Suolo e Salute

Mese: Maggio 2016

Agricoltura biologica come migliore alternativa al glifosato

glifosato

In queste ultime settimane, il glifosato è stato al centro di diversi dibattiti, a livello nazionale e comunitario. Il 13 aprile scorso, ad esempio, il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione di rinnovare l’autorizzazione al suo utilizzo in agricoltura per altri 7 anni.

Pochi giorni fa, invece, un mensile italiano ha diffuso gli esiti delle prime analisi effettuate da laboratori accreditati su una cinquantina di alimenti diffusi nel nostro Paese, rivelando la presenza dell’erbicida in diversi campioni.

Venduto sottoforma di liquido pronto all’uso, o in forma solubile, il glifosato è un erbicida ad ampio spettro adoperato soprattutto per eliminare le piante infestanti. La sua azione inibisce uno specifico enzima nei vegetali, indispensabile per la sintesi degli aminoacidi aromatici. È in grado di eliminare le piante infestanti, ma anche di devitalizzare gli organi di conservazione ipogea dei vegetali, come i rizomi, i fittoni carnosi, ecc.

Grazie al suo prezzo contenuto, è uno dei prodotti più diffusi in agricoltura. Anche in Puglia, la regione dove la Xylella Fastidiosa ha creato i maggiori danni agli ulivi.

La situazione è stata descritta da un agronomo, Francesco Caggiula, a BelPaeseweb.

Secondo quanto afferma Caggiula anche se non esiste una relazione diretta tra l’utilizzo del glifosato e la forte incidenza della Xylella negli ulivi pugliesi, “il processo di disseccamento è stato certamente favorito dall’impoverimento dei nostri territori anche a causa dell’utilizzo di tutti questi erbicidi e pesticidi che ne hanno indebolito la flora batterica. I terreni presentavano dei microrganismi antagonisti alla Xylella e che potevano bloccare la sua espansione; invece, non trovando antagonisti, l’espansione è stata senza controllo“.

Nonostante siano diversi gli agricoltori che nel corso degli anni hanno deciso di affidarsi all’utilizzo di prodotti di sintesi come il glifosato, esiste una via alternativa, più sicura per la gestione delle piante infestanti.

L’agricoltura biologica ad esempio, come afferma lo stesso agronomo, potrebbe essere la strada migliore: “Ci sono numerose aziende agricole che sono passate oramai al biologico e usano la tecnica del compostaggio, come si faceva in passato. I consumatori stanno chiedendo con sempre più frequenza se i prodotti che acquistano sono stati trattati con composti organici o sintetici, perché è stato riconosciuto il valore agronomico delle piante che sono cresciute in ambiente biologico, e gli stessi consumatori sono disposti a spendere di più per avere una qualità maggiore. Una volta che cambia la domanda del mercato anche gli agricoltori cambiano la propria cultura e il proprio punto di vista“.

Fonti:

http://www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=35277&id_rub=128

http://belpaeseweb.it/articolo.asp?di=Agricoltura+biologica%2C+la+pi%F9+valida+alternativa+ai+fitofarmaci&rubrica=In+copertina&sezione=Rubriche&id_sezione=5&id_rub=1&id=7697

http://www.lastampa.it/2016/04/21/scienza/benessere/glifosato-il-diserbante-che-ha-messo-in-allarme-leuropa-4p66lBEOuCcSqPgwn0kMsJ/pagina.html

http://www.repubblica.it/ambiente/2016/04/22/news/glifosato_test_salvagente_pasta-138189086/

Sostanze nocive ammesse nella produzione agricola integrata. Associazioni scrivono a Oliverio

oliverio calabria

Nei giorni scorsi, tre associazioni del settore agricolo, Agricoltura biologica Calabria, medici per l’ambiente Isde-Italia e Apicoltori professionali della Calabria (Aprocal), hanno scritto al governatore della regione Calabria, Mario Oliverio, per lamentare la scarsa sostenibilità ambientale dei sistemi di produzione agricola integrata, in cui sarebbe ancora ammesso un elenco interminabile di sostanze nocive.

Nonostante tale tipo di produzione sia qualificata come un sistema di coltivazione finalizzato a rendere “minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi”, all’interno del bando e dei disciplinari non sarebbe prevista alcune “reale strategia di diminuzione dell’uso dei presidi chimici di sintesi, con parametri misurabili in grado di dare dimostrazione di una graduale riduzione a vantaggio dell’ambiente e della salute pubblica“.

Fra i principi attivi ammessi, lamentano le associazioni, destano particolare preoccupazione il glifosato e il clorpirifos (etile e metile). Lo stesso glifosato, è stato indicato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro come ‘probabile cancerogeno per l’uomo’.

Proprio sul rinnovo dell’utilizzo di questa sostanza, l’Unione Europea ha avviato una discussione e il ministro Maurizio Martina ha preso posizione a favore della sua esclusione dall’elenco delle sostanze ad uso agricolo. Nonostante tutto, riferiscono le associazioni, in Calabria risultano finanziate pratiche colturali che fanno uso di glifosato, con dosi anche di 9 litri per ettaro di superficie coltivata. Il clorpirifos – continuano – è un pesticida molto pericoloso, tanto che l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti di America lo ha bandito per l’uso domestico.

Parte della pericolosità del clorpirifos è dovuta al fatto che è disponibile in formulati altamente volatili, che possono determinare contaminazioni accidentali anche a notevoli distanze, mettendo a rischio non solo gli abitanti dei territori agricoli, ma anche le aziende biologiche.

I disciplinari inoltre – si legge in una nota stampa di Federbio che riporta alcuni stralci della lettera – contengono un lungo elenco di principi attivi che sono stati esclusi dalle principali catene della grande distribuzione europea. È il caso ad esempio del diserbante linuron, dell’anticrittogamico meptyldinocap, dell’insetticida fosmet. Per non parlare poi del neonicotinoide imidacloprid, la cui tossicità sulle api e gli insetti pronubi è stata già ampiamente dimostrata e denunciata“.

La richiesta è dunque che il presidente della Regione Calabria attui un’attenta riflessione sulle reali compatibilità ambientali e sociali del sistema di produzione agricola “integrata”, prima che siano messe in atto misure di aiuto economico.

Le proposte avanzate sono queste:

  • revisione dell’impostazione della produzione integrata, in modo che possa diventare veramente un primo passo per la conversione bio-ecologica dell’agricoltura calabrese;
  • finanziamento alle aziende agricole vincolato all’attuazione di reali obiettivi di riduzione dell’uso della chimica di sintesi, che devono essere quantificati e garantiti alla Regione Calabria ed ai consumatori;
  • esclusione delle pratiche del diserbo con prodotti chimici di sintesi all’interno dei sistemi e delle tecniche di produzione integrata;
  • verifica delle molecole chimiche di sintesi consentite, per una sostanziale limitazione dei principi particolarmente dannosi;
  • immediata esclusione dell’utilizzo del glifosato e del cloripirifos;
  • proibizione dell’uso di diserbanti e di insetticidi chimici di sintesi estesa alla pulizia e alla disinfestazione delle strade e delle aree pubbliche su tutto il territorio regionale;
  • intensificazione dei monitoraggi ambientali sulle molecole chimiche di sintesi utilizzate in agricoltura, attraverso criteri e modalità chiare e trasparenti, in grado di attivare la conoscenza e la partecipazione di produttori, tecnici e consumatori, nonché delle rispettive organizzazioni di rappresentanza.
  • un confronto aperto, che coinvolga anche le organizzazioni mediche e le associazioni agrobiologiche e ambientaliste.

Fonti:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1017#sthash.yIld6Wsg.dpuf

http://www.strill.it/calabria/2016/04/psr-calabria-le-associazioni-del-settore-agricolo-scrivono-al-governatore-oliverio-scarsa-la-sostenibilita-ambientale-dei-sistemi-di-produzione-agricola-integrata-ancora-ammesse-sostanze-n/

http://www.strettoweb.com/2016/05/reggio-calabria-nicolo-oliverio-non-puo-non-ascoltare-le-rivendicazioni-del-comparto-dellagricoltura-biologica/406373/

 

Francia: stop all’importazione di ciliegie trattate con dimetoato

ciliegie franciaVietato importare ciliegie dai Paesi in cui è autorizzato il trattamento con dimetoato. È la decisione del governo francese che, lo scorso 21 aprile, ha pubblicato un decreto che sospende l’importazione e la commercializzazione di prodotti potenzialmente contaminati dall’insetticida.

Il dimetoato è un insetticida appartenente alla classe dei fosforganici ed è ampiamente adoperato contro diverse tipologie di insetti fitofagi.

Già lo scorso febbraio, la Francia aveva deciso di vietare l’uso del prodotto sugli alberi di ciliegio presenti sul proprio territorio. Ora, arriva il blocco anche per gli alimenti potenzialmente trattati e importati dai Paesi in cui il dimetoato è attualmente consentito. Sono escluse dal divieto le ciliegie biologiche.

La decisione è stata motivata in parte dal fatto che i residui del dimetoato attualmente consentiti, “non sono probabilmente sufficienti per assicurare la protezione dei consumatori”.

A metà aprile, il Comitato permanente dell’Ue per le piante, alimenti e mangimi, si è riunito per discutere la richiesta della Francia di vietare l’utilizzo della sostanza su frutta e verdura in tutta l’Unione Europea e bloccare la vendita delle ciliegie trattate.

La discussione si è conclusa con un nulla di fatto, dato che la Commissione si è dichiarata contraria alla richiesta di misure di emergenza, non ritenendo sufficienti le argomentazioni francesi.

Alla base della richiesta vi era l’incertezza sulle proprietà tossicologiche di tre metaboliti e sulla loro azione sul sistema nervoso centrale e su quello periferico.

La Francia ha comunque sostenuto la propria posizione, forte del parere emesso due giorni prima dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)  secondo cui “i dati non sono sufficienti per escludere chiaramente un rischio per i consumatori”.

Così, il 21 aprile scorso, ha deliberato il divieto d’importazione di ciliegie da Paesi in cui il dimetoato è autorizzato. La Francia, il primo e attualmente l’unico ad aver adottato tale provvedimento, importa ciliegie principalmente da Italia, Spagna e Turchia.

Il ministro dell’agricoltura, Stéphane Le Foll, ha spiegato che il provvedimento mira a protegge i consumatori e a difendere l’interesse dei produttori. In un comunicato, ha inoltre aggiunto che, ad oggi, anche Spagna, Italia, Grecia e Slovenia hanno annunciato l’intenzione di non autorizzare il dimetoato sulle ciliegie.

Fonti:

http://www.ilfattoalimentare.it/francia-ciliegie-dimetoato.html

https://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do;jsessionid=E9D9902D98E511F3C9008094BC70505C.tpdila09v_3?cidTexte=JORFTEXT000032439552&dateTexte=&oldAction=rechJO&categorieLien=id&idJO=JORFCONT000032438891

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2016/04/29/prodotti-fitosanitari-niente-dimetoato-contro-la-mosca-del-ciliegio/48521

http://agriculture.gouv.fr/suspension-de-limportation-des-cerises-traitees-au-dimethoate