Suolo e Salute

Mese: Maggio 2013

Una nuova pubblicazione sull’agricoltura bio in Africa

E’ fresca di stampa la nuova pubblicazione della FAO “Agricoltura Biologica: Esperienze africane in resilienza e sostenibilità”, un lavoro scaturito dal convegno sull’Agricoltura Biologica nell’agenda di sviluppo africana , tenutosi a Lusaka, Zambia, dal 2 al 4 maggio 2012. I risultati emersi dai lavori confermano che le pratiche di agricoltura biologica aumentano la produttività, migliorano i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare delle popolazioni, aiutano a conservare il patrimonio di informazioni locale, la biodiversità vegetale ed animale indigene nonché lo sviluppo socio-culturale, e fornendo al tempo stesso maggiore capacità di recupero nel caso di eventi climatici estremi, come la siccità e le forti piogge.

La pubblicazione, partendo dalle risultanze dei lavori di ricerca presentati a Lusaka, approfondisce gli argomenti in una serie di capitoli dedicati ai diversi aspetti della gestione di un’agricoltura sostenibile.

Gli studi effettuati in vari paesi subsahariani dimostrano che unagricoltura biologica di successo coinvolge l’intera gestione delle aziende agricole, dove la ricchezza del suolo nutre le piante, un ciclo ottimale di nutrienti è conseguito attraverso un’oculata gestione di piante e animali nel corso del tempo (come nel caso delle rotazioni agricole) e dello spazio, e dove la qualità va di pari passo con il mercato.

La pubblicazione, a cura di Raymond Auerbach, Gunnar Rundgren e Nadia Scialabba, può essere scaricata dal sito della FAO all’indirizzo http://www.fao.org/docrep/018/i3294e/i3294e.pdf

Dal 24 maggio al 2 giugno la settimana europea dei parchi

E’ in programma dal 24 maggio al 2 giugno l’edizione 2013 della Settimana europea dei parchi, appuntamento cui Federparchi aderisce in qualità di membro di Europarc. La data del 24 maggio ricorda l’istituzione del primo parco europeo, in Svezia, nel lontano 1909.

In tutta la penisola sarà possibile visitare i parchi arricchiti da un’ampia serie di iniziative a celebrare la settimana europea dei parchi. Tema della Giornata europea dei Parchi 2013 sarà “Il mio parco. La mia passione. La mia storia”.

Un occasione per raccontare e condividere le esperienze più coinvolgenti vissute all’interno di un’area protetta.

Per quesot motivo gli enti gestori, le organizzazioni e le associazioni che operano nei parchi daranno vita a numerose attività in grado di coinvolger ei visitatori alla scoperta del nostro interessantissimo patrimonio naturale, diffondendo la consapevolezza dell’importanza di una rete di aree protette a tutela della biodiversità del nostro paese, e promuovendo azioni volte a rinforzare la cultura dell’ambiente, sostenendo un maggior senso di appartenenza, una maggior riconoscibilità e attrattività dei territori.

Fonte: Aiol, Federparchi

Dal Cibus Global Forum la richiesta di sostenere l’export alimentare italiano

Sostegno da parte di governo e parlamento all’export alimentare italiano: è questa la richiesta più importante e urgente scaturita dal Cibus Global Forum appena conclusosi a Parma e al quale sono intervenuti tra gli altri Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo e Riccardo Monti, presidente dell’ICE.

Secondo De Castro “il governo italiano deve avere ben chiaro che proprio a causa dei problemi strutturali dell’industria italiana e in mancanza di una grande distribuzione italiana presente all’estero il ruolo dell’ICE va potenziato”. Secondo il Presidente Comagri “l’industria alimentare italiana sconta un problema di nanismo, con molte aziende con meno di 9 addetti e deve affrontare troppe barriere sanitarie che ne frenano l’export. l’Unione Europea deve avere un atteggiamento più aggressivo e meno difensivo, per esempio nei riguardi delle barriere sanitarie USA”.

Dello stesso tenore l’intervento di Monti, che invoca “maggiore attenzione dal nuovo governo e dal nuovo parlamento” sul tema, precisando al contempo che  “l’ICE non potrà più disporre dei fondi che aveva negli anni scorsi. tuttavia, il fondo per la promozione del food Made in Italy di 50 milioni grazie ad una collaborazione con privati, regioni, camere di commercio ed altro godrà di un effetto moltiplicatore che lo porterà fino a 200 milioni”. Secondo il presidente ICE “ la strada maestra e’ quella delle sinergie. in questo contesto l’elemento fieristico può dare un contributo importante e Cibus sarà un ottimo show case in giro per il mondo”, ha concluso, enfatizzando il ruolo della fiera parmense e delle altre fiere del comparto agroalimentare per il rilancio del Made in Italy.

Anche da Federalimentare, per voce del presidente Filippo Ferrua, ha ribadito il ruolo chiave che dovranno svolgere governo e parlamento, che “dovranno dunque confrontarsi con una ricca agenda che prevede: impegno ad abbattere le barriere sanitarie promozionali all’estero; coordinamento di tutte le iniziative dei vari enti preposti alla promozione all’estero; agevolazione burocratica e fiscale alla costituzione di reti e consorzi tra imprese per l’export; sviluppo di piattaforme logistiche e strutture commerciali comuni tra imprese sui mercati esteri principali; maggiore defiscalizzazione delle fusioni tra imprese al fine di favorirne la crescita dimensionale”.

Azioni che si rendono ancora più urgenti dato l’evidente contrazione dei consumi alimentari che “ha raggiunto i 12-13 punti nel periodo 2008-2013, rispetto ai circa 9 punti accusati in parallelo dalla media dei consumi nazionali”.

Secondo Ferrua “la insufficiente proiezione export oriented del settore rende più che mai importanti le potenzialità sui mercati esteri e preziosi gli approfondimenti recati da un appuntamento come il Cibus global forum”.

Una grande opportunità sarà offerta da Expo 2015, nel corso del quale mmolte imprese alimentari avranno l’occasione di mettersi in evidenza con un a platea internazionale: a questo proposito Fiere di Parma ha illustrato il progetto sviluppato con FederAlimentare per consentire a circa 1000 aziende italiane di esporre nel corso di Expo 2015 all’interno di un padiglione dedicato e gestito dall’ente fieristico stesso.

Fonte: Agrapress

OGM: Da FederBio la richiesta di una tutela immediata del bio e del Made in Italy


“Mentre il consiglio dei ministri dell’unione europea del 14 maggio scorso approva un documento che riconosce il ruolo fondamentale dell’agricoltura biologica nell’ambito delle politiche europee e il giorno seguente il ministro dell’agricoltura degli stati uniti annuncia importanti misure per favorire il settore biologico negli USA, il governo italiano e la sua maggioranza prendono tempo per tentare un compromesso impossibile sul divieto di coltivazione degli OGM in italia”. A dichiararlo il Presidente FederBio Paolo Carnemolla, secondo il quale  “è paradossale che un governo che dovrebbe affrontare prioritariamente l’emergenza economica prenda ancora tempo su una vicenda su cui altri paesi europei hanno già deciso da tempo e non agisca invece con decisione e immediatezza per tutelare il Made in Italy alimentare e le produzioni biologiche, le vere e uniche leve sulle quali poter garantire futuro all’agricoltura e all’agroalimentare italiano”.

Le parole di Carnemolla all’indomani del rinvio al 21 maggio dell’esame da parte del Senato delle cinque mozioni in tema di OGM illustrate il 15 maggio scorso in aula parlamentare. Delle cinque mozioni, ben quattro (a firma di Sel, Pd, M5S, Lega e Gruppo delle Autonomie) chiedono al governo l’attivazione della clausola di salvaguardia sugli OGM mentre la quinta, di cui e’ primo firmatario il Presidente della Commissione Agricoltura Formigoni (Pdl), chiede di sostenere la ricerca biotecnologica e l’emanazione delle linee guida per la coesistenza.

La richiesta di rinvio è stata avanzata dal ministro delle politiche agricole De Girolamo, che ha sottolineato il fatto che l’agricoltura italiana si distingue per eccellenza, ribadendo di non avere “alcun pregiudizio ideologico rispetto alla clausola di salvaguardia”.

Commentando le mozioni De Girolamo ha aggiunto che “sarebbe un bel segnale per l’agricoltura italiana se le cinque mozioni diventassero una sola”. Da segnalare in particolare l’intervento di Leana Pignedoli, vicepresidente PD della Comagri, che ha sottolineato  la necessità di attenersi al principio di precauzione rilevando la stretta connessione tra la questione OGM e quella relativa alla proprietà, privata o pubblica, dei semi.

Fonte: Agrapress

Spreco di cibo, l’impegno del Ministro De Girolamo

In risposta alle riflessioni di Susanna Tamaro apparse recentemente sul Corriere della Sera in un articolo in cui la scrittrice sottolineava l’importanza di un atteggiamento più responsabile rispetto ai tanti sprechi quotidiani, è giunta una lettera indirizzata allo stesso quotidiano da parte del neo Ministro delle politiche agricole De Girolamo. Secondo il ministro il tema degli sprechi alimentari “va affrontato con il massimo impegno, soprattutto in sede comunitaria”. “Come ministro – ha proseguito il ministro – continuerò in tutte le sedi, a partire dal consiglio dei ministri UE, a chiedere che siano garantite le risorse per proseguire il programma di aiuto agli indigenti”.

Il Ministro ha annunciato anche “al più presto iniziative legislative di semplificazione e di sburocratizzazione delle procedure per dare risposte concrete e non lasciare più marcire il cibo a causa di leggi ingiuste”, venendo incontro in questo modo al “lavoro fondamentale delle tante associazioni ed enti che hanno messo in piedi il sistema di recupero”.

Parole, quelle di De Girolamo, che hanno fatto seguito ad analoghe dichiarazioni espresse dal presidente Comagri Paolo De Castro, e che sono state accolte con favore tra gli altri dal presidente dell’Unaproa Ambrogio De Ponti: “condivido in pieno quanto dichiarato dal ministro nunzia De Girolamo in ordine allo spreco del cibo così come quanto richiesto dal presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo Paolo De Castro per il recupero delle eccedenze alimentari”, ha dichiarato De Ponti. “Una società civile in cui il fabbisogno di cibo e’ destinato ad aumentare non può essere impreparata davanti ad una sfida sempre più importante, anche in funzione dell’incremento della popolazione mondiale”. “la nostra Unione, le nostre organizzazioni dei produttori ortofrutticoli sono impegnate costantemente sia ad evitare la formazione di eccedenze sia ad assicurare aiuti agli indigenti, ma e’ necessario che venga definito al più presto un quadro di riferimento comunitario diverso rispetto a quello attuale”. “Evitare lo spreco è qualcosa che impegna ciascuna persona, ma non può rimanere uno sforzo individuale”.

Tra le proposte di Unaproa all’UE anche la possibilità che “le organizzazioni dei produttori possano ritirare dal mercato non solo i prodotti freschi avendo un indennità almeno pari al costo di produzione, ma anche i derivati dei prodotti ortofrutticoli. Tutto questo nella speranza di contribuire efficientemente a rispondere alle sempre più numerose richieste di aiuti alimentari da parte di molte persone e famiglie bisognose di sostegno”.

Fonte: Agrapress

Consiglio UE: maggiore sostegno al settore del bio

E’ terminato martedì scorso 14 maggio a Bruxelles il Consiglio europeo Agricoltura e pesca, che ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura biologica in Europa e ha posto le basi per un sostegno crescente da parte dell’Unione. Nel documento finale si legge infatti che quello biologico rappresenta un sistema sostenibile di produzione in grado di assolvere ad una duplice funzione sociale, da un lato venendo incontro alla crescente domanda dei consumatori, sempre più interessati ad un’alimentazione sana, dall’altro costituendo un metodo di produzione in grado di contribuire in maniera sostanziale alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale. Stanti queste premesse, è l’Unione stessa a chiederwe agli Stati bembri di “sviluppare il settore dell’agricoltura biologica ad un livello ambizioso, rivedendo l’attuale quadro normativo, al fine di migliorarne la fruibilità, prevedendo un periodo di stabilità e certezza e che miri a: un ulteriore chiarimento e semplificazione; affrontare le attuali questioni in sospeso che richiedono un ulteriore sviluppo; chiarire la situazione per quanto riguarda la protezione dell’uso del termine ‘biologico’ per prodotti non nell’Allegato I; fornire orientamenti sul termine ‘biologico’ associato alla preparazione dei prodotti biologici negli esercizi della ristorazione collettiva”. In particolare gli stessi Stati membri sono chiamati ad “adottare misure specifiche volte a tutelare la reputazione del settore biologico, andando incontro alle aspettative dei consumatori», anche per mezzo di un «rigoroso e proporzionato regime di controllo economicamente efficiente che dovrebbe includere l’assegnazione univoca di responsabilità tra i soggetti interessati al controllo ed un regime di sanzioni armonizzato concordato a livello europeo». Per questi scopi, è fondamentale migliorare produzione, controlli, scambio e diffusione di informazioni; incentivare l’armonizzazione delle norme e fornire linee guida chiare; migliorare i meccanismi alla base del commercio del bio su scala internazionale, grazie in particolare a “reciprocità e trasparenza negli accordi commerciali”, assicurando al tempo stesso procedure di importazione solide in grado di non svantaggiare gli operatori dell’UE.

Il documento invita inoltre la stessa Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, a “valutare la fattibilità di istituire certificati di importazione elettronici europei, al fine di agevolare e rafforzare la procedure di controllo ai confini Ue”. Sul fronte della promozione del consumo di prodotti biologici, il Consiglio auspica una sempre crescente diffusione e applicazione del logo Ue per facilitare il riconoscimento e la differenziazione dei prodotti biologici nel mercato, unitamente ad uno sforzo specifico per aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica anche attraverso l’informazione on-line e campagne specifiche”.

In definitiva, ribadisce il documento, è imprescindibile “rivedere e aggiornare il Piano d’azione europeo per l’agricoltura biologica perché rifletta lo sviluppo prevalente e il futuro del settore e fornisca una visione politica ed un punto di riferimento per il futuro”, riconoscendo “l’inclusione specifica dell’agricoltura biologica nelle attuali proposte di riforma della PAC” e valutando “altre possibilità di fornire sostegno finanziario per la produzione biologica all’interno questo quadro”, per poter “continuare a riconoscere e favorire il dinamismo innovativo e le potenzialità del settore del biologico ed il sostegno necessario della ricerca e dell’innovazione, in particolare nel quadro dell’European Innovation Partnerships (Eip)”.

 Fonte: Sinab, UE