Suolo e Salute

Mese: Aprile 2020

Investire di più sul Green Deal per uscire dalla crisi del COVID-19

Investire di più sul Green Deal per uscire dalla crisi del COVID-19

“Abbiamo bisogno di soluzioni innovative e di maggiore spazio di manovra nel quadro di finanziamento pluriennale per sbloccare enormi investimenti pubblici e privati. Questo metterà in moto le nostre economie e spingerà la ripresa verso un’Europa più resiliente, verde e digitale […] significherà anche raddoppiare gli sforzi per la nostra strategia di crescita, investendo nel Green deal europeo. Infatti, se la ripresa globale acquista slancio, il riscaldamento globale non rallenterà la sua corsa. Muoversi rapidamente sarà ancora più importante e trovare i progetti giusti in cui investire sarà fondamentale. Un’economia più moderna e circolare ci renderà meno dipendenti e aumenterà la nostra capacità di ripresa. Questa è la lezione che dobbiamo apprendere dalla crisi. Gli investimenti in ristrutturazioni su larga scala, energie rinnovabili, sistemi di trasporto puliti, cibo sostenibile e ripristino della natura saranno più importanti che mai”.

Questo è il discorso di Ursula von der Leyen che ha tenuto ieri all’Europarlamento riunito in plenaria, che oltre a invitare l’Europa a chiedere scusa all’Italia poiché nei primi momenti della crisi del Coronavirus non ha fornito l’aiuto necessario, rileva come questo momento storico sia da prendere come punto di partenza per sostenere ancora di più il Green Deal.

Una “lezione” che al momento non è stata presa in considerazione dai principali partiti sovranisti italiani e non. “La miopia dei cosiddetti sovranisti si è palesata, ma sarà proprio la nostra capacità di utilizzare il “nuovo inizio” per veicolare un modello di sviluppo alternativo basato su una strategia di economia circolare, su produzioni sostenibili e sul riutilizzo dell’esistente la chiave di quel boom economico che tutti auspichiamo”, commenta Roberto Morassut, sottosegretario dell’Ambiente. Un impegno verso il quale non solo l’Ue ma anche il Governo italiano dovrà dimostrare di saper fare molto di più rispetto a quanto è stato fatto prima dello scoppio della pandemia.

Fonte: http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/ue-per-uscire-dalla-crisi-coronavirus-dovremo-raddoppiare-gli-sforzi-nel-green-deal/

SOS manodopera in agricoltura: è possibile iscriversi per via telematica

SOS manodopera in agricoltura: è possibile iscriversi per via telematica

Il Ministro delle Politiche agricole, animali e forestali, Teresa Bellanova, poiché manca manodopera in agricoltura, ha annunciato di voler creare una lista di iscrizione virtuale per chiunque voglia proporsi per lavorare nei campi.

“Per agevolare il reperimento della manodopera in agricoltura stiamo pensando a una lista di iscrizione virtuale per chiunque voglia proporsi per i lavori agricoli, che potrebbe essere gestita da noi e condivisa con il Ministero del Lavoro, le Regioni, i centri per l’impiego e le organizzazioni agricole.”

E’ necessario reperire lavoratori agricoli, in particolare per la raccolta, per evitare che la produzione resti in campo, con gravi ripercussioni sulle aziende e sui consumatori per la mancanza di reddito da una parte e il forte aumento dei prezzi dall’altra.

Fonte: https://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/a_tavola_con_ansa/2020/04/14/agricoltura-mipaaf-iscrizione-virtuale-per-sos-manodopera_d482075b-76f5-4a33-9e1d-03afa1f86657.html

IFOAM UE: modificare la data di entrata in vigore del Regolamento comunitario 848/2018

IFOAM UE: modificare la data di entrata in vigore del Regolamento comunitario 848/2018

L’IFOAM UE ha chiesto alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento di prendere adeguatamente in considerazione un rinvio di un anno dell’applicazione del nuovo regolamento biologico 848/2018.

Ciò consentirebbe ai produttori biologici e al sistema di controllo biologico di concentrarsi nel 2020 sulla risposta alla crisi COVID-19. Sarebbe necessario un emendamento all’articolo 61 del regolamento di base (UE) 2018/848 al fine di modificare la data di applicazione dal 1° gennaio 2021 al 1° gennaio 2022. La normativa europea del biologica è complicata perché in unico regolamento base viene racchiuso tutto ciò che riguarda le filiere agroalimentari, i controlli e il commercio. Si occupa delle produzioni primarie, la trasformazione e l’etichettatura di alimenti e mangimi; poi vi sono le regole per il sistema di controllo e per il commercio internazionale e l’importazione. Inoltre essa è interconnessa con quasi tutta la normativa parallela esistente nel settore agroalimentare.

Secondo i piani della Commissione, presentati prima della epidemia di COVID-19, una serie di atti delegati sarebbero dovuti essere pubblicati a novembre e dicembre 2020 e anche senza la crisi da COVID-19, sarebbe stato molto difficile iniziare ad applicare un nuovo regolamento a gennaio dell’anno nuovo. I regolamenti delegati e di attuazione sui controlli e sulla certificazione forse saranno pubblicati alla fine dell’anno e gli enti di certificazione dovranno cambiare procedure e documenti, formare il personale e gli ispettori e cambiare i propri gestionali. Già sarebbe stata un’impresa difficile senza l’emergenza sanitaria e tutto ciò che ne conseguirà sul piano operativo per gli enti di certificazione e le aziende bio controllate. A causa della crisi COVID-19, infatti, i controlli, a livello europeo, vengono eseguiti da remoto o rinviate. Ciò implica che un numero enorme di controlli fisici avrà luogo nella seconda metà del 2020. Sarà molto difficile per il sistema di controllo svolgere l’attività in queste condizioni di straordinarietà e al tempo stesso, prepararsi per l’applicazione del nuovo regolamento. Ma il problema è gravoso non solo per gli enti di certificazione o per le aziende biologiche dei vari comparti, ma soprattutto per le Autorità competenti degli Stati Membri, responsabili del coordinamento e della vigilanza.

DM n. 3757: modifiche al decreto relativo alle rotazioni e alle norme di etichettatura dei prodotti bio

DM n. 3757: modifiche al decreto relativo alle rotazioni e alle norme di etichettatura dei prodotti bio

Dopo un’estenuante percorso di consultazioni tecniche e interventi in conferenza Stato-Regioni, lo scorso 9 aprile è stato firmato dal Ministro Bellanova il Decreto Ministeriale n°3757 che modifica il Decreto Ministeriale n°6793 del 18 luglio 2018.

Si attende adesso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il nuovo decreto riporta modifiche, in particolare, nella gestione delle rotazioni colturali e nella modalità di etichettatura dei prodotti biologici. Oltre a ciò, interviene anche: sulle procedure autorizzative relative all’impiego delle vitamine di sintesi A, D ed E per i ruminanti; sulle disposizioni per la gestione della deroga per la zootecnia in caso di aumento del numero di capi fino a un massimo di 40% e modifica un punto dell’Allegato 3 riguardante i corroboranti. Una delle modifiche sostanziali alla gestione delle rotazioni è stata l’introduzione della pratica del sovescio e del maggese in alternanza alle “colture principali”.  Il succedersi delle colture deve essere sempre valutato nel complesso, però vale sempre il principio che una stessa coltura non può tornare sulla stessa superficie, se non dopo la coltivazione di due colture principali di specie diversa di cui una deve essere una leguminosa. Tutto questo deve essere analizzato prendendo in esame le possibili eccezioni.

Per quanto riguarda le rotazioni il nuovo DM stabilisce che: in caso di colture seminative, orticole non specializzate e specializzate, sia in pieno campo che in ambiente protetto, la coltura può essere coltivata sulla stessa superficie solo dopo l’avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a 6 mesi. I cereali autunno-vernini (ad esempio: frumento tenero e duro, orzo, avena, segale, triticale, farro ecc.) e il pomodoro in ambiente protetto possono succedere a loro stessi per un massimo di due cicli colturali, che devono essere seguiti da almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a 6 mesi. In tutti i casi la coltura da sovescio è considerata coltura principale quando prevede la coltivazione di una leguminosa, in purezza o in miscuglio, che permane sul terreno fino alla fase fenologica di inizio fioritura prima di essere sovesciata, e comunque occorre garantire un periodo minimo di 90 giorni tra la semina della coltura da sovescio e la semina della coltura principale successiva.

Il nuovo DM ha chiarito anche la gestione delle deroghe in caso di estensione dell’allevamento e aumento del numero dei capi non oltre il 40%. Nella sostanza, l’allevatore, interessato alla concessione della deroga prevista all’art. 9 punto 4 del Reg. (CE) n. 889/08, deve inoltrare formale richiesta al proprio Organismo di controllo che, redatta apposita relazione tecnica comprensiva dell’accertamento dell’indisponibilità di mercato di animali biologici, presenta formale richiesta di nulla-osta all’Autorità competente. L’Autorità competente ha la facoltà di accogliere e/o rigettare l’istanza, nel termine di trenta giorni lavorativi dalla data di presentazione della richiesta. In caso contrario si applica l’istituto del silenzio assenso.

Riguardo all’autorizzazione all’impiego delle vitamine di sintesi A, D ed E, come previsto dal Reg. (CE) n. 889/08, allegato VI, punto 3, lettera a), il nuovo decreto permette anche agli allevatori biologici italiani la possibilità di impiegare, nell’alimentazione dei ruminanti, mangimi contenenti vitamine A, D ed E ottenute con processi di sintesi e identiche alle vitamine derivanti da prodotti agricoli. La necessità di ricorrere all’apporto delle vitamine A, D ed E nell’alimentazione dei ruminanti deve trovare evidenza nell’ambito nel piano di gestione dell’unità di allevamento biologico di cui all’art. 74, paragrafo 2, punto c) del Reg. (CE) n. 889/08 e deve essere supportata da una attestazione rilasciata da parte del veterinario aziendale.

Inoltre, il nuovo D.M. n. 3757, ha modificato e semplificato la modalità di etichettatura dei prodotti biologici in piena linea con il Reg. (CE) n. 834/07. Pur confermando la necessità di riportare in prossimità del logo Europeo il codice dell’organismo di controllo e dell’operatore che ha effettuato la produzione o la preparazione più recente (inclusa l’etichettatura), non è più richiesto di riportare, in modo esplicito, il suo nome o ragione sociale. Con questa modifica, permane l’obbligo di indicare l’indirizzo dello stabilimento di produzione e confezionamento secondo quando previsto in Italia per tutti i prodotti agroalimentari (anche quelli non biologici) dal Decreto legislativo n. 145/2017. Le etichette stampate fino ad oggi rimarranno valide fino ad esaurimento scorte.

Consulta il nuovo DM

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/rotazioni-disponibile-il-dm-di-modifica-del-dm-n-67932018

Decreto 31 marzo 2020 del MIPAAF: Proroga di termini e deroghe alla normativa del settore agricolo a seguito delle misure urgenti adottate per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Decreto 31 marzo 2020 del MIPAAF: Proroga di termini e deroghe alla normativa del settore agricolo a seguito delle misure urgenti adottate per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Con riferimento alla normativa secondaria in tema di gestione dell’emergenza covid-19, per completezza di monitoraggio e per quanto non di immediato e diretto interesse agli Organismi di controllo si segnala che sul sito istituzionale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è stato pubblicato il Decreto dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro prot. uscita n. 3318 del 31/03/2020 avente oggetto: Proroga di termini e deroghe alla normativa del settore agricolo a seguito delle misure urgenti adottate per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Il Decreto stabilisce disposizioni derogatorie per alcuni termini previsti fissati dalla normativa nazionale relativamente ai settori vitivinicolo, ortofrutticolo e zootecnico nell’ambito del sostegno finanziario PAC.

Il biologico? La soluzione da adottare per ripartire, scegliendo un sistema che sia in armonia con la natura

“Cambia la terra” ha lanciato la rubrica “Restiamo in campo”, per capire come stanno reagendo i produttori bio di tutta Italia all’emergenza che ha investito il nostro paese.

La prima persona a essere intervistata è stata Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio e imprenditrice agricola assieme al marito nel Chianti, si ritiene fortunata di vivere e lavorare in campagna perché grazie alla natura che la circonda riesce a mantenere un rapporto meno spento con la realtà attuale.

“Nei nostri vigneti”, ha spiegato Mammuccini, “le misure di sicurezza sono più facili da mantenere e quindi riusciamo sostanzialmente a organizzare il lavoro come abbiamo sempre fatto. Ma siamo a conoscenza di altre aziende che hanno molte più difficoltà, anche nel trovare la manodopera. Ci sono settori particolarmente in crisi, pensiamo agli agriturismi o a chi produce prodotti freschi. Ci aspetta un grande lavoro. Servono sicuramente subito gli strumenti messi a disposizione dal governo ma anche interventi più di lungo periodo, strutturali: andranno elaborati”.

Continua l’intervista parlando anche delle difficoltà riscontrate nella distribuzione dei prodotti, come i mercati e dell’export: “Il biologico è stato pioniere dei mercati di vendita diretta. È importante difendere questi presidi mantenendo le misure di sicurezza necessarie. Siamo ovviamente solidali con i sindaci che stanno facendo tutto il possibile, ma bisognerà trovare soluzioni e strategie nuove”.

“Pensare alla sicurezza alimentare è sicuramente importante in questa fase, emerge la necessità di avvicinare chi consuma a chi produce”, ha concluso Mammuccini. “Dovremo trovare soluzioni integrate per ripartire e diversificare i mercati di vendita. Quest’emergenza, così come quella climatica, ci indica che bisogna ripensare a un sistema in armonia con la natura, bisogna ripartire dalla comunità. Il biologico è già pronto a farlo”.

 

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2020/03/dopo-la-crisi-ripensare-a-un-modello-in-armonia-con-la-natura-il-biologico-e-gia-pronto/