UE: il biologico può tagliare del 7% le emissioni

Il settore agricolo e alimentare incide come impatto ambientale per il 23% e allo stesso tempo è la prima vittima del cambiamento climatico.

A parlare è il presidente di NaturaSì, il maggior distributore di biologico in Italia, che per combattere la crisi climatica ha posto al centro della questione le aziende e le scelte dei cittadini.

“Si tratta di un dato destinato a non diminuire se non si cambia rotta a livello di scelte politiche ma soprattutto di stili di vita. Gli strumenti finora indicati dai governi non sono stati sufficienti a mettere in sicurezza il clima del Pianeta, mentre dall’agricoltura biologica e biodinamica arriva da anni un contributo concreto. Se tutta l’Europa arrivasse a coltivare in maniera biologica almeno il 10% dei terreni, le emissioni di gas serra dal settore agricolo potrebbero diminuire del 7%. Si tratta di una quantità molto elevata, soprattutto se paragonata all’impegno richiesto. In Italia abbiamo raggiunto quasi il 16% di superficie coltivata a biologico e biodinamico e questo numero deve crescere ancora per tutelare suolo e clima, oltre che la qualità dei cibi e la salute dei cittadini”.

“Il consumatore deve ‘saper’ scegliere ma deve anche ‘poter’ scegliere. È compito dei produttori assumersi delle responsabilità nei confronti del Pianeta e offrire alternative sostenibili”, conclude Brescacin.

Per ridurre sensibilmente le emissioni climalteranti sarebbe sufficiente coltivare secondo i dettami dell’agricoltura biologica circa il 20 per cento dei campi del Vecchio continente. È quanto sostiene l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), secondo la quale così facendo si potrebbe evitare l’immissione in atmosfera di 92 milioni di tonnellate di CO2, più di quelle che genera annualmente, ad esempio, una nazione come l’Austria.

Infatti, proprio nell’agricoltura biologica, è riconosciuto uno degli strumenti che possono combattere la crisi climatica. Le aree coltivate con il metodo biologico, secondo i dati diffusi dalla Wmo (organizzazione meteorologica mondiale), utilizzano in media il 45 per cento di energia in meno e generano il 40 per cento in meno di gas serra. Ogni ettaro di suolo bio è in grado di immagazzinare ogni anno almeno mezza tonnellata di carbonio e la produzione biologica necessita in media del 30 per cento in meno di energia per unità di prodotto. I terreni gestiti con il metodo bio riescono inoltre a trattenere maggiori quantità di acqua di quelli tradizionali, garantendo così un miglior rendimento nel caso, sempre più frequente, di scarsità di precipitazioni.

Fonte: https://www.lastampa.it/tuttogreen/2020/01/03/news/una-sterzata-verso-il-bio-puo-tagliare-il-7-per-cento-delle-emissioni-nell-ue-1.38279058

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