Suolo e Salute

Mese: Settembre 2013

Validati numerosi albi regionali degli operatori bio sul SIAN

Nove tra regioni e province autonome italiane hanno provveduto a validare li elenchi degli operatori biologici disponibili sul SIAN, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale. Si tratta della Provincia Autonoma di Trento e delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Umbria e Molise. Gli elenchi completi sono disponibili a questo link: è possibile selezionare due diversi elenchi di operatori, quello fornito dagli Organismi di Controllo (alla voce “Operatori assoggettati al controllo degli OdC”) e quelli direttamente validati dalle Regioni (“elenco nazionale operatori validati dalle Regioni).

Fonte: Mipaaf, Sinab

Italia, Francia, Germania e Spagna: il biologico a confronto

Sulla scorta dei dati recentemente forniti dal Ministero dell’Agricoltura spagnolo relativi al biologico iberico, il Sinab ha fornito alcune elaborazioni comparative riferite all’andamento del bio nei quattro paesi europei ai primi posti per quanto riguarda operatori e superfici coltivate secondo il metodo biologico. Nel corso del 2012 è aumentato il numero degli operatori del biologico in tre dei quattro paesi esaminati: solo la Spagna ha fatto registrare un segno negativo (-0,34%), mentre sono aumentate Germania (+2,9%), FItalia (+3%) e soprattutto Francia (+4,2%). Il nostro paese, con circa 50.000 operatori del settore, resta saldamente in cima alla classifica per numero assoluto di operatori impegnati nel biologico. Un aumento in linea con questi dati si riscontra anche negli ettari di superficie agricola coltivata a biologico, cresciuta principalmente in Italia (+6,4%) e Francia (+5,9%) e in misura più contenuta in Germania (+1,8%). In forte calo la Spagna (-11,8%), dove però (come si può leggere nell’articolo dedicato) la diminuzione è imputabile principalmente all’uniformarsi delle statistiche spagnole agli standard previsti dalla Commissione Europea. Al netto di questa differenza metodologica infatti il calo spagnolo risulta assai più contenuto, inferiore ai due punti percentuali (-1,98%). L’Italia resta infine il paese con la percentuale più elevata di SAU biologica rispetto alla SAU totale, pari nel 2012 al 9,1%. Segue la Spagna, con il 6,8%, la Germania (6,2%) e la Francia (3,7%).

Fonte: elaborazioni Sinab su dati del Ministero de Agricoltura, Alimentación y Medio Ambiente, Bundesministerium für Ernährung  e Agence bio.

 

Spagna: lieve flessione del biologico nel corso del 2012

Il 10 settembre scorso il Ministero dell’agricoltura spagnolo ha pubblicato i dati statistici relativi all’agricoltura biologica nel paese iberico relativi l’anno 2012. Secondo le rilevazioni, nel 2012 la superficie dedicata all’agricoltura biologica in Spagna è calata dai 1.806.528 ettari del 2011 ai 1.593.197 ha del 2012, con una flessione percentuale vicina al 12% (11,81%). Secondo quanto riferito dal Ministero spagnolo, il calo è imputabile principalmente ad una nuova metodologia per il calcolo delle superfici che ha escluso dal computo alcuni tipi di uso del suolo per conformarsi ai requisiti previsti dalla Commissione europea (Eurostat). Si tratta pertanto di un calo dovuto ad un criterio di valutazione diverso, uniformato agli standard europei, e non ad un’autentica riduzione della produzione biologica iberica. Computando infatti le “altre superfici” il totale sale a 1.808.492 ettari, contro i 1.845.039 ettari nel 2011, con un calo effettivo che si riduce all’1,98%. In lieve flessione (-0,34%) anche gli operatori del biologico, scesi di 113 unità rispetto al 2011 e attestati a 32.724 complessivi. Informazioni di maggior dettaglio sul biologico spagnolo sono consultabili a questo indirizzo.

Fonte: Sinab, Ministerio de Agricultura, Alimentación y Medio Ambiente – Gobierno de Espagna

 

Concluso a Bologna il IV Incontro Europeo della Castagna

Si è svolto giovedì 12 e venerdì 13 settembre scorsi a Bologna il IV Incontro Europea della Castagna, organizzato da Areflh, in collaborazione con Regione Emilia Romagna e CSO. Oltre 230 partecipanti provenienti da sei Paesi europei (in particolare Portogallo, Spagna e Francia) si sono confrontati nella due giorni bolognese sulla situazione della castanicoltura europea. Tra i temi sul tavolo, il Piano Castanicolo Italiano, esposto da Albero Manzo del Mipaaf e la diffusione in Europa del Cinipide e i metodi di lotta biologica in Italia, in particolare nell’esperienza dell’Emilia-Romagna, dove il parassita è stato combattuto attraverso la diffusione del parassitoide Torymus sinensis.

I rapporti tra castanicoltura e Politica Agricola Comune sono stati oggetto di approfondimento nel pomeriggio della prima giornata, nel corso del quale si è parlato anche di strategie europee per la valorizzazione della castagna, di frutteti tradizionali come concreta possibilità di sviluppo della castanicoltura europea e di difesa della qualità del prodotto. La giornata si è conclusa con una tavola rotonda dedicata alla commercializzazione di castagne e marroni in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Turchia.

Suolo e Salute ha partecipato attivamente all’evento portando il proprio contributo sul tema della valorizzazione del prodotto. “La castagna è fondamentale per l’economia delle aree marginali appenniniche – commenta Alessandro D’Elia, direttore marketing, sviluppo e relazioni istituzionali – e, a maggior ragione in questo momento di crisi, le difficoltà legate al calo vertiginoso della produzione, non solo dovuto al Cinipide ma anche ai problemi cronici e strutturali del comparto, possono essere in parte compensate orientando la filiera verso la certificazione biologica. I consumi di bio sono in crescente aumento, soprattutto all’estero, e una scelta in tal senso, oltre alla sua valenza ecologica, porterebbe a un importante aumento della redditività delle aziende”.

La giornata di venerdì è stata dedicata invece alla visita di castagneti del territorio ed in particolare, tra le altre, all’Azienda Agricola “Terra Amica” di Loiano (BO) e all’Azienda Agricola La Martina di Monghidoro (BO), entrambe controllate da Suolo e Salute. Affascinante in particolare la visita ad un castagneto secolare con piante di oltre 700 anni di età, testimonianza vivente di un rapporto con il territorio di vecchissima data.

Fonte: Suolo e Salute, Areflh

 

Suolo e Salute: al Sana 2013 la guida all’etichettatura, il progetto BioTerr e le certificazioni religiose

 In occasione della 25° edizione del Salone internazionale del biologico e del naturale, Suolo e Salute ha presentato ad operatori del settore e al pubblico gli sviluppi  del progetto BioTerr per la tutela del territorio attraverso la certificazione bio, la nuova Guida all’etichettatura dei prodotti biologici ed il proprio impegno sul fronte delle certificazioni religiose Halal e Kosher. Per quanto riguarda le certificazioni bio, è stato possibile raccogliere utili informazioni e materiali sul progetto BioTerr, che rappresenta per Suolo e Salute un ottimo strumento per evidenziare l’importanza del ruolo che l’agricoltura biologica riveste nella valorizzazione del territorio. Grazie infatti alla multifunzionalità propria del metodo di coltivazione e allevamento bio, è possibile coniugare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali di un determinato territorio, puntando sulla possibilità che le aziende certificate decidano di “aggregarsi” per costituire filiere in grado di valorizzare al massimo le produzioni bio. Proprio con questi obiettivi Suolo e Salute è impegnato nello sviluppo a livello nazionale del progetto BioTerr per fornire il servizio di certificazione bio alle aziende che intenderanno aderire.  Con questo progetto si vuole replicare l’interessante (e per certi versi unica, nel panorama italiano) esperienza della Val di Vara, denominata “la valle del biologico”, in Provincia di La Spezia, che proprio grazie alla certificazione biologica, rilasciata da Suolo e Salute, e la creazione di filiere bio (che ha coinvolto in particolare numerose aziende zootecniche) ha ottenuto risultati molto significativi dal punto di vista economico ed occupazionale. In pochi anni, a Varese Ligure, il comune più importante della valle, non solo si è ridotto il tasso di spopolamento – problema che colpisce tutte le aree appenniniche – ma si è assistito anche ad un’inversione di tendenza, con un ritorno di tante famiglie, soprattutto giovani, che hanno deciso di investire il proprio futuro lavorando in montagna. Sempre nell’ambito della certificazione bio, lunedì scorso 9 settembre Suolo e Salute ha illustrato la nuova Guida all’etichettatura dei prodotti biologici. Al convegno di presentazione, svoltosi presso la Sala Valzer di Bologna Fiere, sono intervenuti Angelo Costa, Presidente di Suolo e Salute; Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Relazioni Istituzionali e Maria Magagna, Responsabile dell’Ufficio Approvazioni Etichette.

La guida, a cura della Direzione Tecnica di Suolo e Salute, vuole essere uno strumento utile per tutti gli operatori che lavorano nel comparto del bio: attraverso un linguaggio semplice e immediato, riporta i termini d’uso del logo comunitario e le diciture di conformità che devono comparire sulle etichette dei  prodotti bio, con l’obiettivo di rendere disponibile in forma semplice ed accessibile le disposizioni del Titolo IV del Regolamento CE n° 834/07 e CE 889/08. Dopo l’esposizione delle prescrizioni generali di etichettatura, valide per tutti i prodotti certificati secondo il Reg. CE 834/07, la guida descrive nello specifico l’etichettatura dei prodotti alimentari e quella dei mangimi.

Altro tema “caldo” per Suolo e Salute nell’ambito dell’edizione appena conclusa del Sana è stato quello dell’offerta delle certificazioni religiose Halal e Kosher in accordo con partner accreditati: un’occasione importante di investimento per tutte le aziende che intendono aprirsi a nuove realtà dove questo tipo di certificazione è il più importante prerequisito necessario per proporsi sul mercato. E proprio per queste ragioni oggi Suolo e Salute è in grado di supportare pienamente ed operativamente l’iter per entrambe queste certificazioni (quella Halal per i paesi islamici e quella Kosher per i consumatori che osservano i precetti alimentari della religione ebraica).  “Il SANA 2013 è stato molto interessante, erano anni che non si vedeva una manifestazione così attiva e propositiva – commenta  Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Relazioni Istituzionali – Per Suolo e Salute è stata una edizione proficua sul profilo dei rapporti con le istituzioni e con le tante aziende che hanno visitato i nostri spazi espositivi. Ottimo successo ha riscosso l’incontro di presentazione della seconda edizione della Guida all’etichettatura dei prodotti bio, pubblicazione molto apprezzata. Insomma un SANA 2013 molto positivo per il nostro Organismo di controllo”.

Fonte: Suolo e Salute

Slovenia: cresce il biologico

Il biologico diviene sempre più popolare in Slovenia: cresce la consapevolezza dei consumatori e i prodotti biologici sono sempre più spesso disponibili in negozi e supermercati specializzati. Nel corso dell’ultimo anno il numero di aziende biologiche è cresciuto del 13% e, secondo  l’Ufficio di Statistica della Repubblica di Slovenia, la superficie agricola gestita secondo i criteri dell’agricoltura biologica è risultata pari a quasi 29.000 ettari nel 2012, contro i 27.500 ettari del 2011. La maggior parte dei terreni è coltivata a prati permanenti e pascoli (circa 25.000 ha), mentre sono 750 gli ettari a frutteto e 160 quelli a vigneto. Sul fronte zootecnico, la crescita più significativa ha riguardato l’avicoltura, aumentata in un anno de 78%, seguita dall’acquacoltura (in crescita del 64%) e l’allevamento di conigli. Che il bio sia in crescita lo dimostrano anche i numeri di “Nature-Health”, la più importante fiera di settore per l’area, in programma dal 17 al 20 ottobre a Lubiana. L’anno scorso alla fiera hanno partecipato 286 aziende provenienti da 16 paesi e la manifestazione è stata visitata da 22.000 persone e per quest’anno le previsioni sono di un successo ancora più significativo.

Fonte: Organic Market