Suolo e Salute

Anno: 2020

Calabria: erogati 11 milioni di euro per sostenere soprattutto le aziende biologiche.

Calabria: erogati 11 milioni di euro per sostenere soprattutto le aziende biologiche.

L’assessore all’agricoltura della Regione Calabria, Gianluca Gallo, per sostenere le aziende in questo particolare momento, ha richiesto “al Governo e all’Unione Europea una serie d’interventi urgenti, compresi quelli relativi alle deroghe alla normativa comunitaria per erogare i pagamenti residui per l’annualità 2019, anticipando il pagamento al controllo”.

Sono stati erogati così circa 11 milioni di euro in favore delle aziende agricole calabresi nell’ambito del kit decreto n.89 del Programma di Sviluppo Rurale, comprendente misure sia strutturali sia di superficie:

  • 087.096€ per pagamenti agro-climatico-ambientali, agricoltura biologica e benessere degli animali;
  • 709.462€ per le misure a investimento come l’ammodernamento delle aziende agricole, insediamento giovani agricoltori, servizi essenziali nelle aree rurali, investimenti floreali, ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e introduzione di adeguate misure di prevenzione relative ai soli Consorzi di Bonifica;

A seguire, procederanno poi a liquidare altri circa 4.463.854€, relativi al kit n.90 del PSR, e di 3.088.000€ per il saldo 2019 della Domanda Unica:

  • 600.000€ per pagamenti agro-climatico-ambientali, agricoltura biologica, indennità compensative e benessere degli animali;
  • 860.376€ per le misure a investimento come l’ammodernamento delle aziende agricole, insediamento giovani agricoltori, servizi essenziali nelle aree rurali, investimenti floreali.

Fonte: https://www.corrieredellacalabria.it/regione/item/231719-agricoltura-pagati-11-milioni-di-euro-gallo-sostegno-fondamentale/

“Save Bees and Farmers! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”

“Save Bees and Farmers! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”

Il 78% delle specie di fiori selvatici e l’84% delle specie coltivate nell’Unione Europea dipende del tutto o in parte dagli insetti impollinatori, principalmente dalle api. “Solo in Italia negli ultimi cinque anni abbiamo perso 200mila alveari.

Per questo motivo, in Europa, è stata attivata la raccolta firme per l’iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “Save Bees and Farmers! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”.

“Save Bees and Farmers!” è una Ice sostenuta da circa 70 soggetti a livello europeo: associazioni di agricoltori, istituzioni scientifiche, movimenti di cittadini e Ong ambientaliste tra cui Pesticide Action Network (Pan) Europe e Friends of the Earth.

“L’obiettivo della raccolta di firme è di cambiare il modello agricolo e scegliere l’agroecologia di cui biologico e biodinamico sono gli esempi concreti più diffusi – aggiunge la Mammuccini, presidente di Federbio – Le api sono vere e proprie sentinelle dell’inquinamento ambientale: se le salviamo, salviamo anche la salute dei cittadini e di chi lavora la terra. Le molteplici crisi che stiamo attraversando a livello globale, da quella ambientale e climatica a quella sanitaria, sono facce della stessa medaglia, conseguenza in gran parte del nostro impatto sugli ecosistemi naturali che ci sta portando ad un’emergenza dietro l’altra. È urgente puntare al recupero degli ecosistemi e a superare un modello intensivo basato sull’uso dei pesticidi che mettono a rischio la sopravvivenza delle api e di tante altre specie. È questa la sfida principale per il futuro, e la recente costituzione di una rete europea dei centri di ricerca per un’agricoltura senza pesticidi è il segno più evidente che innovazione e ricerca stanno andando in questa direzione”.

Firma la petizione: https://www.savebeesandfarmers.eu/eng

Fonte: https://www.adnkronos.com/sostenibilita/risorse/2020/03/20/italia-persi-mila-alveari-anni_1txEcIvOEdB6c4PgJf8PxN.html?refresh_ce

Coronavirus: il settore alimentare aumenta il fatturato del 7,9% sugli scaffali dei mercati

Coronavirus: il settore alimentare aumenta il fatturato del 7,9% sugli scaffali dei mercati

Coldiretti, sulla base dei dati Istat, afferma che l’industria alimentare, in seguito al diffondersi dell’emergenza del Covid-19, ha registrato un aumento del fatturato del 7,9%.

Per assicurare l’approvvigionamento alimentare sul territorio nazionale, ci sono oltre tre milioni di italiani che continuano a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati.

Una richiesta aumentata anche in seguito all’appello delle aziende italiane nell’acquistare prodotti made in Italy, per salvaguardare la filiera agroalimentare italiana. Un obiettivo sostenuto anche dalla campagna #MangiaItaliano lanciata da Coldiretti.

Inoltre, continua Coldiretti, è indispensabile intervenire per salvare importanti settori dell’economia agricola in difficoltà, dal vino all’ortofrutta, dal florovivaismo alla pesca, dagli agriturismi alla vendita diretta, indipendentemente dal loro fatturato.

Altro problema sollevato è la prossima richiesta di manodopera nei campi, difficilmente coperta dagli stagionali stranieri. E’ necessaria una semplificazione del voucher “agricolo” in modo da consentire a studenti e pensionati italiani di poter svolgere i lavori nelle campagne. Tale misura, alquanto urgente, riveste carattere fondamentale se si vuole assicurare la disponibilità di ortofrutta, vista la campagna primaverile alle porte.

Fonte: https://www.foodinfo.it/news/coronavirus-con-boom-79-lalimentare-riempie-gli-scaffali/

A rischio le attività delle aziende bio con vendita diretta

A rischio le attività delle aziende bio con vendita diretta

“L’emergenza globale che ci troviamo ad affrontare mostra in maniera ancora più evidente come sia fondamentale garantire l’approvvigionamento locale del cibo per i cittadini e quanto ci sia bisogno di consentire l’apertura dei mercati degli agricoltori per garantire cibo sano per la comunità. Siamo solidali con l’attività delle amministrazioni locali che hanno messo in campo tutte le misure per arginare il Coronavirus, ci appelliamo però ai sindaci affinché operino per superare il divieto allo svolgimento dei mercati agricoli locali”.

Così esordisce la presidente di FederBio, Maria Grazia Mammuccini, preoccupata dalla situazione in cui si trovano molte aziende agricole. Esorta i sindaci a riaprire i mercati agricoli territoriali, ovviamente, nel rispetto delle norme obbligatorie dettate dalle disposizioni governative per prevenire i contagi da Covid 19.

“Siamo molto preoccupati per questa situazione – conclude Mammuccini – che potrebbe portare al fallimento di molte realtà biologiche che da sempre vendono, in maniera esclusiva, direttamente al pubblico nei vari mercati agricoli locali”.

Fonte: https://www.toscanachiantiambiente.it/aziende-del-biologico-a-rischio-fallimento-federbio-riaprite-i-mercati-agricoli-locali/

Emergenza Covid 19: indicazioni dalla Commissione UE

Emergenza Covid 19: indicazioni dalla Commissione UE

La Commissione UE ha inviato una lettera nella quale comunica la possibilità di prendere in considerazione alcune richieste arrivate dagli Stati membri per valutare una soluzione in occasione dell’emergenza COVID-19. Tra le varie misure richieste vi sono le attività di controllo svolte dagli specifici Organismi, il certificato d’ispezione che gli organismi di controllo convalidano in TRACES, l’attuazione delle Linee Guida per i controlli supplementari e la tempistica per la gestione delle segnalazioni OFIS.

Lettera Commissione Europea – 20 marzo 2020

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/covid-19-indicazioni-dalla-commissione-ue-agli-stati-membri

La diffusione dei virus potrebbe essere collegata alla crisi climatica?

La diffusione dei virus potrebbe essere collegata alla crisi climatica?

Tredici anni fa, nel rapporto “World Health Report 2007”, pubblicato dall’Oms, fu lanciato il primo allarme riguardo il diffondersi di malattie infettive: l’aumento delle temperature, la deforestazione e il commercio di specie selvatiche aumenteranno il rischio di virus.

Il riscaldamento globale ha accelerato la migrazione delle specie in nuove aree del pianeta. Questo ha fatto sì che insetti, uccelli e mammiferi spostandosi si sono portati dietro virus e batteri, favorendo la diffusione di patogeni in nuovi territori.

Del resto come ha di recente ricordato in un’intervista Giuseppe Miserotti, medico dell’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde), i picchi delle ultime epidemie, come per esempio la Sars e l’influenza aviaria nel 2003 e quella suina nel 2009, si siano verificati in corrispondenza di picchi di temperature.

Nel mondo scientifico non si parla solo di surriscaldamento globale, fra i principali responsabili nella trasmissione di malattie infettive c’è anche la variazione nella frequenza e intensità delle precipitazioni, poiché la pioggia determina una diversa distribuzione degli insetti.

Questo avviene perché le temperature più elevate accorciano il ciclo di sviluppo degli insetti, ma ne allungano il periodo riproduttivo favorendo l’aumento della durata del periodo favorevole alla trasmissione di virus e batteri.

Oggi si parla anche di “spillover”, in altre parole il “salto di specie”: un fenomeno in base al quale un batterio o un virus riesce a passare da una specie animale a un’altra, arrivando anche fino all’uomo.  Questo, secondo gli scienziati, è ciò che è successo con il Covid-19.

La distruzione di habitat e di biodiversità provocata dall’uomo rompe gli equilibri ecologici in grado di contrastare i microrganismi responsabili di alcune malattie e crea condizioni favorevoli alla loro diffusione. In aggiunta, la realizzazione di habitat artificiali o di ambienti poveri di natura e con un’alta densità umana può ulteriormente facilitare la diffusione di patogeni. Le periferie degradate e senza verde di tante metropoli tropicali, ad esempio, sono la culla perfetta per malattie pericolose e per la trasmissione di zoonosi, mentre la diffusione in paesi tropicali di sistemi d’irrigazione, canalizzazioni e dighe permette la riproduzione di vettori come alcune specie di zanzare. Ed è così che gli spillover sono più probabili: queste attività alterano gli ecosistemi naturali aumentando la possibilità che i patogeni animali incontrino l’uomo.

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2020/03/la-crisi-climatica-moltiplica-la-minaccia-dei-virus/