È necessario prendere atto che, stando ai recenti dati diffusi dall’Eea (Agenzia Europea per l’Ambiente), l’agricoltura dell’Europa del sud e dunque anche dell’Italia sarà presto e ancor più di oggi messa in ginocchio dalla crisi climatica”, esordisce Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente.
“Senza alcun dubbio, si tratta di un allarme che deve vedere tutti in prima linea e che deve essere affrontato e gestito ponendo al centro del dibattito le modalità attraverso cui salvaguardare la produzione primaria e mettere definitivamente da parte l’agricoltura intensiva e industriale, tra le principali cause dell’attuale crisi. In quest’ottica, è necessario incentivare significativamente politiche agricole sia a livello nazionale che europeo attraverso le quali consentire alle aziende di difendersi di più e meglio dai cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di CO2 del comparto di riferimento. La proposta è quella di creare un meccanismo premiante che dovrà servire per dare un nuovo impulso alla drastica riduzione dell’utilizzo di pesticidi e molecole pericolose di sintesi, dannosi per la conservazione della biodiversità, per il ruolo prezioso delle api e degli insetti pronubi e per la salute umana. Dalle nuove politiche agricole e dalla PAC in particolare, inoltre, dovrà passare anche il rafforzamento delle pratiche agricole sostenibili, dell’innalzamento significativo dell’asticella attraverso la drastica riduzione della chimica per l’agricoltura integrata e dell’agricoltura biologica come vero e proprio apripista dell’intero settore. Per comprendere l’importanza dell’attivazione di questi percorsi è sufficiente far parlare i dati: il tasso di assorbimento della CO2 dei suoli nell’agricoltura convenzionale è pari all’1%, in quelli bio sale al 3,5%. A fronte di ciò, l’agroecologia mette al bando con determinazione sostanze di sintesi, evitando inoltre l’inutile consumo di combustibili fossili e diminuendo le emissioni climalteranti. Ciò vuol dire che l’agroecologia non solo ci consentirà di fronteggiare la crisi del settore agricolo ma rappresenta anche un valido alleato nel rallentamento delle conseguenze della crisi climatica. Alla luce di questo ragionamento, appare irrimandabile l’apertura di un tavolo permanente ad ogni livello proprio sull’agroecologia circolare attraverso il quale giungere ad una vera e propria ridefinizione dell’intero settore sia per quanto riguarda il sistema Paese che nei singoli territori».
- Puntare sui biodisidtretti agroalimentari in chiave eco-sostenibile: questo permetterà di avere un rilancio economico green e un nuovo modo di fare agricoltura sostenibile.
- Usare innovazione e sperimentazione all’avanguardia in modo da ridurre gli imput chimici e sprechi energetici ed idrici;
- Individuare strategie per sostenere l’agricoltura e garantire lo sviluppo dei territori, abbattendo, così, il fenomeno dell’abbandono delle aree coltivate;
“Ridurre l’uso di sostanze inquinanti e dannose e contrastare con forza agricoltura e zootecnia intensiva, eliminando gli incentivi a pioggia, combattere le sacche di illegalità purtroppo ancora presenti nel comparto agricolo, sostenere le iniziative volte al contrasto del caporalato, incentivare con convinzione innovazione e ricerca in chiave sostenibile, aiutare gli agricoltori che guardano all’agroecologia con convinzione attraverso meccanismi premianti: sono queste in sintesi le priorità dell’agenda 2020 di Legambiente”, conclude Gentili.