Etichettatura a semaforo, continua il braccio di ferro

Continua la querelle in merito alla cosiddetta “etichettatura a semaforo” voluta dal governo inglese, e che già aveva provocato dure reazioni da parte di molti Stati Membri, Italia in testa. Dopo i due ricorsi recapitati a Bruxelles da parte dell’industria agroalimentare italiana, è adesso l’Atla, l’Associazione francese dei trasformatori e delle industrie lattiero casearie, che insieme all’Ania, Associazione delle industrie agroalimentari francesi, a far sentire la propria voce. Parimenti Copa e Cogeca, le organizzazioni agricole e cooperative dell’UE, puntano il dito contro un sistema di etichettatura considerato penalizzante nei confronti del criterio anglosassone, che classificando i prodotti in base al contenuto in grassi, penalizzano prodotti di eccellenza gastronomica favorendo magari prodotti ben meno salubri e di provenienza non altrettanto genuina. Già nei giorni scorsi la Commissione europea ha preso in esame la risposta di Londra alla lettera di richiesta d’informazioni inviata dal vicepresidente all’industria Antonio Tajani, lettera che precede l’apertura eventuale di una procedura di infrazione. Ciò che viene contestato al governo britannico è il fatto che l’indicazione di un bollino verde, arancione o rosso sull’imballaggio dei prodotti rischia di discriminare determinati prodotti ostacolando la libera circolazione delle merci, uno dei pilastri su cui si fonda l’UE stessa. Secondo fonti vicine all’Esecutivo UE “l’etichettatura volontaria inglese non può in nessun modo interferire con l’unicità del mercato interno. Si tratta quindi di verificare se, in termini concreti, la presenza dell’etichetta detta “a semaforo” ha o meno un impatto in termini di mercato interno, circolazione dei prodotti e altri elementi”. A rischio, perché classificati con il bollino rosso, prodotti agroalimentari di assoluta qualità, quali il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di San Daniele. Una situazione che continua ad essere in evoluzione e lascia intravedere ulteriori sviluppi, dato che nel frattempo la quasi totalità della GDO britannica ha adottato il sistema. Una situazione sottolineata anche dalla Ueapme, l’Associazione delle Piccole e Medie Imprese Europee, ferma nel denunciare “la grande pressione che nel Regno Unito il nuovo sistema di etichettatura sta mettendo sugli operatori alimentari, in particolare le piccole ditte con basso potere negoziale”.
Fonte: Ansa, Winenews

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