Suolo e Salute

Mese: Luglio 2014

FederBio alla presidenza italiana UE: stop proposta sul bio

All’esordio del semestre italiano di presidenza dell’UE, si fa sentire forte la voce del mondo del biologico per voce di FederBio che in un comunicato chiede una seria riflessione sulla proposta di riforma della normativa europea sul biologico. FederBio, si legge in un comunicato, “reputa necessaria una valutazione approfondita sulle modifiche del quadro normativo attuale”. Secondo l’associazione “la discussione avvenuta lo scorso lunedì nell’ambito del Consiglio Agricolo ha confermato quanto sostiene FederBio, ovvero la lontananza della proposta della commissione dagli obiettivi annunciati e il rischio che si arretri sul versante della produzione agricola bio europea a tutto vantaggio delle importazioni”. “Siamo consapevoli dei ruolo delicato che l’Italia dovrà svolgere in quanto titolare della presidenza di turno”, ha dichiarato il presidente Carnemolla, chiedendo contestualmente a Martina di operare “affinché si fermi il percorso della proposta della commissione uscente”.

Fonte: FederBio

Anche la Francia verso l’etichettatura a semaforo?

E’ di questi giorni la notizia che il ministro della salute francese, Marisol Touraine, ha avanzato la proposta di rivedere l’etichettatura dei prodotti alimentari trasformati per adottare un metodo più semplice e intuitivo in grado di fornire al consumatore maggiori dettagli sui contenuti di grassi e zuccheri, prevenendo disturbi e patologie legati ad una cattiva alimentazione. E tra le ipotesi sul tavolo spunta anche un metodo simile a quello tanto contestato dell’etichettatura a semaforo inglese, che ha visto la forte opposizione di molti governi, Italia in testa, che lo reputano fuorviante e a rischio di penalizzare prodotti tipici soprattutto dell’area mediterranea. In ogni caso, il ministro Touraine ha dichiarato che a settembre verrà presentato al Consiglio dei ministri una nuova proposta di legge che, secondo le previsioni, sarà esaminata dall’Assemblea nazionale non prima del gennaio 2015. Sulla polemica si inseriscono i risultati di una petizione lanciata in Francia nel maggio scorso e promossa da 28 associazioni in rappresentanza di consumatori e mondo della sanità. La petizione richiede l’adozione di un’etichettatura semplice e comprensibile composta da una scala cromatica in cinque colori (verde, giallo, arancio, fucsia e rosso in ordine crescente di contenuto di grassi o zuccheri) e ad oggi ha già ottenuto quasi 23.000 adesioni.

Fonte:  Il Fatto Alimentare

USA: petizione contro l’uso del termine “natural” nel cibo

Spesso e volentieri, in particolare nei paesi anglosassoni, i termini natural (naturale) e organic (ovvero biologico) vengono confusi dai consumatori, aumentando il disorientamento al momento dell’acquisto. E secondo stime del gruppo Nielse, ammontano ad oltre 40 miliardi di dollari le vendite negli Stati Uniti di alimenti che riportano sulla confezione la parola “natural”: un termine che in realtà non ha un significato chiaro e univoco e il cui utilizzo è tuttavia autorizzato dalla FDA, la Food and Drug Administration (FDA) per gli alimenti che non contengono coloranti, aromi artificiali o sostanze sintetiche. Anche se è la stessa FDA a riconoscere che è difficile definire “naturale” un alimento o una bevanda che ha subito un processo industriale.
Per tutte queste ragioni l’organizzazione Consumers Reports ha lanciato recentemente una petizione on line chiedendo che sia proprio la FDA a vietare l’utilizzo di un’indicazione considerata fuorviante ed ingannevole. Secondo un’indagine del Consumer Reports National Research Center un numero elevatissimo di consumatori, compreso tra l’80 e l’89%, pensa erroneamente che nel caso della carne l’indicazione “natural” stia ad indicare che l’animale non è stato trattato con ormoni della crescita, antibiotici o altri farmaci. Cosa che nella maggior parte dei casi non corrisponde affatto al vero. Analogamente, per altri prodotti alimentari, la stragrande maggioranza dei consumatori americani ritiene che con il termine “natural” vengano indicati prodotti per la cui lavorazione non sono stati utilizzati prodotti chimici, pesticidi, ingredienti geneticamente modificati. Anmche in questo caso invece molto spesso non è così, dato che solo la dicitura “organic”, ovvero “biologico”, garantisce che si sia in presenza di alimenti controllati e regolamentati secondo precise normative che indicano le modalità di allevamento degli animali e di coltivazione dei vegetali.
Non resta che augurarsi che la battaglia per la trasparenza e la correttezza dell’informazione segni un nuovo punto a favore del biologico anche oltreoceano.
Fonte: Il Fatto Alimentare

OCSE e FAO presentano le previsioni agricole per i prossimi dieci anni

Sono state presentate a Roma dal dal segretario generale dell’ocse Angel gurria e dal direttore generale della fao Josè Graziano Silva le previsioni agricole relative al decennio 2014-2023. Secondo le stime, dopo un calo iniziale che dovrebbe proseguire il trend dell’ultimo periodo e durare altri due anni, seguirà una fase di stabilizzazione che porterà i prezzi a livelli superiori a quelli toccati in epoca pre-crisi (quindi prima del 2008), ma comunque nettamente inferiori ai picchi più recenti registrati sui mercati. Secondo le due organizzazioni, è da prevedersi un consolidamento della domanda di prodotti agricoli, che dovrebbe crescere a tassi inferiori rispetto agli ultimi dieci anni.
Proseguirà invece in maniera importante l’espansione della produzione agricola, in particolar modo nelle aree in via di sviluppo di Asia e Africa. Il rapporto può essere consultato a questo indirizzo.
Fonte: Agrapress

OGM, FederBio: urge azione anti contaminazione

Resta ancora in sospeso la situazione in Friuli Venezia Giulia, dove presso Colloredo di Montalbano è tuttora coltivato mais OGM Mon810. In merito FederBio ha voluto ribadire la propria posizione di netta contrarietà:
“L’imminente fioritura del mais, con una conseguente contaminazione dei campi vicini e un rischio tangibile in particolare per i campi coltivati con metodo biologico, impone tempi di decisione più stretti e azioni molto più concrete. – ha dichiarato Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – La Regione Friuli Venezia Giulia e intervenuta, tuttavia la distruzione di una delle coltivazioni non è certo sufficiente. E’ necessario che venga presa una decisione sia sul campo di Colloredo, al momento demandata alla magistratura, e che vengano intensificati i controlli da parte della Regione stessa per verificare in quali altre aree siano stati seminati OGM e per procedere con le dovute azioni”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del Presidente UPBIO Michele Monetta: “Quanto sta accadendo in Friuli rappresenta una minaccia in particolare per gli agricoltori che hanno scelto il bio, un settore in crescita e trainante nell’ambito del settore agroalimentare italiano. In Italia è vietato seminare OGM: è quindi paradossale che non vengano prese decisioni veloci e concrete a tutela della legalità”.
Fonte: FederBio

Semestre italiano, CIA: puntare su bio e giovani

“Il semestre di presidenza italiana ci consegna l’opportunità di intervenire su alcune questioni fondamentali per l’agricoltura, come l’adozione di nuove e piu’ efficaci misure per favorire l’accesso dei giovani nel settore”. Ad affermarlo la CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori, intervenuta con un comunicato proprio in occasione della presentazione da parte dell’Italia, durante il Consiglio Agricoltura e Pesca, delle priorità del semestre di presidenza dell’UE.
“Altro aspetto importante – prosegue la nota – è la possibilità di rivedere le norme che regolano il settore dell’agricoltura biologica”. “Apprezziamo il programma del ministro martina, a cui vanno i nostri auguri per questa nuova avventura in sede europea e le priorita’ indicate dalla presidenza italiana, sia per la centralita’ di expo 2015 e per la sicurezza alimentare, sia per i dossier legislativi, che entrano nel vivo in questa fase”.
La Confederazione ribadisce anche l’importanza del settore del biologico in un momento delicato quale quello attuale, in cui si discute la possibilità di un nuovo regolamento europeo di settore: “”Nell’ambito della riforma della legislazione sul biologico è importante garantire delle regole chiare e forti per diversificare il settore biologico da quello convenzionale, innalzando così la fiducia dei consumatori per un comparto in grande crescita anche e soprattutto nel nostro paese”.
In conclusione, il comunicato della Confederazione commenta molto positivamente ” la volonta’ di approfondire la questione dei giovani agricoltori e riflettere sui possibili strumenti che integrino quelli già presenti nel primo e nel secondo pilastro della nuova politica agricola comune”.
Fonte: Agrapress