioni climatiche nella re analisi del contenuto globale di calore negli oceani).

Lo studio mette a tacere tutti coloro i quali ritenevano che, negli ultimi dieci-quindici anni il riscaldamento globale avesse rallentato o si fosse arrestato. In realtà lo studio dimostra che il calore continuava (e continua) ad essere accumulato nelle profondità marine, cosa che, come spiega Trenberth «significa un riscaldamento meno breve termine in superficie, ma a spese di una maggiore riscaldamento successivo a lungo termine e di un più rapido innalzamento del livello del mare».

Fonte: Greenreport

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