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CARNE, IL METODO DI ALLEVAMENTO FA LA DIFFERENZA

CARNE, IL METODO DI ALLEVAMENTO FA LA DIFFERENZA

Maggiori contenuti in termini di coenzima Q10 e di acidi grassi polinsaturi nella carne da animali allevati secondo i postulati del bio. Lo testimoniano i risultati di un’approfondita metanalisi divulgata dalla Prof.ssa Renata Alleva in occasione della Festa del Bio di Bologna

Più spazio a disposizione per ogni capo allevato, più tempo per crescere, libertà di movimento e di interazione sociale, maggiore benessere animale, maggiore possibilità di scegliere di che cosa alimentarsi direttamente. Sono alcuni degli elementi che fanno la differenza tra un allevamento biologico e uno convenzionale. Elementi che hanno anche una forte incidenza sulla qualità nutrizionale sulla carne prodotta. Lo ha confermato Renata Alleva, biologa specialista in scienze dell’alimentazione e membro del comitato scientifico dell’Isde in occasione della Festa del bio che si è tenuta al Palazzo Re Enzo di Bologna lo scorso 3 dicembre.

Libertà di stile alimentare

Ognuno è infatti libero di scegliere lo stile alimentare che considera più congeniale, facendo massima attenzione però nel caso si tratti di fornire tutti i corretti nutrienti necessari alla crescita di bambini in età scolare e prescolare.

«In ottica Onehealth – ha spiegato la dott.ssa Alleva- le principali linee guida indicano che le diete più salutari e preventive sono quelle che si basano su un buon consumo di verdure e fibre alimentari, cereali integrali,  con moderato consumo di prodotti animali (dieta Dash, Dieta mediterranea, Dieta Vegetariana)».

Il ruolo del coenzima Q10

«Da una recente meta-analisi – ha continuato –, che ha tenuto in considerazione i risultati di numerose ricerche effettuate in tutto il mondo, è emerso il maggiore contenuto di composti coattivi come il coenzima Q10 nella carne bovina, suina e di pollo ottenuta da allevamenti biologici». Una molecola che ha effetti antiipertensivi e contribuisce al miglioramento della funzione cardiaca, ma non è tutto.

È quello degli acidi grassi polinsaturi

«Nella carne bio sono anche stati ritrovati contenuti più elevati di acidi grassi essenziali tra cui l’acido linoleico e l’acido α-linolenico ALA, molecole che, se assunte nelle corrette quantità, contribuiscono ad un migliore sviluppo cerebrale durante il periodo fetale, ritardo del declino della funzione cognitiva negli uomini anziani e riduzione del rischio di demenza e Alzheimer».

Vantaggi ambientali, sociali e nutritivi

Punti decisamente in favore degli allevamenti biologici che, oltre a dimostrare vantaggi in termini ambientali per la possibilità di innescare corrette strategie di economia circolare in abbinamento a sistemi colturali bio e vantaggi sociali in termini di ripopolamento delle aree interne della penisola, ora possono ribadire anche vantaggi nutritivi e salutari.

UN MILIONE DI OLIVI BIO ENTRO 2030

UN MILIONE DI OLIVI BIO ENTRO 2030

Monini prosegue nell’impegno di fare nascere un polmone verde capace di sequestrare fino a 50 mila tonnellate di anidride carbonica in 10 anni Oltre 650 mila già piantumati tra Umbria e Toscana

Un milione di nuovi olivi nel cuore dell’Italia entro il 2030, di cui oltre 650 mila già piantumati tra Umbria e Toscana e coltivati al 100% in regime biologico.

In occasione della Giornata mondiale dell’olivo, istituita il 26 novembre di ogni anno dall’Unesco, Monini ha presentato i primi risultati del progetto Bosco Monini, avviato due anni fa.

L’impegno ambientale

L’azienda sottolinea attraverso una nota che il nuovo “polmone verde”, realizzato prevalentemente su terreni abbandonati e riqualificati, «ha un forte impatto ambientale: le nuove piante proteggono la salute del terreno e lo preservano da rischi di erosione, tutelano la ricchezza dell’olivicoltura italiana e delle sue cultivar e instaurano un sistema virtuoso di salvaguardia della biodiversità».

100% carbon neutral

Gli alberi consentiranno di sequestrare fino a 50 mila tonnellate di anidride carbonica in 10 anni. Un dato che si somma al progetto “100% carbon neutral”, dedicato a Monini classico e a quello Delicato. «Con questo progetto – spiega Zefferino Monini, presidente e ad dell’azienda – vogliamo contribuire a promuovere un’olivicoltura di qualità che sia italiana fin dall’origine e che sia sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. L’olivo rappresenta per la nostra famiglia la vita da oltre tre generazioni e con questo progetto vogliamo difendere il nostro futuro e quello di chi verrà dopo di noi».

NASCE IL NUOVO BIODISTRETTO DEL PROSECCO

NASCE IL NUOVO BIODISTRETTO DEL PROSECCO

Promosso dal Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Docg assieme ad altri 9 soci, interessa 15 Comuni, 150 soci di cui 52 aziende vitivinicole. Salgono così a sei i biodistretti attivi nel Veneto

«Le priorità del sistema Prosecco è la certificazione ambientale, il biologico ed essere apripista di buone pratiche agricole».

Lo ha detto il Presidente del Veneto Luca Zaia al Castello di San Salvatore a Susegana (Treviso), a margine dell’evento di celebrazione del sessantesimo anniversario del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.

Il progetto di sostenibilità del Consorzio

Consorzio che, come spiega il direttore Diego Tomasi sulle pagine di VVQ, Vigne, Vini & Qualità di dicembre è attivamente impegnato nella nascita del nuovo biodistretto, un progetto che interessa i 15 Comuni dell’area del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene per l’intera superficie, più larga rispetto alla Docg. I soci fondatori sono 150 (integralmente bio), di cui 52 aziende del vino, sia produttori che trasformatori, oltre 100 aziende agricole tra i comparti di ortofrutta, cereali, caseifici, piante aromatiche, zootecnia e selvicoltura. I soci promotori, tra cui il Consorzio, sono una decina.

Una quota bio oltre al 7%

Il progetto del Biodistretto ha subito una battuta d’arresto con la pandemia, ma adesso è in dirittura d’arrivo. L’area del Conegliano Valdobbiadene vanta una superficie biologica certificata pari al 7,2% dell’intera superficie agricola; in Veneto la media Bio è di 4,9%. Sono in fase di presentazione i documenti di richiesta (statuto, atto costitutivo, modulo adesione) e in tre mesi la Regione può approvarlo. Il Pnrr metterà a disposizione ai bio-distretti 24 milioni di euro. Spesso i progetti Ue, nazionali e regionali privilegiano i bio-distretti.

I biodistretti veneti

Lo scopo principale è di promuovere la cultura del biologico, la sostenibilità, la ricerca, lo sviluppo e l’informazione. Il nuovo Biodistretto del Prosecco si aggiunge agli altri già attivi in Veneto:

  • BioVenezia;
  • Biodistretto Colli Euganei;
  • BioAltopiano;
  • BioVerona;
  • Biodistretto pedemontano vicentino.
SANA 2023 PUNTA AL B2B

SANA 2023 PUNTA AL B2B

Il salone del biologico (Bologna 7-10 settembre 2023) compirà 35 anni e punterà ancora di più all’internazionalizzazione. Molte novità nell’area Food. Confermato il salone professionale Sanatech

Nel 2023 Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale, compirà 35 anni. Un anniversario che sarà celebrato con la definitiva svolta B2B (business to business), puntando ad un pubblico esclusivo di professionisti e buyer del biologico e del naturale.

L’alleanza con Ice

BolognaFiere vuole così rivitalizzare questa storica manifestazione dopo i numeri non del tutto positivi del 2022. Sana rappresenta del resto un’importante vetrina per il comparto del biologico e del naturale per il mercato italiano e, grazie alla collaborazione con Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, punta a rafforzare ulteriormente l’internazionalizzazione.

La novità è già nelle date di apertura, diversamente articolate per rispondere alle esigenze di buyer e professionisti in visita. L’esposizione Food di Sana 2023 infatti, si svolgerà dal 7 al 9 settembre, un giorno in meno rispetto alle aree del Care & Beauty e del Green Lifestyle che saranno aperte anche il 10 settembre.

Sana Food, dedicata all’agroalimentare biologico e naturale, valorizzerà i nuovi trend di consumo e le innovazioni di prodotto rispettose dell’ambiente.

Prodotti di qualità

Torneranno l’area Breakfast e l’area Mixology che riproporranno, naturalmente in versione bio, prodotti di qualità destinati a questi momenti di consumo. Per l’area Mixology è già confermata la partnership con Slow Food, che offrirà degustazioni di aperitivi con ingredienti prevalentemente biologici.

Tra le novità del Food la creazione e lo sviluppo di un’area Plant Based, risultato del continuo fermento e dinamismo di questa fetta di mercato, in ragione delle esigenze alimentari di vegani, vegetariani e flexitariani, sia nelle scelte di consumo domestico sia in quelle fuori casa.

 

Cosmetica e cura della persona

Sana Care & Beauty, la vetrina di cosmetici, prodotti per la cura del corpo naturale e bio, integratori ed erbe officinali e Sana Green Lifestyle accoglieranno dunque operatori e professionisti dal 7 al 10 settembre.

Insieme alla qualità dei prodotti Green per la cosmetica e la cura della persona, sarà dato ampio spazio alla Via delle Erbe, l’area realizzata in collaborazione con Tecniche Nuove e dedicata ai professionisti dell’erboristica, ricca di proposte esclusive di formazione e workshop.

Sanatech e Stati generali del biologico

È confermato anche Sanatech, il salone professionale dedicato alla filiera della produzione agroalimentare zootecnica e del benessere biologico ed ecosostenibile.

Sana 2023 sarà come sempre inaugurata dagli Stati generali del biologico, con Rivoluzione bio, luogo privilegiato di incontro e confronto tra tutti gli stakeholder e opinion leader del settore durante il quale saranno annunciati i dati sui consumi interni e sull’export bio.

PIATTAFORMA “SERIA”: DATI E SERVIZI PER IL BIO PIEMONTESE

PIATTAFORMA “SERIA”: DATI E SERVIZI PER IL BIO PIEMONTESE

L’obiettivo è fornire servizi di supporto alle decisioni per l’applicazione delle strategie di produzione integrata e biologica

Nasce per l’agricoltura piemontese il progetto ‘Seria’, un sistema integrato di raccolta, elaborazione e diffusione di dati e informazioni da fornire alle aziende e alle strutture impegnate nell’assistenza tecnica del settore.

Scelte a basso impatto

L’obiettivo è fornire servizi di supporto alle decisioni per l’applicazione delle strategie di produzione integrata e biologica, aiutando il comparto a compiere scelte agronomiche e fitosanitarie a basso impatto ambientale che siano a tutela dell’ecosistema, delle risorse naturali e del paesaggio. Ad occuparsi della realizzazione di ‘Seria’ è il Sistema fitosanitario e tecnico-scientifico della Regione insieme a Fondazione Agrion e 3A srl.

«Seria – spiega l’assessore regionale all’agricoltura, Marco Protopapa – mette a disposizione dati agro-meteo, bollettini tecnici suddivisi per le principali filiere produttive ed informazioni tecnico-scientifiche previsionali di supporto alle decisioni che sono di grande utilità pratica per le aziende agricole piemontesi ed il personale tecnico operante in agricoltura».

130 stazioni meteo, 50 aziende pilota

«L’erogazione di questi servizi costituisce base fondamentale per affrontare le sempre più frequenti criticità climatiche e fitosanitarie che colpiscono le nostre colture».

Alla raccolta dei dati partecipano 130 stazioni meteorologiche elettroniche, cinque centri sperimentali sparsi tra le province di Torino, Cuneo e Alessandria, 50 aziende agricole pilota che rappresentano le cinque filiere produttive di orticoltura, viticoltura, corilicoltura, frutticoltura e cerealicoltura. Il progetto, operativamente avviato nel 2020, è finanziato con i fondi europei del Programma di sviluppo rurale 2014 -2020.

LAZIO PRIMA IN ITALIA PER START UP AGRICOLE

LAZIO PRIMA IN ITALIA PER START UP AGRICOLE

L’assessore Onorati: «Grazie ad un uso oculato dei fondi Psr siamo diventati la terza regione nazionale per numero di aziende bio»

«Abbiamo investito grazie ai fondi del programma di sviluppo rurale 1 miliardo e 105 milioni di euro per l’agricoltura del Lazio, conquistando il primo posto in Italia per startup create con 1.930 nuove giovani agricoltrici e agricoltori».

Lo ha reso noto l’assessore all’ agricoltura della Regione Lazio, Enrica Onorati durante la prima tappa del tour Psr Lazio presso il Garum-Museo della cucina a Roma.

«Si tratta di numeri importantissimi, dietro cui c’è la storia del Psr Lazio 2014-2022 e il futuro dell’agricoltura regionale».

Il traino del bio

«Un percorso in cui le misure traino sono state, indubbiamente, quelle destinate all’agricoltura biologica, ai giovani, al benessere animale, investimenti».

«Oltre alle nuove startup, abbiamo infatti sostenuto 2.010 aziende zootecniche e 6.700 aziende biologiche, posizionandoci nel settore bio come terza regione in Italia».

«È evidente che non parliamo solo di numeri ma di linfa vitale. Per chi si alza all’alba per lavorare la terra, accudire gli animali, preservare il territorio, e che difficilmente probabilmente riuscirebbe a sostenere la propria azienda senza i fondi europei, le regioni che attuano i programmi, le organizzazioni, i tecnici, i consulenti a supportarne la conduzione aziendale e guidare l’agricoltore nei percorsi di finanza agevolata».

Le linee guida

I concetti chiave portati avanti dall’amministrazione regionale laziale in agricoltura sono: sostegno ai giovani, ricerca e innovazione, agricoltura di precisione, equa distribuzione del reddito lungo la filiera produttiva, crescita sostenibile in termini di agricoltura biologica e integrata, difesa del valore della produzione e promozione del pregiatissimo made in lazio, maggiore attenzione alle politiche di genere e alla valorizzazione della responsabilità sociale, lotta ai cambiamenti climatici, cibo sano e accessibile a tutte e a tutti.