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Category: Bio News

Il Biodinamico cresce, ma non ha ancora cittadinanza all’Expo

Un settore in forte espansione, che potrebbe rappresentare un importante asset economico, sociale e culturale per l’Italia. È quello del biodinamico, nell’ambito del più vasto mondo della produzione biologica, e a disegnarne i confini è stato il congresso dell’Associazione pe l’Agricoltura Biodinamica dedicato al tema “Oltre Expo. Alleanze per nutrire il Pianeta”e svoltosi a Milano dal 19 al 22 febbraio scorsi. “Gli agricoltori biodinamici vendono il 60% della loro produzione all’estero: in Germania, in buona parte, ma anche in Paesi in cui si apre l’era del consumo di prodotti buoni, puliti e sicuri”, spiega il presidente dell’Associazione Carlo Triarico. “Oggi – aggiunge Triarico – il settore biologico raggiunge complessivamente 55 miliardi di euro di fatturato a livello mondiale, ma si tratta di un dato economico in continua crescita. La domanda di cibi sani, saporiti e coltivati in armonia con la natura è ormai molto al di sopra dell’offerta: abbiamo bisogno di nuovi agricoltori biodinamici e biologici, soprattutto in Italia che è il primo produttore bio a livello europeo”.

A confermare queste parole, i numerosi interventi di imprenditori e agricoltori che raggiungono importanti risultati economici coltivando i campi in armonia con la biodinamica. In un prossimo futuro – affermano tutti gli agricoltori e gli imprenditori del biodinamico presenti al congresso – la frontiera del bio è destinata ad allargarsi prepotentemente verso altri Paesi. A riprova, i numeri della crescita tumultuosa del biologico in Cina, diventata lo scorso anno il quarto biomercato mondiale con 2,4 miliardi di euro di fatturato.

“Il primo fatto di cui tutti i biodinamici sono fieri è che la nostra agricoltura, a differenza di quella convenzionale, non toglie risorse e fertilità alla terra, ma gliele restituisce”, afferma Triarico. “Ci sono però anche altri motivi di orgoglio: le 4.500 aziende agricole biodinamiche italiane sono ancora oggi una piccola realtà, ma la crescita, soprattutto a livello di lavoro per i giovani, è provata dai numeri. Ora tocca alle politiche di sistema fare la loro parte. Per questo – aggiunge il presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica – chiediamo anche che il biologico e il biodinamico diventino temi portanti di Expo 2015. Oggi, negli incontri preparatori, sono assenti. E questo nostro congresso chiede che ci sia invece un impegno e delle prese di responsabilità collettive nei confronti di un’agricoltura che cura la terra, non usa pesticidi, mitiga i cambiamenti cimatici ed è fondata su prezzi giusti per gli agricoltori e i lavoratori”.

Fonte: Ass. per l’Agricoltura Biodinamica

Dal 18 al 20 marzo a Bari il 20° Premio Biol

Vent’anni all’insegna delle eccellenze olivicole biologiche, selezionate in tutto il mondo. Per celebrare la cifra tonda il Premio Biol, la manifestazione-concorso che pone a confronto in Puglia i migliori oli bio-extravergini dei vari continenti, dopo le edizioni andriesi torna a Bari. Dopo le edizioni tenutesi ad Andria, torna a Bari quest’anno in occasione del ventennale il Premio Biol , concorso dedicato ai migliori extravergini biologici del mondo. L’evento si terrà dal 18 al 20 marzo presso la Fiera del Levante e vedrà come nelle scorse edizioni diverse attività di contorno che affiancheranno il concorso: eventi culturali, incontri gastronomici e tecnici e tutto quanto ruota in mondo all’affascinante mondo dell’extravergine bio. La giuria, composta come sempre da esperti provenienti da diverse regioni olivicole del mondo, oltre al Premio Biol, destinato al al migliore olio extravergine biologico imbottigliato all’origine e pronto per la commercializzazione, premierà con il “BiolPack” il miglior packaging e deciderà anche per altri riconoscimenti territoriali e tematici previsti, come nel caso di BiolKids, premio che coinvolge gli alunni delle scuole elementari regionali.

Fonte: Premio Biol, Sinab

Dall’ICE un nuovo report sul bio tedesco

E’ stata pubblicata nei giorni scorsi la nota elaborata dall’ICE riguardo al mercato tedesco dei prodotti agroalimentari biologici. I dati dell’elaborazione si riferiscono all’anno 2013 ed evidenziano l’importanza del settore bio in Germania. Nel corso del 2013 infatti il fatturato ha raggiunto i 7 miliardi di euro facendo della Germania il paese con il più alto fatturato europeo nel settore dell’agroalimentare bio. Ogni cittadino tedesco nel corso del 2013 ha speso mediamente 86 euro in un anno per l’acquisto di prodotti provenienti da agricoltura biologica. Un dato ancora ben lontano dai 189 € spesi mediamente da uno svizzero o dai 159 € di un cittadino danese, ma decisamente superiori rispetto ai 31€ dell’Italia. Le uova si confermano la tipologia di prodotto con la più elevata percentuale di vendite bio, pari all’8,5% del totale. Nel caso degli ortaggi il valore scende al 5,7% ma con alcune eccezioni particolarmente significative. E’ questo ad esempio il caso delle carote, per le quali ben il 40% dell’intero mercato è rappresentato da prodotti biologici. Meno significative al contrario le percenutali relative a pollame, carne e formaggi, con quote non superiori al 2%. Buoni anche i dati riferiti al latte (5,2%9 e allo yogurt (5%), mentre burro e formaggi si attestano rispettivamente al 2,4% e all’1,9%. Il rapporto ICE sottolinea la forte fluttuazione nell’acquisto dei prodotti bio da parte dle consumatore tedesco, con variazioni per alcune tipologie merceologiche decisamente significative. Ad esempio nel 2013 sono calati di oltre il 7% gli acquisti di carne fresca, pane e uova, mentre sono aumentati il consumo di prodotti derivati dalla carne (+7,6%), il latter (+6%) e la frutta fresca (+4,5%). Attualmente l’agroalimentare bio rappresenta poco meno del 4% dell’intera spesa agroalimentare tedesca, confermando il trend positivo degli ultimi anni. A differenza di alcuni anni fa, oggi è possibile fare acquisti bio non solo nei negozi specializzati ma in moltissimi esercizi diversi, comprenda la GDO che attualmente rappresenta il canale di distribuzione e vendita più importante.

Fonte: ICE, Sinab

TP Organics presenta l’agenda strategica per la ricerca

TP Organics è la piattaforma tecnologica europea (PTE) per gli alimenti biologici e la ricerca agricola. L’approccio di TP Organics integra il punto di vista del settore biologico e quello della società civile con lo scopo di offrire una prospettiva di ampio respiro in grado di affrontare al meglio le sfide attuali. Come le altre piattaforme tecnologiche europee, TP Organics svolge un ruolo chiave nell’individuare i settori chiave in cui investire in termini di ricerca e sviluppo.

E proprio TP Organics, in occasione dell’ultimo Biofach, ha presentato la sua nuova Agenda Strategica di Ricerca e Innovazione.

Questo documento descrive quali le priorità nei settori della ricerca e dell’innovazione per il settore biologico europeo, con uno sguardo al 2020. Affrontare queste sfide sarà fondamentale per sostenere ulteriormente lo sviluppo del settore e rafforzarne la competitività.

La nuova agenda sarà utilizzata come strumento prioritario per la mobilizzazione di finanziamenti dell’UE e per l’attivazione dei programmi nazionali di ricerca.

L’agenda è strutturata in otto capitoli:

  • Il processo di sviluppo dell’Agenda
  • Una visione per sistemi di agricoltura e alimentazione biologici sostenibili
  • Esigenze di ricerca e innovazione relative al regolamento del biologico
  • Potenziamento delle aree rurali: contributo del settore biologico al miglioramento delle condizioni di vita
  • Intensificazione eco-funzionale: produttività, stabilità e resilienza degli ecosistemi agricoli
  • Cibo per la salute e il benessere: la qualità degli alimenti, dieta sana e qualità della vit
  • Le priorità per la produttività e la sostenibilità agricola europea.
  • I prossimi passi

Secondo TP Organics è necessario destinare almeno il 10% del bilancio Horizon 2020 per l’agricoltura e la produzione alimentare (sfida sociale 2) al settore biologico Horizon 2020 è il nuovo Programma di finanziamento destinato alle attività di ricerca della Commissione europea: attivato a partire dal 1° gennaio 2014 durerà fino al 31 dicembre 2020 con un budget stanziato superiore ai 70 miliardi di €.

L’agenda è consultabile in lingua inglese a questo link.

Fonte: Ifoam EU

IFOAM EU: il regolamento del bio UE deve sostenere lo sviluppo del settore

L’11 febbraio 2015, giorno di apertura del Biofach, i responsabili politici dell’UE e moltissimi protagonisti del mondo del biologico si sono riuniti per discutere il futuro del regolamento bio nel corso dell’”Eu Policy Day” organizzato da IFOAM EU & BioFach. Il messaggio proveniente dal movimento biologico europeo è stato chiaro: il metodo biologico è l’unico criterio di produzione agricola realmente sostenibile disciplinato a livello UE e nonostante la crisi finanziaria in corso continua a crescere in tutta Europa. Il nuovo regolamento sul bio dovràquindi sostenere pienamente lo sviluppo dinamico del settore e non rappresentare un fattore di minaccia o rallentamento della sua crescita.

Nel corso della cerimonia di apertura, il nuovo Commissario Europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, ha promesso un rinnovamento del settore e un approccio mirato a trovare soluzioni concrete per tutto il biologico europeo. Gli hanno fatto eco diverse personalità di spicco di Bruxelles che hanno ribadito il loro impegno ad ascoltare le esigenze del settore.L’eurodeputato verde Martin Häusling, relatore del Parlamento europeo, ha dichiarato: “Non vogliamo una revisione completa della normativa biologica europea, ma una riforma che funzioni in concreto. Questa è la nostra ambizione in Parlamento”.

Armands Krauze, Sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole lettone (ricordiamo che la Presidenza di turno dopo il semestre italiano è oggi della LEttonia), ha ribadito l’importanza fondamentale del settore biologico per tutta l’Unione, dato il suo imprescindibile contributo al raggiungimento degli obiettivi si sostenibilità, competittività e crescita che si è data l’UE stessa.

Il vicepresidente di IFOAM Sabine Eigenschink ha voluto sottolineare l’importanza del nuovo regolamento in gestazione: “non si tratta di decidere solo di questioni politiche, dobbiamo garantire al settore del biologico che alla fine del percorso si avrà a disposizione un regolamento in grado di semplificare la vita quotidiana di tutti gli operatori del biologico”. “Al momento – ha proseguito la Eigenschink – sembra che le istituzioni dell’UE sottovalutino il tempo necessario perchè tutto ciò venga garantito. E proprio per questo motivo IFOAM UE ha offerto la propria esperienza per facilitare questo percorso. Tuttavia, realisticamente, non è possibile raggiungere questo obiettivo entro giugno 2015”. Dello stesso avviso Per Kolster, presidente di Organic Denmark, secondo il quale “la qualità della proposta finale è di fondamentale importanza, e questo non deve essere sacrificato sull’altare della velocità del processo.” Kolster ha anche sottolineato che il settore del biologico europeo deve guardare al futuro e pensare a nuove soluzioni in grado di raggiungere standard più elevati per affrontare al meglio le nuove sfide che si presenteranno nel prossimo futuro.

“E’ un bene che la Commissione abbia riconosciuto i problemi che ancora riguardano la proposta”, ha dichiarato Christopher Stopes, presidente IFOAM UE: “ci sono precise proposte che IFOAM UE ha messo sul tavolo, raccogliendo l’invito delle istituzioni dell’Unione Europea a fornire soluzioni concrete. Siamo ansiosi di continuare il lavoro con loro”. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di IFOAM EU a questo indirizzo.Www.ifoam-eu.org

Fonte: Organic Market

Il Treno Verde 2015 porta in giro per l’Italia la campagna sulla libertà dei semi

Avviata nel 2012, la “Campagna Globale per la Libertà dei Semi” è un’iniziativa della nota ambientalista Vandana Shiva nata con lo scopo di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni riguardo al problema della sicurezza alimentare e dei brevetti sulle sementi che tanto fanno discutere. E proprio in questi giorni la campagna dell’associazione “Navdanya Internationalsale a bordo del Treno Verde di Legambiente e delle Ferrovie dello Stato, per diffondere il proprio messaggio in tutta Italia e far conoscere i percorsi di produzione, dalla semina alla distribuzione, di ciò che mangiamo. Il lungo percorso che porterà il Treno in giro per tutta la penisola in 15 tappe si concluderà infine a Milano in occasione di Expo 2015.

L’obiettivo fondamentale della Campagna sui Semi”, ha dichiarato Vandana Shiva, “è creare nei cittadini la consapevolezza che ogni singolo, attraverso i suoi consumi e le sue azioni può spingere governi e istituzioni a fare marcia indietro sui brevetti e sulle leggi che stanno sottraendo la libertà sui semi. Per questo siamo molto lieti di essere a bordo del Treno Verde, sarà un modo per parlare con i cittadini, per coinvolgere i più giovani, far conoscere le nostre esperienze, e far capire che salvare i semi vuol dire difendere la democrazia e la sicurezza alimentare. E’ un messaggio forte che vogliamo far arrivare all’Expo di Milano”.

Anche FederBio ha deciso di sostenere l’iniziativa “Treno Verde 2015”, e le motivazioni le spiega chiaramente il presidente Carnemolla: “Anche l’agricoltura biologica, per le sue caratteristiche, è protagonista del percorso informativo organizzato da Legambiente. L’agricoltura bio è sostenibile, tutela l’ambiente e la biodiversità, rappresenta un modello di economia e di sviluppo equo e allo stesso tempo equilibrato. Il “Treno Verde 2015” arriverà ad EXPO, luogo nel quale il bio sarà protagonista all’interno del Parco della Biodiversità con il Padiglione del Biologico e del Naturale. Grazie all’accordo tra BolognaFiere ed EXPO, supportato da FederBio, i volti del bio, le eccellenze dell’agricoltura sostenibile e del futuro incontreranno i milioni di visitatori italiani e internazionali per far comprendere che un altro modo di coltivare e di produrre, nel rispetto del benessere del Pianeta e dell’uomo, è possibile. Ma non solo: si tratta di un metodo produttivo competitivo e in espansione, sia a livello mondiale che nel nostro Paese”.

Fonte: Navdanya International, FederBio