Suolo e Salute

Category: Denominazioni di Origine

Lunedì 29 aprile un forum dedicato alla Ciliegia dell’Etna Dop

Si terrà lunedì prossimo 29 aprile presso l’Hotel Sicilia di Giarre a partire dalle ore 18.00 il forum “La rossa piena di qualità”, dedicato alla Ciliegia dell’Etna D.O.P. L’incontro, promosso dal Consorzio di Tutela della Ciliegia dell’Etna, avrà inizio alle ore 18.00 e vedrà la partecipazione di rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, del mondo agrario, della scuola e dell’Università. Presenterà ed introdurrà i lavori il Presidente del Consorzio Salvino Barbagallo. A seguire il giorno successivo 30 aprile una visita all’azienda agricola Casa Perotta, sita nell’area di produzione della Ciliegia dell’Etna Dop, con degustazione di prodotti trasformati a base di Ciliegia dell’Etna. La Ciliegia dell’Etna Dop rientra tra le referenze controllate da Suolo e Salute.
Fonte: Consorzio tutela Ciliegia dell’Etna

A L’Aquila il Salone dei prodotti tipici dei parchi d’Italia

Si terrà a L’Aquila dal 2 al 5 maggio prossimi il “Salone dei prodotti tipici dei parci d’Italia”, un’occasione per scoprire le tante peculiarità culturali e gastronomiche delle nostre aree protette, ed un modo per coniugare
economia rurale, produzione agroalimentare, sostenibilità e turismo. Il tutto attraverso un’interessante mostra-mercato dei prodotti tipici ottenuti attraverso pratiche di produzione e lavorazione sostenibili, attente alla salvaguardia dell’ambiente.
Oltre all’esposizione e alla commercializzazione dei prodotti tipici, il Salone sarà caratterizzato da un ricco programma culturale, con degustazioni, laboratori, workshop e incontri dedicati alle produzioni enogastronomiche tipiche delle aree protette, a cura di Federparchi – Europarc Italia e di Symbola-Fondazione per le Qualità Italiane. Oltre ai produttori, il Salone si rivolge a istituzioni, enti parco, associazioni di categoria, consorzi, media di settore e a tutti gli operatori che si occupano della valorizzazione del tipico.
Fonte: AIOL

Scoperta maxi truffa di falsi vini Doc. Coldiretti: grave danno d’immagine per il settore

Grazie ad un’indagine congiunta Del Servizio Antisofisticazioni Vinicole delle province piemontesi, insieme all’agenzia delle dogane di Milano, ai Nas e all’Agenzia della Dogane, è stata scoperto il commercio illegale di falsi vini Doc o Igt destinati al mercato estero e in particolare a quello inglese, per un valore stimato superiore ai 10.000.000 di euro.

Sul problema delle Doc fasulle è intervenuta anche la Coldiretti che, commentando l’operazione, in un comunicato ha manifestato la propria preoccupazione per i potenziali danni ad un settore fondamentale per l’Italia quale quello enologico. Il nostro paese, afferma Coldiretti, “ha esportato nel 2012 vini a denominazione di origine (doc/docg) per un valore che per la prima volta, grazie all’ aumento dell’8 per cento, ha superato i 2 miliardi di euro (2,086 miliardi) che ora vengono messi a rischio dal danno di immagine provocato dalla truffa del falsi vini doc esportati in Inghilterra, terzo mercato di sbocco dopo Usa e Germania”.

“Un pessimo modo – continua la nota Coldiretti – per festeggiare i 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano doc realizzata grazie al Dpr 930 del 1963 che ha avviato un percorso di qualificazione che ha fatto diventare l’Italia il primo esportatore mondiale di vino. Un primato che deve essere difeso a garanzia di un settore che nonostante la crisi ha realizzato nel 2012 un nuovo record del fatturato a 9 miliardi (+5 per cento) e assicurato opportunità di lavoro a un milione e duecentocinquantamila italiani (+ 3 per cento) impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto”.

Fonte: Agrapress, Coldiretti

 

Presentato a Vinitaly il rapporto sui 50 anni delle Doc italiane

Era il 1963 quando veniva varato il Dpr 12 luglio 1963 n.930, l’oramai storica normativa che regolamentava la produzione dei vini a denominazione di origine. Da lì a un anno, proprio sulla spinta della normativa, nasceva il Comitato Nazionale Vini, organismo del Ministero dell’agricoltura. E fu la “Vernaccia di San Gimignano” del 1966 la prima denominazione di origine riconosciuta proprio dal Comitato. A 50 anni da quella data fondamentale per l’enologia nostranavengono presentati i dati relativi alla produzione vitivinicola italiana e l’elenco aggiornato di tutti i riconoscimenti ottenuti dai nostri vini. Attualmente sono 403 le Dop italiane registrate, 330 Doc e 73 Docg, mentre sono 118 le Igp. Il testo completo del rapporto può essere scaricato scaricare dal sito del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali a questo link.

Fonte: AIOL

Un’Igp e una Dop nuove si aggiungono al ricco patrimonio italiano di eccellenze agroalimentari

In seguito alla pubblicazione da parte dell’Unione Europea dei Regolamenti di iscrizione nel registro delle Denominazioni di Origine Protette e delle Indicazioni Geografiche Protette della “Mela Rossa Cuneo” Igp e del “Ficodindia di San Cono” Dop, salgono a 249 le produzioni tipiche italiane, consolidando il primato del nostro paese a livello europeo. La Mela Rossa Cuneo viene prodotta utilizzando solamente  le varietà Red Delicious, Gala, Fuji e Braeburn e i loro cloni. Il frutto è caratterizzato da una specifica sovra colorazione rossa della buccia, che la rende ben identificabile nei mercati. Alla Dop Ficodindia di San Cono sono invece ascrivibili unicamente i frutti provenienti dalle cultivar Surfarina (nota anche come Gialla o Nostrale) , Sanguigna (o Rossa), Muscaredda (conosciuta anche come Sciannarina o Bianca). E’ altresì ammessa la presenza di ecotipi locali delle selezioni di Trunzara in percentuale non superiore al 5%. Il Ficodindia di San Cono e caratterizzato da frutti di grandi dimensioni, colori vivi della buccia, profumo delicato e sapore particolarmente dolce, caratteristica quest’ultima che, insieme alle maggiori dimensioni, sono tra i parametri distintivi più importanti di questa denominazione di origine.

Fonte: AIOL

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Salame Felino, una nuova IGP per l’Emilia-Romagna

Grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea – serie L 62 – del 6 marzo 2013 del Regolamento di esecuzione (UE) n. 186/2013 della Commissione , la Commissione europea riconosce al Salame Felino l’Indicazione Geografica Protetta, grazie alla quale salgono a ben 37 DOP e IGP prodotte nel territorio emiliano-romagnolo. Il noto salume prende il nome dal piccolo comune in provincia di Parma che già dal lontano 1927  aveva ricevuto dalle istituzioni pubbliche locali la denominazione di “Salame Felino” per i salami prodotti in provincia di Parma. Un iter di riconoscimento che giunge a conclusione di una lunga e complessa procedura di registrazione, contraddistinta da vertenze giuridiche e opposizioni sia in Italia che in Europa. Ottenuto a partire dalla carne di razze determinate o di tipi genetici compatibili con il suino pesante italiano, il Salame Felino è preparato con tagli selezionati, le carni sono poi macinate con tritacarne, impastate con sale, pepe intero e/o a pezzi e aglio pestato, cui possono essere aggiunti altri ingredienti facoltativi. L’insaccatura avviene esclusivamente nel budello naturale suino e non, come per moltissimi salami in commercio, in un budello sintetico; ad essa seguono le fasi della legatura con spago non a rete, dell’asciugatura e della stagionatura. Il Salame Felino IGP si per la sua compattezza e consistenza non elastica, per la sua omogeneità e magrezza, e per la colorazione rosso rubino. Al palato risulta dolce e di gusto delicato. Da un punto di vista alimentare, Il Salame Felino è privo di lattosio e di farine di latte, presenta un quantitativo proteine più elevato e una minore quantità di grasso rispetto agli altri salami di analoga tipologia.

Grande soddisfazione è stata espressa dall’Assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, che ha sottolineato l’importanza del Regolamento a tutela di un’eccellenza nostrana:  “L’Unione europea ha registrato l’Indicazione Geografica Protetta “Salame Felino” proposta dai salumifici parmensi. Ora i consumatori avranno la certezza che i salami tutelati dall’IGP provengono effettivamente dal territorio del Comune di Felino e dagli altri Comuni della provincia di Parma, frutto di una lavorazione avvenuta nel pieno rispetto della tradizione e dalla quale derivano sapori e caratteristiche senza eguali. Il salame di Felino, grazie a queste qualità, è noto ed apprezzato in tutto il mondo ed è per questo che molti produttori “fuori zona”, in Italia e in Europa, hanno avviato produzioni che si richiamano ad esso. Da oggi, salvo deroghe transitorie, questo non sarà più possibile.”

Fonte: Ermes Agricoltura