Suolo e Salute

Category: Suolo e Salute News

  Il biologico lettone cresce

Il settore biologico in Lettonia negli ultimi dieci anni ha fatto segnare una crescita costante, con il numero di aziende agricole biologiche  triplicato (oggi sono oltre 3.700) e una superficie coltivata a bio che nel 2013 ha superato i 200.000 ettari, contro i 44.000 del 2004. Ad oggi il 5% circa dei terreni agricoli lettoni sono coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica. Nel 2007, il governo lettone ha introdotto le linee guida sul biologico e contestualmente un regime di certificazione. Inoltre, al fine di sostenere il settore biologico, sono stati varati specifici programmi di sostegno continuo sia statali che comunitari, supervisionati dalla LBL in rappresentanza del mondo biologico lettone. Ad oggi il volume totale del mercato biologico lettone ammonta a circa € 10 milioni. Secondo quanto riportato dalla relazione di mercato prodotta da Ekoconnect, nel 2011 i supermercati tradizionali hanno rappresentato oltre la metà del fatturato del biologico, mentre le quote restanti di mercato per il bio sono coperte dai prodotti integrali (circa 1,5 milioni di euro), dalla vendita diretta produttore-consumatore e da altre forme di commercializzazione.

Fonte: Organic Market

Si terrà a Rimini Macfrut 2015

Al termine di una lunga seduta del Consiglio comunale di Cesena, è stato approvato a maggioranza lo spostamento dell’edizione 2015 di Macfrut a Rimini, preferita a Bologna. Il Comune di Cesena detiene infatti il 71% della fiera ed era chiamato a decidere rispondendo alla nota congiunta estesa dalla stragrande maggioranza delle associazioni economiche del territorio (tra queste CNA Forlì-Cesena, Confartigianato Forlì, Confartigianato Cesena, Confcommercio Forlì, Confesercenti Forlì, Confesercenti Cesena, Unindustria, Agrinsieme Romagna: Confcooperative, Legacoop Romagna, AGCI, CIA, Confagricoltura) che si erano espresse chiaramente riguardo alla sede futura della manifestazione. Nella nota si sottolineava linfatti ’importanza di scegliere con cura la sede per l’edizione 2015 della kermesse dedicata al mondo dell’ortofrutta. “Consideriamo l’argomento in oggetto particolarmente sentito e importante, come la discussione in atto dimostra, sia per le implicazioni sul territorio che per l’idea di futuro che si vuole pianificare. Nel merito, riteniamo condivisibile una valutazione per l’anno 2015, alla luce dell’Expo, che consideri l’alternativa di una diversa collocazione del Macfrut. In tale valutazione, concordiamo debba essere privilegiata una soluzione romagnola quale Rimini è, che tenga però conto di Cesena come riferimento in termini di area diffusa e specialistica sugli elementi di benessere che la connotano. Per gli anni a seguire e, per le ulteriori iniziative da intraprendere per Macfrut, in termini di sviluppo, riteniamo che ogni azione debba essere rinviata a maggiori approfondimenti sulla base di una pianificazione dell’intera proposta fieristica”.

Il placet per la soluzione romagnola era arrivato, poco prima del Consiglio Comunale, proprio dal presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini, secondo il quale “Rimini è una delle migliori fiere italiane che, con l’alta velocità, potrebbe fare un vero e proprio salto di qualità. Rispetto a Bologna, poi, ci permette di correre da soli e questa è una bella sfida. Per non parlare di tutto l’indotto di area vasta legato a infrastrutture, servizi, ecc.”. A Rimini quindi il compito di raccogliere il testimone:  una sfida che, come ha avuto modo di dichiarare il sindaco Paolo Lucchi, costituisce “un’occasione unica per riaffermare come a Cesena si riesca a far squadra, favorendo una connessione di intenti e un’assenza di paura che da sempre rappresentano la nostra ricchezza più grande”.

Fonte: Freshplaza

Irlanda, cresce il biologico

Prosegue la crescita del biologico irlandese, malgrado il Paese stia attraversando un periodo non facile da un punto di vista economico. Secondo i dati più recenti forniti dal Dipartimento dell’Agricoltura e dell’Alimentazione), le vendite dei prodotti derivanti da agricoltura biologica hanno sfiorato quota 100 milioni di euro (98 milioni, per l’esattezza), di pari passo con l’andamento del mercato del bio in Europa, quadruplicato nell’ultimo decennio. Nel corso del 2012 526 allevatori hanno macellato oltre 9.000 bovini biologici ed il 70% delle carni sono state esportate nei mercati esteri, in particolare nel Regno Unito, in Germania e in Scandinavia.

Fonte: Dipartimento irlandese dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, Bioagricoltura Notizie

A Tokyo dal 20 al 22 novembre Biofach Japan

E’ previsto dal 20 al 22 novembre prossimi l’edizione 2014 di Biofach Japan, la prima manifestazione “gemella” in ordine di tempo ad essere stata organizzata a partire dalla fiera mondiale di Norimberga. Nata nell’oramai lontano 2001, Biofach Japan è la prima e unica fiera di settore in Giappone. Faxcendo parte del circuito Organic Expo ospita eslcusivamente espositori ci cui prodotti rispondono rigorosamente a precisi criteri di ammissione, aumentando conseguentemente la trasparenza nei confronti del visitatore.

Maggiori informazioni su Biofach Japan sono disponibili al seguente indirizzo:

http://organic-expo.jp/en

USA: uno studio indaga i motivi per cui molti agricoltori si oppongono alla conversione bio

 Un recente studio pubblicato dal Journal of Marketing indaga sui motivi per cui negli Stati Uniti ancora   molti agricoltori faticano ad accettare l’idea di convertire la propria azienda all’agricoltura biologica, pur   trattandosi di un metodo di coltivazione sempre più redditizio rispetto a quello convenzionale. Secondo   quanto emerge dalla ricerca, i motivi sono fondamentalmente psicologici, in quanto il passaggio ad   un’agricoltura di tipo bio comporterebbe la rinuncia ad una serie di posizioni e convinzioni sostenute con   convinzione fino a quel momento.  In buona sostanza, per l’agricoltore industriale “medio” americano,   rinunciare ai prodotti chimici di sintesi significa anche rinunciare “a fare soldi” e per questo continuano a   non fidarsi dell’agricoltura biologica. Di più, spesso e volentieri la diffidenza di fondo mostrata nei confronti   del biologico assume quasi i contorni di una contrapposizione ideologica, quasi che il metodo biologico   fosse qualcosa a metà tra la superstizione e l’ideologia, e non un modo di lavorare che si fonda su precise   basi scientifiche.   Per gli autori della ricerca, la svolta culturale potrebbe avvenire solo a condizione che gli agricoltori   convenzionali riconoscessero che sono i filtri distorcenti del preconcetto ad impedire loro una riconversione   sempre più richiesta anche dai mercati (si pensi che per il 2015 il mercato del biologico dovrebbe sfiorare   quota 100 miliardi di dollari). Ma, come è noto, cambiare la mentalità delle persone è una delle sfide più   complesse da affrontare…
Fonte: Greenbiz

FederBio: soddisfazione per decisione della Commissione Ambiente PE su OGM

Piena soddisfazione quella espressa da FederBio riguardo il Via libera della Commissione Ambiente del   Parlamento Europeo alla nuova normativa che prevede la facoltà, da parte dei singoli Stati Membri, di   limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio, anche se autorizzati dalla stessa UE.  Per il   presidente FederBio Carnemolla “il voto di oggi ripristina il diritto dei paesi membri a vietare le coltivazioni   OGM, fornendo solide basi legali per bandirli, precedentemente non contemplate”. “Questo significa  che e’   stata posta l’attenzione sull’importanza della biodiversità agraria e sulla valorizzazione di un’agricoltura che   tutela tale biodiversità, a sfavore dell’industria biotech”. “Siamo molto soddisfatti di questo primo risultato,   che deve essere la base per la definizione finale della direttiva sulla quale l’Italia svolge un ruolo da   protagonista”, ha concluso Carnemolla.

Fonte: Agrapress