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Category: Suolo e Salute News

ITALIA PATRIA DI GIOVANI AGRICOLTORI

ITALIA PATRIA DI GIOVANI AGRICOLTORI

Se prima si pensava all’agricoltore come un lavoro desueto e portato avanti solo dalle vecchie generazioni, ora abbiamo di fronte uno scenario completamente diverso.

Analizzando i dati Infocamere del 2020, Coldiretti ha pubblicato uno studio sugli under 35 e l’agricoltura che fa ben sperare.

Con 56 mila under 35 alla guida di aziende agricole, con un aumento del 12% negli ultimi 5 anni, l’Italia vanta il primato europeo.

Nel settore agricolo italiano, il 10% è composto da giovani, che oltre alle coltivazioni hanno sviluppato diversi interessi che spaziano fra:

  • Energie rinnovabili
  • Agricoltura biologica e agricoltura sociale per l’inserimento di persone con disagio
  • Cura del paesaggio
  • Trasformazione dei prodotti e vendita diretta

Il fatturato delle aziende guidate dagli under 35 hanno anche altri aspetti positivi, infatti evidenziano un fatturato più elevato del 75% e il 50% in più di occupati.

Molti di questi giovani agricoltori, inoltre, sceglie il metodo biologico cercando sempre di più un contatto diretto con i consumatori.

Il campione esaminato dimostra anche che un imprenditore su due è laureato.

In molti hanno ereditato l’azienda di famiglia, ma tanti altri hanno iniziato questo percorso da zero, scommettendo sulla campagna come opportunità lavorativa.

Vi invitiamo a leggere l’articolo di Lifegate in cui sono anche narrate diverse storie di giovani agricoltori: lifegate.it

GLI ITALIANI E IL LOGO EUROPEO DEL BIOLOGICO

GLI ITALIANI E IL LOGO EUROPEO DEL BIOLOGICO

Da una ricerca condotta dalla Biols.Eu emerge che il 65% degli italiani intervistati conosce molto bene L’EUROFOGLIA, il logo biologico dell’Unione Europea. Il logo è obbligatorio su ogni prodotto biologico commercializzato in Europa.

Nel restante campione si evidenzia che:

  • Il 21% lo conosce abbastanza
  • Il 7% non molto bene
  • Il 7% per niente

Lo studio condotto all’interno di un progetto internazionale a cui ha collaborato il consorzio italiano European Organic Partners (Eop) e Bionext, organizzazione olandese della filiera biologica, continuerà anche nel 2021. Il progetto sarà condotto in Italia, Francia e Germania grazie al finanziamento dell’Unione Europea.

Viene segnalato che in Italia la conoscenza del marchio biologico UE è più alto rispetto agli altri paesi esaminati a causa dell’assenza del marchio biologico nazionale. Infatti la conoscenza del logo biologico dell’Ue è migliore in Italia che in Francia e in Germania, dove esistono invece loghi nazionali (volontari) molto conosciuti. Ovviamente questo è un bene ma nello stesso tempo non permette la riconoscibilità piena del biologico made in Italy. Da tempo, infatti, di attende una svolta politica per permettere di fregiare le produzioni Italiane con un logo nazionale.

 

Fonte: ansa.it

 

MODIFICATA LA DATA D’APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI UE 2020/1693 e 2018/848

MODIFICATA LA DATA D’APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI UE 2020/1693 e 2018/848

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE (serie L381 del 13 novembre 20202) è stata modificata la data d’applicazione dei regolamenti europei 2020/1693 e 2018/848.

A causa della pandemia di COVID-19 e al conseguente stato di emergenza che ne è derivato, la UE ha ritenuto che gli stati membri e gli operatori non fossero in grado di garantire l’applicazione del regolamento sopra citato a decorrere al 1° gennaio2021.

A questo proposito, per assicurare il corretto funzionamento del settore biologico la data di decorrenza è slittata al 1° gennaio 2022.

Qui di seguito i link al regolamento:

Reg. (UE) 1693 dell’11 novembre 2020 – ITA

Reg. (UE) 1693 dell’11 novembre 2020 – EN

Fonte: sinab.it

LA STARTUP 3BEE E LA DIGITALIZZAZIONE DEGLI ALVEARI

LA STARTUP 3BEE E LA DIGITALIZZAZIONE DEGLI ALVEARI

La stratup 3Bee ha messo appunto una struttura composta da sensori per monitorare le arnie e il benessere delle api.
L’idea di un alveare digitale sembra fantascientifica, ma la 3Bee ci è riuscita.

A causa dei cambiamenti climatici in atto, l’imperativo urgente ed improrogabile è: salvare le api. Grazie alla 3Bee con il display dello smartphone un apicoltore può controllare dati essenziali come:

  • Peso delle api
  • Temperatura dell’arnia
  • Umidità
  • Suoni

Una rete di sensori IoT, posizionati all’interno dell’alveare, va a monitorare tutti i parametri sopra citati. Il risultato porta al miglioramento della vita delle api e all’apicoltore di ridurre i trattamenti e diminuire le visite all’apiario, con un conseguente risparmio di Co2.

Per ora hanno aderito al progetto circa 2000 apicoltori distribuiti in tutt’Italia, che hanno dato vita all’iniziativa “Adotta un Alveare” dedicato a imprese e privati, dove si può addirittura arrivare a ricevere il miele delle api adottate.

A fronte dei dati italiani, che vantano 56.665 proprietari di alveari, con 1.835.776 colonie (1.579.776 alveari e 256.000 sciami, 2 milioni di api regine e 80 miliardi di api operaie), la strada è ancora lunga ma il co-fondatore di 3Bee Riccardo Balzaretti spiega bene il loro intento «I cambiamenti climatici, che rendono imprevedibile il susseguirsi delle stagioni, sono tra le prime cause che hanno determinato l’attuale drammatica situazione delle api. Le api spinte da primavere anticipate, iniziano a lavorare prima, a febbraio, rischiando di essere colte da improvvise gelate».

Gli fa eco il CEO di 3Bee Niccolò Calandri «Da Nord a Sud il grido di allarme è unanime a causa dei cambiamenti climatici e dell’utilizzo massiccio di pesticidi in agricoltura, che hanno un impatto negativo sulle capacità riproduttive, cognitive e di memorizzazione delle api. I sistemi intelligenti di monitoraggio sviluppati da 3Bee – prosegue Balzaretti – permettono di elaborare dati utili come variazioni di peso, temperatura, umidità e suoni all’interno dell’alveare, facendo sì che l’apicoltore possa intervenire tempestivamente sulla base di quello che sta realmente succedendo in alveare».

«Crediamo molto nell’efficacia dell’adozione di un alveare, come strumento per sostenere il lavoro degli apicoltori e proteggere la salute delle api di cui si prendono cura – conclude Calandri -. Grazie alla tecnologia e a un controllo più efficace dell’alveare si incrementa inoltre la produzione di miele artigianale italiano, che vanta oltre 50 varietà, di cui alcune molto rare, favorite dalla diversità climatica e ambientale delle nostre Regioni».

Fonte: ilsole24ore.com

A B/OPEN SI È DISCUSSO DELLO SVILUPPO DEL BIOLOGICO NELLA GDO

A B/OPEN SI È DISCUSSO DELLO SVILUPPO DEL BIOLOGICO NELLA GDO

Durante l’evento digitale B/OPEN, organizzato da Verona Fiere e conclusosi lo scorso 24 novembre, è stata presentata la ricerca “The Future o Food 2020” condotta dall’agenzia di brand experience Future Brand. Dalla ricerca è emerso quanto ormai l’essere bio non basti più, il consumatore è sempre più votato verso prodotti di alta qualità e che tengano conto degli aspetti ambientali, per preservare il mondo che abitiamo.

Stefano Buschi, Strategy Director di Future Brand, ha commentato così la loro ricerca: “Il bio ha reso il consumatore più consapevole nella fase di acquisto, che è sempre più indirizzata verso prodotti non processati, ha stimolato la ricerca di prodotti premium e, infine, ha creato la coscienza di una responsabilità nei confronti del mondo in cui viviamo. Il biologico – ha spiegato – non è più solo un requisito. Sarà opportuno, quindi, saper raccontare la sostenibilità, prediligere produzioni locali, e fare spazio alla biodiversità”.

All’evento hanno partecipato anche i responsabili di marchi della GDO:

Qui il commento di  Carmen Quatrale, responsabile del marchio Viviverde di Coop Italia “Il biologico per noi è una risposta a un numero sempre crescente di consumatori. Da circa 20 anni siamo nel mondo delle private label con il nostro marchio e già negli anni Ottanta avevamo prodotti bio sui nostri scaffali. Investiamo nel bio e nella sostenibilità e ci facciamo promotori di un cambiamento culturale sul tema della sostenibilità. Grazie alla Gdo – ha concluso – il mercato è stato allargato, anche grazie al fatto che i prezzi sono molto più accessibili. Ai nostri fornitori chiediamo il rispetto di un protocollo più stringente rispetto alle normative vigenti e operiamo controlli periodici per garantire qualità e trasparenza”.

Il direttore vendite di Carrefour, Roberto Simonetto, ha sottolineato “il biologico è il punto di riferimento della transizione alimentare verso la sostenibilità. Oggi il 93% dei nostri clienti acquista biologico”.

“Il bio – ha osservato la responsabile della comunicazione Lidl Italia, Alessia Bonifazi – è ormai un’abitudine consolidata di consumo, che per noi rientra in un progetto più ampio che si basa su tutela dell’ambiente e del clima, corretta alimentazione, contributo concreto alla comunità”.

A B/OPEN ha partecipato anche Suolo e Salute, in veste di espositore virtuale e partner della manifestazione di Verona Fiera.

Fonte: ansa.it

MINISTRA BELLANOVA: “BIOLOGICO COMPARTO STRATEGICO PER L’AGRICOLTURA ITALIANA. INVESTIAMO IN RICERCA E INNOVAZIONE”

MINISTRA BELLANOVA: “BIOLOGICO COMPARTO STRATEGICO PER L’AGRICOLTURA ITALIANA. INVESTIAMO IN RICERCA E INNOVAZIONE”

Vi riportiamo di seguito il comunicato stampa della Ministra Teresa Bellanova pubblicato sul sito del MIPAAF dopo il suo intervento nell’incontro “Green Deal – La corsa al bio” a B/OPEN, la manifestazione bio di Verona Fiere, quest’anno in versione on-line a causa dell’emergenza covid-19.

 “Il biologico italiano ha saputo, nel corso degli anni, guadagnare spazi di mercato sempre più rilevanti, sfruttando le possibilità offerte dai diversi canali commerciali, raggiungendo nel 2019 la cifra record di 3,3 miliardi di euro, con un 4% di incidenza sul totale della spesa per l’agroalimentare. Gli ultimi dati SINAB mostrano che anche le superfici agricole dedicate al bio sono cresciute del 79% negli ultimi 10 anni, raggiungendo oggi il 15,8% dell’incidenza di superficie bio sulla SAU totale.  L’Italia si trova quindi in una posizione privilegiata nel percorso delineato dal Green Deal tenuto conto che la media europea di incidenza del bio è pari all’8%.

Ricordo inoltre che l’Italia è prima in Europa per numero di operatori, con oltre 80.000 aziende bio. Ci troviamo oggi al termine dell’orizzonte temporale fissato dal Piano Strategico Nazionale per il Biologico del 2016. Molto è stato fatto, dal momento che entrambi gli obiettivi allora fissati possono dirsi sostanzialmente raggiunti: aumento del 50% della SAU coltivata a biologico tra il 2014 ed il 2020 (da 1.367.912 ha nel 2014 a 1.993.236 ha nel 2019) e, per gli stessi anni, incremento del fatturato del mercato bio del 30%. Risultati rilevanti che vanno sottolineati”
Così la Ministra Teresa Bellanova al B/Open Digital Edition organizzato oggi da Verona Fiere, intervenendo al focus “Green Deal, la corsa al bio”.
“La mia partecipazione vuole anche testimoniare l’impegno personale a sostegno del biologico, che ritengo comparto di strategica rilevanza per tutta l’agricoltura italiana”, ha evidenziato la Ministra. “Un comparto, l’ho ripetuto in varie occasioni, che può e deve contribuire in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal e delle connesse strategie Farm to Fork e Biodiversità”.
“Tra le misure che hanno sostenuto il settore in questi anni” – ha ricordato Bellanova – “vorrei citare l’istituzione delle mense bio per tutte le scuole di ogni ordine e grado, con 5 milioni di euro stanziati anche quest’anno, e finalizzati ad attività di promozione ed educazione ma soprattutto ad abbassare il costo dei pasti biologici a carico delle famiglie”.
E ancora: “Uno dei punti su cui il Ministero ha investito di più è poi quello della ricerca e l’innovazione. E’ ormai prossima la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo bando per la ricerca in agricoltura biologica del valore di 4 milioni e 200 mila euro. Tra i punti qualificanti del bando troviamo l’obbligo di coinvolgere le aziende agricole sin dall’inizio dei progetti, perché l’innovazione deve essere prontamente trasferibile al settore e non rimanere nei cassetti dei ricercatori o negli archivi ministeriali”.
Nel corso del suo intervento Bellanova ha ricordato, infine, che: “Grazie a un ulteriore finanziamento di 1 milione e 600mila euro, è stato possibile dare avvio a 11 nuovi progetti transnazionali nell’ambito dello strumento europeo “Core OrganicCofund” finalizzati allo sviluppo di sistemi alimentari più sostenibili dalla produzione al consumo”.