AgrOsserva, una fotografia dell’agricoltura italiana nel III trimestre 2013

L’agricoltura fa registrare una nuova contrazione nel terzo trimestre 2013, ma il settore primario riesce sostanzialmente a “tenere” rispetto al sistema industriale. Questo uno dei dati più significativi contenuti nel rapporto AgrOsserva e riferito al periodo luglio-settembre 2013. La flessione dell’agroalimentare, nell’ordine dell’1,6%, è in parte imputabile al clima sfavorevole per l’agricoltura italiana, ma fa registrare una frenata netta rispetto al dato riferito al trimestre precedente, dove il calo era stato del 2,4%. Sostanzialmente stabile invece l’occupazione, in calo di un modestissimo 0,1%, ben al di sotto della media nazionale che, nello stesso periodo, ha visto il segno meno attestarsi al 2,3%. Scorporando il dato, l’occupazione dipendente nelle campagne è calata dello 0,9% mentre quella indipendente ha fatto registrare un aumento quasi speculare, compensandosi. Per quanto riguarda il tessuto agricolo nazionale, prosegue la contrazione nel numero di imprese, scese di 7.716 unità, pari al 4% in meno rispetto allo stesso periodo 2012. Patisce in particolare il Nord-Est, con un -5,2%, meno invece il centro (-3,1%). Buone performances invece per l’industria alimentare, in aumento dello 0,8% (su base annua), con 513 imprese in più per un totale di 68.256. Scendono sensibilmente i prezzi di produzione (-3,2%), dato però risultante da una crescita dei prodotti zootecnici (+2,2%) e una contemporanea, significativa riduzione dei prezzi delle coltivazioni vegetali (-7,1%). Anche se su base tendenziale il segno resta positivo (+3,1% i prezzi rispetto al terzo trimestre del 2012), con  un incremento delle colture vegetali del 4,6% e di un + 1,5% della zootecnia. Sempre più complicato invece l’accesso al credito, in calo di ben il 13% rispetto all’anno precedente. Sul fronte dei consumi, prosegue la contrazione della spesa per i generi alimentari, calata in valore del 3,9% ma solo dell’1,7% in volume. A sottolineare il tentativo da parte degli italiani di spostare i propri acquisti verso prodotti scontati o di basso prezzo. Meglio la domanda proveniente dall’estero, in grado di far lievitare le esportazioni da gennaio a settembre 2013 del 5,8% rispetto al 2012: aumenti particolarmente significativi per vini e spumanti (+8,3%), olio di oliva (+9,9%), ortaggi freschi (+12,3%), e segni positivi di entità più contenuta per frutta fresca e trasformata, pasta, salumi, formaggi e latticini. In particolare, a trainare l’export soprattutto le spedizioni verso Paesi extra europei (+7,9% su base annua) rispetto a quelli europei (+4,7%). Cresce invece meno l’import (+3,5%). Malgrado le difficoltà affrontate nel corso dell’anno, gli operatori si sono dimostrati meno pessimisti rispetto a scenari di medio-lungo periodo rispetto a quanto non lo fossero nel trimestre precedente, segno di una tendenziale inversione di rotta in questo senso. In termini assoluti, tuttavia, solo il settore vitivinicolo al momento da registrare un clima di fiducia positivo (+5,8), mentre i valori dell’indice più negativi riguardano i comparti dei seminativi (-11,2) e della zootecnia da latte (-7,2).

Fonte: AIOL, ISMEA

 

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