Suolo e Salute

Autore: admin

Al via il progetto Eatalian bio

E’ stato avviato nei giorni scorsi il progetto “Eatalian bio – promozione del bioalimentare italiano in Australia e Giappone”, promosso e finanziato dal Ministero dello sviluppo economico e realizzato da Assocamerestero in collaborazione con la Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (CCIE di Sydney), che per questo scopo si coordinerà con le CCIE di Adelaide, Brisbane, Melbourne e Perth – e la Italian Chamber of Commerce in Japan (CCIE di Tokyo). Scopo del progetto quello di promuovere i prodotti biologici italiani su due mercati dinamici e in forte sviluppo per il settore quali l’Australia e il Giappone. I punti salienti del progetto sono stati discussi anche nel corso di un incontro svoltosi ieri mercoledì 7 maggio presso Fierediparma.
Fonte: Agrapress

IFOAM EU : il mondo del bio boccia la proposta di regolamento UE

Il mondo del bio ha discusso la proposta di un nuovo regolamento del biologico UE nel corso di una conferenza organizzata congiuntamente da IFOAM UE e dalla rappresentanza dello Stato del Baden- Württemberg presso l’UE il 29 aprile u.s.. La stragrande maggioranza dei 140 partecipanti provenienti dal settore  del biologico, da numerose ONG e da diversi Stati membri ha convenuto che la proposta, nella forma attuale, è sostanzialmente inadeguata in quanto non riesce a garantire una visione sufficientemente strutturata e di ampio respiro per il futuro del comparto. Ad analoghe conclusioni erano giunti i membri del Consiglio di IFOAM EU, riunitisi il giorno prima per discutere autonomamente la proposta della Commissione. I partecipanti hanno condiviso l’obiettivo della Commissione di sostenere attivamente la sviluppo dell’agricoltura e dell’alimentazione bio in Europa, ma al tempo stesso si sono dimostrati preoccupati delle potenziali conseguenze della proposta così com’è attualmente formulata. Secondo gli addetti ai lavori infatti il rischio è quello, paradossalmente, di una diminuzione dei prodotti biologici nei territori dell’Unione, soprattutto perché potrebbero essere penalizzate le piccole aziende agricole e le regioni meno sviluppate. Mettendo in questo modo a rischio uno dei pochi settori attualmente in crescita nell’intera Unione Europa. In particolare, nel corso della riunione di fine aprile sono state evidenziati una serie di punti deboli su cui lavorare. Innanzitutto, una serie di carenze sia tecniche che concettuali in alcuni aspetti giuridici della proposta; in secondo luogo problemi nel modo in cui si intende riformare il regime delle importazioni, che non assicurerebbe regole coerenti e comporterebbe il rischio di impossibilità di di approvvigionamento di prodotti biologici dai paesi terzi. Secondo i delegati inoltre manca nella proposta la capacità di mettere a fuoco le diverse caratteristiche del settore biologico nei diversi Stati Membri dell’Unione. La proposta inoltre rischia di non tutelare adeguatamente gli agricoltori rispetto alle possibili contaminazioni da pesticidi provenienti da coltivazione convenzionali. Su una scala più ampia, si ritiene irrealistico il lasso di tempo indicato dalla proposta per raggiungere gli obiettivi di produzione indicati, cui si aggiungerebbero nuovi ostacoli e oneri amministrativi e una Balutazione d’Impatto incompleta, che in parte ignorerebbe le conclusioni della Commissione di Valutazione Scientifica svolte per conto della Commissione stessa. IFOAM UE riconosce che la proposta contiene alcuni spunti preziosi e innovativi, ma nel sottolinearne i limiti la ritiene insoddisfacente a meno di importanti modifiche. Er queste ragioni, IFOAM UE rilancia la proposta di un ulteriore sviluppo dell’attuale quadro normativo attraverso un processo graduale step – by- step capace di una chiara visione capace di integrare e far propri le differenze tra Stati Membri, Regioni e attori del biologico.
Fonte: Gruppo IFOAM UE

Studio Greenpeace: residui di pesticidi nel 67% dei campioni

Su 107 campioni di polline analizzati, ben 72 presentano residui di composti chimici di sintesi. Questa la conclusione di uno studio condotto da Greenpeace, che ha riscontrato la presenza di 53 diversi composti chimici: 22 insetticidi/acaricidi, 29 fungicidi e due erbicidi. Quello condotto dalla celebre associazione ambientalista è uno dei più importanti ed estesi studi riguardanti i residui di pesticidi nel polline raccolto dalle api bottinatrici, e i risultati sono indubbiamente preoccupanti. Spiccano tra l’altro le differenze di concentrazioni e sostanze nei diversi ambiti territoriali analizzati: in Italia per esempio, in prossimità dei vigneti, sono particolarmente presenti i fungicidi, mentre in Spagna è stato trovato il DDE, derivante dalla degradazione del DDT, in Germania i l thiacloprid, un neonicotinoide, e in Polonia numerosi insetticidi particolarmente dannosi per le api. A destare preoccupazione in particolare la possibile interazione fra diverse sostanze chimiche, in grado di scatenare un  “effetto cocktail” particolarmente nocivo per le api e gli altri insetti impollinatori. Un problema che, oltre che l’ambiente, coinvolge direttamente l’agricoltura e l’economia: le api sono responsabili dell’impollinazione di circa un terzo dei prodotti che finiscono abitualmente sula nostra tavola, un servizio invisibile ma fondamentale che, in termini economici, “vale” circa 265 miliardi di euro l’anno.
Fonte: Il Fatto Alimentare

Nota Mipaaf sulla compilazione della notifica sul SIB

Con Nota n. 32190 del 24/02/2014 il Mipaaf ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alla compilazione della notifica sul sistema informatizzato di SIB. Nello specifico, la Nota chiarisce una serie di provvedimenti riguardanti l’utilizzo di alcune funzionalità su SIB (esclusione/cancellazione/recesso) non correttamente utilizzate. Il testo della Nota, che fa riferimento a due precedenti Note dello stesso Mipaaf, la Nota n. 64948 del 12 dicembre 2013 e Nota n. 23622 del 28 marzo 2014,  è consultabile a questo link.
Fonte: Sinab, Mipaaf

Fondi di promozione UE, De Castro: “importante opportunità per il Made in Italy”

Come anticipato nella newsletter della settimana scorsa, la Commissione europea ha approvato una serie di programma, generalmente di durata triennale, per promuovere l’agroalimentare europeo nei territori dell’Unione e nei Paesi terzi. Questi ultimi sono rappresentati da America del Nord e America latina, Norvegia, Azerbaigian, Bielorussia e Turchia, Medio Oriente, Russia, Cina, India e Asia sudorientale.  I fondi a disposizione ammontano a 46,5 milioni di euro, il 50% dei quali a carico dell’Unione. I programmi finanziari riguardano diverse tipologie di prodotti: biologici, ortofrutticoli, prodotti di qualità (Dop, Igp e Stg), vino, trasformati, cereali e riso trasformati, e combinazioni di diverse categorie di prodotti. Ad essere finanziati complessivamente 20 programmi, 12 dei quali riguardano il mercato interno e 8 i Paesi terzi, scelti tra 33 diversi progetti sottoposti al vaglio della Commissione. In base al regolamento n. 3/2008 del Consiglio, l’Unione può cofinanziare azioni di informazione e  promozione dei prodotti agricoli sul proprio mercato interno e nei Paesi terzi, attraverso una dotazione finanziaria di circa 60 milioni di euro l’anno. E, grazie al recente accordo politico stabilito riguardo le nuove norme in materia di promozione dei prodotti, la dotazione finanziaria arriverà a toccare quota 200 milioni di euro entro il 2020. L’utilità dello strumento previsto dalla Commissione europea è stata sottolineata dal presidente Comagri Paolo De Castro, secondo il quale “i 5,8 milioni di euro che l’Italia riceverà dall’Unione europea per promuovere i prodotti agricoli rappresentano una importante opportunità per valorizzare sui mercati lo straordinario patrimonio del Made in Italy che tutto il mondo ci invidia. Uno strumento che, grazie alle recenti novità introdotte per volontà del Parlamento europeo, sarà ancora più strategico nella prossima programmazione. L’inclusione del vino e dei prodotti della pesca e acquacoltura tra i beneficiari delle misure di promozione e l’innalzamento del livello di partecipazione finanziaria dell’Unione fino all’80% delle spese ammissibili [contro il 50% inizialmente proposto dalla Commissione, NdR] sono alcune delle novità che abbiamo introdotto e che consentiranno a uno strumento, già di per sé importante e vincente, di consolidarsi e svilupparsi ulteriormente al fine di rendere le aziende italiane e i nostri prodotti ancora più competitivi e forti sui mercati esteri”. “Del resto – ha proseguito De Castro  – la tutela e la valorizzazione dei prodotti di qualità ha rappresentato una delle principali sfide che abbiamo raccolto con successo nel corso della legislatura europea che volge al termine. I successi del “pacchetto latte”, del nuovo regolamento sui prodotti Dop e Igp, della riforma della Pac e, da ultimo, del regolamento promozione che oggi stiamo commentando sono la testimonianza dei risultati raggiunti. Un lavoro importante che ci impegniamo a portare avanti anche nella prossima legislatura europea”.
Fonte: Agronotizie