UNO SGUARDO AL BIOLOGICO EUROPEO NEL 2031

L’Agricultural Outlook della Commissione prevede almeno un raddoppio dell’incidenza delle superfici certificate che senza contare i sostegni del Farm to Fork arriverebbero al 15%. Una crescita legata anche alla flessione della superficie agricola totale, sopravanzata entro 10 anni da quella forestale

Restano le incertezze e non è per nulla facile tracciare le previsioni per il futuro dell’agricoltura Europea. La Commissione europea ci ha provato comunque, pubblicando a fine 2021 l’Agricultural Outlook che aggiorna le proiezioni dell’andamento del settore fino al 2031.

Un documento che guida le scelte strategiche di Bruxelles

Il documento che guida le scelte strategiche della politica europea riconosce come la domanda post-Covid-19 si sia ripresa, a seguito dell’allentamento delle misure di confinamento e delle campagne di vaccinazione in corso in tutta l’UE. Tuttavia, la situazione sanitaria è ancora in evoluzione, con il rischio ormai concretizzato di ulteriori ondate di contagi. Inoltre, a livello globale, l’inflazione è aumentata a causa delle misure di sostegno finanziario a seguito della pandemia e dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime.

Al netto della futura Pac

Altro fattore di complicazione è rappresentato dalle incognite sulla futura Pac. Il rapporto, formulato quando i Paesi membri dell’UE dovevano ancora presentare i loro piani strategici per la nuova PAC, ha simulato che le condizioni definite dall’attuale periodo di programmazione della Politica agricola comunitaria rimanessero in vigore anche oltre il periodo di transizione concordato (dopo il 2022), tenendo conto della nuova allocazione delle risorse del bilancio UE 2021-27 (ma non degli obiettivi e delle azioni previste dalle strategie Farm to fork e Biodiversity).

Seminativi in retromarcia

Nonostante queste difficoltà le notizie per il bio europeo sono comunque positive. Riguardo all’uso del suolo gli uffici statistici della Commissione prevedono infatti che la superficie agricola totale dell’Ue diminuisca leggermente nei prossimi 10 anni, principalmente a causa della riduzione della superficie a seminativi, mentre quella biologica è prevista in crescita.

Senza calcolare le misure di supporto prevista dalla nuova Pac o altre iniziative legate al Green Deal europeo, l’area dedicata alla produzione biologica secondo l’Agricultural Outlook dovrebbe infatti raggiungere il 15% del totale dei terreni agricoli entro il 2031 (oggi la media europea è dell’8%). Ciò presuppone che la domanda di questo tipo di produzione continui a crescere. Di conseguenza, si presume che il tasso annuo di conversione da convenzionale a biologico rimanga elevato nel 2022-2031 come nel 2014-19.

Gli obiettivi del Green deal

Ulteriore sostegni al settore dell’agricoltura biologica potrebbe determinare un’accelerazione della tendenza fino ad arrivare all’obiettivo richiesto dalla strategia Farm to Fork (25% della Sau agricola convertita a biologico entro il 2030).

La superficie cerealicola totale dell’Unione Europea, come detto, sembra invece destinata a diminuire a 51,2 milioni di ettari tra il 2021 e il 2031. Si prevede che le rese di grano e orzo diminuiranno leggermente, mentre quelle di mais potrebbero ancora aumentare a causa dei miglioramenti nei Paesi dell’Est Europa.

Meno cereali

Questo si tradurrà in una produzione cerealicola di 276 milioni di tonnellate nel 2031 (-2,5% rispetto al 2021). Si prevede, inoltre, che il consumo domestico diminuirà a 254,8 milioni di tonnellate, principalmente a causa della minore produzione animale per le nuove abitudini alimentari e quindi di una minore necessità di mangimi. Ad alterare queste previsioni potrà incidere, in senso ulteriormente negativo il potenziale impatto dell’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e dell’energia che potrebbero inibire le decisioni di semina degli agricoltori nel 2022 rappresentando la principale incertezza a breve termine.

Ambivalenti le previsioni riguardo alle colture oleaginose. Con una crescita di superficie e di resa per girasole e soia, mentre la situazione della colza è difficile, poiché è più sensibile alle condizioni climatiche sfavorevoli e alla pressione dei parassiti. Combinando questa diversa tendenza, la produzione di semi oleosi dell’UE dovrebbe essere di 31,2 milioni di tonnellate nel 2031, facendo rimanere l’UE un importatore netto di semi oleosi per tutto il periodo di proiezione. In crescita anche le produzioni di barbabietola da zucchero, mentre le colture da biocarburanti potrebbero registrare una flessione.

Più foreste

Il calo delle superfici agricole dovrebbe essere appannaggio di un’ulteriore forestazione del vecchio continente. La tendenza già delineata nel report del 2020 viene infatti confermata a causa delle politiche che spingono verso l’obiettivo di neutralità climatica.

I benefit legati al sequestro di carbonio spingeranno così le aree forestali a superare quelle agricole raggiungendo nel 2031 i 161,4 milioni di ettari, contro i 160,5 milioni della Superficie Agricola Utilizzata (Sau) (-0,7% rispetto al dato attuale).

Nonostante ciò il rapporto prevede che il reddito agricolo possa aumentare leggermente. Si prevede infatti che il valore della produzione agricola dell’UE aumenterà dello 0,7% all’anno nel 2021-31. L’aumento dei costi intermedi dovrebbe rallentare dall’1,8% all’anno nel 2011-21 allo 0,7% nel 2021-31, anche se si prevede che i costi dell’energia e dei fertilizzanti aumenteranno notevolmente del 2,7% all’anno. Inoltre, si prevede che il valore aggiunto netto per le aziende agricole aumenterà dell’1% all’anno nel periodo di riferimento.

Manodopera qualificata

Riguardo al livello di occupazione l’outlook prevede che il lavoro agricolo diminuirà dell’1,3% all’anno nel periodo di riferimento, una decrescita comunque minore rispetto al 2011-21 che era all’1,9%. Questo calo sarà dovuto principalmente al processo di concentrazione delle aziende agricole e alla maggiore meccanizzazione. Nel corso del decennio sarà sempre più necessaria una nuova serie di competenze agronomiche e digitali, per produrre di più con meno lavoratori e con un minore impatto ambientali.

Il presupposto per questa situazione è facile da verificare: l’Outlook stima infatti che l’economia Ue cresca raggiungendo livelli pre-covid entro il 2023 registrando poi un tasso di crescita del 2,7% entro il 2031.

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